elisabetta sgarbi

“IO E VITTORIO CI AMMIRIAMO A DISTANZA” – ELISABETTA SGARBI: “AVREI POTUTO RICOPRIRE UN RUOLO IMPORTANTE NELLA NUOVA MONDADORI, MA HO PREFERITO RICOMINCIARE DA ZERO CON “LA NAVE DI TESEO” – “SONO UNA FARMACISTA, CONOSCO IL SENSO DELLE DOSI. VADO TROPPO VELOCE PER RIMORSI O RIMPIANTI” – GLI ECCESSI DEL FRATELLO? “QUANDO MI INFASTIDISCONO GLIELO DICO, MA…”

Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”

 

elisabetta sgarbi milanesiana

La signora innalza al cielo la rosa e sorride agli dei: una pagina vaporosa del Piccolo Principe. E i suoi fan -intellettuali, scrittori, semplici lettori voraci- innalzano la signora sul palco della Milanesiana, la manifestazione letteraria divenuta il respiro civile della città.

 

La scena è cinematografica. Elisabetta Sgarbi -classe '65 completo nero, charme affilato e un anello verde a forma di rana- affonda tra gli applausi. Un megamanager di un grande gruppo assicurativo le fa il baciamano e lei, sorridendo sussurra: «Lei mi ha fatto i complimenti, sappia che le chiederò dei soldi...».

 

Così è lei, cara Elisabetta. Da un lato inala e distribuisce bellezza, dall' altro pensa già agli sponsor per l' anno prossimo...

elisabetta sgarbi 3

«Cosi avrebbe fatto mia madre Rina. Era inarrivabile e lo è ancora. Lo sottoscriverebbe anche mio fratello Vittorio rispetto a sè.

 

Quello che lei ha fatto, e quello che continuo a scoprire che ha fatto, è incredibile. L' altra sera ad Ascoli Michele Placido interpretava davanti a un pubblico commosso i testi di mio padre. Ha cominciato a piovere. Mia madre, da lassù era seccata dal non essere al centro dell' attenzione».

 

Sua madre era un pirotecnico «ufficiale di complemento», suo padre scriveva dei colori del Po e di biciclette con la «tristezza seduta sulla canna». Quali erano i rapporti e le gerarchie all' interno della famiglia Sgarbi?

«Governava mia madre. Mio padre, che comunque era titolare della farmacia e proprietario della casa, aveva ceduto la propria sovranità: era proprietario delle sue inattaccabili abitudini che nessuno poteva sovvertire. Neppure lei.

 

RINA CAVALLINI GIUSEPPE SGARBI

Ed era un uomo entusiasta di vivere. Poi c' era la nostra anarchia, mia e di Vittorio. Almeno fino a quando tutti eravamo in forze. Poi la mia anarchia si è in parte trasformata in attenzione ossessiva per i miei genitori.

 

Ma questa è una storia diversa. La terrei per me»

 

Suo padre Nino fu un caso letterario. Forse soltanto Saramago e Frank McCourt sono riusciti a prendere a braccetto la propria vecchiaia e portarla a spasso tra i ricordi, trasformandola in letteratura. Com' è accaduto?

«Mio padre è sempre stato un narratore, in forma orale. Ed è stato sempre un grande lettore: ha collezionato, e letto, tutta la serie Bur classica.

elisabetta sgarbi

 

Che pochissimi hanno. Era capitato, aveva 91, 92 anni che si era intristito molto in per un problema di salute.

 

Così gli dissi: "Papà, racconti storie bellissime, perché non le mettiamo per iscritto?". Così cominciò a lavorare con un amico, Giuseppe Cesaro.

 

E, già alla prima lettura, mi resi conto della sua capacità di trasferire sulla pagina la verità della vita con freschezza assoluta. E vinse il Bancarella»

 

Dai giuristi Marchetti e Flick agli scienziati Damasio e Rovelli, dal filosofo Magris all' ormai divulgatore economico Napoletano, fino al Pulitzer Cunnighman. Mai come quest' anno la Milanesiana è trasversale. Non è che la sua creatura s' è troppo internazionalizzata, rispetto all' idea originale di rimarcare la supremazia culturale di Milano?

