marzullo

MARZULLO FINCHE' POSSO - "SONO UN FANATICO DELLA RAI. FAREI ‘SOTTOVOCE’ IN ETERNO" - "IO NELLE MIE DOMANDE TOCCO TEMI ALTI. CHIEDERE A UNA PERSONA QUANTE VOLTE SI E’ INNAMORATA E’ UN CONCETTO BANALE?'' - "SONO UN UOMO DIFFICILE. A CASA MIA SOLO FORNO A MICROONDE. USO SOLO VECCHI CELLULARI. E NON PRENDO L'AEREO" - FARE L'ATTORE, IL TERREMOTO DELL’IRPINIA, LA SUA PAURA PIU’ GRANDE…

Roberta Scorranese per il Corriere della Sera

 

marzullo

Stazione Centrale di Milano, un pomeriggio di sole. La portiera del taxi si chiude, un' onda di capelli danza sulla camicia a righe bianche e blu e Gigi Marzullo comincia a fare Gigi Marzullo: «Ma lei da quanto tempo vive a Milano? E dove abita? E si trova bene?». Per fortuna il cellulare gli squilla prima della faccenda della vita e dei sogni. Ecco, il cellulare: un Motorola che ha la stessa età della carriera di Marzullo, trent' anni, se consideriamo Mezzanotte e dintorni prima e Sottovoce poi, programma che va in onda su Rai 1 dal 1994.

 

Gigi, ma perché non usa lo smartphone?

«Per carità. Uso solo vecchi telefonini che servono per telefonare e basta. Ma sa quanti ne ho di questi? Dodici. Una scorta: quando ne comprai uno, capii che non me ne sarei mai separato. Ma sapevo che prima o poi sarebbero scomparsi. Allora feci riserva. Io sono così: mi affeziono e tac, è finita».

 

Il taxi la prende alla larga. Poco male. Marzullo ama Milano: viene qui una volta alla settimana per partecipare a Che fuori tempo che fa, sta quasi pensando di comprare un appartamento in centro, le ormai famose camicie a righe se le fa fare su misura da una sarta brianzola. Passiamo davanti a san Marco, poi via Manzoni. Il distretto dell' informazione, tra il Corriere della Sera e Il Giorno.

 

Avellinese, lei ha cominciato con «Il Mattino». Poi Roma e la tv. Nostalgia della scrittura?

gigi marzullo michele cucuzza sabina paolo e corrado guzzanti francesca reggiani

«No, sono uno che sta bene solo davanti a una telecamera. E possibilmente senza pubblico in sala. Amo lo schermo. Pensi che a casa ho un televisore in ogni stanza, anche in bagno.

 

Guardo la tv sin dal mattino, poi ogni giorno vado in ufficio, a piedi perché abito vicino a viale Mazzini. La Rai è la mia vita. Ah, e non uso nemmeno carte di credito, se le interessa», aggiunge sfoderando una mazzetta di banconote, tipo il Milione del signor Bonaventura.

 

Paga il taxi, ci accomodiamo nella hall di un albergo del centro. Marzullo viene qui da anni, dorme sempre nella stessa stanza («Dottore, le portiamo i suoi salatini preferiti, gradisce la solita stufetta?» chiedono dalla reception). E nel corso di questa intervista non farà nulla per dissimulare l' indole di un uomo abitudinario, con fragilità antiche, sì, eppure dotato della tenacia e della perseveranza che solo chi viene dalla provincia può capire.

miriam leone in 1993 da marzullo

 

Che bambino è stato Gigi Marzullo?

«Cicciottello e timidissimo. Ora sono più magro, ma sempre introverso. Mamma e papà, insegnanti, mi hanno cresciuto con severità.

Poi gli studi a Pisa e un vecchio sogno: fare l' attore. Volevo iscrivermi al Centro sperimentale di cinematografia, però studiai medicina. Laurea e tirocinio di sei mesi».

 

Marzullo in ospedale tra i pazienti, in camice bianco?

