castellitto iachetti

“LE AFFERMAZIONI DI CASTELLITTO NON CORRISPONDONO AL VERO” – STEFANO IACHETTI, DIRIGENTE DELLA CINETECA NAZIONALE LICENZIATO PER AVER CERCATO DI DIFENDERE IL POSTO DI LAVORO DEI 17 DIPENDENTI A CONTRATTO, REPLICA AL PRESIDENTE DEL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA DI ROMACHE LO AVEVA ACCUSATO DI AVER INVIATO UN CONTRATTO DI ASSUNZIONE AI 17 SENZA CONSULTARE IL DG E SENZA ATTENDERE L'APPROVAZIONE DEL CDA– “NON HO INVIATO ALCUN CONTRATTO DI ASSUNZIONE, MI SONO LIMITATO ALLA..."

Natalia Distefano per corriere.it - Estratti

 

stefano iachetti

Tutto è partito dal rogo divampato lo scorso giugno nella Cineteca nazionale, che ha mandato in fumo centinaia di film custoditi nella sede di Cinecittà e che ha acceso un «incendio» ancora più grande - per fortuna solo ideale - che brucia  su diversi fronti: cinema, politica e precariato.

 

Ma facciamo ordine: ad aizzare la polemica è stato il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Marco Grimaldi, che ha sollevato dubbi sulla trasparenza del Centro Sperimentale di Cinematografia nella comunicazione dei danni subiti (tanto da presentare un'interrogazione parlamentare in merito all'allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano).

 

Ma si trattava solo della miccia iniziale.

 

 

Grimaldi, infatti, ha poi messo il naso nei conti del Csc presieduto da Sergio Castellitto, denunciandone le «spese pazze»: dall'affitto di Villa Gallo per 24 mila euro durante l'ultimo Festival del Cinema di Venezia a una serie di incarichi, compensi e consulenze che il deputato ritiene «non tutte necessarie». Come quella ad Angelo Tumminelli (ex produttore di Castellitto) per «attività di ausilio al Presidente» (105 mila euro) o come la consulenza legale di «tre avvocati che costano 417 mila euro, nonostante il Csc possa avvalersi del gratuito patrocinio dell’Avvocatura dello Stato», sostiene Grimaldi.

sergio castellitto margaret mazzantini

 

E poi c'è la questione del licenziamento del dirigente della Cineteca Nazionale Stefano Iachetti «colpevole di aver sostenuto 17 collaboratori lasciati a casa dal Csc». Grimaldi si riferisce ai 17 tecnici impegnati nella digitalizzazione del patrimonio storico del cinema italiano ai quali non è stato rinnovato il contratto scaduto il 31 luglio.

 

 

 

La lettera al Corriere del direttore

Immediata la risposta di Castellitto, che in una lettera inviata al Corriere (qui il testo integrale)  accusa il dirigente Iachetti di aver inviato un contratto di assunzione ai 17 collaboratori senza consultare il direttore generale e senza  attendere l'approvazione del Cda e del presidente. E per questo sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia: motivo del licenziamento.

 

La replica di Iachetti: «Su di me solo falsità»

Ma Stefano Iachetti, 62 anni, licenziato lo scorso 10 settembre dopo 41 anni al servizio del Centro sperimentale di cinematografia, non ci sta. E ha deciso di dare la sua versione dei fatti. «Stupisce e preoccupa leggere notizie contrastanti sul mio licenziamento - dice l'ex dirigente della Cineteca Nazionale - ancor più se le affermazioni sono del presidente Castellitto e del consigliere di amministrazione Minuz, due dei componenti del CdA che ha deciso il mio destino lavorativo».

sergio castellitto romeo e' giulietta di giovanni veronesi

 

Come sono andate le cose?

«In ordine, il 14 settembre su Il Foglio, Andrea Minuz afferma: "Da parte del vicecapogruppo alla Camera di Avs, Marco Grimaldi, è quantomeno impreciso, se non scorretto, mettere insieme il licenziamento di un dirigente e la situazione di 17 collaboratori esterni. Sono vicende diverse".

 

Ma il giorno dopo, sulle pagine di questo giornale, Sergio Castellitto smentisce Minuz e dichiara: "Il dirigente Stefano Iachetti con un’iniziativa autonoma ha inviato un contratto di assunzione a tutti i diciassette collaboratori. Decisione che spetta solo al direttore generale dietro approvazione del Cda e del presidente, che nelle assunzioni devono rispettare precisi bandi di selezione e verificare se la Fondazione abbia le coperture finanziarie. A seguito dell’apertura di un procedimento disciplinare, il Consiglio di amministrazione, all’unanimità, ha deciso di rimuovere il dirigente dall’incarico". Non c'è altro da dire...».

sergio castellitto foto di bacco

 

Qualcuno, dunque, avrebbe mentito?

«Per chiarezza, il mio licenziamento “per giusta causa” è stato deciso dal Consiglio di amministrazione del Csc per aver inviato, senza le necessarie autorizzazioni, delle proposte di contratto ad alcuni collaboratori.

 

Quindi, quanto affermato da Castellitto non corrisponde al vero, poiché non ho inviato alcun contratto di assunzione, mi sono limitato alla fase interlocutoria delle proposte contrattuali, applicando la procedura, tramite l’invio ai collaboratori di una modulistica standard, predisposta dall’ufficio legale della Fondazione, in uso nel CSC dal 2016 e utilizzata da tutti i dirigenti che vogliono proporre dei contratti di collaborazione a vario titolo. 

 

(...)

Però è vero che ha agito di sua iniziativa?

stefano iachetti

«Dissento anche sull’altra affermazione riguardo l’“autonoma iniziativa”. Ho fatto presente a più riprese, in qualità di dirigente della Divisione Innovazione e Conservazione Digitale e della Cineteca Nazionale, la necessità di garantire continuità ai rapporti di collaborazione, con note e promemoria al Presidente Castellitto, alla Commissione che si sta occupando della riorganizzazione della Fondazione, alla Direttrice Generale Monica Cipriani, al Conservatore Steve della Casa.

 

sergio castellitto foto di bacco (3)

E a tre consiglieri di amministrazione: Cristina Massaro, Santino Vincenzo Mannino e Andrea Minuz, che fanno parte della Commissione per la riorganizzazione.  Consolidare il rapporto di lavoro alle collaboratrici e ai collaboratori che erano in forza alla Cineteca e alla Divisione Innovazione e Conservazione Digitale, sarebbe stato di grande utilità per la Fondazione, è stata questa la mia unica preoccupazione».

 

Perché ha richiesto un contratto in blocco per questi 17 collaboratori?

«Si tratta di personale che era stato selezionato attraverso una procedura pubblica, che poi è stato formato dagli esperti tecnici del Csc, e che dunque ha acquisito skills tecnici evoluti che servono a questa istituzione. Sono professionisti già perfettamente integrati nei processi produttivi della Fondazione. Processi che sono correlati a compiti istituzionali, quali ad esempio la conservazione digitale a lungo termine e la digitalizzazione. L'intenzione di rinnovare il loro contratto era nel solo interesse del Csc. Ora, temo, andrà tutto ripensato».

castellitto iachetti

 

(...)

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)