1. FINIRÀ COSÌ. FINIRÀ CHE A METÀ OTTOBRE IL SULTANINO DI HARDCORE SCONTERÀ I DOMICILIARI A VILLA SAN MARTINO, CON LA FORTUNA, RISPETTO AI COMUNI MORTALI, DI POTER PRENDERE ARIA IN UN IMMENSO GIARDINO E DI PORTARE IL CAGNOLINO DELLA FIDANZATINA CALIPPO PASCALE A FARE LA CACCHINA SOTTO LE ROSE DELL’INGRATA VERONICA 2. FINALMENTE POTRÀ SMETTERE DI RICEVERE LE VISITE DELLA SANTADECHÈ, DEL GRAN MACELLAIO VERDINI DENIS, DEL GRIFAGNO ALFANEYEV E DI TUTTE LE OLGETTINE ANCORA ASSETATE DI FAVORI. MIGLIAIA DI PARASSITI CHE VIVONO DEI SUOI SOLDI E DEL SUO POTERE 3. POI, CERTO, CI SARÀ LA DIFFICOLTÀ LOGISTICA DI MANDARE ORDINI “DA DENTRO” VILLA SAN MARTINO E DI COMANDARE LA SUA RICARICATA FORZA ITALIA. MA L’UOMO, SE GLI REGGONO LA POMPA E LA POMPETTA, È NOTORIAMENTE DOTATO DI ENERGIE LUCIFERINE

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - FINCHE' MORTE NON CI SEPARI
Ha serenamente accompagnato il Banana fino al suo precipizio, ha lasciato che volasse giù sotto i colpi della magistratura e nell'esatto momento in cui quello si spiaccicava per terra ha concesso che sì, adesso, finalmente, si può serenamente riformare la giustizia. Il killer in guanti bianchi chiamato Re Giorgio - per lui un impiego sicuro fino all'età di 96 anni - resta da solo al comando della nazione finché morte non ci separi. Il suo governino di larghe intese, affidato alle manone impacciate di Lettanipote, deve andare avanti perché "ce lo chiedono i mercati".

Adesso il cerino resta tutto in mano al Piddì e l'unico che può provare a far saltare il tavolo è Matteuccio Renzi. Benvenuti ufficialmente nella Terza Repubblica, quella dove non solo non cambia un cavolo, ma dove un sovrano che risponde a potenze straniere finirà di narcotizzare la nazione. Con o senza Berlusconi.

2 - COMUNQUE AD ARCORE C'E' IL PARCO
Finirà così. Finirà che a metà ottobre il Sultanino di Hardcore sconterà i domiciliari a villa San Martino, con la fortuna, rispetto ai comuni mortali, di poter prendere aria in un vasto giardino e di portare il cagnolino della fidanzatina Pascale a fare la cacchina sotto le rose di Veronica.

Finalmente potrà smettere di ricevere le visite della Santadechè, del Gran Macellaio Verdini Denis, del grifagno Alfaneyev e di tutte le Olgettine ancora assetate di soldi e favori. Migliaia di parassiti che vivono dei suoi soldi e del suo potere gli saranno almeno risparmiati alla vista. Poi, certo, ci sarà la difficoltà logistica di mandare ordini "da dentro" e di comandare la sua Forza Italia. Ma l'uomo, se gli reggono la pompa e la pompetta, è notoriamente dotato di energie luciferine.

Per un riassunto preliminare della situazione va bene la prima pagina del Corriere: "Berlusconi condannato: ma resto in campo. Non è più candidabile e un voto del Senato potrebbe farlo decadere da parlamentare. Il Cavaliere reagisce: violenza terribile, mi tolgono la libertà, avanti con Forza Italia". Tra i primi effetti pratici della condanna, l'addio al passaporto e "la scelta tra arresti domiciliari e affido in prova ai servizi sociali" (p. 3). Sceglierà di occuparsi di minorenni in difficoltà?

Poi ci sono gli effetti sulla carriera politica. Repubblica: "Berlusconi va in tv: ‘Non è il mio Paese ma io resto in campo con Forza Italia e il governo può ancora andare avanti'. Ipotesi dimissioni da senatore. L'idea Marina o Guido Barilla" (p. 6). Stampa: "Ma nessuna sentenza gli impedirà di mettere il nome nel nostro simbolo'. Nitto Palma rivelatore: ‘Nessuna sentenza potrà mai decidere che non è il nostro leader" (p. 4). Anche il Messaggero punta sulla piccola ducina di Hardcore: "Silvio in battaglia, con l'ombra di Marina", ritratta in una foto con i capelli argentati (p. 4). Ha sbagliato la tinta come Papi?

Il Giornale intestato a Berlusconi Paolo urla a tutta prima: "Berlusconi non è finita. Sentenza politica. Il Cav: ‘Non ci sto. Rifaccio Forza Italia'. Il Pdl è unito, i ministri non lasciano. Il Pd minaccia il governo". E nell'editoriale di giornata, Sallusti ha il coraggio di affrontare il vero nodo della faccenda. "Napolitano aveva giocato la sua faccia e la sua ricandidatura assicurando una pacificazione nazionale sul cui presupposto è nato il governo delle larghe intese. Ora, o il capo dello Stato ha preso in giro il Pdl e i suoi elettori oppure è stato a sua volta preso per i fondelli" (p. 1).

