1- UN LAMPO SCAGLIATO SULLA TERRA DIRETTAMENTE DAL MONTE OLIMPO HA ILLUMINATO LA NOTTE DEI DUECENTO METRI DI LONDRA 2012. E, SOPRATTUTTO, LA STORIA DELLE OLIMPIADI 2- QUEL LAMPO SI È ACCESO SULLE LUNGHE GAMBE E SUI MUSCOLI, SCONOSCIUTI SUL NOSTRO PIANETA, DI USAIN BOLT. DAVANTI AGLI OCCHI DEL MONDO, LUI SI È “PERMESSO” DI UMILIARE TUTTI, ESPERTI COMPRESI, CHE ALLA VIGILIA LO AVEVANO DATO PER FINITO O QUASI 3- ECCOLO USAIN, IL PROIETTILE CRESCIUTO IN UN BUNGALOW CHE NON HA PAURA DI CONFESSARE QUANTO GLI PIACCIANO LE FESTE, LE AUTOMOBILI POTENTI, LE RAGAZZE, LA MUSICA DANCE HALL E IL GIOCO DEL DOMINO, BISSARE IL DOPPIO SUCCESSO DI PECHINO

1- CHE BOLT!
Tripletta della Giamaica nei 200 metri. Oro a Usain Bolt, secondo Yohan Blake, bronzo per Warren Weir.

2- LA VITA SEGRETA DELL'UOMO D'ORO
Valerio Giacoia per Chi

Un lampo scagliato sulla terra direttamente dal Monte Olimpo, per ristabilire la gerarchia dei signori del vento, ha illuminato la notte dei cento metri di Londra 2012. E, soprattutto, la storia delle Olimpiadi. Quel lampo si è acceso sulle lunghe gambe e sui muscoli di seta spaziale, sconosciuta sul nostro pianeta, di Usain Bolt.

Davanti agli occhi del mondo, lui si è "permesso" di umiliare tutti, esperti compresi, che alla vigilia lo avevano dato per finito o quasi. Come se bastasse un altro "mostro" giamaicano, l'amico-rivale Yoahan Blake, la Bestia, o la freccia americana del Kentucky Tyson Gay o un "peccatore" come Justin Gatlin, tornato in pista dopo 4 anni di squalifica per doping, per mandare in pensione il figlio di Zeus, padrone dei fulmini.

Lui, Usain, chiudendosi nel silenzio e nel suo dolce sorriso, aveva illuso gli avversari che, questa volta, avrebbero potuto batterlo, ma ha costretto tutti a inginocchiarsi di fronte a tanta maestà. Con leggerezza e piena coscienza dei propri mezzi, è entrato nella leggenda. Come voleva, prima di arrivare a Londra. I suoi 9 secondi e 63 centesimi sono il nuovo record olimpico dei 100 metri, a 5 centesimi da quello mondiale, che è sempre di sua proprietà.

Quattro anni fa, ai Giochi di Pechino che lo consacrarono, corse in 9''69, decelerando, come in un magico ralenti, suggestivo come la scena di un film di Antonioni, negli ultimi metri. Prima di lui, solo Carl Lewis, il figlio del vento, era stato capace di vincere due ori nei 100 metri in due Olimpiadi di fila, Los Angeles 1984 e Seoul 1988. Al talento Usain Bolt affianca il distacco dalle cose della terra. Perché è "sugga" ("zucchero"), nella lingua creola mista d'inglese e di lingue africane, il patwah, che si parla in Giamaica. Molto sugga.

Ancora oggi, a 25 anni, diamante dell'atletica, delirio per migliaia di suoi fratelli giamaicani, sogno a occhi aperti, oggetto di analisi dei fisici americani, quando il campione è nella sua casa di Kingston adora addormentarsi con la testa sulle ginocchia di mamma Jennifer. Alle Olimpiadi di Pechino, tra le lacrime, lei raccontò che, quando nacque, lo chiamò Usain per assecondare la predizione di un bambino che le aveva toccato la pancia e le aveva detto: «Se è maschio, chiamalo Usain».

