LIT-TIZZONE ARDENTE – GUBITOSI GODE E PIGOLA CONTRO GLI “ECCESSI” MA SULLO SFONDO C'È GIÀ SANREMO BOMBASTICO CON L'ACCOPPIATA FAZIO-LITTIZZETTO: SE SI VOTASSE IL 17 FEBBRAIO PER LA PRIMA VOLTA LE URNE COINCIDEREBBERO COL FESTIVAL – ALLA PRESENTAZIONE DEL SUO LIBRO (MONDADORI, OF COURSE) OGGI VOLA BASSO: “BERLUSCONI? MEGLIO PARLARE D'ALTRO”...

1 - IL VIDEO DELLA LITTIZZETTO SUL RITORNO DEL BANANA

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=0odmoOIF0NI#t=218s


2 - LITTIZZETTO, LO SHOW DIVENTA UN CASO GUBITOSI A RAITRE: «EVITARE ECCESSI»
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Berlusconi torna in campo e a viale Mazzini esplode già la prima polemica. È il tipico contraccolpo italiano ben sintetizzato con l'antica espressione secondo la quale «la Rai è lo specchio del Palazzo». Tutto nasce dal monologo di Luciana Littizzetto alla fine di «Che tempo che fa», domenica sera su Raitre: «...ora torna Berlu, sale lo spread... Non dico un po' di pudore, sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c...?!». Molti applausi nella platea della trasmissione condotta da Fabio Fazio. Addirittura un'ovazione, con i piedi degli spettatori sbattuti ritmicamente per terra come avviene nei concerti rock.

Sullo sfondo c'è già Sanremo con l'accoppiata Fazio-Littizzetto. Sanremo specialissimo: se si votasse il 17 febbraio per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana le urne coinciderebbero col festival della canzone previsto già da tempo dal 12 al 16 febbraio.

La scena della Littizzetto non è piaciuta nemmeno un po' al centrodestra televisivo. Il primo a protestare è stato il consigliere di amministrazione Rai Antonio Verro: «Considero più che legittima la satira, inclusa quella politica. Ma l'insulto no, non è tollerabile. Ciò che ha detto Luciana Littizzetto su Berlusconi, mi chiedo, è satira o è politica?».

Dice ancora Verro: «Far ridere con la volgarità è la cosa più semplice del mondo. Ma chi fa spettacolo ha una grande responsabilità nei confronti del pubblico. E certi divi troppo pagati, naturalmente mi riferisco anche alla Littizzetto, rischiano di dimenticare quale sia il loro vero ruolo e si trasformano in predicatori.

Tutto questo non è tollerabile così come non è concepibile offendere in diretta televisiva non solo un esponente politico ma anche quegli spettatori che pagano il canone di un servizio pubblico e magari fanno parte dell'elettorato di centrodestra. Io rispetto le idee della signora Littizzetto, diametralmente opposte alle mie, ma non posso accettare che il servizio pubblico diventi il megafono delle sue posizioni».

Poi uno sguardo al Festival: «Tutto questo è una pessima premessa in vista del Festival che si svolgerà in piena campagna elettorale, se non addirittura quasi durante le elezioni. Personalmente confido nella grande professionalità di Fabio Fazio che saprà sicuramente moderare le intemperanze verbali della signora Littizzetto».

Dice Giorgio Lainati, vicepresidente pdl della commissione di Vigilanza: «Sono letteralmente impazziti di gioia gli uomini della sinistra coadiuvati dai nuovi alleati Casini e Fini per gli insulti dagli schermi di Raitre che la Littizzetto ha rivolto a Berlusconi. Dopo averlo ignorato per un anno, appena ha annunciato il ritorno in campo, i conduttori militarizzati della sinistra hanno immediatamente riaperto il fuoco contro l'odiato Berlusconi. Ci aspettiamo un immediato intervento del presidente della Rai Tarantola e del direttore generale Gubitosi per tutelare la dignità del servizio pubblico e di quei milioni di abbonati non di sinistra».

Il direttore generale Luigi Gubitosi fa sapere che «nel legittimo rispetto della satira» ha invitato il direttore di Raitre Antonio Di Bella a dare indicazioni ai conduttori e alla struttura di Raitre che si occupa di «Che tempo che fa» a un «maggior rispetto e a una maggiore attenzione nei confronti di tutti gli esponenti politici evitando eccessi». Per ora niente misure disciplinari ma l'avvertimento è chiaro.

