JOLIE DE VIVRE - LA GUERRA AL CANCRO DI ANGELINA: “HO PERSO MIA MADRE, MIA NONNA E MIA ZIA DI TUMORE. È STATA MOLTO DURA. SONO ENTRATA IN MENOPAUSA MA I MIEI FIGLI NON DOVRANNO MAI DIRE: MAMMA É MORTA DI CANCRO ALLE OVAIE”

1.LA GUERRA AL CANCRO DI ANGELINA JOLIE: DOPO IL SENO ASPORTATE LE OVAIE

ANGELINA JOLIE E PAPA FRANCESCO BERGOGLIOANGELINA JOLIE E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

«Non è facile prendere alcune decisioni. Ma è possibile mantenere il controllo di se stessi e affrontare qualunque potenziale problema di salute». In questo modo Angelina Jolie Pitt conclude il suo «Diary of a Surgery» - Diario di un intervento chirurgico - cronaca introspettiva della nuova operazione a cui si è sottoposta per prevenire il rischio di un cancro alle ovaie.

 

Un racconto schietto e drammatico, affidato alla pagina degli «op-ed», gli editoriali del «New York Times», con il quale la star hollywoodiana - e inviata speciale delle Nazioni Unite per i rifugiati - ha voluto rendere pubblica, ancora una volta, la sua esperienza e farne patrimonio condiviso con tutte le donne potenzialmente esposte alla stessa malattia. «Due anni fa ho scritto, raccontando la mia scelta di sottopormi a un’operazione preventiva di doppia mastectomia - spiega Jolie -. Una semplice analisi del sangue aveva rivelato una mutazione nel gene Brca1». Un’anomalia che le conferiva l’87% di possibilità di ammalarsi di cancro al seno e il 50% di cancro alle ovaie.

Sul «New York Times»

angelina jolie incontra le vittime dell'isis 4angelina jolie incontra le vittime dell'isis 4

«Io ho perso mia madre, mia nonna e mia zia di tumore», ricorda la moglie di Brad Pitt, spiegando il motivo per il quale si era sottoposta all’intervento. Lo stesso che ora l’ha spinta a ricorrere nuovamente alla chirurgia per farsi asportare tube e ovaie. «Era una cosa a cui pensavo da tempo - racconta l’attrice -. E’ un’operazione meno complessa della mastectomia, ma i suoi effetti sono assai più seri, visto che costringe la donna ad una menopausa anticipata».

 

Conseguenza per la quale Angelina si è preparata grazie a una serie di consultazioni con specialisti e psicologi, seppur con la convinzione di avere del tempo prima di sottoporsi nuovamente a un intervento. Convinzione che è iniziata a venir meno in seguito a nuovi esami del sangue, che hanno rivelato alti livelli di alcuni «marker infiammatori», e che potrebbero essere un primo segno della presenza di un tumore. Test successivi, poi, hanno escluso la presenza di tumori, ma il medico, vista la storia clinica della famiglia della Jolie, le ha consigliato di sottoporsi all’intervento.
 

Madre di sei bambini

angelina jolie incontra le vittime dell'isis 6angelina jolie incontra le vittime dell'isis 6

«Ho provato quello che, immagino, migliaia di donne hanno provato. - racconta - Mi sono detta di mantenere la calma, di essere forte, e che non c’erano motivi di pensare di non vivere abbastanza per vedere i miei figli crescere e assistere alla nascita dei miei nipoti».

 

L’attrice, mamma di sei bambini, tre dei quali figli naturali, racconta come in quei momenti è straordinaria la chiarezza con la quale si capisce «cosa conta, quello per cui si vive». E proprio mentre il marito Brad Pitt tornava da lei con il primo volo dalla Francia, Angelina si sottoponeva a tutti i controlli preparatori. «I dottori mi dicevano che mi sarei dovuta sottoporre a un intervento preventivo almeno 10 anni prima dell’età in cui un membro della mia famiglia si era ammalato di cancro alle ovaie - prosegue Angelina -. A mia mamma fu diagnosticato a 49 anni, io ne ho 39». I medici erano concordi nel ritenere che la migliore opzione, proprio per i precedenti familiari della donna, fosse rimuovere tube e ovaie. «La scorsa settimana mi sono sottoposta all’intervento: c’era un piccolo tumore benigno in una delle ovaie, nessun segno di cancro nei tessuti».
 

Drammi di altre donne

brad pitt e famiglia alla prima del film di angelina joliebrad pitt e famiglia alla prima del film di angelina jolie

Ed ora, per Jolie, inizia forse la fase più dura. «Sono entrata in menopausa, non posso avere più figli, e mi aspetto cambiamenti del mio fisico, ma sono pronta ad accettarli, non perché sono forte, ma perché fa parte della vita, non c’è nulla di cui avere paura». Il pensiero di Angelina va a quelle donne che si sono trovate nella sua stessa situazione in età più giovane, a volte prima di avere avuto dei figli: «Per loro è più difficile».
E ciò che le conferisce più forza in questo suo percorso drammatico e coraggioso è pensare che i suoi figli non diranno mai «mamma è morta per un cancro alle ovaie».

 

2. I GENI MI PREDICEVANO UN TUMORE E COSì HO TOLTO ANCHE LE OVAIE - ALLE DONNE DICO: SAPERE è POTERE

Angelina Jolie Pitt per “The New York Times” pubblicato da “la Repubblica”

 

la jolie sexy per marcel indikla jolie sexy per marcel indik

DUE anni fa ho scritto in merito alla mia scelta di sottopormi a una mastectomia preventiva bilaterale. Un semplice esame del sangue aveva rivelato che sono portatrice di una mutazione nel gene Brca1 (responsabile della neoplasia della mammella e dell’ovaio, ndt), e aveva calcolato che io avessi l’87 per cento di possibilità di sviluppare un tumore al seno e il 50 per cento di possibilità di sviluppare un tumore alle ovaie. A causa del cancro ho perso mia madre, mia nonna e mia zia.

 

Ho voluto che altre donne a rischio conoscessero le opzioni a loro disposizione e ho promesso che avrei fornito aggiornamenti relativi a qualsiasi informazione utile, compresa la mia successiva operazione di chirurgia preventiva per asportare le ovaie e le tube di Falloppio.

 

la jolie posa in abito nerola jolie posa in abito nero

Era da qualche tempo che l’avevo in programma. Di per sé l’intervento è meno complicato rispetto a una mastectomia, ma le sue conseguenze sono più gravi. L’operazione infatti induce la menopausa. Ho quindi deciso di prepararmi fisicamente ed emotivamente, discutendo delle varie opzioni possibili con i vari medici, cercando soluzioni nella medicina alternativa e facendo eseguire una mappatura ormonale per individuare la terapia estrogenica o progestinica sostitutiva più opportuna. Avevo la sensazione, in ogni caso, di avere ancora parecchi mesi davanti prima che fosse necessario fissare la data dell’intervento.

 

Due settimane fa, invece, ho ricevuto una telefonata dal mio medico curante che mi ha informato del risultato delle analisi del sangue. «Il valore del tuo CA-125 è normale», ha detto. Ho tirato un sospiro di sollievo: con tale analisi, che misura la quantità di proteina CA-125 in circolo nel sangue, si tiene sotto controllo l’insorgenza di un tumore alle ovaie. Mi sottopongo a quest’analisi tutti gli anni, proprio a causa della mia anamnesi familiare.

la jolie lecca le manettela jolie lecca le manette

Il mio medico, però, aveva altro da dirmi: «Molti marker infiammatori hanno valori elevati. Nel complesso, potrebbero segnalare un cancro nelle prime fasi». Ho trattenuto il respiro. «L’esame del CA-125 ha una percentuale di mancata individuazione del cancro ovarico in fase iniziale stimabile tra il 50 e il 75 per cento», ha detto. Voleva che vedessi immediatamente il chirurgo per un controllo alle ovaie.

 

Sono passata attraverso quello che immagino vivano e provino migliaia di altre donne. Mi sono imposta di restare calma, di essere forte, di pensare che non c’era motivo per cui dovessi temere di non vivere abbastanza a lungo da veder crescere i miei figli o conoscere i miei nipotini.