«Andavo tra le signore con problemi psichici "armato" di un pacchetto di sigarette. Gli altri medici gliele proibivano ma io capivo che quelle donne avevano bisogno di fumare ogni tanto. Oggi penso che sarei stato un medico molto rigoroso ma anche attento ai pazienti, li avrei ascoltati con delicatezza. Una volta Glenn Ford, alla fine di una intervista, mi disse: "ma lei non deve fare questo mestiere, lei deve fare lo psichiatra". Gli risposi: "ci sono andato vicino"».

 

marzullo

Prima dei giornali e della Rai, il terremoto dell' Irpinia. Lei dov' era quel 23 novembre del 1980?

«Ad Avellino, in macchina con amici, per il corso principale. L' automobile cominciò a sussultare e noi pensammo a uno scherzo, a gente che ci stava scuotendo il portabagagli.

Poi vidi un fiume di persone in fuga, balconi che crollavano, polvere. Una tragedia. Corsi a casa. Mia madre era già per strada, mio padre stava scendendo. Dormimmo fuori per giorni.

Allora decisi di andare a Roma».

 

Pochi sanno che prima di approdare in tv lei ha fatto tante cose.

«Moltissime. Le radio libere, Tele Avellino, il Corriere dell' Irpinia, il praticantato al Mattino, poi, nonostante fossi giornalista, un contratto da programmista regista a Rai 1, quindi un articolo due (contratto da collaboratore fisso, ndr). Poi mi sono inventato la fascia della notte. Io ci ho messo tanto a raggiungere certe sicurezze. Ecco perché oggi sono così attaccato al mio lavoro. Sono un fanatico della Rai. Ai miei collaboratori indico una chiesetta vicino all' ufficio e li esorto: andiamo a pregare e a ringraziare il Signore perché lavoriamo nell' azienda più bella. E aggiungo: libera».

 

adriano galliani e gigi marzullo 4

Ma tra due anni lei andrà in pensione. Come farà?

«Chiederò con insistenza alla Rai di farmi rimanere a lavorare con qualche formula. Non è per soldi, io non spendo quasi nulla. È una questione di identità: il mio lavoro è la mia esistenza. Solo se, alla centunesima mia richiesta, l' azienda non cederà, allora proverò a lavorare altrove. Ma spero di no».

Arriva il cameriere con un vassoio di salatini. Ma non sono i soliti, quindi niente, meglio non mangiare nulla. Marzullo ha una sua quieta, inscalfibile linearità.

 

Il termine «marzullata» è stato adottato persino dalla Treccani. Indica un concetto così semplice che, a detta dei critici, sfiora la banalità.

adriano galliani e gigi marzullo 2

«Ma mi scusi, secondo lei chiedere a una persona quante volte si è innamorata è un concetto banale? Io nelle mie domande tocco temi alti, come l' amore, la morte, il dolore, la gioia.Le domande sono molto profonde, poi sta all' intervistato fornire le risposte giuste. Signori, la televisione è questo».

 

Ma ammetterà che la televisione riduce all' essenziale anche i temi più complessi.

«Mi consenta di dire che è il compito stesso della tv, e specialmente della Rai. Io non posso permettermi di parlare solo a un certo pubblico, devo arrivare a tutti. E sa che anche i giovani mi seguono, mi fermano per strada e mi chiedono le foto? Loro guardano la tv di notte e seguono Cinematografo».

 

Con quella trasmissione lei si è riallacciato alla sua passione, il cinema.

«Mi sono trovato di fronte ai miei miti. Lea Massari, per dire. O Lisa Gastoni, che mi ha promesso un invito a cena e io sto ancora aspettando. A Laetitia Casta e a Julia Roberts regalai i miei libri. E Woody Allen, quando gli dissi che ammiravo i suoi occhiali, me ne spedì un paio a casa pochi giorni dopo».