«Io vedo continuità. Certamente all' inizio tutto era più concentrato, a partire dal luogo: Palazzo Isimbardi.

vittorio e elisabetta sgarbi alla fondazione cavallini sgarbi

 

Ma mi è mai appartenuta la rivendicazione della centralità di Milano: anzitutto, 20 anni fa, era centrale Roma, anche per la attività culturale. E poi per me vale il principio inverso: è proprio del dna della Milanesiana il policentrismo.

 

Il nome "Milanesiana", fu un equivoco, sul quale mi scontrai con l' allora assessore Ombretta Colli: lei voleva un equivalente della Versiliana.

 

Io intendevo un Festival che si chiamasse "Sulle spalle dei giganti", in cui i maestri di allora dialogassero con la tradizione».

 

Spesso lei rivendica, istintivamente, la centralità di Ferrara. Perché?

villa cavallini sgarbi

«Persino di Ro Ferrarese: nella casa di campagna dove sono cresciuta ho visto passare buona parte della cultura del '900. Ma, per farla breve, un certo punto ho sentito che parlare solo a Milano per un festival che si chiama Milanesiana fosse una cosa, paradossalmente, sbagliata.

 

E così ho iniziato a seguire il flusso degli incontri: Bormio, Ascoli, Verbania, forse la piccola Cancelli, in futuro. Tutto sul passaparola. Mi piace la provincia»

 

Però, Ferrara rimane «il nido dell' anima» (si diceva un tempo), no?

«A Ferrara vorrei una sede permanente, al Castello, per la parte più importante della collezione della Fondazione Cavallini Sgarbi che include almeno 300 dipinti e una collezione di libri antichi.

GIUSEPPE ELISABETTA E CATERINA SGARBI

 

La nostra casa-museo di Ro è a soli 15 Km. Si tratta di salvare e dare valore a un patrimonio straordinario, che sta per essere vincolato interamente, frutto del genio di mio fratello e dei miei genitori»

 

Se c' è una cosa che la lega a suo fratello Vittorio è l' adrenalina. Ha portato la manifestazione in mezza Italia e neppure una stilla di sudore. Ogni città conquistata mi sembra una specie di Risiko culturale. Non bastavano gli osanna di Milano?

«Milano, per fortuna sua, non osanna. È città severa che testimonia l' apprezzamento permettendoti di continuare a fare quello che fai.

 

VITTORIO ELISABETTA SGARBI

Molte delle cose che faccio sono intuitive. Poi, dopo, viene fuori un senso e una giustificazione razionale. In fondo sono una farmacista, conosco il senso delle dosi».

 

Questa cosa della farmacista gliela sento ripetere spesso.

«Vero, è un mio vanto»

 

Ma, scusi, cosa c' entra la farmacia con una che ha fondato una casa editrice in inarrestabile ascesa, La Nave di Teseo?

«C' entra. Nell' editoria la cultura, l' intuito, giocano un ruolo necessario, ma non sono sufficienti.

 

collezione cavallini sgarbi 1

Serve una dose enorme di concretezza perché alla fine il libro è un oggetto reale, composto di tante parti che devono stare bene insieme; che deve essere moltiplicato in un numero non casuale di esemplari, raggiungere più luoghi possibili e convivere con altri "oggetti" dello stesso tipo.

 

La mia formazione mi ha aiutato nell' esigenza di ordine, nell' attenzione alle varie componenti».

 

Lei e Vittorio avete caratteri diametralmente opposti. Tanto mediatico e tracimante lui, tanto understatement lei. I suoi eccessi l' hanno mai infastidita?

elisabetta sgarbi 1

«Quando mi infastidiscono glielo dico. Quando li considero giusti glielo dico. Sono una farmacista -ripeto- e non ragiono mai per categorie astratte di giusto e sbagliato. Ma ci vogliamo molto bene e ci ammiriamo a distanza».

