enrico carlo vanzina

MIO FRATELLO CARLO - DOMANI ESCE IL LIBRO DI ENRICO VANZINA: ''CARLO ERA TIMIDO, MA PIANGEVA POCO. ACCADEVA TALVOLTA NEL BUIO DI UNA SALA CINEMATOGRAFICA. SAPEVA ACCETTARE LE DUREZZE DELLA REALTÀ MA NON QUELLE DELLA FINZIONE. D'ALTRONDE, PER LUI, LA VITA VERA ERA IL CINEMA'' - ''QUELL'ULTIMA SETTIMANA IN CLINICA, GLI AMICI CHE USCIVANO DALLA SUA STANZA ERANO SEMPRE IN LACRIME, E OGNI VOLTA PIANGEVO ANCHE IO. INVECE LUI…''

 

ENRICO VANZINA - MIO FRATELLO CARLO

Estratto dal libro ''Mio fratello Carlo'' di Enrico Vanzina (Harper Collins, in uscita domani), pubblicato da ''Il Messaggero''

 

Ricevetti una telefonata. Era mattina? L'ora di pranzo? Il primo pomeriggio? Non lo so, quel momento ho voluto cancellarlo dalla mia coscienza. A chiamarmi da Porto Rotondo, in Sardegna, dove si trovavano per il week-end era stata Lisa, la moglie di Carlo. Piangeva, spaventata. Mi disse tra i singhiozzi: «Carlo ha appena fatto una lastra al polmone qui a Olbia. Ci hanno detto di correre subito a Roma dai nostri medici di fiducia per una Tac. Sembra che abbia il cancro. Tra mezz'ora abbiamo l'aereo».

 

 

enrico vanzina foto di bacco

Il cancro. Una parola spaventosa che, quando echeggia, paralizza. E infatti mi paralizzò. Ero alla finestra. Sotto di me vedevo la spiaggetta dell'hotel dove, questo lo ricordo, alcuni ragazzi ridevano, correvano, si tuffavano in acqua. Proprio quello che uno sceneggiatore avrebbe inventato in un film. Fuori dalla finestra, la vita; dentro, la paura della morte. (...)

 

LAWRENCE D'ARABIA

Ho sempre pensato che Carlo fosse come il protagonista di un film inglese. Un po' Lawrence d'Arabia, che attraversa stoicamente il deserto di pietre per raggiungere Aqaba a dorso di cammello. O l'ufficiale di sua Maestà, interpretato da Alec Guinness nel Ponte sul fiume Kwai, il quale viene rinchiuso in un atroce gabbiotto di lamiere, sotto il sole rovente, ma non concede mai la soddisfazione al suo aguzzino giapponese di mostrare la sofferenza al limite dell'umano.

carlo e enrico vanzina

 

In quei giorni, per me, Carlo era come Peter O'Toole e Alec Guinness, una sfinge che affronta il dolore con sguardo enigmatico. A dire il vero, a forza di fare film, di vedere film e di pensare ai film, Carlo era un concentrato vivente della storia del cinema. In lui convivevano l'umorismo italiano di Monicelli, suo maestro, ma anche quello dei suoi idoli viennesi, Lubitsch e Billy Wilder; era fiero come il protagonista di un western e talvolta bizzarro come un protagonista di Truffaut; il suo sorriso era un misto di malinconia alla Buster Keaton e di sfrenata allegria rubata alla risata contagiosa di Jerry Lewis; era chic e popolare; romantico e algido; era pensieroso come i personaggi in qualche film di Bergman, ma ritrovava al successivo giro di boa l'allegria riflessiva e mai sguaiata di Woody Allen.

 

Era timido, quello sì, ma piangeva poco. E quando lo faceva, accadeva talvolta nel buio di una sala cinematografica. Carlo sapeva accettare le durezze della realtà ma non sopportava con la stessa forza quelle della finzione. D'altronde, per lui, la vita vera era il cinema. (...)

sordi carlo enrico vanzina

Carlo sorrideva perché era lui il più fiducioso.

 

IL MECCANISMO

Temo di dire una cosa banale. Ma questa sua fiducia è quella che s'insinua, credo inevitabilmente, nella mente di quasi tutte le persone che lottano contro il cancro. Forse è un meccanismo biologico. Pur di fronte all'evidenza del proprio decadimento fisico, malgrado la violenza del dolore, direi addirittura andando contro la propria intelligenza, il malato terminale usa come sua ultima difesa una rocciosa speranza. Si convince di poter guarire. E questo meccanismo, tutto sommato benefico, aiutò Carlo a trascorrere il tempo che gli rimaneva senza cadere nella disperazione.

in ricordo di carlo vanzina 3

 

Quella lo assalì soltanto nell'ultima settimana.

Nella sua stanza, nel corridoio antistante dove spesso si radunavano gli amici, sempre più numerosi, venuti a dargli il loro sostegno, si respirava l'aria rarefatta dei momenti decisivi di uno smarrimento collettivo. Arrivava qualcuno, a piccoli passi, spaventato, con gli occhi lucidi. Chiedeva informazioni recenti.

 

Lottava contro l'emozione. Poi, facendosi forza, si armava di finta tranquillità, talvolta sfoderando un sorriso, e entrava a salutare Carlo. Pochi minuti, giusto il tempo per farsi vedere, ma soprattutto per vederlo. Poi, come un attore che esce di scena, liberandosi del suo personaggio e del fardello della finzione, l'amico abbandonava la stanza del dolore dando sfogo a tutta la sua emozione. Tutti uscivano piangendo. Tutti scappavano via dalla clinica inchiodati a quella immagine di Carlo sofferente.

Piangevo anche io. Ogni volta. A ogni amico che entrava e usciva. Piangevo per loro, per me, per Carlo. Erano le prove generali del suo addio finale.

 

in ricordo di carlo vanzina 1

Ma lui accettava questa messa in scena con assoluta incoscienza. Anzi, vedere gli amici serviva a farlo sentire incollato al presente. Penso che mio fratello non fu mai così vivo come in quei momenti. Se la godeva la vita. L'assaporava a piccoli morsi.

Credeva di guarire. Ci credeva con tutta la sua anima. Non sapendo che le sue cure oncologiche erano state sospese.

 

(...)

IL PROTAGONISTA

Non fui presente a quella che fu l'ultima volta in cui mio fratello varcò la porta di casa. Senza sapere ancora che in quel luogo che amava tanto non sarebbe rientrato mai più. Immagino che salutò i suoi cani. Che li carezzò. Immagino che nella sua anima in subbuglio sentisse una grande confusione. Cosa intravedeva, intimamente, nei suoi giorni a venire?

 

l ultimo saluto della moglie lisa a carlo vanzina

Dopo la sua scomparsa, in casa di Carlo non ci sono tornato più neanche io. E non credo che riuscirò a farlo nemmeno in futuro. Per me, senza di lui, quel meraviglioso e ampio appartamento è diventato come la scenografia di un film finito. Una costruzione in cartapesta, rimasta in piedi nel vuoto di un teatro di posa, con le luci spente, avvolta da un silenzio inquietante. Senza più i riflettori accesi, senza una storia da mettere in scena, ma soprattutto senza il protagonista di quella storia, quel luogo magico dei ricordi veri della nostra vita insieme si è trasformato in un buco nero.

loredana quinzi francesca ferrone lisa vanzina dago virginie anna federici

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…