trump kanye west

BANG! IL SELVAGGIO WEST E' TORNATO - MENTRE NOI SIAMO AL QUARTO RITORNO DEGLI STADIO, NEGLI USA KANYE WEST FA IL TRUMP DEL RAP E CREA UNA GIOSTRA DELIRANTE DI NARCISISMO, BUSINESS, GOSSIP, PROVOCAZIONI AD ARTE E PERFINO UN ALBUM DEDICATO ALL'APOSTOLO PAOLO, O AL NARCOS ESCOBAR, CHE È PURE UN GRAN BEL DISCO

donald trump con la figlia ivanka seduti su due pappagalli che si accoppianodonald trump con la figlia ivanka seduti su due pappagalli che si accoppiano

Stefano Pistolini per “il Foglio

 

C' è un uomo che adesso in America sta facendo perfino più rumore di Donald Trump: Kanye West. La calcolata coincidenza tra l' uscita del suo settimo album e la presentazione della nuova collezione del suo marchio di moda, Yeezy Season 3, l' ha spinto a sollevare un polverone mediatico che si è depositato dappertutto. Dentro ci trovate un sacco di narcisismo, strategie di show business, gossip, provocazioni ad arte e perfino un po' di voci e suoni.

 

kanye kanye

La consolazione, magari, è che proprio attraverso personaggi di questo genere che la musica oltreoceano continua a rientrare nei grandi consumi condivisi, uscendo dalla bolla e proiettandosi con disinvoltura ben dentro il brodo mediatico. Dove, per fare un confronto nostrano, è difficile trovare una vaga traccia degli Stadio, vincitori di un' edizione sanremese strombazzata all' insegna del consenso, ma priva di un pensiero organico, se si ragiona dello stato della musica italiana. Kanye è un rappresentante della generazione di Millenials afroamericani che stanno rivoluzionando il contributo "black" alle dinamiche artistico-culturali del XXI secolo.

kanye 2kanye 2

 

Non è un caso che personaggi come lui, o come Jay Z o Dr. Dre, giochino oggi su diversi tavoli della comunicazione, con la stessa naturalezza: si tratti di promuovere un disco, un marchio di cuffie, una linea di vestiti, perfino una raccolta di beneficenza, ciò che descrivono è un nuovo design del ruolo leaderistico, che soppianta la vecchia popstar, si rappresenta con un impeto meno romantico e non si vergogna a condurre parallelamente una carriera da artista e una da businessman.

kanye 4kanye 4

 

Kanye West, attraverso le sue equilibristiche, sovente sconsiderate intuizioni, è questo: marcia a modo suo nel mondo della musica, facendo al tempo stesso spudorata sperimentazione e astuta archeologia soul, facendo convivere collaborazioni con Paul McCartney, con Rihanna e con Kendrick Lamar. Poi si abbandona alla bulimia mediatica, al rapimento da presenzialismo, al desiderio di esistere attraverso le opinioni degli altri.

 

kanye e i kardashiankanye e i kardashian

Nuota nei social, gioca con l' idea di indiscrezione, è l' autore degli scoop su se stesso. Litiga con Taylor Swift, l' ultima reginetta bionda del pop, poi ci fa la pace, salvo provocarla sessualmente subito dopo, infilandola in un verso scostumato di "Famous", brano del suo nuovo album. Che, dopo tanti ripensamenti veri o presunti, intitola "The Life Of Pablo", e Pablo non si sa se è Picasso, il meganarcos Escobar o, come sostiene nelle ultime ore, l' omonimo apostolo. Affitta il Madison Square Garden un pomeriggio e paga Vanessa Beecroft per progettare un' installazione dei suoi nuovi capi d' abbigliamento.

kanye madrekanye madre

 

Per entrare 160 dollari, in cambio dei quali si assiste alla performance dei modelli immobili e si ascolta Kanye che trasmette il suo cd dal computer. Spalti belli pieni, anche perché c' è sua moglie Kim Kardashian con le sorelle e dove ci sono loro l' America vuole sbirciare. Alla fine di questa giostra volete sapere una cosa? "Pablo" è un gran bel disco, non facile da digerire ma denso di innovazione, originalità, follia. Kanye intanto è già ripartito, dice che si candida alla Presidenza, implora i fan di comprare i suoi prodotti perché ha 53 milioni di dollari di debiti, spara opinioni su tutto.

 

amber rose kanye westamber rose kanye west

Vogliamo ancora chiamarlo rapper? O vogliamo - saggiamente - connetterlo con ciò che sta combinando, con altrettanta sagacia, The Don, il candidato che per ora nessuno ha capito come fermare? Messaggio chiaro: la comunicazione è la cultura del presente, tout court. Ma non basta saperlo: bisogna studiarla, seguirne le modificazioni, entrare nel flusso, scoprirne le regole, inventarne di nuove. Adesso è così. Ora chiedetevi se gli Stadio o Hillary Clinton siano adeguati a questi scenari.

 

kanye west al termine della sfilata yeezu 2kanye west al termine della sfilata yeezu 2kanye west si candida per il 2020  38kanye west si candida per il 2020 38kanye west si candida per il 2020  36kanye west si candida per il 2020 36kanye west si candida per il 2020  37kanye west si candida per il 2020 37kanye west si candida per il 2020  33kanye west si candida per il 2020 33kanye west si candida per il 2020  24kanye west si candida per il 2020 24kanye west si candida per il 2020  29kanye west si candida per il 2020 29kanye west si candida per il 2020  30kanye west si candida per il 2020 30kanye west si candida per il 2020  28kanye west si candida per il 2020 28kanye west si candida per il 2020  26kanye west si candida per il 2020 26kanye west si candida per il 2020  39kanye west si candida per il 2020 39

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...