morante moravia visconti

MEMENTO MORANTE (ELSA): “A DIFFICILI AMORI IO NACQUI” -  INTOLLERANTE, A TRATTI PERFIDA, PUTTANA E "FINOCCHIA" - PRIMA DI MORAVIA, SI PROSTITUIVA CON UOMINI DANAROSI PER ESSERE LIBERA DA GUAI ECONOMICI, PER POI TRADIRLO IN MODO SISTEMATICO - CON LUCHINO VISCONTI FACEVA LUNGHE TELEFONATE EROTICHE NOTTURNE MENTRE MORAVIA SI FINGEVA ADDORMENTATO – LA STRONCATURA SUBITA DA PASOLINI

https://m.dagospia.com/la-vera-storia-di-elsa-morante-aveva-circa-vent-anni-e-per-mantenersi-si-prostituiva-247402

 

 

Maria Luisa Agnese per https://www.corriere.it/sette

 

moravia morante

Estrema, intollerante, a tratti perfida, la scrittrice dai profondi occhi scuri venati di azzurro andava famosa per il temperamento, oltre che per i suoi versi e le sue prose.

 

Un giovane Bernardo Bertolucci, intervistato da Barbara Palombelli, ricordava le sere a cena dove lui, portato da Pasolini, assisteva a esaltanti confronti quotidiani «con Elsa che puntava all’assoluto, Alberto pragmatico e Pier Paolo che mediava nei loro scontri furiosi».

 

elsa morante

 

 

 

 

 

 

 

Alberto Moravia, di solida estrazione familiare, ed Elsa, di più periclitanti origini, si erano sposati nel 1941 con nozze sorprendentemente borghesi e andavano avanti fra liti, tradimenti di lui e di lei, un sodalizio smagliante e furibondo che non placava la fame d’amore di Elsa («A difficili amori io nacqui, non sono stata mai amata da nessuno» scriverà in una lettera) ma di sicuro salvaguardava il neghittoso Alberto dalla sua nemica principale, la Noia.

elsa morante 2

 

Innamorata di Luchino Visconti

Si sapeva che Elsa si era non solo letterariamente innamorata di Luchino Visconti, sfuggente e seduttivo e dedito ad amori diversi, ma lei, sempre attratta dagli omosessuali, protagonisti anche nelle sue pagine (stava scrivendo Menzogna e sortilegio), faceva con lui lunghe ed erotiche telefonate notturne mentre Alberto si fingeva addormentato.

moravia e morante

 

Si è saputo poi in tempi recenti, anche grazie alla biografia dello scrittore René de Ceccatty, Una vita per la letteratura (Neri Pozza), che prima del matrimonio Elsa si prostituiva con uomini facoltosi per essere libera da guai economici. Storie di cui lei in seguito, riservata ad oltranza e gelosa di sé, odiava sentir parlare.

René de Ceccatty, in Elsa Morante

 

Il loro accidentato sodalizio andò avanti fino all’inizio dei 60, con gli amici che consigliavano la separazione e Moravia che diceva Elsa non vuole, dice che l’ho sposata davanti a Dio e solo Lui può sciogliere il vincolo. «Una ripicca», ha raccontato la scrittrice Edith Bruck: «Elsa aveva un caratteraccio e a volte scoppiava, gridando. Alberto prendeva a balbettare, a straparlare... aveva paura degli sfoghi di lei».

 

Donne artiste di conio speciale come Artemisia Gentileschi, forgiate dal Dna e da vite ferite; solitarie ma in fondo femministe a modo loro. Non modelli assoluti, forse, per le donne che sarebbero venute dopo, ma piccoli fari nella lotta di genere per la loro forza e intransigenza personale, oltre che valoriale.

 

Nei suoi libri — con Menzogna e sortilegio anche L’isola di Arturo, La Storia, Aracoeli — Elsa (morirà a Roma il 25 novembre 1985) raccontava la resilienza disperata dei deboli, quelle zone oscure dell’animo che collegano le storie dell’individuo alla grande Storia.

moravia morante

 

E perseguiva con caparbia volontà l’impegno di essere scrittrice selvatica e anarchica ma soprattutto «popolare»: «All’analfabeta per cui scrivo» è la dedica di apertura della Storia, libro-evento lungamente covato, uscito per sua volontà subito in economica. E si infuriò quando parte dell’ intellighenzia sua amica non ne capì lo sforzo, l’amico Pasolini prima di tutti la deluse.

moravia e morante

 

La stroncatura subita da Pasolini

«Ricordo una cena da Moravia», ha raccontato Renzo Paris, «la Rossanda gli chiese “Pasolini, il romanzo è risorto?”. Era appena uscito La Storia di Elsa Morante. Lui rispose: “No”. L’unica parola che disse quella sera. Poi scrisse una recensione in cui stroncava la Morante».

 

Elsa Morante

 

 

 

 

 

 

 

 

Elsa ne patì, a modo suo, con la sofferenza imperiosa di chi pretende di essere capito: «Calvino disse che si poteva frequentare Elsa solo all’interno di un culto», ha rivelato Giorgio Agamben, filosofo suo amico, ad Antonio Gnoli. «Vero, forse, ma va detto che l’oggetto del culto non era Elsa, ma quegli dèi — da Rimbaud alla Weil, da Mozart a Spinoza — che amava condividere con gli amici. In questo era seria, selvaggiamente seria».

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