1- DISPREZZO, SPREZZO DEL PERICOLO, O UN MESSAGGIO PRECISO ALL’ESTERO E AI MERCATI? A RIGOR MONTIS “SCAPPA” LA VERITÀ SU PAPI SILVIO, L’UOMO CHE AL G-8 DI CANNES AVEVA ORMAI DIMOSTRATO DI ESSERE UNA BARZELLETTA INTERNAZIONALE CHE NON FA PIÙ NEANCHE RIDERE 2- E IN ITALIA È SUBITO GRANDE SCANDALO. MA POI ALLA FINE CHE COSA RESTA? UNA GAFFE DEL RIGOR MONTIS SUL PIANO INTERNO, CON UNA BATTUTA UN PO’ INGRATA E MESCHINA. MA FUORI? UN AVVERTIMENTO TRAVESTITO DA OVVIETÀ: SENZA MONTI TORNA “MISTER SPREAD 1200” 3- NON SI MOLLANO FACILMENTE I LIGRESTOS, DOPO AVERLI FINANZIATI E UTILIZZATI PER ANNI NELLA FILIERA MEDIOBANCA-GENERALI-RCS. DOPO NEGO NAGEL, RISCHIANO DI FINIRE NEI GUAI ANCHE GLI AMICI DI UNIDEBIT, ALTRI GRANDI PRESTATORI DI SOLDI A DON SALVATORE 4- MA AVETE NOTATO CHE DA QUANDO NON C’È PIÙ SILVIO BANANONI A PALAZZO CHIGI, LA MAGICA CONSOB DEL TREMONTINO VAGO VEGAS SI È DI COLPO SVEGLIATA SU LIGRESTI?

a cura di Colin Ward e critical mess


1- IL PRIVILEGIO DI AVERE BANANONI

Disprezzo, sprezzo del pericolo, o un messaggio preciso all'estero e ai mercati? A Rigor Montis "scappa" la verità su Papi Silvio, l'uomo che al G-8 di Cannes aveva ormai dimostrato di essere una barzelletta internazionale che non fa più neanche ridere, e in Italia è subito grande scandalo.

Finalmente un giorno di duro lavoro per Ciquito Cicchitto e per gli altri abbaiatori da agenzie di stampa, ma poi alla fine che cosa resta? Una gaffe del Rigor Montis sul piano interno, con una battuta un po' ingrata e meschina. Ma fuori? Un avvertimento travestito da ovvietà: senza Monti torna il Puzzone di Hardcore. Come minaccia fa sempre un certo effetto, fuori dall'Italia (da noi se ne parla seriamente, invece). Ma la caratura internazionale del Cavalier Bananoni ormai è questa. Che sia un "Mister 1200" di spread, probabilmente, lo pensa perfino "Amico Putin".

Comunque in Italia c'è chi si preoccupa lo stesso della tenuta di questo governo, voluto dalle banche e messo in campo da Re Giorgio Banalitano Il Pompiere della Sera ci regala un titolo in prima pagina degno del "Popolo", il mitico quotidiano della Dc: "Monti-Pdl, giorno di tensione". Più diretta la Repubblica degli Illuminati: "Con Berlusconi spread a 1200".

Monti contro l'ex premier, poi si scusa. Ira del Pdl" (p. 1). "Monti scatena l'ira del Pdl e il governo va ko alla Camera. Poi la telefonata: ‘Sono dispiaciuto, frasi estrapolate" (Repubblica, p. 2). Certo, "frasi estrapolate". Va sempre così. Anche la Stampa e il Messaggero titolano: "Con Berlusconi spread a 1200". Diciamolo: oggi sbagliare la prima pagina era davvero un'impresa. Ma al Corriere di don Flebuccio ci sono riusciti.

2- MA SULLA GIUSTIZIA SIAMO TUTTI BANANONI
Non ci serve più il Banana a Palazzo Chigi o al Quirinale anche perché la sua famosa "cultura delle regole" ormai ha stravinto su tutta la linea. Basta vedere come AirOne Passera maneggia le licenze tv e come procede la manovra di soffocamento contro chi indaga sul vertice di maggioranza Stato-mafia dei primi anni Novanta.

"Quirinale, Csm, Avvocatura, Pg e governo. Tutti i poteri contro i pm di Palermo. Messineo e Di Matteo nel tritacarne dopo Ingroia e Scarpinato. Teresi: il loro lavoro fa paura a qualcuno nei Palazzi romani. L'Anm (locale): siamo con voi" (Cetriolo Quotidiano, p.1). Sul Giornale, Littorio Feltri ("Fuori le telefonate. Cosa nasconde Napolitano?", p. 1) scrive: "Risulta incomprensibile la tigna del presidente nel voler nascondere a ogni costo, anche quello del ridicolo, i dialoghi tra il suo (defunto) consulente legale, Loris D'Ambrosio, e Mancino.

Tra l'altro è molto antipatico che Napolitano sia tanto seccato per le intercettazioni (non distrutte) che lo riguardano, e indifferente per quelle relative a Berlusconi, servite ad esporre questi alla berlina (...) Chi tocca il Quirinale non muore, ma è condannato all'isolamento. La sinistra non perdona".

