1. DA RENZI AL BERLUSKA, LA REPUBBLICA DELLE BANANE E' PER SEMPRE: RITAGLIARE E RIMIRARE LA SACRA IMMAGINETTA DELLA MADONNONA BOSCHI AVVINGHIATA IN SENATO ALLA BADANTE MARIA ROSARIA ROSSI: DAL PATTO DEL NAZARENO AL PATTO DEL TACCO 12 2. DA IERI POMERIGGIO RENZIE È A SOVRANITÀ LIMITATA. IL CAPO DELLA BCE CERTIFICA CHE SIAMO NUOVAMENTE IL MALATO D’EUROPA E CI DICE ANCHE DOVE DOBBIAMO INTERVENIRE: CONCORRENZA, MERCATO DEL LAVORO, LOTTA ALLA BUROCRAZIA E FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA. A PITTIBIMBO NON RESTA CHE ABBOZZARE E DIRSI D’ACCORDO 3. È CHIARO CHE DA IERI È FINITA UFFICIALMENTE LA LUNA DI MIELE EUROPEA E SE NON FAREMO LE RIFORME DA SOLI, RISCHIAMO DI FARCELE FARE IN EUROPA. IL PASSAGGIO DI DRAGHI IN CUI PARLA DI “CESSIONE DI SOVRANITÀ NAZIONALE” PER FARE LE RIFORME STRUTTURALI È RIVOLTO A TUTTI, MA SEMBRA TAGLIATO SU MISURA PER L’ITALIA RECALCITRANTE

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. RICHIAMATI ALL’ORDINE

maria elena boschi 4maria elena boschi 4

Da ieri pomeriggio Renzie è a sovranità limitata. Non ha ricevuto una lettera come Berlusconi nell’estate 2011, ma le parole di ieri di Draghi in conferenza stampa sono egualmente precise e severe. Il capo della Bce certifica che siamo nuovamente il malato d’Europa, dice che non abbiamo fatto con “sufficiente impegno” le riforme e, a scanso di equivoci, ci dice anche dove dobbiamo intervenire: concorrenza, mercato del lavoro, lotta alla burocrazia e funzionamento della giustizia. A Pittibimbo non resta che abbozzare e dirsi d’accordo.

 

DRAGHI RENZIDRAGHI RENZI

Alla vigilia di un mese di vacanze del Parlamento, e mentre sta finendo la folle corsa del Senato per l’approvazione di una legge che avrà bisogno di quattro letture e un referendum, si tocca con mano quanto è stata imprudente e leggera l’agenda del premier. In autunno prevedeva di concentrarsi sulla nuova legge elettorale, altro tema che non figura nell’agenda che ci è stata appena fissata da Francoforte, mentre la riforma del lavoro è finita in una legge delega sulla quale non è neppure iniziato il confronto con i sindacati. E la riforma della giustizia tanto attesa anche in Europa, considerato lo stato comatoso del nostro processo civile, è ancora una serie di punti programmatici che il ministro Orlando sta contrattando preventivamente con l’universo mondo.

matteo renzi maria elena boschimatteo renzi maria elena boschi

 

Non sappiamo se l’Italia si metterà in riga e se seguirà l’agenda Draghi per uscire dalla recessione. Però è chiaro che da ieri è finita ufficialmente la luna di miele europea di un capo del governo che ha saputo prendere il 40% alle elezioni di maggio e sembrava essere un impetuoso riformatore.

 

Non sarà il Patto del Nazareno a salvarci, anche se quel patto tiene a galla la maggioranza nei passaggi fondamentali. E se non faremo le riforme da soli, rischiamo di farcele fare in Europa. Il passaggio di Draghi in cui parla di “cessione di sovranità nazionale” per fare le riforme strutturali è rivolto a tutti, ma sembra tagliato su misura per l’Italia recalcitrante. Il vero incubo è questo: che un giorno la Commissione Ue ci recapiti un plico con dentro la riforma del lavoro che non abbiamo saputo fare da soli.

mario draghi 5mario draghi 5

 

 

