the voice of italy carra pezzali

L'UNICO TALENT CHE NON PRODUCE TALENTI - TORNA ''THE VOICE'', CHE DEVE DIMENTICARE I FLOP STILE SUOR CRISTINA E PRODURRE - RAFFAELLA CARRà CI RIPROVA: ''SERVONO MANAGER CHE LI SEGUANO A DOVERE'' - MAX PEZZALI: ''CON GLI 883 NON CI AVREBBERO MAI PRESO. MA OGGI I TALENT SONO FONDAMENTALI''

1. PAROLA D'ORDINE: DIMENTICARE SUOR CRISTINA

MADONNA E SUOR CRISTINAMADONNA E SUOR CRISTINA

Paolo Giordano per www.ilgiornale.it

 

Ora però basta. Alla quarta edizione The Voice non può più permettersi il lusso di sbagliare nemmeno una virgola.

 

Sia chiaro, qui si parla di musica, non di risultati televisivi, di share e di tutte quelle variabili che fanno la differenza nel gradimento del pubblico con il telecomando o lo smartphone in mano. Si parla di pop, di musica leggera, ossia della ragione sociale di un talent show che altrove ha saputo creare tendenza o lanciare successi.

the  voice of italy 2016the voice of italy 2016

 

Invece qui in Italia non è ancora accaduto e, in tre edizioni, The Voice of Italy ha cambiato coach e giorni di messa in onda senza però trovare il nome giusto. Tanto per capirci, anche l'ultimo vincitore Fabio Curto non è riuscito (almeno finora) a trovare una quadra nel proprio orizzonte stilistico e commerciale.

 

Insomma, l'impressione è che, quantomeno nella sua edizione italiana che rappresenta anche l'unico talent musicale della Rai, The Voice sia ancora schiacciato sotto l'ombra lunga di Suor Cristina che ovviamente ricorderete tutti: vincitrice della seconda edizione, consacrata anche da Madonna dopo aver interpretato Like a virgin, titolare del quarto video più visto nel mondo su YouTube nel 2014. Sembrava la panacea e invece no. Sparita. Per ovvi motivi la sua carriera è tuttora ancorata a vincoli religiosi e alla mancanza di quel binomio essenziale, decisivo e spesso trascurato: per diventare popstar bisogna aver tanta «fame» e soprattutto un repertorio all'altezza.

the   voice of italy 2016the voice of italy 2016

 

La bella voce non basta o, quantomeno, non garantisce nulla più che una fugace attenzione. Insomma, ci vogliono le canzoni. E una strategia che sappia combinare le esigenze promozionali con le virtù compositive o interpretative. Sembra facile ma non lo è, anzi.

 

Perciò nel corso di The Voice, stavolta la nuova giuria, che con Pezzali, la Carrà, Emis Killa e Dolcenera sembra più trasversale delle ultime, dovrebbe indirizzare scelte e selezioni in questa direzione, individuando non solo il talento che cova sotto l'inevitabile inesperienza ma anche la sua capacità di resistere in prospettiva. Altrimenti le alternative sono i colpi di scena alla Suor Cristina oppure bravi interpreti senza futuro.

 

 

2. «ECCO, SONO TORNATA STAVOLTA SCOVERÒ UNA VERA "VOICE"»

the   voice of  italy 2016the voice of italy 2016

Laura Rio per ''Il Giornale''

 

È tornata a The Voice perché vorrebbe avere la soddisfazione di scovare un talento vero. Le piacerebbe che dallo show che porta nel cuore uscisse finalmente un artista che possa sfondare nel mondo della musica. Perché, in effetti, nonostante il buon successo televisivo, finora The Voice non ha sfornato cantanti che stanno scalando le classifiche. Insomma, Raffaella Carrà fa sempre la differenza.

 

Torna come coach nel programma (che ricomincia mercoledì prossimo su Raidue), dopo averne saltato una stagione, con obiettivi precisi. E resta sempre la regina, nonostante al suo fianco, come selezionatori-coach ci siano tre fuoriclasse della musica italiana: Dolcenera, Max Pezzali ed Emis Killa. Una giuria completamente rinnovata, che rappresenta i diversi generi musicali, dal pop al rap, e che dovrebbe dare nuova linfa allo show arrivato alla quarta edizione.

 

suor cristina the voicesuor cristina the voice

Dunque, Raffaella, come si fa a scovare il giovane giusto e a lanciarlo nel difficilissimo mercato musicale?

