1. MENTRE NELLE GRANDI CITTÀ AI CASSONETTI ORMAI DISTRIBUISCONO IL NUMERINO PER AVERE DIRITTO A RACCATTARE QUALCOSA, LETTANIPOTE AVVISTA LA MITOLOGICA RIPRESA E ALLORA VAI CON “LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL” E ALTRE AMENITÀ A USO TIGGÌ 2. PACATA PROTESTA DEL ‘’GIORNALE’’ PER L’IMPARI EVASIONE FISCALE: “DOPPIA GIUSTIZIA, DOPPIA MORALE. 225 MILIONI: DE BENEDETTI DIVERSAMENTE EVASORE. MA I GIUDICI NON L’HANNO TRATTATO COME BERLUSCONI”. PICCOLO PARTICOLARE: NON SI È BUTTATO IN POLITICA. TENTA DI MANIPOLARLA COI GIORNALI, MA QUESTO È UN ALTRO DISCORSO 3. ALLUCINAZIONI ESTIVE! GRILLO, “SUL WEB LA BASE SI SPACCA: ‘PERCHÉ NON CI FAI VO-mi-TARE?”. SCORRENDO DI FRETTA I TITOLI, L’IPERTESTO CHE È IN NOI REGALA ATTIMI DI FELICITÀ
a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - E D'IMPROVVISO, LA RIPRESA
Mentre nelle grandi città ai cassonetti ormai distribuiscono il numerino per avere diritto a raccattare qualcosa, il governino di Lettanipote avvista la mitologica ripresa. Casualmente c'è da salvare le chiappe dai conati golpisti del Banana e dalla confusione mentale di quel che resta del Piddì. E allora vai con "la luce in fondo al tunnel" e altre amenità a uso tiggì. Con il ricatto neppure tanto scoperto che, certo, se cade questo meraviglioso esecutivo mica l'agganciamo questa benedetta ripresa. Dalle larghe intese alle lunghe pretese, questa modesta rassegna lo dice da tempo.
"Letta: non rovinate la ripresa" è lo strillone della Stampa dei Lingotti in fuga. Beffardo, con un semplice avverbio ben messo, il titolo in prima del Corriere: "Ora il governo vede la ripresa". Dentro: "Vicini alla ripresa, banche più solide'. Incontro Letta-Saccomanni-Visco: âPunto di svolta nei prossimi mesi'. Imu, disponibili solo 2 miliardi. Entrate fiscali in rialzo del 4% in sei mesi. Nel primo semestre sono stati incassati 3,6 miliardi dalla lotta all'evasione, il 10% in più di un anno fa" (p. 10). Si torna alla realtà , ironia della sorte tipografica, con il trafiletto sottostante: "Assumiamo 200 giovani'. E sul sito Ikea arrivano ventottomila curriculum".
Su quel "banche più solide" poi ci sarebbe da ridire parecchio. Oggi vedremo i conti di Unicredit, mentre sappiamo già che Intesa ha avuto utili in calo del 60% (e molto al di sotto delle attese degli analisti). Forse per i lettori del Corriere servirebbe una legenda per il concetto di "solidità ". Per fortuna su Repubblica c'è l'intervista a un tipo che muove i soldi sul serio: "Quella dei mercati è calma artificiale, solo la crescita frena l'allarme debito'. El-Erian (Pimco): i nodi al pettine dopo il voto tedesco. âQuesta tranquillità non è arrivata all'economia reale: lì la situazione resta preoccupante e il credit crunch permane" (p. 10).
2 - COMUNQUE AD ARCORE C'E' IL PARCO
Grande sgubb del Corriere con l'ausilio dello statista napoletano Gaetano Quagliariello, ministro allo Svolgimento del Programma (della P2): "Volevano far saltare il governo. Domenica c'era un piano pronto'. Quagliariello contro i falchi di Pdl e Pd: l'esecutivo unica barriera al caos" (Corriere, p. 3). Lui ci ha il telepass. Intervistato dal Messaggero, invece, il Quagliariello si ammoscia di brutto (p. 5).
