MAKE LOVE! IL SESSO QUESTO SCONOSCIUTO: ARRIVA L'ENNESIMO (E INUTILE) RICETTARIO DEL PIACERE

Natalia Aspesi per "la Repubblica"

In turco Salsiccia, in russo Martellone, in tedesco Servo Muto: questo per lui. E per lei? Pesca in turco, Dolcetto tra le Gambe in russo, Lumaca in tedesco. Non si sa mai, con tutto questo soprattutto giovanile spostarsi nel mondo, e non solo causa Erasmus, saperlo può servire; per dire l'assoluta completezza di questo Make Love, il più recente e pignolo Manuale di Educazione Sessuale.

Un manuale che piomba anche in Italia (L'Ippocampo Edizioni) in un momento di intensa proliferazione soprattutto letteraria, giornalistica e in rete di quelle cose lì, dalla pornofiaba al pornorosa al pornomedico allo psicoporno, al porno archeologico e storico e alla pornoarte (vedi per approfondimento dotto, scienziati, filosofi, poeti, artisti del passato in
With the hand, "Storia culturale della masturbazione" dell'olandese Mels van Driel).

A questo punto si spera anche in una nuova edizione di un informato triplo saggio di Piera Detassis (2006, contenuto in una pubblicazione accademica sulla sessualità maschile) dedicato al pene nel cinema: "Pene d'amor perduti", "L'oggetto invisibile", "Non tutti ce l'hanno".

Intanto circola, per i pornocinefili, un librettino americano di cinecitazioni epocali: esempio, Jeanne Moreau che nel film Querelle de Brest, 1982, di Fassbinder dice a Brad Davis: «Ho molto sognato ultimamente il tuo pene». E lui: «E nei sogni era meglio?». C'è pure molta attesa per un fondamentale La gnocca, istruzioni per l'uso, opera di due erudite signore romane, che verrà pubblicato in autunno da Salani.

Make Love, scritto per i giovani ma prezioso anche per gli anziani che ancora non son sicuri di aver capito come funziona davvero, è opera di Ann-Marlene Henning, 49 anni, terapeuta sessocorporea danese e di Tina Bremer-Olszewski, 40 anni, giornalista tedesca.

Ancora una volta due donne, genere che se sino agli anni '50 doveva far finta di essere vergine e di non capire le barzellette spinte, oggi si è vista delegare la gestione tuttora spinosa della questione sessuale, vuoi in letteratura che in abbecedario. Il nuovo manuale, simpatico, pratico e a cui nulla sfugge, è arricchito da numerosi grafici (tipo, "A partire da che età è permesso fare sesso nei vari paesi?", e per esempio in Madagascar sarebbe 21 anni e in Vaticano 12 ?!!), ma anche da graziosi disegnini per le varie posizioni (dette della rana, del ragno, dell'amazzone e anche doggy style in due versioni, abbassata e no).

Ma ciò che rende particolarmente appetibile questo ricettario, anche secondo Camila Raznovich che ne cura la prefazione, è il fatto che tutte queste penetrazioni erezioni pompinismi masturbamenti e ogni altro esercizio che si spera abbiate già sperimentato prima di affidarvi a questo "livre de chevet", o enciclopedia da comodino, siano illustrate da fotografie di autentiche coppie nella vita: fortunatamente molto giovani e belle e quindi non horror come certe immagini che si scambiano flaccidi esibizionisti su Internet.

Certo, per quanto tecnologicamente avanzata, Heji Shin, 37 anni, fotografa coreana, non riesce a penetrare del tutto nei grovigli dei bei corpi lisci e quasi irreali, così, se proprio si vuole una informazione visiva più particolareggiata e per il solo sesso femminile non si ha sottomano una riproduzione dell'Origine du monde di Courbet, ci si può rivolgere per una più ampia casistica al buon vecchio e sempre istruttivo The Joy of sex, "Guida succulenta al fare l'amore": che, si spera, chiunque avesse 20 anni o giù di lì nel 1972, abbia utilizzato e conservato sino ad oggi con particolare riconoscenza, tutta ingiallita e spiegazzata. Non meno prezioso, in caso di diverse inclinazioni, e ugualmente fondamentale per giovanetti e giovanette frastornati, The joy of gay sex, 1977 (in Italia 1985).

