MONDO KITSCH - OGGI A MILANO SI CELEBRA QUEL FAMIGERATO “CATTIVO GUSTO” CHE, QUANDO È ECCELLENTE, PROFONDO, CONSAPEVOLE, "È L'ARTE DELLA FELICITÀ" (ABRAHAM MOLES) - CRITICARE I NANETTI NEL GIARDINO O LA STATUINA DI PADRE PIO RIEMPITA DI VINO, NON È INUTILE È SCIOCCO: IL KITSCH NON ESISTE NELLA GIUNGLA MA SOLO DOVE C’È LA CIVILTÀ - IL PASTICCIO KITSCH CI PIACE PERCHÉ E’ UN “OGGETTO ATTIVO”, DEVE SEMPRE MANIFESTARE QUALCOSA "PIÙ GRANDE DELLA VITA" E DOPO L’ABUSO, SI GETTA VIA, FELICI…

Natalia Aspesi per "la Repubblica"

In quegli anni Settanta l'emblema più popolare del kitsch erano i sette nani nei giardini delle villette periferiche, statuine disneyane che poi, per le bizzarrie della moda, divennero sgabelli di gran firma, molto chic se collocati nei soggiorni più spiritosi. D'Annunzio, sia come persona che come autore, suscitava irridenti rifiuti antikitsch.

Adesso invece il più plateale pornokitsch ricco di sculacciate (di lui a lei, ovvio) del romanzo "Cinquanta sfumature di grigio", opera sadomaso rosa di una grassoccia casalinga inglese, sta provocando in tutto il mondo, oltre a picchi di vendita, discussioni massimamente colte tra femminismo e pornografia, liberazione e sottomissione; del resto riallacciandosi a ben più ardite immagini, erotico-religiose, come certe cartoline '900 che rappresentavano donnine nude legate con grosse corde ad una croce, o semplicemente alla serie di fumetti Jacula (Il bacio della mummia), raccolte nel volume (1971) Le chefs d'oeuvre du Kitsch.

Tre anni prima, nel 1968, Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto di Gillo Dorfles, pubblicato da Mazzotta, era piombato come un fulmine, e non solo in Italia, in mezzo all'arte e alla mondanità, all'avanguardia e all'accademia, suscitando curiosità, scontri, dibattiti, oltre all'eliminazione immediata da casa di macinapepe a forma di torre Eiffel, regalo della nonna, e di certe poltrone fatte di corna di cervo al momento non sufficientemente ironiche e poco dopo di nuovo ricercatissime, ogni volta che il Kitsch passava dal ludibrio alla venerazione.

Il termine Kitsch già allora aveva più di un secolo, essendo nato negli anni '60 dell'Ottocento a Monaco di Baviera per definire, nel mercato dell'arte, dipinti e oggetti popolari, di poco prezzo. Negli anni '30 del Novecento se ne erano impossessati, deplorandolo, teorici come Adorno (il Kitsch serve a distrarre il popolo dall'oppressione capitalistica); Broch (è il male dentro il sistema dei valori dell'arte); e Greenberg (il Kitsch è l'opposto dell'avanguardia).

Adesso, e son passati ormai 44 anni dal suo saggio più volte ristampato, è ancora Gillo Dorfles a curare per la Triennale di Milano una mostra festosissima e al contempo lugubre, intitolata Kitsch - oggi il Kitsch (aperta al pubblico da domani al 26 agosto).

Impresa quanto mai rischiosa e addirittura eroica, che solo un artista, critico e studioso di estetica come lui, vigile, agile, appassionato, per di più di 102 anni, può aver avuto il coraggio e l'imprudenza di proporre; in tempi in cui è la nostra intera vita ad essere diventata senza scampo, Kitsch, soprattutto nell'avanguardia e nell'innovazione.

Il pezzo fondamentale della mostra occupa un intero grande locale, ed è il monumento a un Kitsch sorprendente come potevano essere, negli anni '30, con l'etichetta di Surrealismo, il divano rosso a forma di bocca di Dalí e la scarpa con tacco al posto del cappello di Schiaparelli.

È una vera giostra fabbricata in Italia, di quelle che girano il mondo nei parchi di divertimento, che al posto di cavalli o carrozze e automobiline, ha delle enormi tazze da caffè e al centro una caffettiera: per quale ragione dei bambini, o anche degli adulti, possano desiderare di girare in tondo dentro una tazza con piattino, è talmente misterioso da creare un Kitsch non dissimile da quello horror delle copertine disegnate dei giornali scandalistici di fine '800, tipo La femme coupée en morceauxmenait une vie double.