Poi passa la soave Repubblica, che con il Berluska gridava alle "leggi vergogna" ogni tre per due, e ci rasserena tutti: "Caso Mancino-Quirinale, no alla legge ad hoc'. Severino: nessun lodo sulle intercettazioni prima che si pronunci la Consulta" (p. 10). Vi piace vincere facile, eh?

3- NON SI FERMA LA SUPPOSTA (GOVERNARE CON IL TERRORE)
Ogni giorno deve avere la sua pena statistica. Serve per tenere sempre bene aperte le forbici di Stato su quel che resta di uno Stato. "Recessione Italia, Pil giù del 2,5%. Cade la produzione, meno 8%. Cgil: mezzo milione in cassa integrazione" (Corriere, p. 6). "L'Italia in recessione da un anno. A giugno nuova caduta del 2,5%. Quarto trimestre negativo: male agricoltura, industria e consumi" (Repubblica, p. 6).

Ma chi l'avrebbe detto, eh? Intanto "la spending review è legge": "Tagli per statali e sanità, giro di vite sugli acquisti. Salgono le tasse universitarie e le addizionali regionali Irpef. La manovra servirà a rinviare l'aumento dell'Iva" (Messaggero, p. 7). Geniale questa storia dell'Iva. Andrebbe usata più spesso: minacciare una stronzata suicida per far passare qualche altra amputazione. I professori che aumentano le tasse agli studenti, comunque, resta un capolavoro da manuale delle destre al governo.

4- NELLE SABBIE MOBILI DEI LIGRESTOS ORA TOCCA A UNIDEBIT
Non si mollano facilmente i Ligrestos, dopo averli finanziati e utilizzati per anni nella filiera Mediobanca-Generali-Rcs. Dopo Nego Nagel, rischiano di finire nei guai anche gli amici di Unidebit, altri grandi prestatori di soldi a don Salvatore e famiglia. Lo racconta bene Repubblica: "Ligresti, ora spuntano le promesse di Unicredit. La famiglia di costruttori consegna alla Procura alcune lettere con ulteriori accordi. Sinergia e Imco dovevano essere salvate, ma sono fallite il 13 giugno" (p. 20).

Intanto il salvataggio delle assicurazioni a mezzo cooperative rosse prosegue tra mille ostacoli: "Faro Consob sui bilanci Fonsai. L'asta dell'inoptato a fine agosto. Dalla Commissione nuova richiesta di informazioni integrative al gruppo assicurativo" (Stampa, p. 24). Ma avete notato che da quando non c'è più Bananoni a Palazzo, la Consob di Vago Vegas si è svegliata?

5- TUMORI E RICATTI
La sedicente patria del diritto non si smentisce mai. "Ilva sotto sequestro, ma non si chiude. Il tribunale: ‘Risanate gli impianti'. A Ferrante il ruolo di custode della fabbrica. Confermati gli arresti dei Riva" (Repubblica, p. 8). Vale più questa sentenza di cento seminari sulla giustizia penale.

6- SE NON ACCUSI, NON ESCI
"E' una vergogna ed è contro la legge aspettare un processo in carcere. Oggi si usa la carcerazione preventiva come condanna preventiva, come forma di tortura (senza contare la gogna mediatica). Io sono in carcere perché non dico di aver corrotto Formigoni". L'imprenditore ciellino Antonio Simone, a San Vittore dal 13 aprile nell'inchiesta sulla Sanità lombarda, ci ricorda che siamo un paese barbaro. A parte lui e gli altri (pochissimi) detenuti vip che possono essere intervistati dal Corriere della Sera (p. 21), in Italia quattro carcerati su dieci sono in attesa di giudizio.

Poi, già che c'è, Antonio Simone ci ricorda che non è assolutamente uno sprovveduto: "Ho sempre avuto società rapportate al business che seguivo, ordinate secondo le leggi dei rispettivi Paesi. Se il principio della pianificazione e dell'ottimizzazione fiscale fosse reato, si dovrebbero arrestare i consigli di amministrazione di quattro quinti delle società quotate in Borsa. Banche in primis, vedi Unicredit-Profumo e altre decine di banche. Tremonti aveva in Lussemburgo un apposito e avviato studio di planning fiscale".

7- ULTIME DA UN POST-PAESE
"Quel che resta di B. in America: statue per la laurea di Eleonora. A New York due regali firmati "Prime minister of Italy". Nel 2009, per celebrare la figlia dono' alla St. John's University marmi di incerta provenienza". Sul Cetriolo Quotidiano (p. 5), Malcom Pagani racconta la generosita' internazionale di Mister 1200 punti.

colinward@autistici.org

 

 

Monti vs Berlusconi su Time a mesi di distanza Nonleggerlo monti-berlusconi giannelliPLANTU - DA BERLUSCONI A MONTI FINALMENTE IL RITORNO DELLA MORALECORRADO PASSERA Giorgio NapolitanoPAOLA SEVERINO jonella e salvatore ligrestiGiulia Paolo Jonella e Salvatore LigrestiALBERTO NAGEL IL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGAS

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