berlusconi cassazione ruby

1. DOPO LA CASSAZIONE, LA ‘’SCASSAZIONE’’. TRA GIORNALISTI 2. CERASA: “I NOMI DEI CAMPIONI DEL PORNOGIORNALISMO, LI SAPETE GIÀ” 3. MENTRE I "PORNOGIORNALISTI" DI “REPUBBLICA” RESTANO IN SILENZIO IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI, SUL "FATTO" MARCO TRAVAGLIO ATTACCA “FOGLIO”, “LIBERO” E “GIORNALE”

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

la festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazione 6la festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazione 6

Dopo la Cassazione, la ‘’scassazione’’. Tra giornalisti. L’assoluzione di Silvio Berlusconi per il caso Ruby scatena il tutti contro tutti tra le grandi penne della nazione e lascia in secondo piano il dibattito sul futuro di Berlusconi, del quale pure si occupano oggi Ezio Mauro e Antonio Polito su Repubblica e Corriere. La decisione della suprema corte è l’occasione per ripensare alle tonnellate di intercettazioni che i giornali hanno pubblicato sul bunga bunga e per regolare anche qualche conticino.

 

la festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazione 5la festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazione 5

“Libero” e “Giornale” ironizzano sulla prima pagina di ieri di “Repubblica”, che non riconosceva l’assoluzione, ma parlava di Cavaliere semplicemente “salvato”. Ma Alessandro Sallusti attacca pesantemente anche Luigi Ferrarella del “Corriere”, scrivendo che “un ufficio stampa della Procura non avrebbe potuto far meglio” nel giustificare l’operato dei magistrati milanesi. Per Sallusti, “le notizie costruite dalla Procura di Milano e spacciate da Corriere e Repubblica non costituivano un mero fatto giudiziario ma avevano contribuito in modo determinante a modificare giudizi sull’Italia con ricadute decisive financo sul piano internazionale” (Giornale, p. 1).

 

la festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazionela festa per l'assoluzione di berlusconi in cassazione

Durissimo sul “Foglio” anche il direttore Claudio Cerasa, che parla di “porno giornalismo” per riferirsi a come è stato trattato il caso Ruby dai grandi giornali. Ferrara parla di “giornali assetati di carte giudiziarie”, di “processi mediatici”, di “fango su fango” e definisce Repubblica una “corazzata del moralismo chiodato”.

Luigi FerrarellaLuigi Ferrarella

 

“Nell’Italia del processo mediatico le sentenze che contano sono quelle raccontate più dai giornalisti che dai giudici”. Ma Cerasa è anche ottimista: “forse c’è una novità. A forza di spacciare il fango per cioccolata alla fine anche i lettori più testardi si stanno convincendo che il fango è fango, e che la cioccolata, con il processo mediatico, semplicemente non c’entra nulla”. Dopo di che sorvola sui sacerdoti del fango: “I nomi dei colpevoli, dei professionisti del moralismo, dei campioni del pornogiornalismo, li sapete già” (Foglio, p. 1).

 

santanche' sallustisantanche' sallustiTravaglio Gomez e Cinzia MonteverdiTravaglio Gomez e Cinzia Monteverdi

Mentre a “Repubblica” i “pornogiornalisti” di Cerasa restano in silenzio in attesa di tempi migliori, sul “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio non si nasconde e attacca “Foglio”, “Libero” e “Giornale” scrivendo che “non si accontentano che il padrone l’abbia fatta franca grazie alla legge Severino (…) Non accendono un cero a Santa Paola. Pretendono pure di farci passare tutti per fessi”. Il punto di Travaglio è sempre lo stesso: il reato di prostituzioni minorile è stato indurito dal governo Berlusconi e il reato di concussione è stato smantellato in itinere dalla legge Severino. Quindi il Banana era semmai vittima di se stesso, e comunque l’ha sfangata all’italiana, con l’aiutino.

 

giuliano ferrara giuliano ferrara Antonio Polito Antonio Polito

Ieri comunque è stata la giornata dell’orgoglio berlusconiano, con il Banana che ha annunciato il proprio ritorno in campo “per vincere”. Curiosa l’assonanza di toni sui due principali giornali. Ezio Mauro su “Repubblica” scrive che la sua leadership “è esaurita benché assolta” (p. 1). E Antonio Polito sul “Corriere” osserva che il Cavaliere deve solo organizzare la propria successione, nel modo più ordinato e democratico possibile (p. 1-33). Sul campo, resteranno i giornalisti a duellare tra loro.

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