Aldo Colonetti, direttore di Ottagono, gli architetti Anna Steiner e Franco Origoni, lo storico dell'arte Luigi Sansone, con la supervisione di Gillo Dorfles, senza sponsor e quindi con pochi soldi, hanno messo insieme Kitsch d'epoca, (tra cui, Dalí, Savinio, Usellini, Bay, Del Pezzo) e cercato kitschisti degli ultimi anni tenuti a bada dal mercato dell'arte ancora fermo, per ora, alle balene in formaldeide e alle videofellatio; e hanno dedicato una stanza ai teschi colorati con piume, orecchini, granchi ed altro di Rudy van der Velde, e poi pescato nelle opere recenti di artisti isolati, la cui avanguardia consiste nel fare girare la testa per la supremazia inventiva del Kitsch, che resta il loro segreto più intimo: come le poltrone Miss Butterfly o Lady Chatterley, che Carla Tolomeo, vedova di Giancarlo Vigorelli, ha ricoperto personalmente di velluti multicolori, e che arredano la sua casa, probabilmente paradiso del Kitsch.

Un'altra signora di Bergamo, Vannetta Cavallotti, sedie con braccia o con gambe, certa del suo talento, non è affatto contenta di essere stata inclusa in un panorama Kitsch. Tra i tanti collezionisti di oggetti Kitsch, Elio Fiorucci ha imprestato una serie di Brontolo, Pisolo e altri nani, le sue famose manette di piume di struzzo rosa, una lampada leopardata sostenuta da due gambe di donna, che trionfano in mezzo a una massa tale di oggetti orribili da seppellire del tutto, finalmente, quella frase quasi scomparsa se non per definire certe villanate politiche che è "di buon gusto".

Certo il massimo collezionista di oggetti Kitsch è Roberto D'Agostino, che ha stipato la sua grande casa romana con centinaia di migliaia di oggetti sensazionali, memorabilia da tutto il mondo, turistiche, religiose, blasfeme, erotiche, pubblicitarie, propagandistiche. Infantili. Esempio eccelso di Kitsch politico, sul tetto di casa, le statue alte tre metri di Mao, dipinta di verde, e di Berlusconi, d'oro.

Il Kitsch, con tutto il suo mistero e la sua vitalità, al di là delle Mostra milanese e dei suoi tanti testi e studiosi, sta prendendo il posto della vita attraverso la violenta capacità di
diffusione della televisione. L'accendi e subito inciampi in numerosi sceneggiati su Padre Pio, se no, in un'Isola dei Famosi con Sconosciuti ambosessi che sculettano, dicono scemenze e mangiano radici. Vai in un museo e c'è la mostra di Jeff Koons o di qualche preraffaellita, sfogli un settimanale cult e resti ammaliato dalla tavola da pranzo dell'ex premier grande come una nave, ottanta posti a tavola, tovaglia di damasco rossa, posate di vermeil, camerieri in polpe.

Tenti di seguire la politica e ti ritrovi tra camicie verdi che festeggiano il dio Po, leggi i quotidiani e si dà una pagina al pensiero di Santanchè, un'altra alle nuove mutande regginatiche più molte foto di Formigoni che si tuffa in luoghi già Kitsch anche senza di lui.
Quasi tutti noi senza accorgercene siamo diventati di pessimo gusto e capita persino di comprare a un'asta benefica i Tre porcellini di gesso o certe collane di denti si spera non umani, per le vacanze in barca: o ci si lascia irretire dai Suv, che superano, nel Kitsch dei trasporti, persino l'Orient-Express, mentre nulla è più inutile di costosi abiti da sera con strascico da incoronazione, che si infanga sotto la pioggia sui tappeti rossi dei ricevimenti pubblicitari.

Madonna fa un film superkitsch come W. E. Reality di Garrone inizia con uno spaventoso e reale luogo-torta a Napoli, dove si festeggiano matrimoni periferici e gli sposi arrivano su carrozza dorata con quadriglia di cavalli bianchi impiumati e lacchè in costume Settecento. Meno male che la mostra eleva il Kitsch fuori dalla realtà e si racconta in un bel catalogo (editrice Compositori), con interventi colti, tra cui quelli di Vittorio Gregotti e Ugo Volli, già presenti nello storico libro del '68.

 

IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO KOONS DORFLES

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...