travolta febbre sabato sera

UNA “FEBBRE” LUNGA 40 ANNI - NEL 1977 USCI' NELLE SALE IL CAPOLAVORO CHE LANCIO' JOHN TRAVOLTA COME MITO DI HOLLYWOOD - IL SUO COATTISSIMO TONY MANERO PRESE PER MANO UNA GENERAZIONE PER ACCOMPAGNARLA NELL'INDIVIDUALISMO DEGLI ANNI OTTANTA - IL FILM SEGNO’ UN PEZZO DEL NEO REALISMO AMERICANO - VIDEO!

 

Massimiliano Panarari per “la Stampa”

 

Dicembre 1977, mese 1 dei dorati anni Ottanta. In America, of course , perché l' Italia stava ancora angosciosamente vivendo l' interminabile stagione della violenza politica (in quell' anno veniva ferito a morte dalle Br anche Carlo Casalegno), con il colpo di coda di creatività rappresentato dalla «fantasia (e comunicazione) al potere» di alcuni settori del Movimento.

 

FEBBRE SABATO SERAFEBBRE SABATO SERA

Ma dai tempi bui degli Anni di piombo e di radicalismi senza speranza c' era, anche nel nostro cortile di casa, una gran voglia di fuoriuscire, perché pure qui The times they are a-changin' , e la metamorfosi si sarebbe rivelata assai più repentina del previsto. Solo che la colonna sonora non sarebbe stata fornita dall' allora engagé Bob Dylan, ma dai redivivi Bee Gees, con la loro Stayin' Alive , pietra miliare del musical La febbre del sabato sera , approdato nelle sale cinematografiche americane il 16 dicembre '77 (e sbarcato in Italia l' anno successivo).

 

Lo profetizzava già il «medio-man» (e «apolitico») per eccellenza, Mike Bongiorno, il quale, nel presentare l' edizione del '79 del Festival di Sanremo, proclamava: «Stiamo tornando, me ne sono accorto negli ultimi sei mesi, a quei valori e a quegli affetti che avevamo dimenticato. Anche i ragazzi della contestazione stanno gradatamente cambiando. Vogliono ballare e divertirsi come John Travolta, sono stanchi di tirare sassi. Stiamo forse ritrovando l' unione e l' equilibrio. Ci vorrà un po' di tempo: ma gli Anni Ottanta saranno diversi dagli Anni Settanta».

 

 

VOGLIA DI INDIVIDUALISMO

FEBBRE SABATO SERA2FEBBRE SABATO SERA2

Insomma, qui usciva (nel '79) Boccalone. Storia vera piena di bugie di Enrico Palandri, che esprimeva, mediante un esperimento di «collettivizzazione» dell' io narrante, la dimensione di macchine desideranti nel privato (e, quindi, di singoli) degli appartenenti a una generazione considerata immersa nel totus politicus , mentre, al di là dell' Atlantico, la voglia di individualismo (filamento del Dna nazionale statunitense) si muoveva al ritmo della disco dance.

 

Nella nazione che l' aveva messa in costituzione, e dove il big business fiuta affari ovunque, la ricerca personale della felicità avrebbe così trovato, attraverso la Saturday Night Fever e quelle nuove cattedrali pagane che erano le discoteche, una risposta su scala «industriale» e per grandi numeri.

 

FEBBRE SABATO SERA3FEBBRE SABATO SERA3

Come ha scritto in Il paese leggero (Laterza, 2012) il sociologo della cultura Fausto Colombo, «i segnali di quello che verrà poi chiamato "riflusso" prendevano anche in Italia le forme di un film e di una nuova vague ». Di lì a poco, la «febbre del sabato sera» sarebbe salita moltissimo anche in Italia, con gli emuli di Tony Manero che si preparavano a rubare la scena agli indiani metropolitani (ai quali sarebbe stata poi scippata dall' autentica figura simbolo del decennio, lo yuppie).

 

Il ballo si tramutava in una componente identitaria delle nuove generazioni dell' epoca, i disc-jockey acquisivano un ruolo di leadership riconosciuto e si costituiva una formazione sociale inedita, il «popolo della notte».

 

bee geesbee gees

Non più trasgressione, ma divertimento che si fa di massa, con la sinistra, compresa quella extraparlamentare e giovanile, che si confermava in ritardo nella comprensione del fenomeno, e Lotta Continua che lanciava anatemi contro la disco-music. La strada dell' edonismo reaganiano sarebbe stata spianata proprio dai «proletari» in gilet, camicia nera aperta e pantaloni a zampa di elefante, in cerca di riscatto e rivincita sociale sulle piste, ma i frutti li avrebbero raccolti i nuovi ufficiali di complemento (chiaramente wasp ) dell' economia in via di finanziarizzazione e transizione verso il neoliberismo (che le discoteche trendissime ce le avevano a Down Town, e non certo nei quartieri abitati dai figli degli immigrati).

Febbre del sabato seraFebbre del sabato sera

 

E, infatti, la pellicola di John Badham si ispirava a un' inchiesta giornalistica che metteva a confronto le modalità di divertirsi delle classi povere metropolitane con la vita mondana dei ceti agiati e i loro club, come il celeberrimo Studio 54 di Manhattan, a cui nella fiction si contrapponeva idealmente la disco 2001 Odissey in cui si esibiva Manero. Che lavorava in un colorificio, ed era un bravo ragazzo, figlio della working class italoamericana di Brooklyn, animato dalla smania glam di dimenticare, «per una notte e via», gli spaghetti al sugo e le polpette del desco familiare.

 

 

 

 

 

 

RE PER UNA NOTTE

A ben guardare, anche a lui, in qualche modo, il lavoro «faceva schifo», e si inseriva nel contesto di un cambio di paradigma nel quale i giovani rivendicavano il vitalismo sfrenato del «Vogliamo tutto», anche se in maniera alquanto differente da quella teorizzata dall' Autonomia e da Toni Negri. Era di fatto una preveggente manifestazione, in stile American way of life , del germe della disintermediazione, che rigettava la ripetitività della società fordista richiamandosi all' individualismo, una categoria anch' essa tipicamente a stelle e strisce.

 

Chiunque si rivelasse capace di essere un fantasmagorico ballerino come Manero poteva, novello Cenerentolo, tramutarsi in «re per una notte». L' anticipazione del quarto d' ora di celebrità e dell' affermarsi della cultura del narcisismo mixati insieme.

 

Febbre del sabato seraFebbre del sabato sera

Il film sbancò ai botteghini, e l' album contenente la colonna sonora ha venduto svariate decine di milioni di copie. Così, dall' utopia (e da certe distopie) degli Anni Sessanta e Settanta dritto alla disillusione degli Ottanta, i giorni del ballo calarono sull' Italia (li ha raccontati Paolo Morando nel suo Dancing Days , Laterza), e in tutto l' Occidente, come un meteorite sfavillante - genere i globi volteggianti dai soffitti delle disco - o una nietzscheana stella danzante.

 

E, nel caso della pellicola, non erano lucciole per lanterne, perché la regia prendeva di petto una serie di tematiche sociali che andavano dal disagio esistenziale alle gang giovanili, dal razzismo alla droga - tanto che, nel 2010, la Biblioteca del Congresso l' ha inserito nel proprio National Film Registry per il significato storico e culturale. Che fu innanzitutto quello di avere fotografato alla perfezione lo spirito del tempo di un radicale passaggio d' epoca.

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO