fofi

L’ATTO DI ACCUSA DI GOFFREDO FOFI AI GIOVANI: "INTERNET E UNIVERSITA' PRODUCONO STUPIDI SEGAIOLI INCAPACI DI AGIRE. C'È STATA UNA SCONFITTA GENERALE E UN RIPIEGAMENTO NELLA CULTURA DEL NARCISISMO. GIOVANI, FEMMINISTE, GAY, SCRITTORI, MUSICISTI, TUTTI A DIRE IO, IO, IO. NON C'È ALTRO CHE SOLITUDINE E MACCHINETTE, MA FARSI LE SEGHE AL COMPUTER NON È COME UNA BELLA SCOPATA. LA NOSTRA SOCIETA' È SENZA CONFLITTI COI PADRI, CHE SI SON FATTI FURBI, CASTRANO ALLA NASCITA I FIGLI DI CUI VOGLIONO ESSERE COETANEI - GRETA THUNBERG? ANCHE ROMA È PIENA DI INIZIATIVE DI QUARTIERE MA MANCANO GLI INTELLETTUALI" – IL LIBRO

Paola Zanuttini per Il Venerdì – la Repubblica

 

FOFI

Nella sua lunga carriera di saggista e critico militante, Goffredo Fofi ha pubblicato una settantina di libri, anzi: certo di più, visto che la sua opera omnia sembra renitente alla catalogazione metodica. Oggi ne ripubblica uno che risale agli anni 80, con le dovute revisioni e aggiunte: Il secolo dei giovani e il mito di James Dean (La nave di Teseo).

 

La revisione fondamentale è questa: se il Novecento, oltre che breve, è stato giovane, nel senso che ha consentito alle nuove generazioni, reduci da due guerre mondiali e dalla Grande Depressione, di tentare di prendere la parola e finalmente ottenerla, nel XXI secolo non è proprio aria. L'aggiunta fondamentale è l'entrata in campo, e in pagina, della giovanissima ecologista svedese Greta (Thunberg) segnalata senza cognome, come un'altra mitica Greta (Garbo), sua connazionale: "Che tante Greta nascano e lottino, cercando e trovando nuove alleanze!" auspica Fofi.

 

Dean è morto sulla sua Porsche nel 1955, a 24 anni. Con tre film all'attivo: La valle dell'Eden di Elia Kazan, Gioventù bruciata di Nicholas Ray e Il gigante di George Stevens. Lei racconta che per Kazan dirigerlo era come dirigere la "fedele Lassie", cioè un cane. Niente a che vedere con Brando. E allora perché è diventato un mito?

FOFI COVER

"Il giudizio di Kazan è la verifica della grande intuizione di Hitchcock: 'Gli attori sono bestiame'. Una crudeltà, però in quel tipo di cinema era anche vero.

 

Ma Kazan e Ray avevano capito Dean: con Stanislavski, l'Actors Studio, la psicoanalisi, erano riusciti a trasformare un bamboccetto nevrotico in una figura di riferimento per gli adolescenti americani cresciuti nel Dopoguerra e a disagio nel primo benessere. Berkeley, il manifesto di Port Huron, il processo ai Chicago Seven sono in qualche modo collegati a James Dean. Il titolo originale del film di Ray era Rebel Without a Cause: non c'era ancora una causa per ribellarsi, ma l'idea la dava già".

 

In questo secolo, oltre Greta, non vede davvero altre gioventù ribelli?

"Le vedo, altrimenti meglio spararsi, ma in generale i giovani non contano un accidente, reagiscono agli stimoli di internet come i cani di Pavlov".

 

Invece nel Novecento...

la porsche 550 spyder di james dean dopo l'incidente

"Per un periodo hanno avuto un'importanza enorme. È stata ricerca di autonomia esplosa per minoranze infime dopo la Prima guerra mondiale, perché in fondo le rivoluzioni le fanno i giovani - e quei giovani venivano dalla guerra - e le avanguardie. Era una rivoluzione contro la borghesia che aveva mandato al macello milioni di ragazzi. André Breton va ai funerali di Anatole France - Nobel onorato da tutto il Paese, che probabilmente nel privato legge e apprezza anche lui - e distribuisce un volantino intitolato Un cadavere. Lo fa perché France era l'emblema di quella cultura borghese che aveva consegnato allo sterminio la sua generazione.

 

james dean 5

Anche la rivoluzione fascista, più borghese e piccolo borghese, e quella gramsciana nascono da rivolte giovanili. E questo va avanti in maniera evidente con la Grande Crisi in America, che ha generato Woody Guthrie e, per discendenza, Bob Dylan, che dio ce lo conservi.

 

Grande Crisi vuol dire anche Hemingway, che ha fatto la Prima guerra mondiale e raccontato Caporetto come nessuno in Italia, ha girato il mondo, vissuto la Depressione e inventato il personaggio del loser, il perdente, che al cinema si chiama Humphrey Bogart, Robert Mitchum, John Garfield".

 

Come dire che tout se tient: storia, società, letteratura, cinema.