In quanto a Sanremo, Giancarlo Leone, prossimo direttore di Raiuno ma ancora direttore della direzione Rai Intrattenimento, da cui dipende Sanremo, afferma: «Non sono preoccupato per il Festival. Conosco la professionalità di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto e sono certo che sapranno interpretare al meglio la loro funzione senza interferenze sul dibattito politico».

Per la Littizzetto ha protestato anche il Moige, il Movimento genitori: «Un linguaggio becero e indecente, semplicemente da caserma, che non deve essere pagato da noi telespettatori. È legittimo esprimere una sofferenza sociale con una satira, peraltro ampiamente condivisa, verso un "teatrino della politica" non più sostenibile, ma questo disagio non può essere legittimato da un linguaggio così scurrile, decisamente inadatto al pubblico di minori presenti in orario di tutela».

 

3 - E ALLA MONDADORI LUCIANA SMORZA I TONI: «MEGLIO PARLARE DI CHUPA DANCE...»
Nino Luca per "Corriere.it"

«In questo Paese è meglio parlare di chupa dance... ne abbiamo avuto la riprova domenica sera». Luciana Littizzetto per una volta misura le parole. Davanti al suo pubblico nella sala gremita della Mondadori in piazza del Duomo a Milano, con la gente in coda un'ora per avere un autografo sfoggia un amaro sorriso. E con i giornalisti si cuce la bocca. Durante la presentazione del suo libro «Madama Sbutterflay» le telecamere non sono ammesse, tanto meno le domande.

Un modo sicuro per non alimentare altre polemiche, a meno di 24 ore di distanza dalla frase che ha scatenato una ridda di dure reazioni politiche in seno al Pdl: «Berlusconi ha rotto il ca..». In quel momento su RaiTre erano circa 4,5 milioni gli italiani, record stagionale per «Che tempo che fa», che ascoltava le immancabili battute su Jolanda e Valter.

BATTUTE E POLEMICHE - Frase incriminata che in realtà «Lucianina» , come la chiama amorevolmente Fazio, non ha mai pronunciato direttamente al Cavaliere ma che veniva subito dopo una battuta proprio sul ritorno di «Berlu», come lo chiama lei, e su un «ragionamento» riferito ai politici tutti. Tant'è, eccola qui, in casa Mondadori, cioè la casa editrice che ha stampato il suo libro, cioè proprio in casa Berlusconi, farsi piccola piccola ed esordendo con: «Non è stata una facile giornata» .

«SU BERLU OGGI LASCIAMO PERDERE» - Lucianina ci ha messo un po' a carburare, poi ha cominciato a punzecchiare qualche politico, le supposte di Monti, le lacrime della Fornero, il cognome di Passera ma nulla di feroce come ci hanno abituato i suoi strali. Solo con Borghezio è sembrata andare giù pesante: «Speriamo che gli alieni ce lo tolgano dalle palle». E sull'ex premier? Su colui cui dedica un paragrafo intitolato «Silvio ha alzato i tacchi», doppio senso sull'altezza e sul fatto che si fosse dato alla fuga dalla politica? Nulla. Anzi di più. Autocensura. Per una volta voluta, cercata e confermata alla fine con un cenno della testa ai cronisti presenti.

Leggendo la lettera dei desideri a Babbo Natale eccola incappare sul Cavaliere e subito glissare: «Questa sul Berlu... meglio lasciar perdere per oggi». Per oggi o forse fino a metà febbraio, cioè fino al temuto Festival di Sanremo, previsto in piena campagna elettorale. Così fino alla fine. Poche domande dal pubblico e nessuna sulla frase tormentone. «Meglio così» , sospira. Una signora elegante «sciura» , sulla sessantina, in coda da un'ora per un autografo le si avvicina: «Luciana, vada avanti... Lei dice sempre cose splendide. Anche domenica scorsa» . Risposta della Littizzetto a capo chino: «Non tutti la pensano come lei».

 

 

SILVIO BERLUSCONI CON IL CAPPELLO DI FORZA ITALIAlittizzetto LUIGI GUBITOSI fazio saviano littizzettoSANREMO PRIMA SERATA jpegLittizzettolittizzetto lucianaLuciana Littizzettosanremo53 baudo littizzetto replittizzetto rivergination coverLittizzetto Luciana

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”