«Bisogna prima di tutto scegliere un ragazzo che abbia una sua unicità. Non basta la voce, deve essere diverso da tutti quelli visti finora. E questo è il motivo per cui ho accettato di tornare, oltre al fatto che ci tengo molto al programma avendolo tenuto a battesimo insieme a Cocciante, Noemi e Pelù. Non mi interessa se ad essere lanciato sia un concorrente mio o di un' altra squadra».

the   voice of   italy 2016the voice of italy 2016

 

Il fatto è che questi giovani una volta finito il programma restano un po' abbandonati a se stessi...

«Appunto. Una casa discografica come la Universal (partner del programma), dovrebbe fare grandi sforzi per lanciare il vincitore e anche il secondo classificato. Soprattutto bisogna trovargli un brano molto forte. La fortuna di un artista è fatta per il 50 per cento dal brano e per l' altro 50 da chi lo canta».

 

Ma lei sarebbe disposta a intervenire in prima persona per aiutarli?

«Non sono mai stata la manager di nessuno. Alcuni ragazzi restano in contatto con me, ma posso dare loro solo dei consigli. Il fatto è che dovrebbero avere delle persone solide accanto, soffro a vedere che in alcuni casi i manager che li seguono non vanno bene: mi piacerebbe che fossero indirizzati anche all' estero, verso il mondo latino».

 

Chiara dello Iacovo, uscita da The Voice è arrivata seconda tra le giovani proposte a Sanremo. Ma questo purtroppo non basta...

the   voice of    italy 2016the voice of italy 2016

«Chiara mi è piaciuta: ha presenza scenica presenza, feeling con il pubblico e una voce molto personale. La Rai e Sanremo devono continuare a sostenere questi giovani».

 

Lei è un' istituzione del servizio pubblico, come le sembra la Rai che sta mettendo in piedi il dg Campo Dall' Orto?

«Conosco poco i nuovi direttori, ma penso che portare nuove energie non faccia male a un' azienda. Mi è piaciuto molto quando detto dal direttore generale tempo fa sul fatto che per un' azienda come la Rai non importa solo l' ascolto, ma anche la qualità. Accanto a show di successo come Ballando con le stelle, si possono tentare altre strade. Ci vuole coraggio, ma bisogna cominciare a pensare che gli anziani (la maggior parte del pubblico di Raiuno) non sono diffidenti verso le cose nuove. E dare il tempo al pubblico di affezionarsi ai nuovi programmi».

 

Si riferisce anche al suo talent dello scorso anno, Forte forte forte, che è stato chiuso in anticipo e non riproposto?

«Anche a quello. Non è fondamentale avere uno share altissimo, l' importante è lavorare sul cambio generazionale. Sono felice che perlomeno i sei finalisti del programma stiano lavorando e anche bene».

the   voice  of    italy 2016the voice of italy 2016

 

Lei ha molto a cuore il tema della adozioni (ha adottato diversi bambini a distanza). Cosa pensa della stepchild in discussione in Parlamento?

«Credo che l' amore sia la chiave di tutto e che una persona che può veramente aiutare un bambino e dargli affetto abbia tutto il diritto di tenerlo con sé, a prescindere dalle sue tendenze sessuali. E penso anche che sui singoli casi debbano continuare a decidere i giudici. Odio che i bambini rimangano in un orfanotrofio. Però sono contraria all' utero in affitto».

 

 

 

3. MAX PEZZALI: «LA TV MI SALVA DALLA NOIA»

Claudia Casiraghi per ''Libero Quotidiano''

 

La vita di Max Pezzali scorre lenta, serpeggiando tra la casa che da anni ne custodisce il talento e i tanti studi di registrazione che lo ospitano.
La routine pare la stessa da tempo, e momenti di grande ispirazione si alternano al dinamismo delle incisioni.

the   voice   of    italy 2016the voice of italy 2016


«Non sono mai stato uno rapido», ammette il cantante che più ha contribuito a definire il pop degli ultimi decenni. «Solitamente, ho una giornata ben scandita: scrivo, canto ed è finita lì. Con The Voice of Italy (la cui quarta edizione prende il via su RaiDue nella prima serata di mercoledì 24 febbraio, ndr), la musica è cambiata». E, al contempo, è arrivata quella rapidità d' esecuzione che Max dice non essergli mai appartenuta.

 

fabio curto the voicefabio curto the voice

«È successo con le Blind Audition. Me ne stavo lì, insieme agli altri giudici (Raffaella Carrà, il rapper Emis Killa e Dolcenera), e pensavo: "Cavolo, devo farmi svelto. Proprio non posso permettermi di perdere i talenti migliori"», racconta Pezzali, che su RaiDue veste i panni, inediti, del coach chiamato a scegliere e poi coltivare le migliori voci del servizio pubblico.