 

Come si è accesa la sua carriera editoriale? Non pensava, banalmente, appunto, ad una vita da farmacista?

rina cavallinI madre di vittorio sgarbi

«Non riesco a vedere la mia vita editoriale in termini di carriera. Avrei potuto ricoprire un ruolo importante nella nuova Mondadori, ma ho preferito ricominciare tutto da capo e da zero con La nave di Teseo.

 

L' editoria non è atta per chi pensa al proprio lavoro in termini di carriera».

 

Perché non è rimasta in Bompiani, dove era la editor suprema, e come le è venuta l' idea della Nave di Teseo, nel 2015? Allergica anche lei al «pensiero unico berlusconiano»?

«Storia lunga raccontata mille volte, servirebbe un' altra intervista. Esiste in Italia nel mercato editoriale una anomalia di mercato, una posizione dominante. Lo dicono i numeri, soprattutto se confrontati con altri Paesi europei e con gli Usa.

 

ELISABETTA SGARBI FUNERALI ECO

La presenza di Berlusconi per alcuni miei compagni di avventura era una aggravante. Io sono sempre stata aderente alla motivazione numerica»

 

Ritiene che la Bompiani, oggi sia in buone mani?

«Certamente. Beatrice Masini la avevo chiamata personalmente per rafforzare la Bompiani, quando, nel 2013, la stavano mandando via dalla Rizzoli.

elisabetta sgarbi 2

 

È una bravissima scrittrice e una donna colta e sensibile. Non conosco Giunti ma sono un importante gruppo editoriale»

 

Come vede la lenta avanzata di Cairo anche negli spazzi sempre più stretti dell' editoria?

«Bene, ha un solido gruppo alle spalle. Certo poi si giudicano i libri e gli autori, non i gruppi industriali. Fa una certa impressione che la RCS venda il secondo gruppo editoriale italiano (con Rizzoli, Bompiani, Fabbri, Rizzoli Usa, metà Marsilio e Il 51% di Adelphi) alla Mondadori, per ricominciare da zero una nuova casa editrice del Corriere della Sera».

 

Il suo rapporto con Umberto Eco. Non è che ha acquisito Baldini e Castoldi, Linus compreso, perché spinta da una freudiana riconoscenza verso il maestro (di Linus Eco fu tra i fondatori)?

collezione cavallini sgarbi

«No assolutamente. Gli azionisti e soci della Nave di Teseo non avrebbero mai investito per una iniziativa di gratitudine.

 

Era una opportunità: salvare un editore storico che aveva altre due case editrici (Linus e La Tartaruga) e aumentare la "massa critica"».

 

Nel 2013 lei fu partner editoriale di Masterpiece, primo reality letterario su Raitre. Che fu un flop clamoroso. Lei lì, scusi, faceva un po' la parte di Gertrude Stein, ma non andò benissimo.

ELISABETTA SGARBI

«Non lo rifarei mai. Lo ho fatto perché me lo ha chiesto la azienda per cui lavoravo. Quella trasmissione non era letteratura e dubito che fosse una bella televisione».

 

Cosa manca alla nostra editoria per tornare ai livelli dei primi Rizzoli, dei Longanesi dei Feltrinelli?

«Evitare posizioni dominanti, editori che gestiscono tutta la filiera editoriale dalla scelta alla vendita finale.

 

E lavorare molto sulle librerie indipendenti, trovare un dialogo con i giganti dell' e-commerce. Ma siccome tutto questo non si è fatto, non so come rispondere».

elisabetta e vittorio sgarbi

 

Rimorsi e rimpianti (se ci sono, ma di solito ci sono sempre)

«Vado troppo veloce per rimorsi o rimpianti. Quando mi fermo penso alle persone che non ci sono più e cerco di riprendere la corsa»

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…