milano tempo di libri

“TEMPO DI LIBRI” MA NON DI LETTORI - E’ INIZIATA LA FIERA DI MILANO TRA GLI STAND (FINORA POCO VISITATI) SCATTA IL CONFRONTO IMPIETOSO CON "IL SALONE" DI TORINO - QUANTE EDIZIONI CI VORRANNO PERCHE’ LA KERMESSE MILANESE DIVENTI ANCHE POPOLARE? - STASERA SI BALLA IN CENTRO ALLA LIBRERIA FELTRINELLI CON DJ TYLER

MILANO TEMPO DI LIBRIMILANO TEMPO DI LIBRI

Da la Stampa

 

Tempo di libri tracima in città, secondo lo schema di gran successo del Fuorisalone che accompagna la settimana del design: stasera dalle 19.30, alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, festa aperta a tutti con la partecipazione di Tyler, dj e archeologo musicale, stella della scena musicale underground e noto per le sue performance alla discoteca milanese Plastic. Chi acquista almeno un libro riceverà in regalo una serigrafia per t-shirt su tema letterario, realizzata al momento. La libreria resterà aperta fino a dopo mezzanotte.

 

LO SPETTRO DEL SALONE DI TORINO

 

 

Luigi Mascheroni per il Giornale

MILANO TEMPO DI LIBRIMILANO TEMPO DI LIBRI

 

D opo tante polemiche, confronti, annunci e distinguo, finalmente è Tempo di libri. La fiera del libro di Milano è iniziata, ma in Fiera, a Rho: un posto pulito e illuminato bene che però a scanso di equivoci - non è a Milano. È «fuori». Chi è arrivato in treno da altre città lo ha scoperto pagando un sovrapprezzo, e in alcuni casi una multa, per il biglietto della metropolitana che per raggiungere Rho-Fiera costa un tot in più rispetto alla rete urbana.

 

E chi è arrivato dalla città, invece, a guardare l' affluenza del primo giorno, non è neppure partito. Tempo di libri, sì. Ma non di lettori: ieri per tutto il giorno i corridoi larghi e ordinati della fiera erano moderatamente silenziosi e ben poco affollati. E quando scriviamo «poco affollati», stiamo usando una litote. Figura retorica che possiamo permetterci, essendo a un evento culturale.

SALA FRANCESCHINI MARONISALA FRANCESCHINI MARONI

 

Tempo di libri è un evento culturale, ma quante edizioni ci vorranno perché diventi anche popolare? Certo è il primo giorno, certo è la prima edizione, certo i milanesi non sono ancora abituati. Certo, però, è che prima di tutto la fiera del libro di Milano deve liberarsi dal confronto con l' omologo e archetipo Salone di Torino. Il confronto è inevitabile, e impietoso.

 

Inevitabile e impietosa è stata la prima domanda che un cronista ha posto ieri mattina, ore 10 in punto, quando il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini è entrato in visita ufficiale nei due grandi padiglioni di Tempo di libri, per il taglio del nastro di rito. Pronti, via. «Ministro: cosa pensa della fiera di Milano rispetto al Salone di Torino?». «Datemi tempo. Adesso vediamo Milano, in maggio vedremo Torino. Penso che una forma di collaborazione sia possibile. Non è una competizione». E negandola, la rafforza.

 

MILANO TEMPO DI LIBRIMILANO TEMPO DI LIBRI

L' ombra lunga del Salone di Torino si allunga sulla fiera di Milano, e Milano non è mai apparsa così vicina alla sua concorrente Torino. Lo sdoppiamento dei saloni è da oggi una realtà, ma è un doppio che si guarda allo specchio. E' vero, tutte le fiere sono uguali. Ma gli stand di Milano sono identici a quelli di Torino dello scorso anno, e di certo anche del prossimo, a volte persino nella stessa posizione: la Rai nell' angolo, Mondadori e i grandi al centro, i piccoli lungo i corridoi esterni, la segnaletica è uguale, solo qualche panchina in più in giro, e in sala stampa c' è il buffet gratis per i giornalisti (a Torino, ti immagini?). Ma per il resto è come un gigantesco pop-up, che apri e richiudi, a Milano e a Torino, sempre identico a se stesso.

 

Forse è stato tenuto solo un interlinea più largo tra uno stand e l' altro. La Fiera di Milano, rispetto al Lingotto di Torino, sembra più compatta, meno dispersiva. Ma si nota anche di più la scarsa affluenza di visitatori (per ora, poi il weekend ci sarà il pienone...). Sì, certo, ieri qui non c' erano le scolaresche (e non è detto sia un male: spesso sono solo chiassose e svogliate), ma in fondo è la data di Tempo di libri a essere sbagliata: tra Pasqua e il 25 aprile, con inaugurazione il giorno di riapertura delle scuole, parte già in svantaggio di pubblico.

SALONE DEL LIBRO TORINOSALONE DEL LIBRO TORINO

 

Per il resto, uguale identico è il programma (troppi appuntamenti, molti inutili) e la compagnia di giro degli ospiti (sempre gli stessi) dei due eventi: in fondo coetanei e amicissimi sono i due curatori, Chiara Valerio per la fiera milanese, Nicola Lagioia per il Salone torinese.

 

Troppo simili per avere gusti, e idee, diverse. E uguale identico è il format, anche se Renata Gorgani, della «Fabbrica del Libro», ieri all' inaugurazione ha detto che le «nostre» non sono presentazioni di libri (come le «loro»), ma incontri con gli autori. Wow! Ma ha senso, allora, farne due di Saloni così uguali?

 

Poi, invece, le differenze, a pensarci ci sono. Tempo di libri, a Milano - un evento più felpato, meno urlato - vuole provare a essere un salone dell' editoria, di cui la città lombarda è la capitale. Il Salone del libro di Torino è sempre stato e sempre resterà una fiera per il lettore, che la città piemontese si culla da anni. Milano, si percepisce, è già più internazionale, guarda semmai alla Buchmesse di Francoforte: non le interessa il numero di visitatori, ma il traffico di contratti.

 

E infatti qui accanto, fuori dai due padiglioni principali, c' è uno spazio per la compra-vendita dei diritti con l' estero. Torino, invece, è molto più provinciale, sta a guardare quanta gente arriva, non il tipo di visitatori: di internazionale ha solo il numero di bestselleristi stranieri invitati, tanti. La differenza tra Milano e Torino è un po' come quella che passa tra Parma, che ha la fiera dell' agro-alimentare «Cibus», e Torino, che ha il Salone del gusto. In entrambi i casi si parla di «mangiare». Ma non è la stessa la cosa.

 

tyler-plastictyler-plastic

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…