
IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - IERI, DISPERATO, MI SONO VISTO LA PRIMA PUNTATA DI “FACCI RIDERE”, CON PINO INSEGNO PRESENTATORE, CHE SI OSTINA A DOVER OCCUPARE OGNI SPAZIO DELLA RAI E A RICORDARCI CON LA SUA SOLA PRESENZA PERCHÉ STA LÌ. TEMO CHE SIA UN PO’ IL PROBLEMA DI TANTA DESTRA AL POTERE. DOVERCI DIMOSTRARE CHE STAI LÌ SOLO PERCHÉ QUALCUNO TI HA MESSO LÌ – SU AMAZON AVETE UN FILM ILLUMINANTE COME “UN EROE DEI NOSTRI TEMPI”. OCCHIO ANCHE AL PRIMO FILM DI GEORGE LUCAS, “THX 1138” E “10” DI BLAKE EDWARDS. MI VEDREI ANCHE “LORDS OF DOGTOWN”… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
pino insegno e roberto ciufoli facci ridere
Che vediamo stasera? Ieri, disperato, mi stendo sul divano, accendo la tv e su Rai Due e vedo, in prima serata, la prima puntata di “Facci ridere” con Pino Insegno presentatore. Identico ai programmi comici di Stefano De Martino, che è più giovane, più simpatico, e decisamente meno ingombrante. Con lui ci sono Roberto Ciufoli come co-conduttore e un trio di esperti, Francesco Paolantoni, Carolina Rey e Massimiliano Rosolino che danno i voti a una massa di comici sconosciuti. Conosco solo Paolantoni, star di Made in Sud.
pino insegno e roberto ciufoli facci ridere
Il problema non è il programma, non più stupido di altri programmi. E per questo anche divertente a tratti. il problema è Insegno, che si ostina a dover occupare ogni spazio della Rai e a ricordarci con la sua sola presenza perché sta lì. Lo sappiamo, lo abbiamo capito. Temo che sia un po’ il problema di tanta destra al potere, piccolo o grande che sia. Doverci dimostrare che stai lì solo perché qualcuno ti ha messo lì.
Per fortuna, sempre ieri, mi sono visto su Amazon un film illuminante come “Un eroe dei nostri tempi” diretto nel 1956 da Mario Monicelli, scritto da Rodolfo Sonego, e si sente, con Alberto Sordi come Alberto, l’eroe italiano dei peggiori anni democristiani. Né di sinistra né di destra, ma neanche di centro. Nulla. Scodinzola con la sua capo-ufficio, la vedova Franca Valeri, e le ruba il posto. Ci prova con la bella e giovane parrucchiera Maria, Giovanna Ralli, e si ritrova a dare spiegazioni a un gigantesco giovane Bud Spencer che lo vuole corcare di botte.
Vive con due vecchie zie, una meravigliosa Tina Pica…, e a casa trova il preparato in dinamite per fare le bombe di un vecchio zio anarchico. Quando scoppia davvero una bomba durante un comizio a Piazza San Cosmiato la Questura pensa subito a lui. E’ un meraviglioso ritratto dell’Italia di sempre e degli italiani, preoccupati solo di salvarsi il culo e di tradire i propri compagni di lavoro, altro che “facce ride”.
Sonego lo vedeva come un film girato nel periodo di Scelba, “politicamente sclerotizzato, in cui lo Stato era piuttosto poliziesco”. Lo considera anche “un filmettino da strapazzo, scritto in venti giorni, di luglio, tutto scarruffato, in un momento di situazioni tremende e di insicurezza totale. Però è un film concettuale… è la storia di un uomo che ha paura”. La critica lo attaccò, lo vide come un film che osava ridere sulla Celere.
thx 1138 l uomo che fuggi dal futuro
Occhio che su Amazon trovate anche il primo film di George Lucas, il fantascientifico “THX 1138” (“L’uomo che fuggì nel futuro”) con Robert Duvall, e un vecchio capolavoro di John Hiuston come “Il tesoro della Sierra Madre” con Humphrey Bogart, Walter Huston e un giovane Bobby Blake, tratto dal romanzo di B. Traven (1882 – 1969), misterioso scrittore, autore di dodici romanzi scritti in tedesco, che ha ben custodito la sua identità con una marea di falsi nomi.
Sulla Treccani leggo che è probabilmente nato come Otto Wienecke, nato nel 1882 a Schwiebus in Brandeburgo, oggi Swiebodzin in Polonia, “attivo a Düsseldorf (1908-15) come attore e regista col nome di Ret Marut, poi editore (1917) di una rivista anarco-socialista e costretto a fuggire dalla Germania dopo la caduta della repubblica dei consigli di Monaco (1919); riparato quindi in Messico, dove sarebbe vissuto e morto nel 1969 sotto il nome di Hal Croves”.
Il regista italiano Mario Caiano aveva scritto un libro, mai pubblicato, temo, sulla vita di B. Traven. Sempre su Amazon girano capolavori come “Giorni perduti” di Billy Wilder con Ray Milland, “La cosa” di John Carpenter con Kurt Russell e la musica di Ennio Morricone, ma anche “8 Mile” di Curtis Hanson con il rapper 8 Mile, “Donnie Brasco” di Mike Newell con Al Pacino e Johnny Depp. E “10” di Blake Edwards con Dudley Moore, Julie Andrews e Bo Derek, che ho visto solo quando uscì.
E, ancora, “La mia spia di mezzanotte”, spy-parody diretta da un maestro della comicità come Frank Tashlin con Doris Day, Rod Taylor e Arthur Godfrey. Tashlin, che veniva dai cartoni animati della Warner Bros degli anni ’30, è l’uomo che si inventa Jerry Lewis al cinema e poi Jayne Mansfield. Mi vedrei anche “Lords of Dogtown”, non dimenticato film sulla cultura dello skate negli anni’70 diretto una ventina d’anni fa da Catherine Hardwicke e scritto dal surfer Stacy Peralta con Emile Hirsch, Victor Rasuk, Heath Ledger, Rebecca De Mornay.
thx 1138 l uomo che fuggi dal futuro
lords of dogtown 3
eminem 8 mile 1
donnie brasco
al pacino johnny depp donnie brasco
donnie brasco
eminem 8 mile 3
thx 1138 l uomo che fuggi dal futuro
eminem 8 mile 2
10 di blake edwards 1
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Un eroe dei nostri tempi
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la mia spia di mezzanotte
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