valentino fuortes teatro opera roma

L’OPERA VA FUORTES – L’ENTE LIRICO ROMANO ERA AL COLLASSO, IL SOVRINTENDENTE HA RIPORTATO I CONTI IN PARI E IL PUBBLICO, L’''ECONOMIST'' LO ESALTA: “IL DOCTOR FEELGOOD DELLA LIRICA” - FUORTES: "QUANDO DA RAGAZZO VENIVO ALL'OPERA, IL TEATRO ERA MEZZO VUOTO. SE ACCADESSE OGGI NE MORIREI” – IL CARTELLONE DELLA NUOVA STAGIONE COL DEBUTTO DI POPOLIZIO ALLA REGIA - VIDEO

 

Giuseppe Videtti per il Venerdì- la Repubblica

 

FUORTES

L' Italia è imprigionata nel melodramma come l' insetto in una goccia d' ambra, salvare l' opera è un po' come salvare la patria. Per mezzo secolo ci siamo consolati con la tiritera che l' Italia è il Paese dove tutto ha avuto inizio, ma la realtà è che all' alba del nuovo millennio, con i tagli alla cultura imposti dalla crisi, tutte le principali istituzioni erano allo sbaraglio. Pensare di fare profitti con la lirica sembrava mission impossible; conti in rosso e cartelloni in pericolo ovunque, a Bari, Genova, Firenze, Verona.

 

L' Opera di Roma, vagheggiando le antiche glorie (qui nel 1900 andò in scena per la prima volta La Tosca), aveva da tempo lasciato il primato alla Scala, prima che un homo novus riportasse i conti in pareggio e l' interesse in primo piano. «I tagli alla cultura hanno messo in luce un sistema drogato dal finanziamento pubblico. Siamo finiti in un vicolo cieco: o si riforma o si muore» dice Carlo Fuortes, 58 anni, sovrintendente dell' Opera di Roma che in due anni ha sfatato quella sorta di maledizione.

TRAVIATA

 

«Ci sono riuscito grazie a un progetto culturale a tutto tondo, lavorando sui prezzi, la comunicazione, l' immagine, i contenuti, il repertorio, gli artisti» aggiunge Fuortes, ex amministratore delegato dell' Auditorium Parco della Musica di Roma, commissario straordinario al Petruzzelli di Bari, poi all' Arena di Verona, infine chiamato dal ministro Massimo Bray nel dicembre 2013 a risanare l' Opera di Roma. Il sovrintendente è partito armato e con le idee chiare: «Dobbiamo tenere in mente che queste istituzioni sopravvivono anche grazie ai soldi di quelli che a teatro non ci vanno, cioè degli italiani. Se non sono alla portata di tutti, non devono essere finanziate, stop» tuona nel vasto ufficio all' interno del teatro, indaffarato a rimettere in moto la programmazione dopo la pausa estiva, tonificato da una valanga di consensi da parte della stampa estera.

 

RAGGI FUORTES

A luglio il New York Times gli ha dedicato la seconda pagina dell' edizione internazionale grazie a OperaCamion, l' iniziativa che con un palcoscenico mobile ha portato il Don Giovanni nelle periferie della capitale. El País, entusiasta, ha benedetto il giorno in cui qualcuno è riuscito a (ri)trasformare l' opera in una grande festa popolare. L' Economist ha applaudito i risultati: «Con 4 milioni di euro risparmiati l' Opera di Roma è ora l' unica istituzione italiana insieme alla Scala (in verità anche insieme al Reggio di Torino, alla Fenice di Venezia e al San Carlo di Napoli, ndr) a non avere i conti in rosso».

MICHIELETTO IL VIAGGIO A REIMS

 

Secondo un' indagine Doxa il 43 per cento del pubblico ha messo piede in questo teatro per la prima volta proprio negli ultimi due anni. Nello stesso periodo c' è stato un incremento della vendita dei biglietti del 28, degli abbonati del 30 e degli incassi del 60 per cento (da 7,5 a 12 milioni di euro). Un trionfo per il sovrintendente alla prima sfida.

