tom hanks inferno

''INFERNO'' DI RON HOWARD RESTA IN TESTA: L'ITALIA È IL MERCATO IN CUI FA PIÙ INCASSI (IN USA NON È ANCORA USCITO). SEGUONO 'PETS' E IL MOLLISSIMO SEQUEL DI 'JACK REACHER' - 'I BABYSITTER' CON MANDELLI-RUFFINI QUARTO (698MILA) - IN USA SOLO SEQUEL, BENISSIMO 'MOONLIGHT' DELLA FESTA DI ROMA, MALISSIMO 'AMERICAN PASTORAL'

Marco Giusti per Dagospia

 

Incassi del 24 ottobre 2016

 

IL CAST DI INFERNO A FIRENZEIL CAST DI INFERNO A FIRENZE

Alla sua seconda settimana italiana Inferno di Ron Howard con Tom Hanks è ancora primo nella nostra classifica incassando nel weekend 2 milioni 676 mila euro per un totale di 8 milioni e mezzo. La cosa curiosa è che il film, che in tutto il mondo, America esclusa dove non è ancora uscito, ha incassato 94 milioni di dollari, ha il suo picco di spettatori proprio in Italia, visto che supera per incasso la Russia, 4,8 milioni di dollari, la Germania, 4, Brasile e Gran Bretagna, 3,8.

INFERNO LOCANDINAINFERNO LOCANDINA

 

Segno che l’ambientazione fiorentina ha funzionato. Come film, però, non è che sia proprio riuscito, con tutte queste corse inutili tra Firenze, Venezia e Istanbul, le battute tra “very sorry” e “va-sari”, il poro Don Pietro Savastano di Fortunato Cerlino ridotto a macchietta. Lo segue Pets che, grazie alle giornate di sabato e domenica, è solidamente secondo con 1 milione e 628 mila euro per un totale di 10 milioni.

 

Terzo è il mollissimo sequel Jack Reacher: Never Go Back di Ed Zwick con Tom Cruise che finge di essere ancora aitante, ma si ferma a 894 mila euro. Quarto, e primo film italiano per incasso della settimana a 698 mila euro è I babysitter di Giovanni Bognetti prodotto da Maurizio Totti che ha puntato ancora una volta sul remake.

 

E’ una commedia piuttosto gradevole con Francesco Mandelli e Paolino Ruffini, più contenuti del solito, che vanta una bella idea di struttura, piuttosto originale, con più di metà film vista come ripresa casuale alla Blair Witch Project. Il momento clou è quando Mandelli viene schiaffeggiato in faccia dalle chiappettone di una ballerina brasiliana.

the secret life of pets la vita segreta degli animalithe secret life of pets la vita segreta degli animali

 

Quinto il cartone animato Cicogne in missione con 643 mila euro, distrutto da Pets. E sesta la coppia Cortellesi-Ramazzotti che si dividono uno studentello del liceo in Qualcosa di nuovo di Cristina Comencini, 568 mila euro per un totale di un milione e mezzo di euro. American Pastoral di Ewan McGregor arriva solo a 348 mila euro, mentre il più difficile e riuscito I, Daniel Blake di Ken Loach, il miglior film della settimana, fresco di Palma d’Oro a Cannes, arriva a 337 mila euro. Mezzo flop invece per la commedia giovanile Piuma di Roan Johnson che ci si aspettava degno di un risultato migliore dei 224 mila euro incassati.

 

moonlight  moonlight

In America, ai primi tre posti troviamo solo dei sequel. Primo è una commedia horror demenziale in salsa Halloween costruita essenzialmente per il pubblico nero, Boo! A Madea Halloween, scritta, diretta e interpretata dal comico Tyler Perry che ha costruito questo buffo personaggio di Madea, una grossa nera con capelli bianchi da vecchia, arrivata al terzo film.

 

Con 27,6 milioni di dollari e un budget di soli 20 milioni è già un grosso successo per Tyler Perry, che non ha certo una comicità fine, ma che può vantare, fra le cause del successo del suo film, una grossa attesa del sequel, un numero impressionante di followers dei suoi attori (sembra 100 milioni di followers), e un numero supercomico di Jimmy Fallon truccato da Donald Trump che parla al telefono con Madea.

