UN SUBLIME GAFFEUR (“CORRIERE DELLA SORCA”) DI NOME LUCA GIURATO: “DENUNCIO QUELLI CHE MI HANNO INVESTITO COL RISCIÒ, SE DEVONO ‘MPARA’ A CAMPÀ”

Giancarlo Dotto per "Diva & donna"

"Aho, devi veni' più spesso, me porti fortuna". La voce che mi arriva dal soggiorno di casa, attico a due passi da Via Veneto, è quella inconfondibile di Jerry Lewis alias Luca Giurato. Sempre molto colorato per quanto è lungo. Camicia fucsia, pantalone viola, cinta celeste, l'orologio scarlatto e lo zampone chiuso in un gambale ortopedico appoggiato sul puff. Due stampelle alla parete pronte per l'uso.

Luca Giurato è stato investito da un risciò a Villa Borghese. Incidente che, se non vivi a Calcutta ma al centro di Roma, ha una probabilità su un milione, forse un miliardo, di verificarsi. Se poi alla guida del risciò c'era un malese, la storia è ancora più assurda. Trattandosi di Giurato, probabile alieno, il concetto di assurdo va rivisto.

La prima volta che lo incrociai, nello studio di "Uno Mattina", mi venne incontro festoso e mi strappò netto un pelo che sbucava dalla camicia. Memore, stavolta mi sono infilato un lupetto girocollo. Si rivolge in inglese a Violy, la storica filippina di casa. "Two mineral waters, please". Giurato è fantastico. Pagherei di tasca mia per noleggiarlo un'ora al giorno. E' un uomo che ti cambia l'umore. Lo collocherei fisso alla cornetta di "Telefono amico" o sul ponte dei suicidi. Nessuno può pensare di togliersi la vita se conosce Giurato.

Non parla italiano Violy?
"No, lo parla meglio di me. Sono io che voglio esercitare l'inglese".

Dicevi che ti porto fortuna.
"Mi è appena arrivata al cellulare un'offerta di lavoro, ma mi hanno pregato di non entrare nei dettagli. Posso solo dirti che si tratta di un nuovo programma d'intrattenimento Rai".

Come conduttore?
"No, come ospite. Con la conduzione ho chiuso, sono vecchio. Non me la sento più".

Senti il tempo che passa?
"So di avere 73 anni, ma so anche che l'età è solo un numero".

Vecchio perché allora?
"Vecchio per trasmissioni come "Uno Mattina". Colleghi più giovani di me crollano dopo due, tre anni, io sono arrivato al decimo. Non ce la facevo più, non ero più lucido. "Prima che me lo dicono gli altri, me lo dico io da solo". Me lo sono detto".

E ora?
"Ora faccio l'opinionista nelle trasmissioni degli altri. Il mio sogno è avere una rubrica dentro un contenitore importante. Ho già il titolo: "Ci fai o ci sei?".

Domanda che ti sarai sentito fare migliaia di volte.
"Carino da parte tua... pensavo fossi un amico".

Dicevi della rubrica.
"Spunti dall'attualità, trattati in una chiave provocatoria, tra il serio e il faceto".

Il presente?
"Uscire da questo cacchio di problema della gamba e poi un lungo riposo. Se ne riparla a settembre... Non ti vedo comodo".

Comodissimo, perché?
"Lo vedi il pollicione del mio piede fratturato? Quando comincia ad agitarsi così vuol dire che sono nervoso, che l'ospite non mi sta a suo agio".

Come succede di essere investiti da un risciò a Roma?
"In due parole. Villa Borghese. Ci vado tutte le domeniche con mio figlio Furio e mio nipote Diego di otto anni. Mangiamo, giochiamo a pallone, poi io vado a fare la mia solita marcia".

Marcia?
"Sì, come Abdon Pamich. Sono fissato per lo sport. L'unico inconveniente, perdona la vanità, è che mi fermano per fare le foto e non si dovrebbe mai fermare uno che marcia".

In due parole?
"Sento un botto sconvolgente e mi vedo proiettato a terra. L'istinto mio selvaggio, belluino, mi porta a coprirmi il viso con il braccio sinistro. Un dolore terribile. Mi soccorrono. Acqua e ghiaccio. Gli unici che non si sono nemmeno avvicinati, i due investitori. Hanno provato a scappare".

Chi erano?
"Un malese, credo, e un'europea. La polizia ha le loro identità: voglio denunciarli. Ho ammirazione per l'Estremo Oriente, ma devono imparare a campa' ".

Diagnosi?
"Frattura e distorsione al piede sinistro, tendine acciaccato. Sono pieno di bozzi. Un mese di prognosi. Dovrò portare ancora un po' questo splendido gambale".