Repubblica retrosceneggia sul destino di Citizen B.: "Il Cavaliere chiede uno spiraglio al presidente: âTanto rompere è inutile, il voto non ci sarà '. Esclusa la grazia, cresce invece l'incubo di altre condanne a breve". I due nani da giardino di Hardcore, i "Renatini" Brunetta e Schifani, "Si sono dovuti impegnare col Colle ad approvare subito i decreti all'esame del Parlamento. Ma i berlusconiani avvertono: la finestra elettorale resta aperta fino al 30 settembre per votare a novembre" (p. 3). Con il nostro ministro kazako che dal Viminale vigilerà sul corretto svolgersi delle operazioni elettorali.
3 - OH, MARINA!
Nell'Italietta dei "figli di" la Stampa ci svela particolari involontariamente agghiaccianti in una morbida oleografia di Marina Berluschina dal titolo "La figlia inflessibile che cerca di resistere al âsacrificio' (p. 7). "E' lei che la sera mette a letto i figli raccontandogli favole e anche la storia della sua famiglia, la nascita di un impero". Pensate a âste povere creature costrette ad ascoltare le gesta di mastro Vittorio (Mangano), zio Stefano (Bontade) e nonno Marcello (Dell'Utri).
Poi: "la facoltà di Giurisprudenza lasciata per Scienze politiche. Esami a singhiozzo, poi il vero master; l'azienda". Cioè, manco uno straccio di laurea, ha preso questo genietto in tacco 12. "Legge con attenzione i quotidiani, non apprezza la linea urlata da Il Giornale (soprattutto in occasione del giudizio della Cassazione) e ammira il giornalismo colto. Enzo Bettiza, Sergio Romano e Angelo Panebianco". Occhio che questa chiude la baracca di Sallustioni e si compra il Corriere della Sciura. E sorvoliamo sulla parte dedicata al marito ballerino Maurizio Vanadia, "fisico scultoreo e una totale venerazione per la moglie".
E a proposito di Giornale, pacata protesta per l'impar condicio evasorum: "Doppia giustizia, doppia morale. 225 milioni: De Benedetti diversamente evasore. L'editore di Repubblica condannato in appello per un enorme danno al fisco. Ha detto: sentenza illegittima. Ma i giudici non l'hanno trattato come Berlusconi" (p. 1). Piccolo particolare: non si è buttato in politica. Tenta di manipolarla attraverso i giornali, ma questo è un altro discorso.
4 - MA FACCE RIDE!
Il professor Angelo Panebianco secerne oggi il suo sapere dalla prima del Corrierone: "La magistratura è l'unico âpotere forte' oggi esistente in questo Paese e lo è perché tutti gli altri poteri, a cominciare da quello politico, sono deboli". Professore, mai pensato di voltarsi indietro verso chi le paga lo stipendio in via Solferino? Vi troverà banche, assicurazioni e grandi imprese in salute più o meno malcerta, ma tutte intente a darsi battaglia per il controllo di un gruppo editoriale che perde una barcata di soldi eppure, evidentemente, deve ancora servire a qualcosa. S'interroghi, professore, s'interroghi e si dia pure il voto da solo.
5 - E A SINISTRA LA SOLITA CONFUSIONE MENTALE
"Matteo e Pierluigi, la strana coppia unita dalla voglia di tornare alle urne. Gli ex duellanti delle primarie: âBasta esitazioni'. Il sindaco però invoca tempi rapidi per il congresso, l'ex segretario dice: congeliamo Epifani" (Repubblica, p. 7). Povero Epifani, sembra già congelato di suo. Lo vogliamo forse ibernare?
6 - AGENZIA MASTIKAZZI
"Giro: per il nuovo Centro servono popolarismo, riformismo e liberalismo" (Messaggero, p. 9). Oh, parla Mario, il fratello del cineasta Francesco.