 

Che poi si pronuncerà Madia, come la nostra ministra. Madea, insomma, schiaccia Jack Reacher: Never Go Back di Ed Zwick con Tom Cruise, secondo a 23 milioni malgrado un budget da 60 milioni di dollari. Con gli incassi esteri arriva a un totale globale di 54. Le critiche americane, però, lo hanno massacrato definendolo noioso, anonimo, senza personalità, ripetitivo. E ci si prepara già a un miglior sfruttamento televisivo.

 

TYLER PERRYTYLER PERRY

Terzo è un altro sequel, Ouja: Origin of Evil di Mike Flanagan, buon horror, benissimo accolto dalla critica, che ha incassato 14 milioni di dollari con un budget di 9. Presto lo vedremo anche in Italia.

 

Seguono il notevole thriller con Ben Affleck The Accountant, quarto con 14 milioni per un totale di 47, La ragazza del treno di Tate Taylor, quinto con 7,2 e un totale americano di 58 e internazionale di 104 (16 solo in UK) e Miss Peregrine: La casa dei ragazzi speciale con 6 milioni e un totale americano di 74,4, ma con l’estero arriva alla cifra strepitosa di 224 milioni di dollari (17 solo in Corea).

 

Al settimo posto lo spionistico comico demenziale Keeping Up With The Joneses con Jon Hamm, Zach Galifianakis e Gal Gadot, che floppa pesantemente alla sua prima settimana con soli 5,6 milioni e un budegt di 40 milioni. Per i Joneses e le loro avventure è la fine. Tra gli esordi della settimana in America segnaliamo assolutamente quello strepitoso di Moonlight di Barry Jenkins, appena visto alla Festa di Roma, e segnalato da A.O.Scott del New York Times come il miglior film dell’anno, che incassa 414 mila dollari in quattro sale, e si candida da subito come uno dei grandi titoli da Oscar.

 

Poi, quello disastroso di American Pastoral di Ewan MacGregor che con 50 sale arriva solo a 151 mila dollari, quello modesto dell’horror The Handmaiden del prestigioso regista coreano Park-chan Wook  con 91 mila dollari in cinque sale e, infine, quello del nostro Fuocoammare che fa il suo esordio in due sale incassando 11 mila dollari.

king  cobra king cobra

 

Del resto non è un film da grande pubblico. Speriamo cresca. E’ uscito pure, ma in una solo sala americana, lo scatenato King Cobra di Justin Kelly, viaggio nel mondo dell’hard gaio americano con Christian Slater produttore porno innamorato della sua nuova star, Garrett Clayton, e il sempre presente James Franco.

 

La critica è piuttosto divisa, ma il trailer mi sembra una bomba supergaia. La settimana cinematografica si chiude sull’ultimo giorno della Festa del Cinema di Roma con Benigni danzante su un tappeto rosso non così numeroso.

 

franco in king cobrafranco in king cobra

Curiosamente mentre Benigni all’Auditorium ricordava Fellini come il più grande regista del 900, nelle sale del Maxxi Paolo Mieli, commettando il bel documentario realizzato da Fabrizio Corallo su Dino Risi, si lanciava definendo invece Risi il più grande regista italiano di ogni tempi. Bella lotta. Risi, in totale onestà, si sentiva personalmente inferiore a Fellini, ma superiore a molti altri cosiddetti maestri del cinema italiano.

 

Il problema, semmai, sono i danni che tanti registi non solo italiani hanno fatto riprendendo in questi ultimi anni temi e ambientazioni della Dolce vita e di 8 e mezzo piuttosto che la sobrietà e la precisione della commedia all’italiana di Dino Risi. Il sorpasso e I mostri sono esempi quasi inarrivabili di cinema. E, comunque, solo sentir riparlare il vecchio Dino delle signore romane che vanno al ristorante era un numero di grande cinema che non ci aspettavamo.

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