Come reagisce Giurato a un incidente così?
"Mi ha dato una grande carica, più voglia di fare, sfidare gli anni che passano. Soffro un po' il fatto di dover stare fermo ma, alla sensazione minima di depressione, reagisco di brutto. Cerchi di fregarmi, ma ti frego io".

Reagisce sempre così virilmente Giurato?
"Non sempre. La morte di mia madre Concetta quasi mi travolse. Avevo 25 anni. Un maledetto, schifosissimo dottore non riconobbe il tumore al seno. Io ero stato da poco assunto a "Stampa Sera". Per qualche giorno ebbi la tentazione di non tornare più al lavoro".

Come ne sei uscito?
"Devo ancora ringraziare la mia fidanzata di allora, Nicoletta. Era bellissima, assomigliava a Patty Pravo, e mi conosceva bene. "Buttati nel lavoro", mi disse, "Ti salverà".

Com'è finita con Nicoletta?
"Mi conosceva talmente bene che mi ha mollato. Aveva capito che non l'avrei mai sposata".

L'ha capito o gliel'hai detto?
"La tiravo per le lunghe, inventavo un sacco di cavolate".

Avversità professionali?
"Non posso lamentarmi. Ho fatto quello che volevo. Mio padre voleva fare di me un diplomatico come lui, ma io ho sempre saputo che sarei diventato giornalista. Per tre anni mi sono inventato che frequentavo l'università. Cambiavo sempre facoltà e al primo esame mi facevo bocciare...".

Un bugiardo fantasioso.
"Una bugia grave ma indispensabile. C'era in ballo la mia vita. Non m'immaginavo realizzato se non facendo il giornalista".

Come hai cominciato?
"Facevo la nera da giovane cronista. Ero quello che andava a rubare le foto dei defunti nelle case".

Una specie di sciacallo...
"Non potevo sottrarmi. Mi ero fatto una certa fama...".

Una storia?
"Una mignotta sgozzata, estrema periferia di Roma. Partivamo io e il fotografo alle prime luci dell'alba e bussavamo alla porta della vittima. Di solito ci apriva il pappone in mutande e canotta di lana, tutto assonnato. Una belva".

E voi?
"Sempre la stessa storia. "Fellini (ma poteva essere Risi o Rosi) è passato di lì, ha visto la signora e la vuole per il suo nuovo film, ma le serve una foto". Prendevo le foto e me la svignavo".

Un bugiardo matricolato.
"L'unica volta in cui ho avuto paura è stata quando un pappone è venuto a cercarmi al giornale per menarmi. Sono riuscito a scappare da una porta posteriore".

Una vita pericolosa.
"Facevo cose anche più tranquille, recensioni di libri e film".

A proposito del tuo passato di critico te la sei vista brutta anche come ospite dalla Cabello.
"Alludi a Diego Abatantuono? Lui lì ha esagerato, ma poi abbiamo fatto pace".

Ti ha aggredito verbalmente.
"Mi ero ritirato da "Uno Mattina". Simona Ventura m'affidò una rubrica di critica cinematografica a "Quelli che il calcio". Stroncai un film dove c'era Diego come attore. Il film era bruttissimo e non fece una lira. Diego, quel giorno, era ospite del programma, ma io non lo sapevo".

Ci rimase male.
"Talmente male che a distanza di quattro anni mi fece l'agguato dalla Cabello. Mi definì "un pugile suonato". Ma perché? Ti sembro un pugile suonato?".

Tutt'altro. Hai subito il colpo?
"Ma sì, anche perché stimo molto Abatantuono. Si aspettava la mia replica da aggredito, ma ho avuto sangue freddo".

Vi siete più incontrati?
"No, però è stato carino con me recentemente. In un suo trafiletto sul Corriere mi ha inserito tra i personaggi pubblici che spedirebbe su Marte. Se lo senti ringrazialo da parte mia...".

Sei sicuro che va ringraziato?
"Ma certo, mi hanno messo anche la fotina. Ah, digli anche che mia moglie Daniela la pensa come lui. Anche lei mi spedirebbe su Marte".

Abatantuono e pappone a parte, altre aggressioni subite?
"Bettino Craxi, presidente del consiglio, prese in prestito le immagini del film di Fellini, nella conferenza stampa di fine anno, per dire che la nave, il suo governo, andava. Replicai, e forse potevo risparmiarmela, che nel film di Fellini, alla fine, la nave affonda".

E lui?
"A fine trasmissione, mi venne incontro minaccioso e mi disse: "Sei proprio uno stronzo". Poi fece un respiro profondo, come a inghiottire la rabbia, e aggiunse a denti stretti: "Però, hai ragione". Mi fece paura quella volta".

