massimo cacciari

“NE HO PIENE LE PALLE DELLA RETORICA DI QUESTI GIORNI” - LA DOSE QUOTIDIANA DI OTTIMISMO BY CACCIARI: “IL VIRUS METTE A RISCHIO LA DEMOCRAZIA. DA QUESTA CRISI TUTTI I GOVERNI OCCIDENTALI USCIRANNO MASSACRATI, SI METTERANNO A BATTERE MONETA. LA UE CHIEDERÀ AI SINGOLI STATI DI FARE OGNUNO I PROPRI CONTI, IMPONENDO UNA MANOVRA PAZZESCA, E CHI LA FARÀ? NON E' NORMALE QUESTA ESALTAZIONE DELLA CINA: CI HA INFETTATI, MANGIA LE NOSTRE ECONOMIE, E NOI DOVREMMO RINGRAZIARLA?"

1 - CACCIARI: IL VIRUS METTE A RISCHIO LA DEMOCRAZIA

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

MASSIMO CACCIARI E BIANCA BERLINGUER

Caro Massimo Cacciari, vivido intellettuale, coscienza (molto) critica di una sinistra forse inesistente in natura, viviamo in tempi di Coronavirus tutt' altro che interessanti, per parafrasare Mao

«Mi dica, venga al sodo, ché ne ho palle piene della retorica di questi giorni...».

 

Il sodo è che viviamo, oggi, in un' Italia giuridicamente dinoccolata in cui tutti -Regioni, Comuni e governo centrale- nel gestire l'emergenza fanno un po' come cavolo gli pare. Condivide il pensiero che attribuisce il caos al famigerato titolo V° delle Costituzione che rivoluzionò le autonomie?

«Era perfettamente prevedibile, dato il disordine, al di là del virus, che ci ha portato la cattiva politica di questi anni. Paghiamo le cattive riforme delle Costituzione. Ogni Regione fa ordinanze diverse, non ci può essere coordinamento se non basato, ogni volta, su decreti del governo centrale. Mi pare che qui ogni amministratore miri a misure straordinarie sempre più stringenti, a militarizzare il suo territorio per risolvere il contagio soltanto in casa sua. Non c'è altro».

 

massimo cacciari a otto e mezzo 1

E il governo Conte che procede per annunci alla Churchill e per decreti, come si sta comportando?

«Cosa vuole che faccia, Conte? Segue quello che gli dicono i tecnici, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per contenere la massa d'urto che provoca una tremenda emergenza ospedaliera. Certo, dopo, con calma, bisognerebbe anche dire che la Francia e la Germania hanno 3-4 volte i nostri posti di rianimazione. E bisognerebbe capire perché, negli ultimi 30 anni, la nostra sanità pubblica ha avuto tagli così profondi».

 

Comunque, ad ogni nuovo decreto, nuovi divieti. L'esercito in strada, il blocco delle aree di servizio, la stretta sulle corsette e sulle passeggiate. Servono, secondo lei?

«Bah. Mi sembra ben strano vietare la passeggiata dove magari tieni gli altri a 30-40 metri distanza; e poi -come mi è successo poco fa- ti trovi costretto a fare una coda di 100 metri per fare la spesa perché i supermercati chiudono prima. Alla faccia della distanza di sicurezza. Qual è la logica, scusi?».

 

giuseppe conte massimo cacciari

Se c'è è ben nascosta...

«Appunto. E questa cosa che tieni chiuse le librerie mentre sono aperte edicole e tabaccai? Prima ti dicono "è l'occasione per leggere un buon libro" e poi quell' occasione te la tolgono. Roba da matti».

 

Comunque, il governo ha varato una manovrona da 25 miliardi.

«E sta bene. Ma, pensandola sul lungo periodo, con l'0,8% del Pil in meno cosa risolve? A malapena si riuscirà a raddrizzare il settore del turismo. Ci vorranno 2000-2500 miliardi, porteremo il debito al 140%. Ma poi il debito lo dovremo gestire. Fortuna -si fa per dire- che anche gli altri sono nella stessa condizione. Mal comune mezzo disastro».

 

massimo cacciari a otto e mezzo 2

Eh, Ursula Von Der Leyen presidente della Commissione Ue dice che siamo un grande esempio, e la Ue fa saltare il patto di stabilità. Non le pare che questa crisi simmetrica - il contagio è uguale per tutti - forse cambia, in meglio, il nostro rapporto con l'Europa?

«Il Coronavirus è democratico: è per questo che la Bce ci viene incontro, sennò noi saremmo al caffè. La soluzione vera, però, rimane quella di Mario Draghi, che fu bocciata soprattutto dalla Germania. Gli Eurobond. Ma non credo che si farà, in Europa ognuno pensa al suo».

 

Però, insomma, in teoria, gli investimenti pubblici per l'emergenza sarebbero saltati fuori. E ora, magari, si tratterebbe di scorporarli dal computo del deficit...

