1. LO STORICO SERGIO LUZZATTO SCOPRE CHE IL MINISTRO DELLA CULTURA BRAY E IL COSTITUZIONALISTA AINIS HANNO PRESENTATO IL LIBRO DI SGARBI E S’INCAZZA 2. ‘’ORA, LASCIAMO STARE L'ELEGANZA DI FREQUENTARE IL BEL TOMO APPENA USCITO DA UNO STUDIO TELEVISIVO DOVE HA RIPETUTAMENTE MINACCIATO DI “PISCIARE IN TESTA” AL CONDUTTORE. IL PROBLEMA PIÙ GRAVE STA NELLA SCELTA DI PRESENTARE UN LIBRO, ‘’IL TESORO D'ITALIA’’, IN CUI LE MERAVIGLIE DEL NOSTRO PATRIMONIO ARTISTICO VENGONO BUONISTICAMENTE VANTATE DA COLUI IL QUALE, COME EX FUNZIONARIO DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI, È TECNICAMENTE UN PREGIUDICATO: CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER TRUFFA AGGRAVATA E CONTINUATA E FALSO AI DANNI DELLO STATO” 3. GLI SGARBI SI PAGANO! IL VECCHIO SGARBONE COSTRETTO A PAGARE 100 MILA € A CASELLI

1. GLI SGARBI SI PAGANO! IL VECCHIO SGARBONE COSTRETTO A PAGARE 100 MILA € A CASELLI
Dal "Corriere della Sera"

Per un attacco in tv che sarebbe andato oltre i limiti della critica Vittorio Sgarbi è stato condannato dal Tribunale di Caltanissetta a pagare al procuratore Gian Carlo Caselli, un risarcimento di 100 mila euro in solido con Rti, la società del gruppo Mediaset che gestisce Canale 5. Caselli, allora capo della Procura di Palermo, si era ritenuto diffamato da un intervento del critico, a quel tempo deputato, nella rubrica «Sgarbi quotidiani» andata in onda il 7 aprile 1995.

Sgarbi lesse una lettera di un anonimo il quale sosteneva di avere raccolto una confidenza di don Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia nel 1993. Il sacerdote gli avrebbe detto di essere turbato per le pressioni di Caselli perché facesse il «pentito» denunciando i fatti di mafia di cui era a conoscenza, anche violando il vincolo del segreto confessionale. Negando le pressioni che gli venivano attribuite dall'anonimo, Caselli aveva citato in giudizio Sgarbi per i danni morali.

2. LA STRENNA DI SGARBI
Sergio Luzzatto per "Il Sole 24 Ore"

Le presentazioni dei libri, si sente dire in giro, non contano più nulla. Ormai, non ti fanno vendere una copia in più. Possibile. Eppure a qualcosa le presentazioni servono. Se non permettono all'autore di vendere copie, permettono ai lettori di individuare chi, con quell'autore, è disposto ad accompagnarsi.

Così, si impara qualcosa anche da una non-notizia di questi giorni: Vittorio Sgarbi pubblica da Bompiani il suo solito libro natalizio, e a Roma si muovono per presentarlo il costituzionalista Michele Ainis (che del libro ha firmato la prefazione) e - nientepopodimeno - il ministro per i Beni culturali Massimo Bray. Ora, lasciamo stare l'eleganza di frequentare il bel tomo appena uscito da uno studio televisivo dove ha ripetutamente minacciato di «pisciare in testa» al conduttore.

Il problema più grave sta altrove. Sta nella scelta del costituzionalista Ainis e del ministro Bray di presentare un libro, Il tesoro d'Italia, in cui le meraviglie del nostro patrimonio artistico vengono buonisticamente vantate da colui il quale, come ex funzionario del ministero dei Beni culturali, è tecnicamente un pregiudicato: condannato in via definitiva per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato.

Nella sua vita Sgarbi ha fatto tante cose, ma difficilmente si potrebbe sostenere che abbia tutto sacrificato all'articolo 9 della nostra carta costituzionale, quello secondo cui la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione».

Insomma, la non-notizia sull'uscita del libro natalizio di Sgarbi ha il merito di suscitare una domanda, che è poi questa. Quali articoli del Codice penale un autore deve violare, nel Belpaese, perché un autorevole costituzionalista e un volenteroso ministro dei Beni culturali non partecipino alla presentazione del suo libro-strenna?


2. SU VITTORIO SGARBI L'INTERPRETAZIONE DI UN EQUIVOCO
Lettera dell'Avvocato Giampaolo Cicconi a "Il Sole 24 Ore"

In merito all'articolo di Sergio Luzzatto, «La Strenna di Sgarbi», pubblicato sul Sole 24 Ore del 17 novembre, preciso alcuni aspetti.

1- È vero che nella sua vita il professor Sgarbi ha fatto tante cose, ma non è vero quanto sostiene, apoditticamente, Luzzatto dal momento che ignora che Sgarbi, non appena eletto parlamentare, nella seduta del 4 luglio 1992, era subito sceso in campo a difesa del patrimonio artistico e culturale dello Stato italiano, presentando interpellanze e interrogazioni in Parlamento riguardanti la distruzione della Piazza di Catanzaro, della pavimentazione di Piazza della Signoria a Firenze, di Salò, di Benevento, di Corso Sempione a Milano, etc.