 

LA TRAVIATA BY COPPOLA-VALENTINO ALL OPERA DI ROMA -11

«Il teatro musicale non era nuovo per me» precisa Fuortes. «All' Auditorium lavorammo su un repertorio di confine, abbiamo fatto anche delle opere. Lì si trattava di costruire una cosa ex novo, sfidammo quanti dicevano che sarebbe stata una cattedrale nel deserto. C' inventammo quel modello del tutto originale che allargava gli orizzonti musicali (e non solo) a 360 gradi. Salvo gli inciampi della politica che sono gli stessi ovunque».

fuortes e valentino

 

Più che mai evidenti nella malagestione dell' Opera di Roma.

«Qui, come al Petruzzelli e all' Arena di Verona, la situazione era esplosiva. La politica avrebbe dovuto nominare, indirizzare, controllare, invece gestiva, attraverso amministratori - spesso politici trombati - che non rispondevano alle istituzioni ma ai partiti. Il sindacato, con una politica compiacente, ha creato le condizioni per una scarsissima produttività e una pessima qualità. Tutto era giustificato in nome dell' arte e della cultura. Le disfunzioni si tamponavano con l' immissione di grandi quantità di denaro pubblico, senza alcuna valutazione dei risultati, senza mai riflettere sul ruolo di servizio pubblico. La crisi ha interrotto questo trend, e per fortuna dico io. Sono arrivato nell' esatto momento in cui il sistema entrava in tilt per mancanza di quei flussi di denaro che per anni avevano garantito il funzionamento su scarsa produttività.

LA TRAVIATA BY COPPOLA-VALENTINO ALL OPERA DI ROMA -12

 

Le cose sono andate meglio di quanto immaginassi, da tre anni il bilancio è in pareggio. Ma più importante è il lavoro fatto con la città, col pubblico. Quando da ragazzo venivo all' Opera, il teatro era mezzo vuoto, anche con spettacoli bellissimi. Se accadesse oggi ne morirei».

 

È stata una scommessa, chi gliel' ha fatto fare? All' Auditorium si era creata una comfort zone.

«Adoro la lirica, mi fa battere il cuore, il mio sogno era gestire un teatro. L' opera è popolare e contemporanea. Non è una presunzione, è un dato di fatto: ovunque nel mondo si aprono teatri, in Cina ma anche in Azerbaigian e in Kazakistan. Conoscendo Roma attraverso l' Auditorium, sapevo che c' era un pubblico interessato a una programmazione bella, stimolante e intelligente.

 

FRANCIS FORD COPPOLA E FIGLIA CARLO FUORTES

Con le nuove tecnologie, registi innovativi e una politica di prezzi studiata per gli studenti siamo in grado di parlare un linguaggio attuale. Il viaggio a Reims, che Rossini ha scritto nel 1825, ha letteralmente conquistato i giovani grazie alla regia di Damiano Michieletto».

 

Se l' esperienza di OperaCamion ha fidelizzato nuovi giovani spettatori il segreto sta tutto nel linguaggio.

«OperaCamion è uno dei mille modi possibili per allargare l' interesse. Abbiamo portato la lirica fuori dal teatro, nelle periferie. Un progetto iniziato due anni fa col Barbiere di Siviglia e proseguita col Don Giovanni e che continuerà nel 2018 col Rigoletto. La risposta del pubblico è stata entusiasta. È possibile allestire opere in piazza rispettando l' impianto drammaturgico.

MICHIELETTO IL VIAGGIO A REIMS

 

Non è una divulgazione che abbassa il livello, purché si faccia attenzione alla qualità. Il linguaggio non può e non deve essere diverso da quello contemporaneo. È quel che abbiamo fatto a Caracalla con produzioni come la Carmen di Valentina Carrasco, una stagione che ha avuto settantamila spettatori. Il mio punto di riferimento è quel Götterdämmerung di Boulez-Chéreau presentato a Bayreuth nel 1979. Loro davvero rivoluzionarono il linguaggio, lì nacque il teatro di regia. Senza legittimazione sociale il teatro dell' opera alla fine muore».