 

Ho telefonato a mio marito in Francia, e nel giro di poche ore aveva già preso un aereo. Il bello di questi momenti della vita è che in essi c’è una grande nitidezza: sai qual è lo scopo della tua vita e che cosa conta davvero, che cosa la guida e che cosa le infonde pace.

 

la jolie in topless venti anni fala jolie in topless venti anni fa

Quel giorno stesso sono andata a farmi visitare dalla chirurga che aveva avuto in cura mia madre. L’ultima volta che l’avevo incontrata era il giorno in cui mia madre morì. Non appena mi ha vista, profondamente commossa ha esclamato: «Le assomigli proprio». Sono crollata anch’io. Poi, però, abbiamo sorriso e concordato sul fatto che eravamo lì per occuparci di un problema. «Forza, facciamo quello che dobbiamo fare».

 

la jolie dark ladyla jolie dark lady

Dalla visita e dall’ecografia non è risultato nulla di preoccupante. Mi sono sentita rincuorata dal fatto che, se anche si trattava di cancro, molto probabilmente era nelle prime fasi. Se nel mio corpo c’era dell’altro, l’avrei saputo entro cinque giorni. Ho trascorso quei cinque giorni in una sorta di annebbiamento mentale, assistendo alla partita di calcio dei miei figli, facendo il massimo per restare tranquilla e concentrata.

 

È arrivato il giorno dei risultati dei test: la PET/CT sembrava chiara e il test tumorale era negativo. Mi sono sentita invadere dalla felicità, anche se il tracciante radioattivo assorbito mi ha impedito di abbracciare i miei figli per alcuni giorni. La possibilità di avere un cancro in fase iniziale sussisteva, ma era decisamente meno grave rispetto a un caso di tumore conclamato. Con mio grande sollievo, avevo ancora la possibilità di sottopormi all’asportazione chirurgica delle ovaie e delle tube di Falloppio, e così ho scelto di fare.

 

angelina jolie oggiangelina jolie oggi

Non l’ho fatto soltanto perché sono portatrice della mutazione del gene Brca1, e voglio che le altre donne lo sappiano. Un test Brca positivo non significa inevitabilmente dover correre dal chirurgo. Ho ascoltato il parere di molti medici, chirurghi e naturopati. Altre opzioni esistono. Alcune donne preferiscono assumere la pillola anticoncezionale o affidarsi alle medicine alternative abbinandole a frequenti visite di controllo. Esiste più di un modo per affrontare un problema di salute, quale esso sia. La cosa più importante è conoscere le varie opzioni a disposizione e scegliere quella che si ritiene più giusta per sé.

 

Nel mio caso, gli specialisti di medicina orientale e occidentale che ho consultato si sono detti concordi: rimuovere le tube e le ovaie era l’opzione preferibile perché, oltre al fatto di essere portatrice del gene Brca, tre donne della mia famiglia sono morte di cancro. I medici hanno anche specificato che mi sarei dovuta sottoporre a un intervento di chirurgia preventiva circa dieci anni prima rispetto all’età alla quale il cancro si era manifestato per la prima volta in una mia parente. A mia madre è stato diagnosticato il cancro ovarico quando aveva 49 anni. Io ora ne ho 39.

angelina jolie a diciannove anniangelina jolie a diciannove anni

 

La settimana scorsa mi sono sottoposta all’intervento di ovaro-salpingectomia bilaterale in laparoscopia. In un ovaio c’era un piccolo tumore benigno, ma nessun segno di cancro in nessun tessuto. Ora indosso un piccolo cerotto trasparente contenente estrogeni bio-identici e mi è stata impiantata una spirale intrauterina che rilascia progesterone e che mi aiuterà non solo a mantenere l’equilibrio ormonale ma, cosa ancora più importante, a prevenire il cancro all’utero. Ho scelto di conservare l’utero perché il cancro all’utero non rientra nella mia anamnesi familiare.