2- Inoltre, l'articolo 9 della Costituzione, citato dall'articolista ha, da sempre, rappresentato per Sgarbi il faro, la norma principale da seguire per la salvaguardia del patrimonio stesso tanto che, per le sue battaglie contro l'eolico e il fotovoltaico, quale sindaco di Salemi, il predetto ha ricevuto negli anni diverse minacce di morte; tuttavia, sull'argomento, allo stato attuale non risultano prese di posizioni da parte di Luzzatto.

3- Non è esatto il riferimento alla condanna per truffa, peraltro intervenuta quando Sgarbi si trovava in aspettativa senza assegni. All'uopo, giova premettere che la denuncia per truffa - di cui sembra compiacersi l'articolista -, presentata da un soggetto facente parte dell'estrema destra e di indole antisemita, veniva da costui ritirata non appena scoperto l'equivoco. In ogni caso, il relativo procedimento penale proseguiva d'ufficio.

4- Tale denuncia - subito dopo il deposito - risultava pretestuosa e ciò alla luce del fatto che Sgarbi, ben prima che insorgessero problemi sulla cosiddetta casta, era in aspettativa senza assegni.

5- Altro equivoco di Luzzatto è che anche altri Ministri hanno partecipato alla presentazione dei libri di Sgarbi; quindi, la presenza di Bray non è stata una novità.

6- Altra contraddizione formale dell'azione penale per truffa è rappresentata dal fatto che nessun danno sostanziale aveva avuto il Ministero, il quale non si era nemmeno costituito parte civile nel relativo processo, non ritenendo doloso il comportamento di Sgarbi, tanto da sospenderlo dallo stipendio (peraltro mai preso dal 1985 in poi) per soli 10 giorni e ciò «in considerazione degli indiscutibili meriti scientifici dell'interessato e del vivo e sincero interesse sempre e comunque dal medesimo manifestato nei confronti della tutela del patrimonio culturale italiano» (si veda il provvedimento del 29 settembre 1997).

7- Così dimostrata per tabulas l' innocenza di Sgarbi stesso, si sottolinea la sua intesa opera di denuncia con Italia Nostra per la violenza al paesaggio - attraverso impianti eolici e fotovoltaici - i suoi numerosi interventi, eseguiti anche quale sottosegretario del Mibac, per porre il vincolo al Porto Vecchio di Trieste, per l'avvio dei lavori di ricostruzione del Petruzzelli di Bari, insomma tutte azioni per le quali non risulta si sia mai distinto Sergio Luzzatto.

8- Ne discende che il pieno riconoscimento del Mibac spiega la considerazione del ministro Bray, il quale - anche lui e fin dal primo giorno della sua nomina - ha condiviso altre battaglie di Sgarbi, come, ad esempio, il vincolo di Piazza Verdi a La Spezia, per impedire lo sfregio derivante dall'abbattimento di alberi vincolati per sostituirli con archetti di cemento armato.

9- Ritornando agli episodi per i quali Sgarbi è stato condannato per truffa dalla Pretura di Venezia, si deduce che sono circoscritti al periodo 25 ottobre 1989-4 marzo 1990, mentre per quelli successivi (5 marzo 1990-25 maggio 1990), il predetto - malgrado le opposte richieste della Procura veneziana - veniva assolto, come tra l'altro anche il medico che aveva redatto i certificati (all'uopo, si evidenzia che il sanitario - e qui sta l'ulteriore equivoco - imputato per concorso in truffa con Sgarbi, veniva assolto da tutte le imputazioni. Ne deriva che, allo stato attuale, esistono rilievi formali e giusti motivi per consentire a Sgarbi medesimo di richiedere la revisione del processo.

10- Ancora, le contraddizioni sopra illustrate appaiono ancora più evidenti dal momento che, per lo stesso fatto, la magistratura ha applicato una pena di sei mesi di reclusione (pena sospesa), mentre il ministero solo 10 giorni di sospensione dello stipendio.

11- Per questo è evidente l'intento diffamatorio dell'articolo de quo, che riferisce fatti in maniera tendenziosa, modificando così la realtà delle cose e lasciando così sospettare una truffa ordita da Sgarbi nei confronti del Mibac, truffa che, invece, non vi è mai stata, né sotto il profilo materiale e né spirituale, tanto che il medico imputato in concorso veniva assolto e il Ministero - non essendo nemmeno parte lesa, per non aver subito alcun danno,- non si costituiva parte civile. Infine, gratuita e offensiva è anche la frase, non vera, «il suo solito libro natalizio»; nella specie il libro - molto voluto da Sgarbi - è risultato quanto mai attuale e opportuno, anche per la ripresa economica dello Stato italiano.


3. RISPOSTA DI SERGIO LUZZATTO

Prendo atto della rettifica dell'avvocato di Vittorio Sgarbi, che mentre conferma la condanna per truffa, inflitta al suo assistito, elenca utili elementi a sostegno della revisione del processo, che l'interessato si ripromette di chiedere, a quel che si legge, con buone probabilità che la richiesta sia accolta.
Sergio Luzzatto

 

IL TESORO DI SGARBISergio Luzzatto sergio luzzatto Vittorio Sgarbi Vittorio Sgarbi e Roberto Conforti Vittorio Sgarbi e Mons Salvatore Costanzo Vittorio Sgarbi Michele Ainis e Vittorio Sgarbi Giovanni Maria Flick Vittorio Sgarbi e Roberto Conforti cruciani sgarbi x VITTORIO SGARBI FRANCESCA COLOMBO INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO Vittorio Sgarbi Claudio Ascani e Chiara Castria Ascani

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