GIORNALI DI PARTITO ONLINE: OVVERO NOTIZIE FRESCHISSIME DI UN ANNO PRIMA

Silvia Cerami per "l'Espresso"

Chi è interessato alle notizie dell'ultim'ora, aggiornate però a una settimana fa, può andare in Rete e visitare il sito "Il Socialista Lab". Se volete invece appassionarvi a inchieste lunghe ben dieci righe, nulla di meglio del quotidiano on line dell'ex sottosegretario pidiellino Giampiero Catone, "la Discussione".

Testate ignote o semisconosciute, articoli che nessuno commenta e chissà se qualcuno legge. Il giornale virtuale, quello solo online, è infatti l'ultimo approdo della stampa di partito, la via per continuare a ricevere il fiume di denaro pubblico che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio eroga a fondo perduto.

In tempi di crisi, del resto, la torta da spartire si è ridotta a 95 milioni e, dopo gli scandali di Valter Lavitola e le truffe legalizzate da regole illogiche, s'è apparentemente imposto un po' di rigore: addio al finanziamento che premiava chi più spendeva, anche per finta, ora è tempo di "rimborso", benché i partiti come noto abbiano già quello elettorale.

Così le piccole lobby ad personam pagate da tutti, si sono subito attivate: e se c'è chi ha deciso, come "Europa", il quotidiano sopravvissuto alla sfiorita Margherita, di mantenere anche la versione cartacea con metà dei costi coperti, altri hanno preferito la sola versione digitale, che costa molto meno (specie se si aggiornano poco i contenuti) e garantisce rimborsi al 70 per cento per due anni. Più, in caso di vendita del quotidiano via Internet, altri dieci centesimi a copia da incassare.

Quotidiani con obiettivi ardui, come quello di raggiungere «una sintesi efficace tra i principi del cristianesimo democratico e del liberalismo», del deputato Udc, ex Forza Italia, Ferdinando Adornato. "Cronache di Liberal" sbarca online la scorsa estate, ma nonostante gli aiuti, la crisi incombe. Il 23 marzo campeggia sull'homepage il commiato dell'editore: «Non ce l'abbiamo fatta. La crisi dell'editoria e il calo dei contributi rendono impossibile la tenuta di un'impresa come la nostra».

Oltre due milioni di euro di finanziamenti all'anno, scesi a un milione e 650 mila nel 2011, non sono sufficienti. Adornato, entrato per un soffio alla Camera e ora segretario d'aula per Scelta Civica, è di poche parole: «Che vuole sapere? C'è un commissario liquidatore, se hai debiti su debiti lo impone il codice civile». Nulla da dire nemmeno sul fatto che la Procura di Roma l'abbia indagato per truffa aggravata proprio per i conti non corretti del suo giornale.

Silenzio assoluto anche sul caso "Risk", rivista che si occupa di geopolitica e difesa, legata ad ambienti militari e a Finmeccanica. Le due testate hanno la sede nello stesso palazzo, le redazioni sono collegate da una scala a chiocciola interna e il deputato di Polistena è stato presidente di Filadelfia, la cooperativa giornalistica che edita la rivista. Anche "Risk" prende un contributo pubblico: la legge però vieta a uno stesso soggetto di riceverlo tramite due società diverse, e così l'Agcom, l'autorità che vigila sulle comunicazioni, potrebbe chiederne la restituzione. Ma Adornato è fiducioso sul futuro, tanto che non esclude di «aprire qualcos'altro».

Al digitale è approdata anche "Democrazia Cristiana" di Gianfranco Rotondi, edita dalla editrice Balena Bianca. Sede ad Avellino, città natale dell'ex ministro, incassa ogni anno un assegno da quasi 200 mila euro. Sul sito, in primo piano, campeggia il titolo "Papa Francesco e il trionfo della storia millenaria della Chiesa Cattolica".

Di spalla: "19 anni fa prima vittoria di Berlusconi, altro che fenomeno passeggero". Insomma, da marzo, le notizie non si aggiornano più e, dopo la nostra richiesta di chiarimenti, hanno preferito apporre sull'homepage un lucchetto: "Chiusi, ci dispiace". A quanto pare gli indennizzi per l'avvio dell'impresa non bastano o forse conta una modifica dello scorso marzo: saranno pagati solo i costi sostenuti e documentati.