Com' è stato approcciarsi ad un talent già rodato?
«Quando, per la prima volta, sono entrato negli studi Rai, sono stato assalito da una sensazione di immensa gratitudine. Non avrei mai pensato, varcandone la soglia, di trovare una macchina tanto articolata e capace di funzionare con la precisione di un orologio svizzero. Ragazzi, mi sono detto, questa è la Champions League della televisione italiana».

dany petrarulodany petrarulo


Nelle scorse edizioni, si è detto e ridetto che i talenti usciti da The Voice non producono successi. Piero Pelù, addirittura, accusò la Universal, casa discografica associata allo show, di tafazzismo...
«Io credo che, da una parte, i concorrenti di The Voice siano "condannati" ad avere una visibilità minore rispetto a quelli degli altri talent. La struttura del programma prevede più partecipanti e meno passaggi televisivi. Quindi, meno empatia con il pubblico. D' altra parte, mi vien da dire che The Voice somiglia agli Harlem Globetrotters. Quei ragazzi fanno dei tricks pazzeschi, eppure non giocano nell' Nba».

Con questo cosa vorrebbe dire?
«Che si può essere spettacolari anche senza andare a canestro nelle partite più importanti».

Lei e i suoi colleghi avete mai pensato di impegnarvi in prima persona come manager dei vostri talenti?
«Non credo proprio che sarei in grado di gestire la parte manageriale di una carriera musicale. Nella mia testa, non c' è spazio per i numeri. Con molta umiltà, però, penso di poter dare una mano condividendo la mia esperienza. Se nel relazionarmi con un giovane cantante riesco a fargli capire quali errori non commettere e quali rotture di palle risparmiarsi, posso ritenermi soddisfatto».

Cosa cerca nei concorrenti?
«Personalità. La tecnica vocale conta poco se un concorrente non è immediatamente riconoscibile per timbro e attitudine. Il mio concorrente ideale non dovrebbe preoccuparsi tanto di essere un bravo cantante, quanto di essere diverso da ciò che si sente in giro».

All' epoca, insieme a Mauro Repetto, si sarebbe mai presentato ai casting di un qualche talent?
«Gli 883, probabilmente, non avrebbero avuto molte possibilità su questo fronte, perché la loro forza consisteva nella somma di tanti micro-talenti, tra cui quello vocale. Credo, però, che i talent show siano tra le poche strade rimaste a chi oggi desidera emergere in un panorama musicale sempre più frammentato e privo di punti di riferimento».

Si dice che la musica sia finita, specie dal punto di vista autorale. Di testi forti ce ne sono sempre meno, e il pop è tutto «cuore e amore». Come rimediare?
«Si tende ad appiattirsi su temi di facile presa perché in un panorama musicale incerto si cerca di "limitare il rischio": ed è un peccato, perché i ragazzi hanno ancora bisogno che qualcuno racconti le loro storie, come dimostra l' enorme successo del rap, genere che fa del racconto di vita quotidiana il proprio canone narrativo principale. Anche io, da utente, vorrei sentire nelle canzoni più storie vere e vissute: cacchio, avete vent' anni, raccontatemi il vostro mondo!».

j ax the voicej ax the voicethe voice giudicithe voice giudici


Max Pezzali «the voice of Italy» un po' lo è per davvero. Lei ha incantato intere generazioni con il racconto del suo mondo...
«Quel che ho sempre fatto e che continuo a fare è raccontare un microcosmo che mi è familiare. L' ho sempre fatto con grande semplicità, senza curarmi di complicazioni di linguaggio o contenuto. La mia fortuna è stata rivolgermi ad un pubblico che, in un modo o nell' altro, viveva esperienze quotidiane molto simili alle mie».

Nonostante l' enorme successo (17 dischi di diamante e 7 milioni di album venduti), lei è sempre stato lontano dai riflettori. Perché ha deciso di accettare il ruolo di coach a The Voice?
«Più che di un bisogno credo si sia trattato del desiderio di uscire per un istante dal tran tran del mio lavoro. Fa' l' album, occupati della promozione, fai il tour e poi un altro album... Quando mi è stata offerta la possibilità di fare qualcosa di diverso e di giocare con la musica, l' ho colta al volo».

 

 

suor cristina scucciasuor cristina scucciaALBA PARIETTI COME SUOR CRISTINA ALBA PARIETTI COME SUOR CRISTINA suor cristina 3suor cristina 3suor cristina e kylie minoguesuor cristina e kylie minoguesuor cristina balla sul palcosuor cristina balla sul palcosuor cristina j axthe voicesuor cristina j axthe voice

 

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...