
"DA 243 GIORNI LA PREMIER NON FA UNA CONFERENZA STAMPA APERTA A TUTTI I GIORNALISTI. LO TROVO PESSIMO. BERLUSCONI ERA PIÙ RISPETTOSO" – CORRADO FORMIGLI TORNA DOMANI CON LA PUNTATA NUMERO 500 DI “PIAZZAPULITA”: "LA PREMIER NON ACCETTA LE CRITICHE. A LEI PIACE SOLO LA STAMPA COMPIACENTE, IL RUOLO ANCILLARE DEL TG1 E DI RETE 4. OGGI ACCETTIAMO COME SE NIENTE FOSSE CHE IL DIRETTORE DEL TG1 POSSA ANDARE A FARE IL PORTAVOCE DI PALAZZO CHIGI" - IL DIVIETO PER GLI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA DI PARTECIPARE A “PIAZZAPULITA”: “NON SONO PARTITI. SONO CASERME. IN COMPENSO QUERELANO. ARIANNA MELONI HA FATTO UNA CAUSA CIVILE A 'LA 7', PER DENUNCIARE UNA NOSTRA PRESUNTA CAMPAGNA DIFFAMATORIA. L'HO INVITATA IN TRASMISSIONE. HA DECLINATO…”
Concetto Vecchio Per "la Repubblica" - Estratti
Corrado Formigli, domani va in onda la puntata numero 500 di Piazzapulita. Ricorda la prima?
«Era il 15 settembre 2011, incentrata sulla crisi del governo Berlusconi, che due mesi dopo cadde. E io avevo 43 anni».
Chi aveva in studio?
«Matteo Renzi, sindaco di Firenze. Era appena andato ad Arcore dal Cavaliere».
Due anni e mezzo dopo era premier.
«Con Renzi ho litigato, poi ci siamo riappacificati. Aveva un modo di fare con l'informazione che a me non è mai piaciuto, però rispetto a Giorgia Meloni era più consapevole del fatto che un capo del governo deve sottoporsi alle domande dei giornalisti».
Meloni si è vantata con Trump di non farlo.
gennaro sangiuliano corrado formigli piazzapulita.
«Sono 243 giorni che non fa una conferenza stampa aperta a tutti. Lo trovo pessimo».
Cosa rivela?
«Le piace solo la stampa compiacente, il ruolo ancillare del Tg1 e di Rete 4, non accetta le critiche».
Eppure conosce le leggi del potere.
«È una donna intelligente, con una grande energia, ma rifiuta la critica giornalistica. Per lei vale solo quella politica».
Cioè?
«Ti dice: se vuoi criticarmi ti devi candidare. Ma io faccio il giornalista. Una premier non può parlare solo con chi le fa i complimenti».
La destra non aveva paura dello scontro.
«Sì, ma poi è andata al potere».
L'ha invitata?
«Tante volte. Quando era all'opposizione veniva. Brava, con la risposta pronta. Ora non viene più per non darci soddisfazione, per non legittimarci. In compenso querelano».
Cioè?
«Arianna Meloni ha fatto una causa civile a La 7, per denunciare una presunta campagna diffamatoria di Piazzapulita. Non so bene a cosa si riferisca. L'ho invitata in trasmissione. Un'intera puntata su di lei. Ha declinato».
Come se ne esce?
«Facciamo come una volta le tribune politiche, la premier che risponde ai giornalisti. Invece lei afferma su Instagram che il potere d'acquisto degli italiani è aumentato, un'evidente bugia, ma non può essere contraddetta».
Che idea di democrazia viene fuori?
«Quella che vale solo il giorno in cui si vota, dai giorni successivi io penso soltanto ai miei, a quelli che hanno votato per me».
Che rischi vede?
«L'informazione è a rischio e purtroppo gli italiani non sembrano molto preoccupati».
La 7 è più libera della Rai?
«C'è il Freedom Act che vieterebbe legami tra l'esecutivo e le tv pubbliche. Noi lo ignoriamo, preferiamo pagare le multe, a carico dei cittadini, perché la Rai ci sta bene così».
Non è sempre stato così in Rai?
«Oggi accettiamo come se niente fosse che il direttore del Tg1 possa andare a fare il portavoce di palazzo Chigi, squadernando in modo esplicito che il principale tg pubblico è il megafono del governo».
Meloni potrebbe obiettare che la sua trasmissione è la prova che la libertà di stampa è ben viva.
«Potevano chiuderci, dice?»
(...)
Il divieto a venire in trasmissione vale per tutti?
«Fino all'ultimo consigliere di Fratelli d'Italia. Non sono partiti. Sono caserme».
Non era così anche con Berlusconi?
«Io persi il lavoro con l'editto bulgaro. Mi misero in una stanzetta, per un anno intero, senza fare niente. Mi proposero di andare al Tg3, ma poi il capo del personale, amico di Previti, si mise di traverso. Non sapendo cosa fare iniziai a correre sui kart».
corrado formigli mostra la storia di maria rosaria boccia piazzapulita
Vede.
«Ma Berlusconi in confronto a questi aveva rispetto dell'informazione. Poi andò da Santoro, e fece il 33 per cento di share».
Quindi Berlusconi era diverso?
«Sapeva cos'era un giornalista, aveva un timore riverenziale, poi magari cercava di fregarti, di comprarti, ma era un editore, stipendiava dei giornalisti».
LITE SU TWITTER TRA GIORGIA MELONI E CORRADO FORMIGLI
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corrado formigli
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