3 - TUTTA L'IPOCRISIA DEL PIDDIMENOELLE
"Le sentenze si applicano, niente forzature o salta tutto", dice Epifanio Epifani, l'ultimo imbalsamatore di quel che resta del Piddì. In ansia Aspenio Letta: "E ora Letta si sente in bilico. ‘Nessuno soffi sul fuoco neanche nel mio partito'. Colloquio con Napolitano. Il timore del ritorno alle urne" (Repubblica, p. 11). Sulla Stampa, il viceministro Fassina minaccia: "La crisi di governo ci porterebbe qui la troika. L'addio della Biancofiore è un brutto segnale: significa non saper separare le vicende di Berlusconi da quelle del Paese" (p. 8). Ma ti sei guardato intorno? Mezzo Paese E' Berlusconi.

4 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Occhi puntati, giustamente, sull'unico che può davvero provare a far saltare il maxi-inciucio napolitano. Per il Corriere, "Renzi invita alla calma: non siamo incendiari. Ma cresce il malessere. Gli sms tra sindaco e segretario. ‘Il governo deve dimostrare di essere capace di andare avanti. Ma in aula sarà difficile approvare emendamenti" (p. 6). Su Repubblica, "Renzi: ‘Il segretario parli, il congresso è più vicino" (p. 10). Titolo rassicurante sul Messaggero: "E sul dopo condanna asse tra Renzi e il segretario" (p. 6). Come no, non vede l'ora di aiutare Epifani, Matteuccio nostro.

5 - MA FACCE RIDE!
"Scelta civica verso la scissione. Monti si dimette, poi ci ripensa" (Repubblica p. 10). Ecco un altro che è finito e ancora non lo sa.

6 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
A differenza che in Italia, protettorato del Kazakistan, in Francia si fanno le cose per bene e con tutta calma. "Ablyazov ai giudici: ‘Non sono un ladro'. Ma resta in cella, la Francia prende tempo. Decisione in autunno. La figlia: aiutatelo, il Kazakistan non avrà pietà" (Repubblica, p. 18). Intervista al filosofo Andrè Glucksman che non perde l'occasione per insultare i soliti ‘macaroni': "E ora Parigi non faccia come l'Italia, un dissidente va sempre tutelato. Ce lo impone la nostra tradizione. Quella di Astana non è una vera democrazia" (Repubblica, p. 19). Il Paese ringrazia Angelino ed Emma, che come ministri sembrano due concorrenti di "C'è posta per te" di Maria De Filippi.

7 - ZERO TANGENTI AL MONTE DEI PACCHI
Sul Corriere, la Sarzanini srotola un po' di verbali dei vari Saccomanni, Grilli e Tarantola. "Riunioni e incontri segreti: ecco i passaggi del confronto tra Banca d'Italia e i vertici Mps" (p. 14). Penosa la manovra del Grilli che prima nega di essersi interessato all'operazione "Fresh", ma che quando i pm gli mostrano alcune relazioni da lui firmate come dg del Tesoro ritrova parzialmente la memoria e si arrampica sugli specchi tra mille giustificazioni.

Mettendo comunque a verbale che "come ministero non disponiamo di poteri pregnanti come Bankitalia". Con tanti saluti a Draghi e alla Tarantola. Comico il titolo della Stampa: "Bankitalia chiese a Mps di fare le cose per bene'. Anna Maria Tarantola era il numero uno della Vigilanza: ‘Sull'acquisizione Antonveneta mi preoccupava la liquidità" (p. 25). Che classa digerente tartufa, ‘sto paese. Sul Giornale, istruttiva intervista di Pierluigi Piccini, ex sindaco Ds di Siena: "Mps è un feudo Pd da sempre. La scalata a Bnl fu decisa da D'Alema e Fassino, poi bloccata da Prodi e Veltroni" (p. 10).

8 - TELECOM-MEDIA
Il Cetriolo Quotidiano, forte della sua indipendenza pubblicitaria, si permette di rimettere insieme il puzzle dello sprofondo Telecom: "Telecom nel caos, indagine per insider e scontri al vertice. Il manager in quota Intesa Sanpaolo, Elio Catania, non si presenta in cda dopo l'inchiesta sulla fuga di notizie. Tutti i problemi: debiti, vendita della rete complessa, tensioni tra gli azionisti che non hanno più soldi e ora anche i guai giudiziari" (p. 8).

9 - ULTIME DA UN POST PAESE
"Offerte al Santuario giocate in Borsa, sparito un milione e mezzo di euro. San Francesco di Paola, svuotato il conto dell'ex tesoriere. I carabinieri alla confraternita. Shock tra i fedeli, il co-rettore ammette la truffa" (Repubblica, p. 24). Particolare meraviglioso, il religioso dice: "non abbiamo ancora presentato alcuna denuncia". Aspettano che faccia tutto papa Francesco?
colinward@autistici.org

 

 

 

SILVIO BERLUSCONI NEL duemila jpegNapolitano e BerlusconiCASSAZIONE as x SILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA berlusconi blog grillo ALFANO LETTA ALTAN Silvio Berlusconi and Francesca Pascale article CE D DC x LETTA-RENZIEDUARDO BARALDI SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE ALFANO, LETTA, BONINO TRISSILVIO BERLUSCONI A PORTA A PORTA SILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA le05 guido barilla

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…