C'è poi Stefano Caldoro, governatore della Campania e direttore politico de "Il Socialista Lab". Redazione a due passi da Montecitorio e un milione di euro ricevuti negli ultimi tre anni. Ultima versione su carta nel luglio 2012, titolo senza tempo "Riforma elettorale ancora lontana". Da allora tutto informatizzato. Notizie del giorno con cadenza mensile e brevi articoli pubblicati dall'anonima redazione.

Il portavoce di Caldoro risponde piccato alle richieste di chiarimento: «Lei vuole fare solo cose scandalistiche. Sapere costi, vendite». Già, lo scandalo di avere informazioni su un giornale pagato da tutti noi. «Ma abbiamo richiesto l'interruzione dei contributi da quando siamo entrati in Regione nel 2010 e poi è un blog». Un blog dove figura nella testata "quotidiano del nuovo Psi"? «C'è un errore, la ringrazio per la segnalazione». Un semplice blog che non prende più finanziamenti pubblici, quello di Caldoro? Al Dipartimento per l'Editoria non risulta alcuna comunicazione di rinuncia.

Diversa, naturalmente è la storia di "Liberazione", giornale del Partito della Rifondazione Comunista, 68 milioni di contributi dal 2003 al 2011 e meno di due mila copie effettive: così è arrivato a chiudere e mettere in cassa integrazione una ventina di dipendenti che hanno persino occupato per mesi la redazione.

Da gennaio il ritorno solo sul Web, con notizie in tempo reale, ma a pagamento: 50 centesimi ad articolo, anche le notizie sui congressi e persino lo streaming della direzione del partito, trasmesso gratuitamente da Radio Radicale. A Rifondazione speravano nei rimborsi al partito in caso di ritorno in Parlamento, ma il treno di Rivoluzione Civile non ha funzionato e a "Liberazione" sono fermi lì.

A proposito, se avere un partito serve per avere un giornale pagato dallo Stato, ora è diventato utile anche per offrire ricovero ai politici non eletti. Al "Secolo d'Italia", da inizio anno anche lui solo in versione online, sta oggi l'inviato parlamentare Italo Bocchino. Tremila euro al mese e, per ora, non risulta nemmeno una riga scritta.

L'ex braccio destro di Gianfranco Fini, onorevole dal lontano 1996, faceva il giornalista da prima di entrare in politica: aveva iniziato al "Roma"di Giuseppe Tatarella, per poi sostituirlo come editore con vicende avverse, dalla questione della Finbroker, finanziaria sammarinese impegnata nell'affaire Telekom Serbia che nel 2001 versò al quotidiano più di due miliardi per risanare i conti, al più recente sequestro di contributi pubblici per aver aggirato le norme sull'editoria.

Anche Giampiero Catone, si diceva, dopo la mancata rielezione, ha deciso di puntare sull'editoria in Rete. Il segretario di Intesa Popolare, già Pdl, poi Fli e quindi di nuovo Pdl, è il direttore politico de "La Discussione", oltre 5 milioni e mezzo di contributo negli ultimi tre anni e qualche guaio giudiziario, compresa una condanna per licenziamento ritorsivo perché pur di costringere un dipendente ad accettare la buonuscita ha pensato di togliere il lavoro anche alla sua convivente.

Lo scorso ottobre vantava «tirature da 50 a 70 mila e vendite che superano il 30 per cento», ma dopo pochi mesi, nonostante i mega cartelloni promozionali occupati poi da Intesa Popolare e mai pagati ai fornitori, ha deciso di cessare le pubblicazioni cartacee, dimenticandosi di pagare un po' di stipendi. Nessun problema, da un mese è online. Una decina di mini articoli al giorno, ma i contributi più corposi sono i comunicati stampa, come quello dell'Assofertilizzanti, pubblicati nella loro interezza, contatti degli uffici stampa compresi.

Per Catone è tutta colpa dei tagli ai finanziamenti, del resto «in un mese già abbiamo 20 mila visite e poi quante aziende sono in grado di mantenersi senza aiuti dello Stato?». Tanto vale sostenere il costo del virtuale che nessuno legge. Che importa se, senza scomodare il blog di Beppe Grillo, un sito locale "vero" come "Varesenews" ha una media di oltre 50 mila utenti unici al giorno.

 

 

SOCIALISTA LAB DI CALDORO HOME PAGE DI RISK LA DISCUSSIONE DI GIAMPIERO CATONE FERDINANDO ADORNATO GIANFRANCO ROTONDI Giampiero CatoneStefano Caldoro Italo Bocchino Maurizio Scaparri Fabrizio Tatarella e Giuseppe Scopelliti - Copyright Pizzi

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…