santoro austerlitz capotondi

1. CHI VINCE IL LEONE D’ORO? ASPETTANDO I PREMI DI QUESTA SERA, VI SEGNALIAMO QUALCHE PREMIUCCIO POSSIBILE DI QUESTA MOSTRA. MIGLIOR CIABATTA VISTA A VENEZIA: GUERRA TRA L’ESPADRILLA DEL PROTAGONISTA DEL FILM DI WENDERS E QUELLA DI MICHELE SANTORO 2. MIGLIOR PRESENZA SUL TAPPETO ROSSO: LA SMUTANDATA GIULIA SALEMI. MIGLIORE FULL FRONTAL: QUELLO DI CRISTIANA CAPOTONDI IN "TOMMASO" 3. MIGLIOR FILM VISTO A VENEZIA E MIGLIOR FILM POLITICO: "AUSTERLITZ" DI SERGEJ LOZNITZA. CI OFFRE L'IMMAGINE DI COSA E' DIVENTATA L'EUROPA

Marco Giusti per Dagospia

 

LA LA LAND - 1LA LA LAND - 1

Chi vince il Leone d’Oro? Chi vince il Festival? Lo so che ve ne importa poco e niente, e siete più interessati alla prima pagina di Repubblica che autocelebra la propria campagna renziana contro la Raggi sbandierando un PD che supera nei sondaggi i 5 Stelle, ma qui a Venezia i nomi che si fanno per i premi sono Tom Ford, lo stilista-regista, per Nocturnal Animals, Emma Stone per La La Land, il protagonista di El Ciudadano Illustre degli argentini Mariano Cohn e Gaston Duprat, l'irano-americana Ana Lily Amirpour per la regia di The Bad Batch, cosa che farà impazzire il duo Morreale&Mereghetti.

 

Ma potrebbe vincere qualcosa anche Jackie di Pablo Larrain. E strano che non si dia nulla ai film francesi, ai compitini perfetti di Frantz di François Ozon, uscito da poco in Francia con grande successo, e Une vie di Stephan Brizé, che per Michel Ciment è decisamente superiore alla versione del 1958 di Alexandre Astruc, o alle quattro ore Ang Babaeng Humayo del filippino Lav Diaz, amatissimi dai critici internazionali. Io ho gettato la spugna, troppo stanco.

MICHELE SANTOROMICHELE SANTORO

 

E Paradise di Konchalovsky? Certo, non è nuovo come Son of Saul, ma è una gran bel film sull’Olocausto. Ma amo molto anche Emir Kusturica e le sue oche pazze che fanno il bagno nel sangue di maiale in On The Milky Road, che non vincerà proprio nulla. Insomma, se le cose vanno così, e è possibile, sarebbe una bella vittoria di Barbera contro i critici trinariciuti e fofiani vari che puntano sui film di bella scrittura e sui grandi maestri un po’ rincoglioniti.

 

Wenders e Malick erano terrificanti. Ora, Barbera ha giocato apertamente la carta piuttosto innovativa dei film di genere schiaffati in concorso, western, fantascienza, melodramma, musical, horror erotico, addirittura commedia, come nel caso di Piuma.

 

CAPOTONDICAPOTONDI

E i critici più bacchettoni non hanno affatto gradito,”Vergogna!”, “Vergogna!”, anche perché alcuni di questi film erano francamente deboli, come Brimstone, o non del tutto riusciti, come Arival, o non controllati nella sceneggiatura, penso allo stesso The Bad Batch. L’ho scritto anche io, ma ho scritto pure uno sti cazzi, perché almeno era un film vivo con delle idee. E si sono scatenati.

 

Ma da qualche parte si dovrà rinnovare e portare un po’ di ossigeno a un cinema d’arte in agonia, vedi Wenders appunto. E vedi questo delirio mistico-religioso di tanti film, cosi' vasto da farci pensare che sia qualcosa di piui' profondo rispetto alla voglia di sacrestia di qualche critico o selezionatore cattolico.

 

Così un premio ai film della Amirpur o di Chazelle, registi giovani e, in questi casi anche di genere, dimostrerebbe che questa è la strada giusta per l’innovazione. Questi film potevano  essere meglio, vero, ma va bene anche così. Magari lo avessimo noi, in concorso, un film innovativo, invece di questi tre film così diversi, così confusi che dimostrano la grande debolezza del nostro cinema nazionale.

 

giulia salemi a venezia giulia salemi a venezia

Ormai abbandonato dagli stessi produttori che mettono ogni risorsa nella fiction e nelle serie. Non le “Squadra antimafia” che Aldo Grasso esalta ogni inizio di stagione, ma serie come lo stesso The Young Pope che, pur con qualche difetto (sto canguro…), è forse l’unico film italiano di livello internazionale che si potesse vedere a Venezia in Sala Grande e uno dei pochi film atei o comunque non misticheggianti.

 

Personalmente adoro Indivisibili e mi piace anche Tommaso, e mi sarebbe piaciuto vederli in concorso, ma forse non avrebbero retto il confronto con gli altri film. Ripeto, l’unico nostro film di livello internazionale era The Young Pope, anche perché era l’unico prodotto, scritto e  diretto come un film completo. Prendete i film francesi. Ovvio che i critici francesi siano contenti dei loro due film in selezione, opere perfette per un festival come Venezia, la stessa cosa non si può dire dei film italiani.

 

THE YOUNG POPE 3THE YOUNG POPE 3

Detto, questo, aspettando i premi di questa sera, vi segnaliamo qualche premiuccio possibile di questa Mostra. Miglior ciavatta vista a Venezia. Guerra tra l’espadrilla del protagonista del film di Wenders e quella di Michele Santoro in sala indossato sotto l’abito Armani. Miglior mollusco. Lotta dura tra il polipone multitrombante di La region sauvaje i poliponi alieni di Arival. Miglior medusa.

 

Beh, ce n’è una sola, quella di Spira mirabilis. Notevole e vera immagine del Festival. Miglior canguro. Quello un po’ imbarazzante di The Young Pope. Migliori vermi. Quelli nascosti nelle mutande della Capotondi (o della Trinca) in Tommaso di Kim Rossi Stuart. Migliori falco, asino, serpentone, oche e api varie: quelle di On The Milky Road di Emir Kusturica. Miglior presenza sul tappeto rosso: la smutandata Giulia Salemi.

AUSTERLITZ 3AUSTERLITZ 3

 

Miglior citazione di Antonioni: il"mi fanno male i capelli" di The Young Pope. Migliore full frontal: Quello di Cristiana Capotondi in Tommaso. E' anche l'unico che abbia visto.O sbaglio? Miglior braciola: quella di carne umana che si cucina senza un filo d'olio il cannibale Jason Momoa in The Bad Batch. ‎Miglior film visto a Venezia e miglior film politico: Austerlitz di Sergej Loznitza. Ci offre l'immagine esatta di cosa e' diventata l'Europa. Una massa di gente con il cellulare in mano che non riesce a avere piu' alcun contatto con la propria memoria e con la propria identita'.

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