scanzi briatore

“SCANZI NON GRADISCE LE MIE BABBUCCE A ME NEANCHE PIACCIONO LA SUA BARBETTA E LA SUA CATENINA DA FILOSOFO. MA I GUSTI SON GUSTI” - FLAVIO BRIATORE SCRIVE AL “FATTO” PER RISPONDERE A SCANZI CHE LO HA ACCUSATO DI SPARARE MINCHIATE IN TV, AVENDO SCAMBIATO L’ITALIA PER IL “BILLIONAIRE” - IL BOTTA E RISPOSTA

1. DIRITTO DI REPLICA

Lettera di Flavio Briatore al “Fatto quotidiano”

 

Rispondo al giornalista Andrea Scanzi sui miei interventi in tv a proposito dell' emergenza Covid: 1) "Briatore sapeva tutto". A sapere tutto non ero io ma il ministero della Sanità e questo già dal 5 gennaio, quando una nota dell'Oms avverte della presenza e aggressività dal virus Covid-19. Questa informazione era da diffondere a tappeto ma è stata taciuta.

FLAVIO BRIATORE

 

Primo errore grave del governo. I contatti Italia-Cina sono enormi e la prima cosa da fare non era chiudere i voli ma bloccare subito i provenienti dalla Cina con voli diretti e indiretti e metterli in quarantena. È stata invece lasciata una porta spalancata al virus.

Non solo il virus si propaga ma il governo non pensa a comprare materiale di protezione e per la terapia intensiva. Gli Ospedali, non equipaggiati e non informati diventano focolai. Il 7 marzo un decreto del governo che impone la chiusura delle Regioni infette, reso pubblico prima che sia esecutivo, provoca lo spostamento in massa di 60 mila persone da Nord verso Sud che, si sa bene, non ha i mezzi e le strutture per affrontare l' emergenza.

"Col senno del poi", dice Scanzi, e qui rispondo: è il dovere sacrosanto di chi ci governa di usare "il senno del prima".

 

renzi briatore presta

2. "Briatore non l'ascolta nessuno". Sarò lontano da popolarità e gradimento di Scanzi ma i miei profili social hanno più di un milione di follower, i miei post (di un libero cittadino che non appartiene a nessun carrozzone politico) raggiungono ogni mese oltre 20 milioni di persone.

 

3. "Prendere ad esempio Trump fa ridere". Trump ha esitato sì all' inizio ma da vero leader ha dato priorità ai bisogni economici dei cittadini che hanno ricevuto somme adeguate e immediate, non elemosine a conta-gocce come gli italiani.

 

4. "In ogni Paese si fa quello che abbiamo fatto noi", ma New York Times e Harvard Business Review additano l' Italia come esempio da non seguire.

 

ANDREA SCANZI

Concludo leggero: Scanzi non gradisce le mie babbucce a me neanche piacciono la sua barbetta e la sua catenina da filosofo. Ma i gusti son gusti.

 

2 - IL VIRUS DI BRIATORE: SCAMBIARE L'ITALIA PER IL "BILLIONAIRE"

Andrea Scanzi per “il Fatto quotidiano”

 

Menomale che, in questi tempi bui, Flavio Briatore ci indica la via. Domenica era da Giletti. Il conduttore di La7, come tutti (io per primo), aveva sottovalutato il Coronavirus. A inizio marzo, durante una puntata di Otto e mezzo, Severgnini (che abita a Milano ed è nato a Crema) provava a dirgli: "Guarda Massimo che la situazione qui è molto seria". E lui: "Sì, okay, però non esageriamo e adesso apriamo tutto". All' epoca ci stava. E invece siamo stati tutti travolti.

 

flavio briatore benedetta bosi foto chi

Per fortuna Briatore ci ha dispensato il verbo. Due sere fa ha sentenziato che "Conte e Speranza hanno commesso tre reati", mentre "Trump ha salvato l' America in 10 giorni". Me cojoni. I tre reati sarebbero: "tacere" (a gennaio e inizio febbraio), "diffondere" (nel senso che il virus ce l' hanno attaccato personalmente Conte e Speranza) e adesso "non agire". Invece Briatore sapeva tutto, perché lui - che è figo - lavora con la Cina e dunque conosceva da mesi la ferocia del virus. Anche chiudere i voli dalla Cina, secondo lui, è stato un errore.

 

E adesso? Adesso i soldi andrebbero dati ai cittadini (non ai Comuni) e alle industrie (cioè a quelli come lui). Altro che le elemosine di Conte. Fa piacere che il virologo e intellettuale Briatore ci detti la linea. Qualche considerazione.

 

1. Col senno di poi, gentil Briatore, son bravi tutti. Se mio nonno avesse avuto le ruote, sarebbe stato una Maserati.

 

ANDREA SCANZI

2. Simili interventi, oltre a essere inutili, in una fase storica simile equivalgono a teoriche polveriere perché esacerbano colpevolmente gli animi. Dico "teoriche" perché il tenero Briatore non lo ascolta nessuno, ma la gravità delle parole resta.

 

3. Prendere a esempio Trump fa ridere, tenendo conto che fino a dieci giorni fa (nonostante la pandemia in Europa) il gerarca statunitense minimizzava come quei carciofi fascio-tordi di Boris Johnson e Bolsonaro. Tutta gente che immagino piaccia molto al compagno Briatore.

 

4. Il governo italiano ha senz' altro inizialmente sottovalutato (come tutti) il virus, ma se adesso in ogni Paese si fa quello che abbiamo fatto noi per primi, forse il parere del camerata Briatore vale meno di Gasparri. Cioè niente.

 

5. Prestare politicamente ascolto a uno che vuole fondare un partito dal nome "Movimento del Fare" per cercare la sponda con Salvini, Meloni, Berlusca e Renzi, sarebbe quasi come chiedere a Ventura se ha un' idea per rilanciare la Nazionale. Dai, su.

matteo salvini flavio briatore

 

6. Non c' entra niente, o forse sì, ma uno che indossa quelle babbucce esteticamente empie non può pretendere pure di essere preso sul serio.

 

7. Per Briatore "l' idea Paese" coincide col Billionaire. Tutto molto bello. Ci perdonerà però se molti continueranno a pensare a Calamandrei o Parri come padri nobili. E non a lui.

 

8. Non c' entra niente, o forse sì, ma sarebbe ora che Briatore imparasse a parlare in italiano e non si esprimesse in "crozzese". Quel suo eloquio da Stanlio irrisolto, con le vocali a caso e la fonetica vilipesa, è oltremodo esecrabile.

 

ANDREA SCANZI

9. Soprattutto: se il garbato Briatore vuole pontificare per forza, abbia almeno l' accortezza di dare l' esempio. A partire dal suo rapporto, sin qui vagamente conflittuale, con il fisco italiano. In caso contrario, parli di Formula 1 o di come fare soldi. Non d' altro. E se proprio avverte l' urgenza di delirare di cose più grandi di lui, lo faccia in un privé del Twiga con la Santanchè, magari mentre sorseggiano Krug scambiandolo per un prosecchino chimico (o viceversa). La situazione è già difficile così: avere pure lui come ennesima molotov caricaturale, sarebbe davvero troppo.

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")