indro montanelli

"LA STATUA DI INDRO MONTANELLI NON È MAI STATA COSÌ BELLA" - FULVIO ABBATE: “QUEL ROSA CHE LE È PIOVUTO SUL CAPO, COME DRIPPING DIVINO, L’HA FINALMENTE RESA MERAVIGLIOSA, UMANA, COLATURA LÌ A TRASCENDERE L’ORO MORTUARIO CHE FINO A IERI L’HA CONTRADDISTINTA - È UN PO’ COME SE LA STORIA STESSA GLI AVESSE DEFECATO TUTTO QUEL ROSA SPLENDENTE DAL CIELO, IL MIGLIORE OMAGGIO CHE SI POTESSE DONARE ALLA SUA MEMORIA, ALLA SUA IRREGOLARITÀ” - VIDEO

 

Fulvio Abbate per Dagospia

 

FULVIO ABBATE

La statua di Indro Montanelli ai giardini pubblici di Milano non è mai stata così bella, quel rosa che le è piovuto sul capo, come dripping divino, l’ha finalmente resa meravigliosa, umana, colatura lì a trascendere l’oro mortuario che fino a ieri l’ha contraddistinta, nell’afasia cimiteriale d’ogni monumento, cippo, busto, cenotafio alla memoria, poco importa. Lascia perdere perfino la questione che le amiche e compagne femministe di “Non una di meno”, doverosamente, pertinentemente, elegiacamente hanno posto attraverso quel gesto di apparente effrazione, ossia i suoi trascorsi di ufficiale del Regio Esercito fascista in Abissinia, metti da parte la storia della povera ragazzina dodicenne da lui “comprata” come fosse una serva, una attendente, anche in senso sessuale, pagina della sua biografia che lo stesso Indro affrontò, con onestà intellettuale, in un’intervista a Enzo Biagi.

LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE

 

Così ne disse: “L’avevo comprata a Saganeiti assieme a un cavallo e un fucile, tutto a 500 lire. (…) Era un animalino docile, io gli misi su un tucul con dei polli. E poi ogni quindici giorni mi raggiungeva dovunque fossi insieme alle mogli degli altri ascari”.

 

Prova piuttosto a dare uno sguardo alla statua così come appare adesso, e poi dimmi se non è finalmente un omaggio davvero splendente, perfino artisticamente luminoso, restituito all’umano, al tempo e le sue domande, dai, prova.

 

Di Montanelli, la mia generazione, cioè quelli che si sono riconosciuti nella parole di Albert Camus - “Mi rivolto dunque siamo” - tra il ‘68 e il ‘77, per anni hanno pensato ogni male possibile, detestandolo, ritenendolo ora un “reazionario” ora un “fascista”; rammento ora perfino, con questi occhi, un concerto di Francesco De Gregori al Teatro “Biondo” di Palermo, era il 1975, “Rimmel” appena uscito, le maschere in sala a offrirlo agli eventuali acquirenti, De Gregori, filiforme, i capelli lunghi, mentre alla chitarra intona un pezzo dell’album precedente, “Informazioni di Vincent”, introducendolo con queste parole: “Vincent è uno che a me non piace, provate a immaginare come se al posto di Vincent ci fosse il nome di Indro, di Indro Montanelli”.

LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE

 

Oceani sono passati sotto i ponti da allora, da quando a “tutti noi” lui, Indro, era davvero inviso, forse anche ingiustamente, per schematismo dogmatico, perfino per ottuso manicheismo tribale, anco prima che ideologico; lui, Montanelli, a un certo punto della nostra storia comune subì perfino un criminale attentato da parte di terroristi rossi, comunisti: gambizzato, e tuttavia bisogna riconoscere che mai il personaggio, la persona, il giornalista volle mostrare in quella vicenda tratti di rabbia o risentimento; quanti di noi avrebbero reagito con la sua flemma civile, da gentiluomo, sebbene “reazionario”, quello del “turarsi il naso e votare DC”?

 

fedele toscani Indro Montanelli

Lascia perdere perfino che, da un certo momento in poi, sempre lui, Montanelli, lo abbiamo invece sentito al nostro fianco, accadde soprattutto quando l’uomo, il giornalista si ribellò a Berlusconi, addirittura, sembrò lisergicamente che egli avesse infine addirittura sposato le nostre ragioni, di più, fosse diventato, come tutti noi, anche un po’ “comunista”, pensa.

 

Personalmente, dovrei perfino avercela con lui per ciò che racconterò a breve, eppure il ricordo che ho della persona, alla fine, è terso, amabile, a dispetto finanche del modo in cui bollò, nel 1963,  giorni del disastro del Vajont, “l’Unità” che denunciava le responsabilità rispetto oggettive per i quasi duemila morti: “Sciacalli”, li definì. 

 

LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE

Sarà stato il 1997, e io, proprio su “l’Unità” scrissi un articolo per dire di non poterne più della retorica dei poster con Che Guevara, le mie parole fecero imbestialire chiunque: dai “compagni” a “Famiglia Cristiana”, allo stesso Montanelli, che infatti nella sua rubrica “La Stanza”, sul “Corriere della Sera”, prese a difendere la memoria del guerrigliero contro uno stronzo scrittore trentenne che ne metteva in discussione la sacralità… Dettagli, non riesco proprio ad avere un ricordo cattivo di lui, anzi mi sembra che con l’uomo si potesse

 

E la sua statua, finalmente, l’ho vista splendere, non come quando, insieme a un’amica giornalista, Antonella Fiori, pochi anni fa sono andato per la prima volta a osservarla da vicino, scorgendone, l’ho già detto, la mortuaria opacità di molti monumenti, perfino a dispetto di quel bronzo chiaro che allude invece al mattino dell’oro in bocca del giornalismo; anche quel giorno, lì con Antonella, come mostra un video che accludo, qualcuno, meglio, gli uccelli, aveva fatto i loro bisogni sul suo capo.

IMBRATTATA LA STATUA DEDICATA A INDRO MONTANELLI

 

Adesso è invece un po’ come se la Storia stessa gli avesse defecato tutto quel rosa splendente dal cielo, il migliore omaggio che si potesse donare alla sua memoria, alla sua irregolarità. Che gli addetti alla pulizia del Comune di Milano lascino tutto così com’è, quel rosa ha restituito verità e perfino poesia al nostro Indro.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?