Usain è "flyah", nello slang dell'isola di Bob Marley, dove ancora festeggiano, a tempo di reggae, come nel quartiere rasta londinese di Brixton. Significa "fuoco", quando corre. Ma è sugga quando si permette anche di rallentare, festeggiando dieci metri prima, teneramente dissennato, con il suo (già) leggendario gesto dell'arco, dopo aver mortificato gli avversari. O di tenersi una scarpetta slacciata, in gara.

Come i bimbi quando corrono, beati, incoscienti, ridenti. È sugga, dolcissimo, quando è nella sua Giamaica. A casa. Quella delle radici, dell'amore che scorre come un fiume. E che lui ritrova sempre. Perché quell'amore e quella leggerezza, pur girovago, non sono stati sparpagliati per il mondo. C'è mamma Jennifer, che lo ascolta, sprofondata in poltrona, mentre lui chissà quante cose racconta.

Un torrente in piena, il ragazzo. Senza sosta, anche stravaccato sul lettone, non può stare fermo con i piedi. C'è papà Wellesley, che gestiva un negozio di alimentari e che, 25 anni fa, non avrebbe certo immaginato che sua moglie, in grembo, portava sì suo figlio, ma nello stesso tempo anche il figlio del vento. Anzi, del lampo. Lighting Bolt, lo hanno chiamato. In inglese vuol dire fulmine, saetta.

È vero che in Giamaica tutti i ragazzini corrono, come in Italia giocano a calcio o negli Stati Uniti giocano a basket, sognando l'Nba, ma lui era soprannaturale già da piccolo. «Sentivo di avere un'elasticità da canguro. Non potevo, con un balzo, salire su un albero: dovevo», racconta. Eccolo Usain, il proiettile cresciuto in un bungalow e che oggi non ha paura di confessare quanto gli piacciano le feste, le automobili potenti, le ragazze, la musica dance hall e il gioco del domino.

Ma Bolt è anche quello che spiega come il talento non basti, perché, «se non lavori duramente, non puoi diventare un campione». Quello che sente di avere una grande responsabilità addosso, «perché ci sono tanti ragazzi che mi seguono». Usain? «Un pagliaccio quando era bambino», dicono a casa Bolt. Sempre allegro, sorridente, casinaro.

Usain Bolt, lieve come i grandi, che hanno il giusto distacco, lieve come la brezza che ha nell'anima, eredità del mare dei Caraibi. Lieve, anche se si tratta di concentrarsi per stracciare ogni record e mandare in confusione tecnici e scienziati, i quali avevano previsto che il suo tempo sui 100 metri sarebbe stato raggiungibile dall'essere umano solo nel 2030.

Usain, quello che improvvisa una danza giamaicana, trasformandosi, però, quando gli pare, nella saetta che ti lascia senza fiato solo a vederlo. O che accetta ogni sfida. Che sia Blake o che sia Gay. O che sia quel bulletto, che lo prendeva in giro a scuola. «Avevo forse 15 anni, lui era più grande di me, mi provoca. Lo evito per molto tempo, ma poi cedo.

Tutti lì a guardarci», gli piace ricordare. «E mentre lui scatta in anticipo, prendendo un bel vantaggio, a 20 metri dal traguardo si volta per sfottermi ed è lì che io lo supero. Da allora mi ha lasciato stare. Senza la corsa avremmo fatto a botte e le avrei prese. Ma abbiamo corso e ho vinto io».

 

BOLT TRIONFA A LONDRABOLT TRIONFA A LONDRAbolt bolt BOLT TRIONFA A LONDRAbolt bolt BOLT SI TRASTULLA CON TRE ATLETI SVEDESIUSAIN BOLTusain boltpechino usain bolt reuters

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…