GRILLO, COMMEDIANTE O POLITICANTE? DOMANDA SBAGLIATA, È LA RETE CHE STA CAMBIANDO LA POLITICA - LA FILOSOFIA DI GOOGLE: FA ‘VOTARE’ MILIONI DI PERSONE OGNI GIORNO SU QUALCHE ARGOMENTO. E DIETRO I BIG DATA SI PROFILA L’INCUBO O IL PARADISO DEL FUTURO

Marzio Breda per "Il Corriere della Sera"

Quando stava per lasciare il Quirinale, Francesco Cossiga confessò il senso della sua ultima, ruggente stagione al vertice della Repubblica. «In un Paese normale se un capo dello Stato facesse quello che faccio io l'avrebbero mandato al diavolo in cinque minuti. I miei atteggiamenti da matto erano voluti. Siamo nella società dello spettacolo, no? Ho fatto così per bucare il video».

Spiegò dunque di essersi assegnato «il ruolo del fool del teatro elisabettiano», fingendosi pazzo per smascherare verità occultate e lanciare una profezia della catastrofe che avrebbe dovuto imporre un cambiamento generale. Insomma: aveva vestito i panni dell'attore per fare politica. Vent'anni dopo lo schema si ripete, a parti invertite. Stavolta è un attore a utilizzare le risorse del mestiere per farsi politico.

Lo ha in un certo modo anticipato a metà della propria parabola: «Non sono più un comico, sono uno psicopatico, urlo, mi sfogo e mi danno i soldi» (prima quelli e poi i voti). Pure lui è divenuto una «bocca della verità», per scuotere la gente, scardinare il sistema e vaticinare un'Italia nuova. E, come accadde al «picconatore», divide il Paese.

È una storia con diversi precedenti, quella di Beppe Grillo, l'animale da palcoscenico che ha creato un movimento scelto alle urne da otto milioni di cittadini. Infatti, la capacità di conquistare spazio pubblico e potere utilizzando drammaturgie più o meno innovative, è una costante della politica.

Se è scontato pensare al Mussolini mattatore-regista-tribuno, che ipnotizzava le folle attingendo anche alla retorica del teatro futurista, un caso di scuola ci richiama a Guglielmo Giannini, sceneggiatore e commediografo che inventò il «Fronte dell'Uomo Qualunque», esploso come quinto partito nelle elezioni del 1946 con lo slogan «non ci rompete più le scatole», variante meno sguaiata del «vaffa...» grillino.

La fiammata si spense presto, ma allarmò l'establishment. Chi cerca avventure analoghe può andare più indietro nel tempo. I due mondi storicamente si tengono. Lo si è visto in un paio di rivoluzioni: quella francese del 1789 e quella russa del 1917, durante le quali molti teatranti furono decisivi nella spinta a sovvertire l'ordine costituito, diventando politici professionali.

Oggi sarebbe temerario dire in che misura Grillo sia associabile a esempi simili. Di sicuro, però, nella crisi della democrazia, il suo populismo digitale va tenuto sotto osservazione. Perché il percorso che ha imboccato nella società e nei media delinea un «teatro di guerra». Oggi c'è uno strumento in più, prezioso, per analizzare il fenomeno, ed è il saggio Comico & politico (Raffaello Cortina Editore, pp. 250, e 15), scritto da Oliviero Ponte di Pino, attivo nell'editoria, docente universitario e studioso del teatro.

Grillo, spiega nel suo scavo parallelo Ponte di Pino, dispone di qualità tipiche del grande attore: sa entrare in sintonia con le ansie segrete del pubblico ed è abile nel gestire gli stati d'animo, «plasmando la realtà in materia spettacolare ad alta temperatura emotiva». Dal collega francese Coluche («smetterò di fare politica solo quando i politici smetteranno di farci ridere»), conosciuto nell'85 sul set di un film, sembra aver imparato a fare della satira la più distruttiva delle armi. Già nelle sue prime apparizioni in tv risuonano echi da agitatore, che mira alla tabula rasa dei partiti.

Non erano comizi. Performance «eretiche», piuttosto. Come la battuta sul viaggio di Craxi in Cina - «ma se qui sono tutti socialisti, a chi rubano?» - che gli costò un «esilio catodico» dal quale è uscita rafforzata la sua vis polemica.
Poi, per scatti successivi, ricostruiti con efficacia nel libro, la svolta verso la politica. Il comico la matura su circuiti alternativi alla Tv, «mettendo a punto il proprio dispositivo ideologico e spettacolare» grazie anche a un costante lavoro di documentazione dietro le quinte.

Si trasforma da vendicatore degli scandali della casta denunciati dai vari Gabibbi (Ricci è stato autore dei suoi testi) e da Stella, Rizzo e Travaglio, e fin dai primi anni Novanta i giornali parlano di un «partito del Grillo», che va all'incasso di quegli umori. Ormai «la dimensione teatrale aveva incontrato quella politica» e l'incontro con l'esperto di strategie comunicative e della rete Gian Roberto Casaleggio completa la metamorfosi.
E qui si aprono le incognite con cui l'Italia dovrà fare i conti. Dopo le elezioni del 2013 è stato detto che «non è normale un Paese dove un guitto prende tutti quei voti». Certo, non è normale.

Ma quella sentenza riflette lo choc di chi rinuncia a capire e spera che l'incubo svanisca in pochi mesi, come fu per i girotondi. Sbagliato. Non a caso il settimanale americano «New Yorker » aveva notato la novità fin dal 2008, indicando Grillo come «the italian version of Michael Moore», mentre l'ambasciata Usa a Roma, dopo il successo dei «vaffa-day», aveva invitato l'attore-politico a pranzo per valutarne gli apocalittici presagi. Lo presero sul serio, quindi. Adesso, dopo che il Movimento 5 Stelle si è consolidato (pur tra le ambiguità di una gestione personalistica e radicaleggiante), i nodi da sciogliere sono complessi. Ponte di Pino li ha esplorati in profondità.

Hanno a che fare con il principio di rappresentanza tradizionalmente inteso e, attraverso l'avvento dei meet-up, con nuove forme di democrazia partecipata. La rete sta cambiando la politica. Si pretenderebbe di modificare il sistema imponendo la filosofia di Google, che fa «votare» milioni di persone ogni giorno su qualche argomento. E, in una società sempre più esposta a suggestioni e manipolazioni, dietro i Big Data si profila forse l'incubo del futuro.

 

 

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea index grillo casaleggio OLIVIERO PONTE DI PINO - COMICO E POLITICO - LIBRO SU BEPPE GRILLO

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…