"Infatti. Poi c'è la Seconda guerra mondiale e i reduci Hemingway, Mitchum, Garfield raccontano il confronto con la società che cambia e porta il benessere. Così si arriva a Dean, un anticipo del '68. Stimo molto Edgar Morin - dio ci conservi anche lui - perché ha capito che quelle immagini erano una produzione collettiva: se un film ha successo è perché il pubblico lo decreta".

 

GOFFREDO FOFI

Qui però non si parla di Vietnam, che in materia di movimenti giovanili si è dato un bel da fare.

"Il movimento studentesco americano nasce dal benessere come, in seguito, il nostro '68. Certo, il Vietnam risveglia le coscienze. C'è anche il problema dei neri, ma quello è un periodo straordinario nella storia dell'umanità. E gli storici continuano a trascurarlo.

 

Ci sono le rivoluzioni in India, Cina e America Latina, la decolonizzazione in Africa, le socialdemocrazie europee, perfino la destalinizzazione in Russia. Una stagione esplosiva e straordinaria: in Italia è durata dal 1945 al '78, alla morte di Moro, un trentennio di grandi riforme operate da una minoranza che si è trovata per strani motivi al centro della Storia. E negli Usa l'onda lunga è arrivata fino a Obama".

 

Un'epoca che il cinema ha raccontato straordinariamente bene.

"C'è un film del 1977 di Chris Marker, Le fond de l'air est rouge, che copre il periodo dal 1945 al 1977, diviso in due parti: Le mani fragili e Le mani tagliate. Queste rivoluzioni, incluso il '68, avevano le mani fragili, mani spietatamente tagliate dal capitale. La storia delle rivoluzioni è finita in quegli anni e ora ci troviamo in una società dove ha vinto il dominio del denaro".  

 

GOFFREDO FOFI

Io intendevo anche un cinema più godibile.

"Quello appunto in cui non contava solo il denaro. La preoccupazione centrale di Arthur Penn non era il dollaro, come per Spielberg, che è bravo, ha talento, mi piace nonostante tutto, ma si venderebbe la madre per gli incassi".

 

Lei trova le ragioni del tramonto di ogni ideale collettivo, protesta o spinta propulsiva nel saggio La cultura del narcisismo di Christopher Lasch (1979). Le diffonda, prego.

"C'è stata una sconfitta generale e un ripiegamento nella cultura del narcisismo, appunto. Giovani, femministe, gay, scrittori, musicisti, tutti a dire io, io, io. Lasch ha scritto anche un altro saggio, Rifugio in un mondo senza cuore in cui li avvisa: se buttate a mare anche la famiglia non vi resta più niente. Ha ragione, non c'è altro che solitudine e macchinette, ma farsi le seghe al computer non è come una bella scopata. Con la persona amata, per di più. E il narcisismo nuoce anche alla creatività e alla cultura: rende tutti uguali e scemi. Quella era un società viva, mobile, questa è in stasi prefinale. E senza conflitti coi padri, che si son fatti furbi, castrano alla nascita i figli di cui vogliono essere coetanei".

 

LASCH

 Greta Thunberg salvaci tu?

"Anche Roma è piena di piccole e buone iniziative di quartiere, i miei amici giovani sono operatori sociali molto bravi, ma cosa gli manca? Gli intellettuali. Ne parlavo con De Rita, che viene dal Movimento di collaborazione civica, dove sono stato anch'io dieci anni dopo: ai corsi residenziali nel castello della principessa Caetani, venivano a parlarci Ernesto Rossi, Capitini, Chiaromonte, Calogero, Angela Zucconi: c'era un legame straordinario tra generazioni intellettuali.

 

Oggi c'è solo l'università, il principale nemico di ogni progresso che, insieme a internet, produce stupidi segaioli incapaci di agire. Un paradosso: ogni anno le mafie uccidono, salvo stragi, non più di venti persone, l'università ammazza un milione di cervelli. Li decervella, come diceva l'Ubu roi di Jarry".  

dolce vita - Fellini

 

Rimedi?

"Quando trovo giovani bravi, il primo limite che cerco di smontare è il pensare di farcela da soli. Avrei anche quattro comandamenti: resistere, studiare, fare rete (non nel senso di internet!), rompere le scatole".

 

fellini pasolini

Tornando a Dean: per diventare miti aiuta essere un po' stupidi?

"Aiuta morire giovani. Poi gli artisti consapevoli del loro ruolo sono pochi. Ero amico di Fellini e Pasolini: non si amavano, ma si rispettavano e temevano, come Bernini e Borromini".

 

Neanche lei era tanto tenero con loro.

"Però li amavo e se ne accorgevano. Poi Fellini mi chiese perché da giovane ce l'avevo con lui. Gli risposi: perché io volevo la rivoluzione e tu no. E lui: 'La rivoluzione io? Ma sei scemo?'".

 

E lei quando ha smesso di volere la rivoluzione?

"Abbastanza presto, standoci dentro ho visto che finiva tutto malamente. E attecchivano i prodromi del narcisismo".

 

FOFIgreta thunberg

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)