«Ma questo vale per tutti i membri Ue. E la Ue, non s'illuda, chiederà ai singoli Stati di fare ognuno i propri conti. Cioè ci imporrà una manovra/manovra pazzesca, altro che la manovrina da 8-10 miliardi a cui siamo abituati. E, allora, finita l' epidemia, chi farà quella manovra? Di quanto sarà? Prevedo che torneremo in perenne campagna elettorale».

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles 1

Però, ad essere ottimisti, s' avverte una comunione d' intenti. Non le pare che gli italiani, governo incluso, stiano facendo la loro parte, in fondo?

«Ma sì, ma sì. In queste circostanze drammatiche, però, bisognerebbe ammettere che si è capita la lezione. Se si capisse che è stato un errore tagliare anche sull'ambiente, sulla scuola, sull'università che non riesce più a sfornare medici grazie a politiche dissennate; in quel caso potremmo ripartire...».

 

Professor Cacciari, la sento stranamente ottimista

«...Ma non sarà così. In Italia non si fa mai nulla di quello che si dovrebbe».

 

Ah, ecco, volevo ben dire... Tornando ai divieti. C'è anche un altro dibattito in merito: molti costituzionalisti come Zagrebelsky s'interrogano sulla violazione della privacy. Che ne pensa?

gustavo zagrebelsky

«È inevitabile, in tempo di guerra, una contrazione delle libertà personale. Nelle emergenze è un dato quasi banale. Semmai ciò su cui dovrebbe riflettere Zagrebelsky è altro. È che questa situazione potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Nel senso comune la politica è sempre più, genericamente, quella dei parassiti e dei vizi. Ora ci accorgiamo che chi decide è l'Oms, poi verrà l'Europa, e la Bce; e, in fondo, a cosa servono i parlamentari?».

 

Cioè, lei teme una deriva autoritaria?

«No, scusi, la deriva autoritaria con Conte non riesco proprio ad immaginarmela. Però noto che dal dopoguerra ad oggi, alla crisi della politica s'è progressivamente accompagnata la crisi della forma della nostra democrazia rappresentativa. O cominciamo a metterci mano sul serio, o salta tutto. Per esempio: le pare normale tutta questa esaltazione della Cina?».

cacciari

 

Che c' entra la Cina?

«C'entra. Giorni fa vedevo la corrispondente della Rai da Pechino che esaltava il "modello cinese" che spesso tende all' illegalità: i cinesi ci hanno infettati, stanno mangiando le nostre economie, e noi dovremmo pure ringraziarli?».

 

Si riferisce alla vulgata secondo cui i cinesi ci stanno aiutando nell'emergenza sanitaria in vista di un aiutino nella della gara d'appalto della tecnologia 5G che fu bloccata mesi fa?

«È un discorso più ampio, ma chiaro. Da questa crisi tutti i governi occidentali usciranno massacrati, si metteranno a battere moneta. L'unica nazione con una liquidità immensa, triliardi e triliardi, da immettere sul mercato è la Cina, che ha bisogno che l'Occidente ovviamente non crolli. Così compreranno i nostri debiti. Le consiglio un libro di un mio allievo, Alessandro Aresu, "Le potenze del capitalismo politico", in questo senso illuminante. Ovviamente un testo che non ha ancora trovato distribuzione».

 

5g

Altro capitolo sono la scuola e le università: chiuse ma operanti in remoto grazie alle tecnologie. È un modello inedito che può funzionare?

«Scuola e università sono quelle che hanno reagito meglio. Gli studenti hanno capito, sono tecnologici: attraverso Skype, WhattApps fanno lezione, questo è il settore che ha retto di più, tutto sommato. Il dramma vero sono gli ospedali».

 

Sì, lì è la vera ecatombe. Lei che vive anche la realtà del San Raffaele (dove insegna, ndr), ritiene che la sanità privata stia lavorando bene con quella pubblica?

«Assolutamente sì. E devo dire che al nord si è innescata una sorta di gara virtuosa, anche tra la sanità privata, per dare una mano nell' emergenza. Il San Raffaele che è quasi del tutto dedicato alla lotta al virus. In Lombardia i medici sono ottimi, la loro sfida nel poter fare tutto il possibile l' hanno già vinta. Certo, poi, c' è tutta la tragedia di contorno...».

cacciari

 

2 - CACCIARI: LEGGO, SONO AGITATO I CAPELLI? LI TAGLIO DA SOLO

Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”

 

Il filosofo Massimo Cacciari sta chiuso in casa a Milano da un mese. Legge, studia. Ogni tanto, tira un colpo al calciobalilla, ed è molto nervoso. Gli chiedi come passa la quarantena e quasi ringhia: «Ma come vuole che la passi? Leggendo. Compatibilmente con tutto quello che mi agita. Sa che lo studio non è molto sereno né proficuo quando sei agitato?».

 

Che cosa la agita?

Gualtieri Conte

«Ma come che cosa? Ma dove vive? Fra un po' ci sarà una tale rovina sociale, con l'Europa che continua a non esistere, l'Italia che ciancia di Europa senza assumersi responsabilità Per noi, sarà drammatico: questa crisi renderà i poveri più poveri e non avremo risorse sufficienti per affrontarne le conseguenze».

