cairo giletti

NON C'È NESSUN MISTERO DIETRO LA CHIUSURA DI “NON È L'ARENA”: BASTA SEGUIRE I SOLDI – “IL FOGLIO”: “URBANO CAIRO HA LIQUIDATO IL PROGRAMMA DI MASSIMO GILETTI SU LA7 PERCHÉ ORMAI GLI FACEVA PERDERE UNA BARCA DI SOLDI. E NELL’ULTIMO MESE LA SITUAZIONE SI ERA FATTA ADDIRITTURA INSOSTENIBILE: CIRCA CENTOCINQUANTAMILA EURO DI PASSIVO OGNI PUNTATA” – DAL 2017 A OGGI GLI ASCOLTI SI SONO DIMEZZATI E LA RACCOLTA PUBBLICITARIA È SCESA A 60MILA EURO A PUNTATA – SALVINI VUOLE GILETTI IN RAI, FRATELLI D'ITALIA NO – LA PRECISAZIONE DI FREMANTLE ITALIA: “SIAMO SOLO I PRODUTTORI ESECUTIVI DI ‘NON È L'ARENA’, NON GESTIAMO LA RACCOLTA PUBBLICITARIA”

LA PRECISAZIONE DI FREMANTLE ITALIA

 

Caro Dago
Come è noto Fremantle Italia è solo il produttore esecutivo di Non è l’arena e non gestisce la raccolta pubblicitaria del programma che è, invece, di competenza della rete. Eventuali retroscena su questo argomento sono dunque fantasiose ricostruzioni dei fatti.
Ufficio stampa Fremantle Italia

 

IL NON MISTERO DI GILETTI

Estratto dell'articolo di Salvatore Merlo per “Il Foglio”

 

massimo giletti urbano cairo

Chissà perché viene raccontato come un mistero. Urbano Cairo ha chiuso il programma di Massimo Giletti su La7, quello grazie al quale l’Onu è stata sul punto di inserire l’Italia nell’elenco dei paesi sottosviluppati, perché ormai Giletti gli faceva perdere una barca di soldi. E nell’ultimo mese la situazione si era fatta addirittura insostenibile: circa centocinquantamila euro di passivo ogni puntata.

 

Insomma ogni santo giorno in cui “Non è l’Arena” andava in onda, Cairo, uno che a La7 riesce a tagliare i costi persino delle colazioni al mattino, che rinegozia al ribasso pure i contratti già chiusi verbalmente, era costretto alla più spaventosa (per lui) delle ginnastiche: quella di svuotare il portafogli. Circa duecentomila euro di spesa a puntata per tenere in piedi la trasmissione di Giletti, quando un talk-show, pure il più lussuoso, costa al massimo – volendo esagerare – centocinquantamila euro a puntata. Con una raccolta pubblicitaria compresa tra i cinquanta e i sessantamila euro. Dunque in passivo. Assai in passivo.

 

mentana cairo giletti 2

[…]  il programma più redditizio di La7 è “Otto e mezzo” di Lilli Gruber, che non ha servizi giornalistici, non ha inviati in esterna, non ha impianto scenico di studio e i cui unici costi sono all’incirca il compenso della conduttrice e quello di alcuni ospiti fissi. I denari si fanno così: spendendo il minimo e raccogliendo il massimo di pubblicità. Un equilibrio delicato. Se salta, perché calano gli ascolti, si va in perdita. E Cairo in perdita non ci vuole andare mai. Il verbo che preferisce è ovviamente “guadagnare”, mentre “pagare” gli piace un po’ meno. […]

 

LA MAFIA UCCIDE A LA7 - VIGNETTA BY MACONDO

Cairo non è un finanziere come Caltagirone, che possiede il Messaggero. Non costruisce automobili come Elkann, che possiede Repubblica. Vive di tivù e giornali. Che devono andare bene. O perlomeno benino. Inoltre, ha una ben nota fissazione, si direbbe quasi patologica, per le marginalità. Anche quelle minime. C’è chi racconta di avere contrattato con lui per ore su cifre intorno ai ventimila euro. Altri per quella somma acquistano un’automobile semi utilitaria. Lui, per risparmiarli, ci perde una giornata.

 

[…] Partito nella stagione 2017-2018 con 1.403.813 spettatori, Giletti nei successivi cinque anni quegli spettatori li ha dimezzati arrivando oggi a una media di 779.979. E anche se in questa stagione si stava forse riprendendo, la pubblicità non entrava comunque.

 

[…]

 

URBANO CAIRO E MASSIMO GILETTI

D’altra parte persino Giletti era consapevole del calo degli introiti pubblicitari. E se ne lamentava. Però più andava male, più lui si spingeva su temi controversi, per così dire. Compresa la mafia e la stagione delle stragi. Spesso infatti l’insuccesso costringe questi conduttori di talk-show ad acrobazie nel ramo dell’informazione a fumetti. Addirittura pare che a un certo punto il famoso Salvatore Baiardo, il mezzo mafioso che lui ospitava a pagamento, quello della presunta foto di Berlusconi con lo stragista Graviano, si sarebbe offerto di dare una mano per trovare lui aziende interessate a investire nella pubblicità di “Non è l’Arena”. Roba tipo “Catania arancino express”.

 

Dicono che questa ipotesi, nei giorni scorsi, avesse mandato nel panico i dirigenti di Fremantle, la casa di produzione che confezionava il programma di Giletti. La settimana scorsa un dipendente di Fremantle avrebbe infatti ricevuto questo incarico noiosissimo: andare a rivedere tutti i passaggi pubblicitari di “Non è l’Arena” in questa stagione e verificare che non ci fossero cose tipo aziende di Corleone operanti nell’export di olio d’oliva. Erano terrorizzati che qualche azienda non precisamente specchiata potesse avere acquistato sul serio gli spazi pubblicitari. Sarebbe imbarazzante. Ma sarà stata certamente solo una spacconata, una delle tante, di Baiardo.

salvatore baiardo massimo giletti non e l'arena 6

 

[…]  Il narcisismo di Giletti lo spinge a pensarsi vittima di un’epurazione, perché è per natura incapace di accettare un fallimento professionale. Se lo prenderà la Rai? Chissà. E’ già iniziata una battaglia tra Matteo Salvini e Fratelli d’Italia. Fino a luglio Giletti non dirà praticamente nulla di questa faccenda, in quanto è ancora sotto contratto con La7. Ma il racconto giornalistico che se ne fa, fitto di suggestioni e inafferrabili collusioni che fluttuano come gas sulle pagine dei quotidiani più sbrigliati, prepara forse il terreno per una sua mega intervista di denuncia.

 

massimo giletti urbano cairo

Essere epurati, in Italia, equivale al Nobel. Dunque Massimo Giletti non solo riceve ancora il suo compenso da La7, ma deve anche rispettare delle clausole di correttezza e di riservatezza. Insomma deve stare zitto. E infatti domenica è improbabile persino che vada da Enrico Mentana che ha annunciato di volergli dedicare uno speciale. […]

 

[…] Dopo l’estate, una volta libero dal contratto che lo costringe al silenzio, che ne sarà di lui? Andrà alla Rai? Matteo Salvini, negli ultimi tempi ospite frequentissimo di “Non è l’Arena”, è stato l’unico leader politico a intervenire pubblicamente a sua difesa. Sentendosi forse in colpa per aver contribuito al flop degli ascolti di Giletti (basta guardare le curve auditel per constatare che Salvini è stato un diserbante sugli ascolti già non rigogliosi di Giletti: dove passa il leghista ormai non cresce più l’erba), gli ha espresso solidarietà.

 

salvatore baiardo a non e l arena 2

Con un tweet. Questo: “Il mio abbraccio a Massimo e alla sua squadra. L’ho sempre stimato e spero di rivederlo in video al più presto”. Salvini lo voleva già candidare sindaco prima a Torino, e poi a Roma. Adesso dicono tutti che voglia officiarne il ritorno in Rai. Bisogna però probabilmente aspettare che nell’azienda cambi la governance e venga mandato via l’attuale amministratore delegato. Si vedrà.

 

Tuttavia gli uomini di Giorgia Meloni non sono inclini all’idea di prendere Giletti. Almeno così sembra. Giampaolo Rossi, che è il direttore generale in pectore, ha escluso che ci siano stati contatti con Giletti. Roberto Sergio, invece, che è l’amministratore delegato in pectore ed è un interno Rai, ha ammesso riservatamente di aver incontrato Giletti. Ma richiesto di dare spiegazioni ha precisato: “Era soltanto per un caffè”.

 

massimo giletti

Trattandosi di una trasmissione che in Rai rientrerebbe nell’incongrua definizione di “approfondimento”, il ritorno di Giletti dovrà coinvolgere anche il direttore dell’approfondimento. Che, nel futuribile organigramma della Rai meloniana, dovrebbe essere Paolo Corsini. Giornalista di destra, sì, ma non leghista. Sicché ieri sera girava una leggenda talmente fantastica e inverosimile da essere certamente vera: “Finirà che non potendolo riportare in Rai, Salvini candiderà Giletti capolista alle europee”.

SALVATORE BAIARDO 1salvatore baiardo massimo giletti non e l'arena 5massimo gilettimassimo giletti

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…