LE ‘’VEDOVE’’ DI STÉPHANE LISSNER - LA MILANO RADICAL-MUFFA E’ AFFRANTA PER L’USCITA DALLA SCALA DEL FATAL SOVRINTENDENTE CHE, COME ULTIMO CADEAU, INVITA LA ASPESI ALLA “PRIMINA” SBARRANDO L’INGRESSO A TUTTI GLI ALTRI GIORNALISTI

1. DAGOREPORT
"Parigi, o care, vi lascerò" sembra cantare contento in questi giorni il sovrintendente Stéphane Lissner alle vestali ambrosiane che, a lungo e fino all'ultimo, sono rimaste sedotte dal fascino fatale del sovrintendente dagli occhi azzurri e dalla erre moscia. Del resto, chi meglio del sovrintendente francese della Scala si poteva far sedere in un salotto ammuffito della Milano radical chic?

La più affranta è Natalia Aspesi. Per lei e per lei sola il sovrintendente ha aperto ieri le porte alla "primina" del 4 dicembre, sbarrate a tutti gli altri giornalisti. Solo Lei è stata ammessa a vedere lo spettacolo. Tutti gli altri fuori. E lei, ossequiosa, lo ha ripagato con una bella dimenticabile lenzuolata in prima pagina di "Repubblica". Peccato che "‘acca nissuno è fesso" come si dice nell'Italietta popolare: Dagospia ci aveva pensato sin dal giorno prima a farsi raccontare la "Traviata" e il "Corriere" l'ha fatto in autonomia con le sue fonti.

E' chiaro che per la vestale della muffa radical-chic quello con Lissner è un attempato e inconsolabile amore. Saprà sopravvivere la Aspesi alla dipartita o partirà lei pure verso la Ville Lumiere? Intanto, l'altissima Valentina da Rold, recente giovane moglie italiana (forse la terza) del sovrintendente, ha preso possesso della casa comprata nel Marée parigino

Già, il "bottino" italiano di Lissner non si è fermato al gruzzolo d'oro di un meritato stipendio. Come nelle grandi imprese dei re di Francia nel Ducato di Milano, re Stéphane si è circondato nel decennio di adulanti vestali. Valentina, figlia del giornalista Gianluigi da Rold, è la moglie in carica, ed è stata prima anche moglie di Piero Maranghi, direttore di Sky classica e del book shop Scala.

Insomma, per lei si tratta di una vitaccia tra i poteri musicali. Ma prima di lei, sul soprintendente si erano sparse negli anni varie voci di femminee conquiste in terra patria o, comunque, di adulanti signore che attendevano solo un suo cenno. Sarà vero?

Comunque sia, per le vedove gazzettiere, dalla Aspesi alla Manin, si annunciano tempi ben grami. D'ora in poi se la dovranno vedere con la venticinquenne brasiliana moglie del nuovo sovrintendente Alexander Pereira. La quale studia design di moda a Milano. Difficile sedurre Pereira con cotanta concorrenza. Come si diceva un tempo, per loro non resta che scegliere: o il silenzio o l'esilio.

2. «TRAVIATA», FINALE A SORPRESA VIOLETTA MUORE SU UNA SEDIA - ACCADDE GIÀ CON LA CALLAS NEL '55: E FECE SCALPORE
Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera"

Non morirà su un canapé dell'Ottocento o nel suo letto di organza tra pile di cuscini , ma neppure in ospedale, come già si è visto in scena. Non si dissolverà come l'eterea Mireille Delunsch messa in scena da Peter Mussbach ad Aix-en-Provence nel 2003 e neppure davanti al grande orologio, dove un magistrale Willy Decker nel 2005 a Salisburgo fece spirare la bella Anna Netrebko. Non morirà neppure, come già anticipato dal sito Dagospia, su una lavatrice, come da ironiche voci dal sen fuggite giorni fa.