 

Quindi lei sta a casa, pensa, e che soluzioni vede?

«Ma niente. Bisognare fare quello che vado dicendo da trent'anni e che da trent'anni non si fa: riforme vere, sburocratizzare, sministerializzare. E ora venire incontro a chi in questo periodo non ha guadagnato. Saranno capaci i nostri eroi? Saranno capaci Pd e 5 Stelle di fare quello che finora hanno dimostrato di non essere in grado di fare?».

 

È una domanda retorica?

«No, è una domanda autentica. Voglio sperarlo. Tutti gli italiani dovrebbero sperarlo».

 

L'isolamento muta il nostro senso di società?

massimo cacciari (3)

«Mi sta davvero chiedendo se saremo migliori o peggiori? Non cambierà niente: la maggioranza della gente spera di tornare a vivere come prima e altri sperano, come prima, di vivere un po' meglio. Pensare come se questa fosse la terza guerra mondiale è un'idiozia. Non ne posso più della retorica dei carrarmati nelle strade, degli inni di Mameli e via blaterando. Da questa crisi usciranno il rafforzamento dei grandi imperi e contraddizioni sociali ancora più accentuate del passato, ma che saranno quelle del passato. Prima non le sapevamo affrontare e ancora meno le sapremo affrontare ora».

 

Nell'ultima intervista al Corriere , aveva detto che della morte non le importa nulla. La pandemia che effetto le ha fatto?

«Ma che me ne frega della mia sorte personale?».

 

conte gualtieri

Molti notano che il Coronavirus mette in crisi una certa illusione di onnipotenza, quasi d' immortalità.

«Se qualcuno credeva nell'immortalità, era una testa di ca...o. Non c'è altro da dire».

 

Che cosa sta leggendo in questi giorni?

«Una bellissima biografia di Tommaso Campanella e un piccolo capolavoro, utilissimo per capire l'epoca in cui viviamo: Le potenze del capitalismo politico. Stati Uniti e Cina di Alessandro Aresu, uscito nella collana Krisis che curo per La Nave di Teseo.

Secondo l'autore, i Paesi che, come il nostro, non riescono a fondere capitalismo e politica saranno destinati a decadenza e a essere subordinati».

 

Secoli fa, lei raccontò di non aver mai usato frigo e fuochi perché mangiava da sua madre, al piano di sotto. Ora, come se la cava?

«Mia madre è morta da trent' anni: sarei morto, se avessi digiunato da quel momento. Ma insomma, me la sto cavando. Faccio bollire l' acqua, ci schiaffo dentro un po' di pasta o un uovo e quindi si mangia».

massimo cacciari (2)

 

Pasta e uova da un mese?

«Qualche volta anche insalata, verdura cotta . Ma non mi manca niente, figuriamoci».

 

Coi capelli come fa?

«L'ultima volta che sono andato dal barbiere, avevo 16 anni. Da quel momento, mi taglio i capelli per conto mio. E forse si nota».

 

Ha un trucco da consigliare a chi non l' ha mai fatto?

«Certo: c' è una macchinetta-pettine con inserita una lametta. Collochi uno specchio alle spalle, controlli la coppa della testa e te li tagli».

 

Qualcuno sul web si chiede se lei si tinge.

«Ma vadano a quel paese. Che scommettano un milione: gli mando un ciuffo di capelli, verificano e poi mi danno un milione».

 

pupi avati foto di bacco (1)

In quarantena, le toccano più faccende domestiche?

«Ho la lavastoviglie, la lavatrice. Che mi costa? Poi viene la signora e fa le pulizie».

 

Passeggiare le manca?

«Quello sì. Ma è niente al confronto dei pensieri che mi assillano. E, se vuole saperlo, la retorica dello stare a casa mi rompe più ancora delle retoriche sugli inni di Mameli».

 

Che cosa la fa infuriare?

«Che nessuno premetta "concittadini, sappiamo benissimo che stare a casa per voi è difficile, perché tre quarti di voi stanno in case che non sono precisamente quelle dei nani e ballerini che, dalle tv, vi dicono state a casa". Invece, tutti a dire "state a casa, che bello stare a casa". Sì, se hai una casa bella come la mia, può essere anche piacevole, un mese, due mesi. Non per me, ma può essere. Però in cinque in 50 metri quadrati, insomma».

 

massimo cacciari (1)

Tv ne guarda?

«Non ne ho mai vista tanta in vita mia, ma che vuole che guardi io? Il tg, un film».

 

Il regista Pupi Avati ha fatto un appello alla Rai perché in questo periodo dia più cultura. È d' accordo?

«La storia della Rai come servizio pubblico è ridicola, fa parte delle retoriche patrie. Ci sono già belle trasmissioni. Per esempio, su Rai Storia, bei documentari. Poi, non lo so, non è che io sia Aldo Grasso che vede programmi dalla mattina a sera».

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