7 - SAIPEM E LA BOCCA CHIUSA DEI SUPERMANAGER
Luigi Ferrarella va in solitaria a occuparsi di una mega storia di tangenti che riguarda il Gruppo Eni e dov'è indagato da mesi anche l'inaffondabile berlusconiano doc Paoletto Scaroni. E torna a casa con un bel pezzone tutto da leggere: "Conti a Singapore e consulenze mirate. La maxi tangente algerina di Saipem. Trovati in Asia 123 milioni. In manette l'ex direttore operativo. Mandato di cattura internazionale per il braccio destro del ministro dell'energia Khell". I magistrati milanesi (occhio, c'è di mezzo Fabio De Pasquale) ritengono che almeno 15 milioni siano stati pagati ai manager allontanati dall'azienda come iniziali capri espiatori (p. 17). Domani, tutti i giornali a riprendere la notizia e a scavare sul caso.
8 - FREE MARCHETT (GIORNALISMO A SEI ZAMPE)
Scelgono il giorno giusto al Messaggero per scodellare codesto pezzo: "Non è l'Eni che frena l'Italia, semmai è il contrario'. L'Herald Tribune plaude al gruppo e alla gestione Scaroni" (p. 19). E' un articolo così commovente che nessuno se l'è sentita di firmarlo.
9 - ZERO TANGENTI AL MONTE DEI PACCHI
Doppia partita per la banca senese, alle prese con la trasformazione in "banca normale" e con l'inchiesta giudiziaria più dispersiva d'Italia (roba che Woodcock, al confronto, è un tipo ordinato). Il Sole 24 Ore copre entrambi i fronti. "Mps, muro con Bruxelles sul piano. Governo e Bankitalia: la tesi sostenuta dall'Italia in Europa è corretta, mentre la Ue è in errore. La Fondazione ha nominato il nuovo organo di indirizzo. Si guarda ora al futuro presidente: in pole il nome di Francesco Pizzetti. Quel filo rosso che lega Torino con Siena. L'avvocato Angelo Benessia ha messo a punto il nuovo statuto" (p. 1 di Finanza&Mercati).
Inchieste: "Ecco i due nuovi filoni della Procura. Sotto la lente dei pm le logiche di scambio del passato tra centrosinistra e centrodestra e il ruolo di Jp Morgan nell'acquisizione di Antonveneta. Gli inquirenti puntano a utilizzare una parte del materiale raccolto per Antonveneta per fare luce sulle scelte della Fondazione". A questo punto, decisiva per le indagini anche una semplice rassegna stampa.
Sul Cetriolo Quotidiano, rispondono alla "macchina del fango" del Giornale con il frullatore del gazpacho: "Agenda Mussari: i Letta, Amato e Napolitano. Agli atti dell'inchiesta gli incontri con i big. Quand'era già indagato per l'aeroporto di Siena, il capo di Mps vedeva parlamentari di destra (tra cui Fini) e sinistra (fra cui D'Alema, Bassanini e Latorre) per dare la scalata all'Abi" (p. 1).
10 - LIGRESTOS PER SEMPRE
Titolo del Sole a pagina 24: "Assedio al patrimonio dei Ligresti". Diciamo più che altro che si fa un po' per uno: sono anni che i Ligrestos assediano il patrimonio degli investitori. Poi apri la Stampa e, pur edulcorato e rimpicciolito, trovi il notizione: "Ligresti pronti a chiedere 45 milioni a Mediobanca per il presunto patto con Piazzetta Cuccia" (p. 23). Presunto? Ma non era di Nego Nagel la firma sotto quel papello preparato dagli avvocati dai Ligrestos per lasciare campo libero all'operazione Unipol? E quella "firma per presa visione" (verbale di Nagel a Milano) non è forse una rarità in un mondo bancario dove anche l'ultimo ragioniere non firma una carta se non sotto tortura?
11 - ULTIME DA UN POST PAESE
"Caso Moro, dai partiti il sì all'inchiesta parlamentare" (Corriere, p. 9). Non sappiamo se la notizia faccia più rabbia o tristezza.
12 - ALLUCINAZIONI ESTIVE
Grillo, "Sul web la base si spacca: âPerché non ci fai voMItare?" (Corriere, p. 9). Scorrendo di fretta i titoli sul tablet, l'ipertesto che è in noi regala attimi di felicità .
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