2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Quello che è successo ieri è riassunto bene in prima pagina dal Sole 24 Ore: “L’Italia faccia più riforme per sbloccare gli investimenti’. Il presidente Bce: incertezza e troppe tasse hanno determinato il calo del Pil. Gli Stati cedano sovranità. Renzie: d’accordo con il Governatore, nessuna lettera Bce in arrivo”. Il Corriere sceglie un titolo secco: “Richiamo di Draghi all’Italia” e dentro riporta la reazione di Pittibimbo: “Draghi ha ragione. Non riceverò lettere. Farò una manovra di tagli alla spesa’. Renzi: ho sbagliato un paio di passaggi. Sotto il 3% con 16 miliardi di spending review” (p. 6).

mario draghi 3mario draghi 3

 

Repubblica parla in prima di “sferzata di Draghi” e dentro spiega che per Renzie “ora la scelta è tra maximanovra e negoziato Ue”, poi spiega: “Torna la minaccia della sindrome italiana. Bce di nuovo in campo contro il contagio”. Infine, la Repubblica dei renziani ammette la sostanza del richiamo: “Così come era accaduto con l’ultimatum spedito nel 2011 al governo Berlusconi, l’Eurotower chiede all’esecutivo Renzi di procedere con le riforme. Toni meno drammatici, ma la sostanza è la stessa” (p. 4). 

Mario Calabresi Mario Calabresi

 

La Stampa di Mariopio Calabresi riesce nel capolavoro di confinare, in prima pagina, Mario Draghi in un sottotitolo (lo fa anche il Giornale), mentre dentro dà spazio al povero Padoan che avverte: “Senza tagli addio agli sgravi fiscali” (p. 11). Duro il Cetriolo Quotidiano: “Draghi sfiducia Renzi: poco impegno per le riforme. Il presidente della Bce punta il dito contro l’Italia: ‘Meglio una cessione di sovranità all’Europa, e nei paesi virtuosi l’occupazione cresce” (pp. 1-2).  

 

giancarlo padoangiancarlo padoan

Non fa sconti neppure Libero, che in prima pagina sceglie: “Draghi commissaria Renzi. L’Europa ci chiede di tagliare tasse e spese e fa sapere di non avere più fiducia nel nostro premier. Berlusconi gongola: il governo ha bisogno di noi per fare quello che pretende la Bce”. Dentro, ricorda: “Nuovo fisco, giustizia civile, Jobs Act. Le promesse mancate inchiodano Matteo” (p. 3), dopo di che riprende quanto anticipato ieri da Dagospia e scrive: “Traballa la poltrona di Padoan. L’alternativa è Bini Smaghi. Renzi teme i segnali che arrivano da Bruxelles. Per salvarsi, potrebbe dirottare l’attuale ministro in Commissione Ue. Ma resta viva anche l’ipotesi del voto anticipato” (p. 6).  

lorenzo bini smaghi e veronicalorenzo bini smaghi e veronica

 

 

3. LOMBROSIANI PER SEMPRE

Ritagliare e rimirare la sacra immaginetta della Madonnona Boschi che si allontana dall’aula del Senato avvinghiata alla Badante Maria Rosaria Rossi (Corriere, p. 10). Dal Patto del Nazareno al Patto del tacco 12.

 

4. SILENZIO, PARLA VERDINI

Denis Verdini, grande negoziatore degli accordi tra Renzie e il Banana, si fa intervistare da Repubblica e regala diverse perle di saggezza. In particolare, numeri alla mano, demolisce la mitologia sulle preferenze care ad Alfano, spiegando che “alle ultime elezioni solo 14 cittadini su 100 hanno usato le preferenze”, in gran parte al Sud e concentrate sui nomi indicati da dirigenti di partito. Morale, le preferenze per Verdini “servono solo a salvare il posto alla nomenclatura dei partiti più piccoli” (p. 13).

 

5. LE (ULTIME) FOLLIE DEL PALAZZO

LOTTI E VERDINILOTTI E VERDINI

Gian Antonio Stella racconta bene uno dei tanti paradossi di Montecitorio: “L’amarezza dei funzionari della Camera pagati 9 mila euro più della Merkel. Dai dipendenti no al tetto a quota 240 mila: i diamanti non sono pietre. Nel 2012 costavano in media 152 mila euro l’anno ciascuno. Oggi, con la spending review, 149 mila. Il limite imposto agli onorari equivale al pil pro capite  di nove cittadini friulani o di diciassette calabresi” (Corriere, p. 11). Poi si lamentano delle campagne sulla cosiddetta casta. Se le vanno a cercare, più che altro.  