 

angelina jolieangelina jolie

È impossibile azzerare ogni rischio, e dunque io resto esposta al tumore. Cercherò rimedi naturali per rafforzare il mio sistema immunitario. Mi sento donna, una donna che con i piedi per terra ha preso decisioni che riguardano tanto lei quanto la sua famiglia. So che i miei figli non dovranno mai dire: «Mamma è morta di cancro alle ovaie». Indipendentemente dalla terapia ormonale sostitutiva alla quale mi sto sottoponendo, adesso sono in menopausa. Non potrò avere altri figli e mi aspetto di andare incontro anche a qualche cambiamento fisico, ma mi adeguerò a tutto ciò che mi accadrà, non perché io sia forte, ma perché questa è la vita. Non c’è nulla da temere. Provo una profonda vicinanza per le donne per le quali questo momento arriva troppo presto nel corso della vita, prima che abbiano avuto figli. La loro situazione è di gran lunga più difficile della mia. Ho svolto ricerche in proposito e ho scoperto che esiste la possibilità di rimuovere le tube di Falloppio mantenendo però le ovaie e preservando quindi la capacità di avere figli e non entrare in menopausa. Spero che ne siano consapevoli.

 

angelina jolie col trucco sbagliatoangelina jolie col trucco sbagliato

Non è facile prendere questo tipi di decisioni. Tuttavia, è possibile assumere il controllo e affrontare di petto e in prima persona qualsiasi situazione che riguarda la nostra salute, raccogliendo pareri e valutando le varie opzioni disponibili che più si adattano a noi. Sapere è potere. Traduzione di Anna Bissanti © 2-015, The New York Times

 

3. QUEI TEST SONO UN CAMPANELLO D’ALLARME SERIO, GIUSTO OPERARSI

Elena Dusi per il “Corriere della Sera”

 

«Anche in Italia la maggior parte delle donne informate sceglie di operarsi» conferma Armando Santoro, direttore del Cancer Center dell’ospedale Humanitas di Milano.

angelina jolie col trucco  sbagliatoangelina jolie col trucco sbagliato

 

Per quali tumori è possibile prevedere il rischio con tanta precisione?

«Non molti in realtà. Conosciamo i geni Brca1 e Brca2 che predispongono al tumore della mammella, anche negli uomini, e dell’ovaio. Nel caso della mammella, il 5-7% dei casi di tumori sono ereditari e di questi il 70% è causato proprio dai due Brca. Poi abbiamo identificato i geni di un altro paio di tumori rari dell’occhio e della tiroide ».

 

angelina jolie cleopatraangelina jolie cleopatra

Quando questi geni sono presenti, cosa dite alle pazienti?

«Che Brca1 e Brca2 portano a un rischio di ammalarsi di cancro alla mammella nel corso della vita del 60-80%. Per il tumore dell’ovaio, Brca1 è associato a un rischio del 20-40% e Brca2 del 10-20%».

 

Abbastanza inquietante.

«Per questo la consulenza genetica viene effettuata alla presenza di oncologo, genetista e psicologo».

Tutti possono sottoporsi a questi test?

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«I tumori ereditari sono una piccola minoranza di tutti i casi di tumore. Per questo la consulenza genetica è prevista solo se in famiglia ci sono tre parenti di primo grado malati di cancro della mammella, oppure se uno dei parenti si è ammalato prima dei 40 anni o con entrambi i seni colpiti. Stiamo parlando di poche centinaia di persone in Italia. In questo caso si procede con il test del Dna, per il quale basta un semplice campione di sangue».

 

Se si trovano i geni Brca mutati, cioè a rischio?

«Per il seno si propone la mastectomia preventiva, che prevede la protesi e la conservazione di areola e capezzolo, oppure un controllo molto stretto: mammografia o risonanza magnetica ogni anno».

Per l’ovaio?

«Il discorso è più complicato. Per le ovaie non esiste una vera e propria diagnosi precoce. D’altro canto rimuoverle vuol dire andare in menopausa precoce. Le donne giovani che non hanno figli in genere prendono tempo, aspettano qualche anno e cercano di accelerare l’eventuale decisione di gravidanza. Ma alla fine, devo dire, quasi tutte scelgono di operarsi».

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