SPRO-FONDO ROSSO - IL FONDO PREVIDENZIALE DEI FERROVIERI, OGGI GESTITO DALL'INPS, GENERA UN BUCO DI 4 MILIARDI L'ANNO (COPERTO DAL TESORO)

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Una bomba previdenziale che di fatto è già esplosa nel più assoluto silenzio. E che per il momento costa alle casse dello Stato una vera fortuna. Parliamo di 4 miliardi di euro che ogni anno il ministero del Tesoro è costretto a trasferire per coprire i buchi del fondo pensioni per il personale delle Ferrovie dello Stato.

Inutile girarci intorno, si tratta di un salasso che soltanto negli ultimi cinque anni è costato 19,7 miliardi. Ma il conto, secondo le previsioni, sarebbe anche destinato a salire. Un problema di non poco conto per il ministero dell'economia guidato da Fabrizio Saccomanni, che con l'ausilio del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, sta cercando disperatamente di razionalizzare la spesa pubblica.

La situazione
Sta di fatto che le cifre in gioco emergono in tutto il loro peso dal bilancio dello Stato. Non si tratta di trasferimenti diretti dal Tesoro alle Ferrovie, ma di risorse che ogni anno vengono destinate alla voce "contributo per la copertura del disavanzo del fondo pensioni per il personale delle Fs". Nello stesso bilancio pubblico, quindi, si riconosce la necessità di andare a coprire quello che senza dubbio è uno squilibrio finanziario.

In ultima analisi, quindi, parliamo di un trasferimento che, seppure in forma indiretta, beneficia il gruppo guidato da Mauro Moretti. Naturalmente il problema ha origini risalenti nel tempo, quando i vertici di Fs non erano gli attuali. Ma gli effetti si stanno scaricando tutti ancora oggi sulle casse pubbliche. Come si è arrivati a questa situazione che ora non fa dormire sonni tranquilli a Saccomanni e Cottarelli?

La storia
Diciamo subito che un tempo i trasferimenti erano girati direttamente al fondo pensioni del personale di Fs, istituito nel lontano 1908. E' stata poi una legge del 1999 a sopprimere la struttura, di fatto trasformandola in un fondo speciale gestito dall'Inps, con efficacia da 2000. La cosa più impressionante, in ogni caso, è vedere l'escalation di trasferimenti. Nel 2006, per esempio, il Tesoro ha girato 3,857 miliardi, leggermente calati a 3,7 l'anno successivo. Dal 2008 al 2011, però, l'assegno è salito a 3,9 miliardi per ciascun esercizio. Nel 2012 siamo cresciuti a 4 miliardi, la stessa cifra presa in considerazione per il 2013.

Ma non è finita qui, perché nelle previsioni per il prossimo triennio si prevedono somma anche più alte: 4,3 miliardi per il 2014, che salgono a 4,35 miliardi per ciascuno degli anni 2015 e 2016. Un conto salatissimo: considerando il decennio che va dal 2006 al 2016 sarà costato in tutto 44 miliardi di euro. Naturalmente risorse rigorosamente pubbliche. Ora, questo andazzo è oggetto di attenta riflessione a via XX Settembre per vari motivi.

I nodi
In primis c'è un'ovvia (ma molto grave) questione di sostenibilità finanziaria. La domanda è molto semplice: fino a che punto lo Stato può permettersi di staccare un assegno annuale di circa 4 miliardi di euro? Il problema, peraltro, è già stato stigmatizzato dalla Corte dei Conti, che in un duro passaggio nella sua relazione al bilancio 2011 dell'Inps ha fortemente auspicato "misure di risanamento delle gestioni in dissesto, oltre che di quelle in forte squilibrio, tra le quali meritano segnalazione i trattamenti pensionistici degli enti disciolti e le pensioni dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato».

Insomma, non si può più rimanere con le mani in mano. Anche perché situazioni simili si vivono per altre società pubbliche come Poste. Qui, come raccontato da La Notizia del 19 novembre 2013, lo squilibrio previdenziale dell'ex Ipost, anche questo trasfuso nell'Inps, è ormai arrivato a costare un miliardo di euro l'anno.

Il capitolo trasferimenti
Tra l'altro i documenti finora predisposti da Cottarelli sulla spending review sembrano voler metter nel mirino anche i pesanti trasferimenti pubblici girati a Fs per il contratto di Servizio. Dall'ultimo bilancio del gruppo viene fuori che nel 2012 si è trattato di 2,2 miliardi di euro, di cui 514 milioni derivanti direttamente dallo Stato e 1,7 miliardi dalle regioni. Naturalmente La Notizia ha chiesto al gruppo Fs di commentare le questioni relative alle sofferenze previdenziali e ai trasferimenti. Senza però avere risposta.

 

 

FRECCIAROSSA SABOTAGGIOtermini scontro tra frecciarossaMAURO MORETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL FRECCIAROSSA AL MEETING DI RIMINI MAURO MORETTI CON UN CANE COTTARELLI SACCOMANNI E LETTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...