AULA MONTECITORIOAULA MONTECITORIO

 

 

6. GIUSTIZIA À LA CARTE (CON CALMA E PER FAVORE)

Il tenero Orlando tratta e ritratta sul nulla (un articolato non c’è) mentre perfino Draghi chiede una vera riforma della giustizia. Il Corriere riferisce: “Trattativa in salita. E’ scontro con i Cinque Stelle. Nitto Palma (Fi): dubbi e molte delusioni, però diciamo sì al confronto. Giudizi positivi da Sel e Fratelli d’Italia. I forzisti sono critici sul comparto penale. Il ministro: ‘Non sarà una passeggiata” (p. 13). No, non sarà una passeggiata.

Nitto Palma Nitto Palma

Sul Cetriolo Quotidiano lo stop sulle intercettazioni: “Orlando: ‘Intercettazioni? Non si toccano, per ora…’ Il guardasigilli assicura che ad oggi non c’è un testo di riforma, ma nei prossimi mesi discuterà la legge sulla pubblicazione di quelle non penalmente rilevanti” (p. 8). L’importante è procedere con calma, tanto a Francoforte aspettano belli tranquilli.

 

 

7. BELLE FIGURE CON LO STRANIERO

Stiamo faticosamente ammollando Alitalia agli arabi, ma ci illustriamo fino all’ultimo: “Alitalia-Etihad, oggi la firma, ma è rischio paralisi a Fiumicino. Assenze di massa per protesta. Lupi: ‘C’è chi crede in noi’. Dipendenti minacciano i certificati medici. Governo e Garante: ‘Useremo la mano pesante contro i disagi’” (Repubblica, p. 6). La Stampa spiega i progetti di Etihad: “Il piano di Hogan: ritorno all’utile nel 2017 e dieci nuove rotte intercontinentali. Offerta ‘premium’ per spingere la compagnia. Abu Dhabi collegata anche con Catania, Bologna e Venezia” (p. 4)

James  Hogan James Hogan

 

 

8. TELECOM-MEDIA

Telecom prova a uscire dall’angolo dopo lo scherzetto di Telefonica sui brasiliani di Gvt: “Telecom Italia chiama Vivendi sul Brasile, Le indiscrezioni su una controfferta per Gvt con Mediobanca, Citigroup e Banco Bradesco come advisor. Bollorè: sto riflettendo. A fine agosto il board della compagnia francese” (Corriere, p. 37). La Stampa è abbastanza ottimista: “Telecom accelera sull’alleanza con Vivendi. Colloqui tra l’ad del gruppo e Bollorè, presidente del gruppo francese. Patuano a caccia di liquidità. Allo studio un’offerta in contanti e azioni per la brasiliana Gvt e la partnership industriale con i francesi sui contenuti musicali e video” (p. 26).

 

 

9. CAPSULA AMARA PER BENETTON

Andrea Orlando Andrea Orlando FAMIGLIA BENETTON FAMIGLIA BENETTON

Caffè amaro amaro per Alessandro Benetton e la sua boutique finanziaria “21 Partners”. Lo racconta il Corriere; “I pm: affari gonfiati sulle capsule del caffè. Indagato Benetton. La denuncia degli investitori francesi. La difesa: totale estraneità alle accuse. L’ipotesi è di truffa. I legali del gruppo di Ponzano Veneto hanno presentato una memoria difensiva. Il boom delle azioni: le azioni vendute inizialmente a 6,5 franchi svizzeri poi vennero piazzate a 437” (p. 19).

 

10. FREE MARCHETT

Daniela Santanche e Alessandro Sallusti Daniela Santanche e Alessandro Sallusti

Squisitezze di coppia sul Giornale di Alessandro Sallustioni, fidanzato della Santadechè: “Visibilia avvia il riassetto e compra Pms. Scorporate le attività editoriali: nella nuova società entra Paola Ferrari con il 33,3%. In pista anche per l’Unità: offerte il 5 settembre” (p. 18). 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO