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IL CINEMA DEI GIUSTI - SONO GIÀ TUTTI PAZZI PER ''DEADPOOL'', SUPEREROE PAROLACCIARO E PANSEX, PENETRABILE DALLE PALLOTTOLE E DAL DILDO - LA STORIA È NIENTE DE CHE, MA È LA REGIA A ESSERE TOTALMENTE INNOVATIVA - TIM MILLER È UN GENIO DELL'ANIMAZIONE, E TRASFORMA UN MODESTO FILM IN UN VERO FUMETTO ANIMATO PIENO DI BATTUTE

Marco Giusti per Dagospia

 

frame da deadpoolframe da deadpool

Deadpool di Tim Miller

 

Lo so, sono già tutti pazzi per Deadpool, il supereroe Marvel non solo vietato (in America), parolacciaro e pansessuale, pazzo per i mobili Ikea, che nei primi minuti di film rivela di essere penetrabile analmente dalle pallottole e dal dildo della fidanzata con tutta tranquillità. Tanto è un supereroe.

 

deadpool e la tuta zentaideadpool e la tuta zentai

E non vorrei stupirvi con gli incassi incredibili che il film, Deadpool, appunto, diretto da Tim Miller alla sua opera prima, ha fatto in quattro giorni in America, 160 milioni di dollari quando se ne aspettavano al massimo 65, e altrettanti nel resto del mondo dove è uscito (in Russia è andato meglio dell’ultimo Star Wars), stracciando il poro Zoolander 2 come un vecchiume di venti anni prima.

 

deadpool commedia con eroe pansessualedeadpool commedia con eroe pansessuale

Uscendo inoltre il giorno di San Valentino, alla fine è anche un film romantico per coppie. No. L’aspetto che ritengo più interessante del film, scritto con grande verve da Rhett Reese e Paul Wernick proprio come un fumetto, pieno di battute scorrette e divertenti, non è tanto la costruzione queer del supereroe, quanto la regia di Tim Miller, totalmente innovativa, e la struttura del racconto della prima parte del film.

 

deadpool a sa valentinodeadpool a sa valentino

Miller è una specie di genio dell’animazione, già candidato all’Oscar con un corto qualche anno fa, Gopher Broke,  già dentro il mondo dei supereroi e del cinema con i suoi titoli per Thor: The Dark World e The Girl With The Dragon Tattoo, fondatore dello studio Blur e autore di una incredibile sequenza animata e censurata per i giochi di Justice League. Credo che sia Miller a portare nel film una sorta di linguaggio totalmente diverso nel genere dei supereroi, un po’ come fece l’anno scorso per la space opera James Gunn con I guardiani della Galassia.

 

Certo, c’è il politicamente scorretto, la spinta verso una sessualità molto allargata che non può che piacere a un pubblico giovane che già la pratica allegramente alla faccia di Lupi, ma Miller inserisce piccole animazioni un po’ in tutto il film e il suo stesso eroe Deadpool, quando è mascherato e non è più Wade Wilson con la bella faccia di Ryan Reynolds, è un puro cartone animato. Ma quello che mi ha stupito di più è lo stravolgimento narrativo della prima parte del film. La storia, diciamo, è niente de che.

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La costruzione a tavolino di un supereroe. Il povero Wade Wilson, eroe di guerra, fidanzato con la bella Vanessa di Morena Baccarin (la ricordate in Homeland?) scopre di avere metastasi in tutto il corpo (a lei che gli dice che ci si può convivere, Wade rispondo con un “Giusto. Ho il cancro solo nel fegato, i polmoni, la prostata e nel cervello. Tutte cose zenza le quali si vive lo stesso”). Lo chiama El cancer, in spagnolo. Così, quando viene un tizio che gli propone una cura bomba che lo salverà e lo trasformerà in supereroe, che fa? La prova. Solo che finisce nelle mani di un medico pazzo, Ajax, certo ed Skrein e della sua forzuta assistente Angel Dust, cioè Gina Carrano, favolosa.

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Loro, in realtà, vogliono farne una specie di zombi forzuti da vendere sul mercato. Ma come diventa dotato di superpoteri, per quanto orribilmente sfigurato, “sembra la faccia di Freddy Kruger su una cartina topografica dello Yuta”, Wade, diventato Deadpool, cerca la sua vendetta contro il duo e sogna di recuperare la fidanzata che lo crede morto. Solo che tutta questa storia è raccontata partendo dai titoli di testa che mostrano Deadpool su una sopraelevata alle prese con dei cattivi, schivando pallottole e menando.

 

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Poi mentre affronta il suo nemico arcinemico Francis e arrivano a dargli manforte due X-Men tra i meno gettonati, Colossus, un gigante con la voce di Stefan Kapicic, e una ragazzina torcia umana che somiglia a Arisa, la Earhead di Brianna Hildebrand, già star lesbo del piccolo film che si è prodotto First Girl I Loved. In realtà Miller, ricostruisce tutto il racconto all’interno delle sue inquadrature iniziali, con continui flashback che non ci stupiscono per quel che raccontano, quanto per la continua invenzione visiva. E, ovviamente, per il continuo parlare del suo eroe Deadpool che ci tiene sempre su di giri.

DEADPOOL GAMEDEADPOOL GAME

 

Quello che sulla carta era un modesto film di supereroi, diventa così un vero fumetto animato pieno di battute e situazioni assurde che ci nasconde il niente de che del soggetto, il fumetto originale Marvel è firmato da Fabian Nicieza e Robert Liefeld. Certo, Miller ci infila la musica dei Wham! e la fantastica “Shoop” dei Salt’n’pepa, ci mostra un grandioso dialogo sui mobili Ikea tra Deadpool e la sua coinquilina vecchia, cieca e nera che cerca di costruire una scarpiera. La storia d’amore tra Wade e Vanessa è tutta giocato sul sesso e sul parlar veloce che ha fatto impazzire i ragazzetti americani.

 

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E anche l’amicizia con la nonnina nera che scorreggia alla Bombolo nel loro appartamento o con il tassinaro bangla che si vuole vendicare del suo rivale in amore più bello e affascinante. Deadpool affronta problemi di tutti i giorni, anche i più modesti, con una voglia di vivere e un divertimento invidiabile che spedisce i due eroi di Zoolander 2 nel mondo polverosi del secolo scorso.

 

deadpool pansessualedeadpool pansessuale

E ci dice che l’unico modo per sconfiggere la povertà, la violenza, la convivenza, la malattia è quello di sentirsi un supereroe sempre , anche nella vita di tutti i giorni chiusi col tassinaro bangla che ti parla dei suoi problemi. Delizioso. Ovviamente il finalone è tutto botte tra supereroi. In sala da giovedì 18 febbraio.   

 

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