Fedelissimo uomo Rai. Se ti chiamassero Cairo o Berlusconi?
"Magari. Sono legato sentimentalmente alla Rai, ma se ricevessi una proposta
interessante...".

Il tuo apice televisivo.
"Come faccio a non parlare bene di "Domenica In", di "Uno Mattina" o dei miei anni d'inviato al Tg1? Ma i ricordi più belli sono la direzione del Gr1 alla radio e la rassegna stampa notturna. Fu un'idea geniale di Bruno Vespa. Dialogare in diretta con i direttore dei grandi quotidiani".

Fu in quell'occasione che sganciasti la tua prima, memorabile gaffe.
"Se vuoi ti racconto. Dovevo presentare il direttore del "Corriere della Sera", solo che non dissi "Corriere della Sera". Mi uscì fuori, vai a capire perché, "Corriere della sorc...".

Freud saprebbe dire perché.
"Esco dalla cabina e mi viene incontro il caporedattore stravolto: "Ma che hai combinato?". Io non m'ero reso conto di niente".

Non ti hanno cacciato?
"Per mia fortuna, la mattina dopo, Lilli Gruber, nel presentare il servizio della giornalista Tagliafico, se ne uscì con "Tagliafica". Forse l'unica gaffe della sua storia. In qualche modo, i due incidenti si annullarono".

Ti dico la mia hit parade delle tue gaffes?
"Vai pure... Devo dire che, nella maggioranza, accadevano a "Uno Mattina". Mi svegliavo la mattina rincoglionito".

Quando hai accolto con entusiasmo "il signor Tamarro", pilota delle Frecce Tricolori. Solo che si chiamava Tàmaro, accento sulla prima a.
"Questa non me la ricordo, accidenti".

Ci sono prove schiaccianti.
"Beh, in questo caso me ne scuso".

"Quando hai detto "vara la fidanzata", invece che "vara la finanziaria".
"Questa me la ricordo, un incidente".

Il lapsus sul femminile ti perseguita.
"Non c'è dubbio".

"Veronica Berlustioni". Questa è vera o studiata a tavolino?
"Verissima".

Quando hai presentato lo specialista nei tumori "dell'apparato dirigente".
"Questa m'è molto dispiaciuta. Anzi, faccio ammenda attraverso di te".

Fai ammenda pure per il sordomuto in studio da te sollecitato a parlare e ascoltare?
"Lì per lì ero sconvolto, mortificato. Ma lui era di una simpatia rara, fu meraviglioso nel non farmi sentire in colpa".

Quanto ti scoccia prendere atto che a passare di Luca Giurato è il giullare televisivo più del giornalista importante che è stato?
"Sarei più contento se si potesse creare un equilibrio tra le due figure. Apri Google e ci trovi solo le mie gaffes. Modestissimamente, ti pare possibile? Ho fatto il direttore, ho viaggiato come inviato per mezzo mondo, fatto guerre, campagne elettorali. In passato ci restavo male, oggi guardo la cosa con più distacco".

Parliamo di donne. Ne hai avute tante?
"Tantissime".

Hai avuto anche tante partner televisive. Il feeling assoluto?
"Mara Venier. Senza dubbio. Mi fece piacere di proporla a "Domenica In". La vidi al "Cantagiro", m'incantò il suo sorriso. Èra la compagna di Renzo Arbore e, malgrado questo, non fu facilissimo imporla".

Coppia memorabile. Le fratturasti anche una rotula.
"Ma non fu colpa mia, come la stessa adorata Mara ebbe poi modo di confermare".

Hai mai corso il rischio di prenderti una cotta per lei?
"Mai. Sebbene, l'ammirassi anche dal punto di vista fisico. Pensa che la trovo più bella oggi di quando l'ho conosciuta. La prima volta che ci siamo incontrati lei mi abbracciò con grande trasporto. Sembravamo due amanti travolti dalla passione".

Tua moglie?
"Lì per lì, Daniela restò sconcertata. Poi si gettò nelle braccia di Renzo Arbore. Fu l'unica volta che ho visto mia moglie precipitarsi verso un altro uomo".

Ne hai avute di partner avvenenti.
"Un pochino di tentazione sessuale l'ho avuta solo con Livia Azzariti".

Donna algida, molto diversa dalla Venier.
"Quel tipo di donna mi ricordava i miei amori scandinavi. Un pensierino su di lei l'ho fatto. Non è successo niente purtroppo. Erano bellissime anche Roberta Capua e Paola Saluzzi. Per non parlare di Francesca Chillemi, troppo giovane per me".