No. La Dama delle Camelie del bravo regista russo Dmitri Tcherniakov (di cui si sono visti alla Scala il Giocatore di Prokofiev ed Evgenij Onegin di Cajkovskij) è una donna sexy ma di campagna, intenta alle «buone cose» gozzaniane. Vive in cucina tra pentole di rame e boiserie dove prepara le fettuccine all'Alfredo, stende la pasta con il mattarello e serve il tè a quell'orco di Giorgio Germont che viene a dirle di lasciare il figlio.

Ci sono lampadari per le feste, ma solo un paralume in cucina e angioletti appesi, quasi un richiamo a quella statuetta di Eros che Luchino Visconti, il realista con licenza di simbolicità, aveva messo nella sua Traviata del ‘55 e ‘56 insieme a una fontana che non zampilla, a vasi di fiori senza fiori, a bastone e cappello sul tavolino di vimini che sembrano una natura morta, ossessivo annuncio della fine.

Dove Visconti aveva scelto il nero nel primo atto, il bianco nel secondo e il rubino nel terzo per la Callas, e Decker il rosso per la Netrebko, Tcherniakov fa vestire la Damrau di blu scollato con maxicollana Swarovski-style, che brinda tra ospiti vestiti «come noi», dicono i ragazzi della primina andata in scena ieri sera al Piermarini.

C'è quella «con il top color carne che sembra nuda», osservano, e ci sono i boys in maglione giallo, azzurro. Alla festa in casa di Flora trionfano il colore rosa e il carnevale. Sarà una Traviata tutta in chiuso quella del prossimo 7 dicembre, serrata come l'ossessione dell'amore negato.

Alfredo passa dal nero al grunge con disinvoltura. Niente apparato Secondo Impero, ma sedie di legno sulla quali vivere e morire per la Violetta-Marilyn di Tcherniakov. Sola, in una stanza spoglia con una sola finestra, Violetta muore su una sedia di legno chiaro, con a fianco e bottiglie vuote, un telefono e un piumone con cui coprirsi.

Piace a Chiara lo spettacolo, piace a Giorgio, Pietro; ascoltano Ludovico Einaudi e i Radiohead... sono preparati, storia già sentita quella di Dumas figlio il quale, nelle lettere, ricordava come Madame du Plessis non fosse una donna traviata bensì una giovane appena un passo al di là della morale borghese e in grado di rientrare nel recinto di moglie.

Alcuni adulti, forse, vorranno turarsi il naso di fronte all'ambientazione non da Parigi Secondo Impero. Ma sin dalle prime messe in scena, molte Traviate sono state trasposte nel tempo - o verso il Settecento o verso il Terzo Impero - per non turbare i borghesi mostrando da vicino i loro vizi.

Anche la Callas nella regia di Visconti moriva su una poltrona avvolta in una sopraveste nera da alcuni chiamata «cappottone». Oggi può morire su una sedia tra bottiglie vuote. Signori miei «giudizio»: il verismo non si è mai adattato a Traviata. E le critiche all'assenza di realismo colpirono persino «il realista» Visconti.

Nel '56, sul «Corriere», Franco Abbiati lamentò che «volendo ripetere il vero realistico», Visconti «tradì il vero verdiano»: troppe donne sculettanti, troppe scarpette al vento, poche barbe e un giardino non francese: era una rovina settecentesca dietro a un cancello chiuso.

Orio Vergani parlò di una messa in scena che non teneva conto delle foto di Nadar, degli acquerelli di Costantin Guys dei quadri di Jean Béraud. Poi chiuse Eugenio Montale: «La vicenda di Traviata - scrisse - va oltre il naturalismo, esprime l'eterno dramma interiore». Questo è quello che è piaciuto ieri ai ragazzi.

 

Stephane Lissner Sovrintendente Scala NAPOLITANO, MORATTI E LISSNERLISSNERIDMITRI TCHERNIAKOV e DIANA DAMRAUDIANA DAMRAUBocca Giorgio Bocca e Natalia Aspesi alexander pereiraLV Sava e Luchino Visconti di Modrone ELSA MAXELL E CALLAS

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...