I disegni che illustrano i due bestseller mondiali in anni di vera rivoluzione sessuale, sono molto belli e non lasciano dubbi tanto sono accurati sino all'ultimo inciucio o pelo. In ogni caso, make love! E per cominciare chiamalo e chiamala come vuoi anche in italiano, ciò che importa è non aver paura di parlarne secondo fantasia ma non come un insulto: consigliati tra i tanti, Anaconda o Trappolina, Durlindana o Fisarmonica, Amico Freddy o Topa, ecc. Vuoi farlo da gran signora?

C'è un vero e proprio galateo dei baci, anche il mordicchiamento può essere considerato chic. Vuoi sapere cos'è la clamidia? Il libro lo dice, ti fa prendere un gran spavento però ti insegna ad evitarla. Rispetto ad altri manuali del ramo, ci sono interessanti novità: per esempio l'uso di lenzuola di vinile, che a dirlo viene la nausea, e invece, «sono perfette per un'orgia a base di olio».

Seguono spiegazioni entusiasmanti, risultato, «si crea un'intimità meravigliosa e si ride parecchio». Ci sono vetero suggerimenti di tipo movimentista, naturalmente per le ragazze: da sedute, mettetevi uno specchio tra le gambe e ammiratevi. A consigliarlo per primo, nel 1971, fu il grandioso, rivelatore, rivoluzionario libro Our Bodies Ourselves
opera di un collettivo femminista di Boston. In seguito alla pubblicazione in Italia da Feltrinelli nel 1974 col titolo Noi e il nostro corpo (tuttora acquistabile per 5 euro su Internet), anche i nostri collettivi più politicizzati si imposero la prova specchietto, e tale fu il raccapriccio delle più fragili che molte di loro per anni non si tolsero più le mutande.

Nel nuovo manuale non manca un vero e proprio scoop: ce l'hanno anche le donne! Lo scoprì per primo l'anatomista Renaldo Columbus nel XVI secolo, un secolo dopo se ne occupò il medico olandese Regnier de Graaf; ma niente, che una cosa così maschile fosse anche femminile era del tutto inaccettabile. Dal 2001, in seguito agli studi del dottore slovacco Milan Zaviacic, non lo si può più negare, addirittura a livello internazionale.

Anche le donne hanno quel fruttuoso e nascosto tesoretto della virilità che si chiama prostata e che per confondere le idee ha fatto favoleggiare di un miracoloso e introvabile punto G. Per far fruttare quello che non è un punto ma un tessuto, è necessario far pratica secondo le precise indicazioni del libro. E ora bisogna proprio dirlo: tra la grammatica e la pratica c'è spesso un abisso, e a darsi troppo seriamente alla teoria è possibile che passi del tutto la voglia.

Ma, sostengono le autrici del manuale, «Il sesso si impara, come si impara una lingua straniera». Quindi bisogna studiare, farsi una cultura specifica, applicarsi, esercitarsi. Non accontentarsi del fatto che il sesso è ovunque, nella pubblicità del cono gelato, nell'offerta di tettone in rete e neppure nello spogliarellista in Skype. I corpi veri che si incontrano, quando si incontrano davvero, ci tiene a far sapere il libro, creano quella meraviglia che si traduce con la parola "passione". Meglio se sei una enciclopedia ambulante del piacere imparando a memoria Make Love.

E se poi l'amato partner è ancora a livello asilo e si vorrebbe di colpo promuoverlo alla maturità, senza sgridarlo apertamente, si può fornirgli il libro come sapiente "cahier de doléance".

 

Tina Bremer Olszewski MANUALE MAKE LOVE La fotografa Heji Shin COPERTINA DEL LIBRO MAKE LOVE MANUALE MAKE LOVE MANUALE MAKE LOVE Ann Marlene Henning MANUALE MAKE LOVE

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