Concettualmente contrario?
"Potrei fare un'eccezione dai trenta in su. Sotto, dovrebbe trattarsi proprio di una cosa travolgente. Con una ragazza di diciotto anni non ci fai niente, nemmeno con la fantasia. Hai visto a Cannes il fascino intatto di una Sharon Stone o di una Emmanuel Seigner? Anche se non eguagliano la mia prediletta...".

Che sarebbe?
"Michelle Obama. Sono pazzo di lei. Donna bellissima, intelligente. Farei qualsiasi cosa per dichiararmi... Prima o poi ci riuscirò".

La donna come perdizione.
"Due storie nel mio passato, ma non posso fare nomi, oggi sono donne sposate".

Due storie di perdizione e due matrimoni alle spalle.
"Il primo è finito male. Con Gianna, avvocato matrimonialista, mamma di Furio. Ma oggi ho un rapporto bellissimo con lei. Ti dico una cosa fichissima. L'altra sera al ristorante eravamo insieme io, Daniela e Gianna. Una serata stupenda".

Non le inserisci le due mogli nel filone della "perdizione"?
"Sono innamoratissimo di Daniela, come lo sono stato di Gianna, ma la perdizione è un'altra cosa. Significa perdere il controllo dei sensi, rischiare il tutto per tutto pur di conquistare la preda ambita".

Potrebbe capitarti oggi?
"Perchè no? Non lo escludo. Sarebbe dura, perché amo molto Daniela".

Cosa vi tiene insieme?
"Tre cose. Sono innamorato di lei. La stimo da morire".

Terza cosa?
"Un quesito irrisolto. Come fa lei, una donna straordinaria, ad aver sposato un bischero come me?".

Come fa?
"Non lo so, ho paura della risposta".

State insieme da più di vent'anni. Niente figli.
"Non sono venuti. Siamo sempre stati molto impegnati e poi lei è una donna che si sente realizzata nel lavoro".

Idee chiare in politica?
"Sono un vecchio liberal stile americano. Ho votato Marino al ballottaggio per il sindaco di Roma. Alemanno ha fatto male. Roma è in condizioni pietose".

Gli italiani non sanno più dove andare a parare.
"In milioni pensavano ingenuamente di aver trovato in Grillo la novità".

E invece?
"Grillo e soci non sono riusciti in tre mesi a formulare una proposta concreta. Dovevano appoggiare Bersani, mettersi in gioco. Come si fa oggi a pensare di dargli il voto?".

Grillo accusa gli italiani di non saper votare.
"Pietoso. Il culmine del ridicolo. Fa coppia con Alemanno quando dice che ha perso perchè c'era il derby".

Berlusconi insiste.
"Non vedo come potrebbe sopravvivere il Partito delle Libertà senza di lui".

Anche il tuo maestro Vespa insiste.
"Vespa è sempre il migliore, lunga vita a lui. Cita, ricorda, memorizza tutto. La concorrenza non l'ha mai messo in difficoltà".

Chi insiste e farebbe invece bene a desistere?
"Una che sta mostrando la corda è Paolo Bonolis. Gli farebbe bene un anno sabbatico. Non mi diverto più come prima a seguirlo".

Un talento abbagliante.
"Con piacere pazzesco dico Laura Chimenti, la conduttrice del Tg. Ha cominciato con me, poco più che adolescente, già allora di una caparbietà e bellezza sconvolgenti. È la figlia che non ho avuto".

Hai avuto più o meno di 500 donne?
(fa l'imitazione di Gianni Agnelli) "L'Avvocato un giorno mi disse: "Gli uomini si dividono in due categorie, quelli che parlano di donne e quelli che parlano con le donne". Fai tu...".

 

 

 

LUCA GIURATO E UN AMICA DA NOVELLALUCA GIURATO LUCA GIURATO LUCA GIURATO LUCA GIURATO BACIA LA TETTONALuca Giurato - Copyright Pizziibia04 luca giurato ballantini valentinofeb06 luca giuratooli11 luca giuratoz10 luca giuratoibia05 luca giurato ballantini valentinogrbe31 lilli gruber luca giuratomtt24 luca giuratomtt33 luca giuratocnz03 luca giuratoz22 luca giurato renato balestraMARA VENIER Livia Azzariti vespa bruno bonolis foto mezzelani gmt DANIELA VERGARA DIEGO ABATANTUONO jpegbettino craxi simona ventura alessandro bonan cielo che gol BILD GRILLO E BERLUSCONI ACCUSATI DI ESSERE POLITICI CLOWN IN GRADO DI DISTRUGGERE LEURO

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