 

MICHIELETTO IL VIAGGIO A REIMS

Ormai si parla di "metodo Fuortes" da una parte all' altra dell' Oceano. Con i risultati sbandierati dall' Economist lei è già il "Doctor Feelgood" della lirica. Un altro cervello in fuga?

«Questo non accadrà, c' è ancora tanto da lavorare in Italia! Il mio metodo è universale, non ha una ricetta segreta. Primo, innalzamento della qualità; secondo, comunicazione con il pubblico; terzo, aumento della produttività, che vuol dire sovvertire il trend negativo e dare un taglio netto alle "cattive abitudini" e al clientelismo».

 

L' Opera di Roma è in buone mani, ma senza la sua guida l' Auditorium Parco della Musica ha perso la credibilità internazionale che si era conquistata, degradandosi velocemente in un triste e anonimo contenitore generalista.

 

«Avevamo inventato qualcosa di nuovo allargando l' offerta alle avanguardie e a tutte le musiche altre che fino a quel momento non avevano trovato accoglienza presso un' istituzione pubblica.

la traviata by coppola valentino all opera di roma 9

 

E Roma ha risposto con entusiasmo. Ci ho messo l' anima e il cuore, credo di aver fatto un ottimo lavoro con i sindaci di allora, ma ora le responsabilità sono dei nuovi amministratori scelti dal sindaco Marino (la nomina dell' amministratore delegato succeduto a Fuortes, lo spagnolo José Ramón Dosal Noriega, fu una imperdonabile e provinciale leggerezza, uno schiaffo agli italiani che avevano partecipato al bando, ndr)». Ora l' Auditorium rientra in quelle istituzioni in cui bisogna intervenire, perché la crisi lo impone. Il "metodo Fuortes" non lascia alternative, o si agisce o si muore.

 

Massimo Popolizio

LA NUOVA STAGIONE: LA PRIMA VOLTA DI POPOLIZIO ALLA REGIA

 

G.V.per Il Venerdì- La Repubblica

 

La nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma s’inaugura con il balletto in tre atti Don Chisciotte (15 - 23 novembre) diretto da David Garforth e le coreografie di Laurent Hilaire.

 

la prima opera in cartellone è la Damnation de Faust di Hector Berlioz diretta da Daniele Gatti (dal 12 al 23 dicembre) e la regia di Damiano Michieletto e proseguirà con i Masnadieri di Verdi (dal 21 gennaio al 4 febbraio 2018) diretti da Roberto Abbado, con Massimo Popolizio che debutta nella regia d’opera.

 

carlo fuortes

La Sonnambula di Vincenzo Bellini (dal 18 febbraio al 3 marzo) vede il ritorno sul podio di Speranza Scappucci, dopo il successo ottenuto col Così fan tutte nel gennaio scorso, e la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Molto atteso il dittico Cavalleria Rusticana / Pagliacci (dal 5 al 15 aprile) diretto da Carlo Rizzi per la regia di Pippo Delbono. Billy Budd di Benjamin Britten viene presentato per la prima volta a Roma (dall’8 al 15 maggio) diretto da James Conlon, con l’autorevole regia di Deborah Warner. La Bohème (dal 13 al 24 giugno)

 

sarà diretta da Henrik Nánási, con la regia di Àlex Ollé (Fura Dels Baus). infine due capolavori di Mozart: Die Zauberflöte della Komische Oper di Berlino con l’allestimento firmato da Barrie Kosky e Suzanne Andrade e la direzione di Henrik Nánási (dal 9 al 17 ottobre 2018) e le Nozze di Figaro (dal 30 ottobre all’11 novembre), la seconda lettura della trilogia Mozart/Da Ponte proposta da Graham Vick dopo il Così fan tutte dello scorso inverno. La nuova stagione vede anche la ripresa di due allestimenti che hanno ottenuto grande successo: la Traviata con la regia di Sofia Coppola, i costumi di Valentino e le scene di Nathan Crowley e Tosca diretta da Jordi Bernàcer e la regia di Alessandro Talevi con scene e costumi originali di Adolf Hohenstein.(g.v.)

OPERA DI ROMA 13

 

BILLY BUDDOPERA DI ROMA 15

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