 

Con lei si confidano tutti, o quasi.

premio biagio agnes marzullo e battista

«Alain Delon mi raccontò che il suo film più riuscito è stato La prima notte di quiete, regia di Valerio Zurlini. Sa a chi apparteneva il famoso cappotto color cammello che indossava Alain nel film? A Pietro Barilla. L' ho scoperto dopo».

Lei ha detto che i soldi non le interessano.

Che cosa le interessa?

«Sfuggire alla morte. Ho una paura pazzesca della morte. Non prendo l' aereo da vent' anni perché ho paura che precipiti. Quando non dormo con la mia compagna fatico a prendere sonno perché penso che potrei non risvegliarmi. Sto male se penso che dovrò morire e perdere tutto quello che mi sono conquistato: una trasmissione, una casa, le mie camicie a righe. Lo so, è poco. Però per me è molto perché ho desiderato tanto tutto questo. Io farei Sottovoce su Rai 1 ancora per tremila anni. Tutte le sere. Continuerei a ripetere le stesse frasi che mi hanno reso famoso per tremila anni».

maurizio marinella e gigi marzullo

 

Finalmente si capisce il senso di espressioni come «La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere?», reiterate con ferma ostinazione ogni sera: sono un talismano. Una preghiera che lo fa sentire ancora vivo, un giorno in più strappato alla morte. Anche in amore ha tanta paura?

GIGI MARZULLO FOTO ANDREA ARRIGA

«Sono stato molto inquieto in passato. Da quasi vent' anni sto con Antonella, lei mi ha reso più stabile. Non posso dire di essere stato o di essere geloso, perché ho un concetto di me molto alto, sarebbe un' affermazione insincera. Però sono un uomo difficile, tanto difficile. Per dire, a casa mia non si cucina mai».

 

Come sarebbe a dire «non si cucina»?

«Solo forno a microonde, la cucina è chiusa, mai usata, intatta. Anche l' acqua per la pasta la facciamo bollire nel microonde. Perché? Non sopporto gli odori molesti, non sopporto lo sporco. Antonella mi ha capito. E si prende i suoi spazi: lei viaggia, io no, per esempio. Ma ci ritroviamo sempre. Quasi quasi...

 

» ...si sposa?

«Sono felice che lei non mi abbia fatto questa domanda finora».

 

Però le chiedo qual è stato il giorno più bello della sua vita. Non mi risponderà mica che è stato quando l' hanno assunta in Rai?

GIGI MARZULLO CON LA COMPAGNA FOTO ANDREA ARRIGA

«Vede che conosce già la risposta? Preferirebbe una bugia?

 

» Critiche feroci, specie all' inizio. E adesso?

«Ora in tanti si sono arresi all' evidenza. La tv che faccio resiste da molti anni perché la gente sente il bisogno di riconoscersi in domande come le mie. E poi io mi so comportare bene.Non sono invidioso, né avido. Non amo le barche, né le auto, né le amanti costose. Al massimo faccio una gita a Ischia con gli amici, toh».

 

E capirai. Ci confessi un vizio, almeno.

«Mangio tanti gelati. No, eh? Va bene, ammetto che mi piacciono le donne, o almeno prima di incontrare Antonella mi piacevano. Mi piacciono le donne composte in apparenza ma trasgressive dentro. In tailleur e filo di perle ma con una carica provocatoria. Non parlo ovviamente di volgarità, parlo di imprevedibilità. Però io non tradisco. Nemmeno gli amici, per non dire della mia azienda».

marzullo marzullo foto mezzelani gmt

 

Sopra tutto, la fedeltà alle cose. Stesso telefonino, stessa camicia a righe...

«Se è per questo anche parte dell' arredamento di casa mia è a righe. Ma non è tutto: ho cento paia di calzini dello stesso tipo, decine di scarpe uguali, pantaloni...».

Gigi Marzullo Carlo Giovanardi e Gigi Marzullo GIGI MARZULLO AL CELLULARE FOTO ANDREA ARRIGA GIANCARLO MAGALLI CON GIGI MARZULLO FOTO ANDREA ARRIGA Gigi Marzullo e Giuseppe Sciarrone

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”