bergoglio feltri

FELTRI FOR PRESIDENT - L’INFELTRITO: "SALVINI MI VOLEVA AL COLLE, MI HANNO HANNO CANDIDATO A SINDACO DI MILANO E ALLA PRESIDENZA RAI: MANCA SOLO LA NOMINA A PAPA - ''LA MAGGIONI? IL PERSONAGGIO PIU’ QUALIFICATO, ECCETTO ME, PER NON FARE UN TUBO DI UTILE"

VITTORIO FELTRI   VITTORIO FELTRI

Vittorio Feltri per “il Giornale”

 

I giornalisti d'antan, gente taciturna che rompeva il silenzio regnante nelle redazioni soltanto per brontolare, non appena avevano a che fare con un novizio gli dispensavano consigli, spacciandoli come tavole mosaiche, leggi da rispettare senza discutere. Tra questi ce n'era uno cui attenersi rigorosamente: mai citare se stessi in un articolo, ovvero evitare di dare importanza alle opinioni e alle esperienze personali. I saggi colleghi del tempo che fu, probabilmente avevano ragione e io ho cercato di dare loro retta.

 

Con qualche eccezione, per esempio il presente pezzo che mi dedico non per narcisismo sterile, bensì perché la mia trascurabile figura di cronista è stata portata agli onori dell'attualità per motivi extraprofessionali.
 

In pratica, sono stato promosso a candidato. Candidato a perdere, naturalmente. Qualcuno ricorderà. Mesi fa, quando meno me l'aspettavo, ricevetti una telefonata da Matteo Salvini, il quale, tra il serio e il faceto, mi disse: mi autorizzi a fare il tuo nome per il Quirinale al posto di Giorgio Napolitano?

VITTORIO FELTRI VITTORIO FELTRI

 

Confesso: ne fui lusingato, benché consapevole che non sarei stato eletto. In fondo, era un'attestazione di stima, e ringraziai il segretario della Lega per avere pensato a me quale bandiera del Carroccio, così come ringraziai Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d'Italia, per avere condiviso la mia candidatura. Non ci pensai più sino al momento della prima votazione a Camere riunite, trasmessa in diretta dalla tv.

 

Lo spoglio fu uno spettacolo indimenticabile. Guardare la presidente Laura Boldrini maneggiare le schede e, di tanto in tanto, costretta a leggere ad alta voce, obtorto collo, «Vittorio Feltri», mi divertiva molto di più che non assistere a una performance di Maurizio Crozza in piena forma. Dovevate udirla e vederla, livida e acida, a scandire le lettere del mio principale dato anagrafico.

vittorio feltrivittorio feltri

 

Soffriva, poveraccia; e io godevo. Al quarto tentativo, l'assemblea elesse Sergio Mattarella e non mi stupii: serviva un uomo grigio, e uno più grigio del giudice costituzionale siciliano non esisteva in natura. Bel colpo di Matteo Renzi. A me rimase la soddisfazione impagabile di avere irritato circa 200 volte la signora Montecitorio.
 

Nell'eventualità surreale che mi avessero spedito sul Colle, si sarebbe consumato un alto tradimento: difatti sarei stato l'unico tutore della Costituzione che odia la medesima, considerandola una palla al piede del Paese. Un paio di settimane orsono, mi ritrovo candidato (ancora a perdere) a occupare la poltrona di sindaco di Milano. Una follia. Non saprei amministrare un condominio di modeste dimensioni, immaginarsi una metropoli. Tra l'altro, sono nato a Bergamo, che è un grumo di case stupende (ma è paragonabile a un quartiere del capoluogo lombardo di cui so poco): come potrei osare di guidare la cosiddetta capitale morale d'Italia?
 

monica maggionimonica maggioni

D'accordo, di fessi con la fascia tricolore ne abbiamo sperimentati parecchi, ma incaricare proprio me di allungarne la lista sarebbe stata un'ingiustizia nei miei confronti e in quelli dei bistrattati milanesi. Non è finita. Recentemente mi precipita sul groppone una terza candidatura: presidente della Rai. Letta la notizia su vari mezzi di comunicazione, sono scoppiato a ridere, però mi sono trattenuto.

 

Ho pensato subito che al vertice dell'ex monopolio sarei stato perfetto: non ho la minima dimestichezza con le telecamere, se non nel ruolo secondario di ospite (non oneroso); ignoro i meccanismi che regolano l'azienda; in viale Mazzini sarei stato un alieno, quindi condannato alla totale inattività, cioè a starmene ore e ore alla scrivania a girarmi i pollici, esattamente come hanno sempre fatto i «numeri uno» della grande antenna nazionale.

 

vittorio feltrivittorio feltri

Sicché avrei garantito, nelle vesti di caporione, il più assoluto immobilismo, che è poi l'obiettivo cui puntano i partiti allorché procedano alle nomine del consiglio di amministrazione.
 

monica maggionimonica maggioni

Oddio, una soluzione alternativa - brillantissima - l'hanno trovata: in mia vece, è stata issata sul trono Monica Maggioni, reduce da formidabili insuccessi quale direttore di Rai News, emittente semiclandestina. È il personaggio più qualificato, eccetto me, per non fare un tubo di utile. Giù il cappello.

 

Mi domando a quale altro scranno potrei essere candidato, dopo la filza che ho indicato. Ne ho in mente uno per impossessarmi del quale avrei le carte in regola: il soglio pontificio. Questo è roba mia. Sarei il primo Papa dichiaratamente ateo della storia. Come successore di Francesco sono idoneo? Mi raccomando al conclave.

 

FELTRI BY BENNYFELTRI BY BENNY

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)