urbano cairo andrea salerno, marco ghigliani

NEANCHE CAIRO È RIUSCITO A GUARIRE LA7 DALLA SINDROME ALFANO: GRANDE POTERE, NUMERI MOSCI - ANDREA SALERNO ‘STRAPPATO’ A RAI3 NON HA PORTATO ASCOLTI, ANZI: MAKKOX E ZORO LANGUONO. LE ULTIME MARATONE DI MENTANA NON SONO ARRIVATE AL 3%. A PARTE LILLI GRUBER E I PROGRAMMI DEL MATTINO (TUTTI NATI PRIMA DI CAIRO), LA RETE SPARISCE NEL POMERIGGIO E NEL WEEKEND IN BARBA ALLE LODI SPERTICATE DI ALDO GRASSO SUL ‘CORRIERE’ (DI CAIRO)

 

 

 

DAGOREPORT

 

urbano cairo andrea salerno, tiziana panella e diego bianchi

Non sarà certo questo disgraziato sito a sorprendersi del fatto che il Corriere della Sera (giornale di proprietà dell'editore de La7 Urbano Cairo) ospiti sempre più spesso interviste a personaggi e personaggetti de La7 (tv di proprietà dell'editore del Corriere della Sera Cairo Urbano). 

 

Né che il Corriere abbia ospitato, spalmata su più giorni, la campagna pubblicitaria a tutta pagina dell'emittente:  con il richiamo "Piacere di fare la conoscenza" ("Lo spettatore di La7 ama la conoscenza, intesa come originalità culturale, freschezza di pensiero, divertimento autorevole"); poi con quello "Se un televisore potesse sognare, sognerebbe La7"; quindi con "Prima c'era il monopolio, poi il duopolio, ora c'è l'oligopolio. La7 rimane comunque il vaccino", e omettiamo qualsiasi commento sulla sgradevolezza del gioco di parole con l'accostamento del termine "vaccino" a quello "polio". 

 

Si chiamano sinergie di gruppo, e chi se le può permettere fa benissimo a promuoverle.

urbano cairo andrea salerno, marco ghigliani

 

Però qualcosa va detto che sul fatto che neanche Cairo, eccellente amministratore di bilanci (su cui interviene benissimo più dal lato costi che dal lato ricavi, perché è sempre più semplice ridurre i primi che incrementare i secondi, tanto più in periodi non certo di vacche grasse nel campo degli investimenti pubblicitari), è riuscito a guarire La7 dalla sua sindrome Alfano. 

 

Nel senso proprio di Angelino Alfano, il ministro per mancanza di indizi e di voti, ma che riesce sempre a farsi accreditare e a sedere sulle poltrone più importanti.

 

La7 è una rete di cui si parla sempre un gran bene, ma che quanto agli ascolti è sempre inchiodata alle sue percentuali a una cifra, e spesso sotto il 5 per cento.

 

Gli ultimi responsi dell'Auditel sono di una triste prevedibilità.

 

Skroll di Makkox messo in preserale? Sta quasi sempre sotto l'1 per cento, ma viene incensato dal "criticatutti" (tutti ma non quelli de La7), Aldo Grasso del Corriere

andrea salerno zoro diego bianchi makkox urbano cairo

 

Debutto del Gazebo di Diego Bianchi-Zoro, strappato a Rai3 per chiamarlo Propaganda? 3 per cento in prima serata, con una durata di 3 ore. 

 

Nell'attesa di vedere il debutto di Massimo Giletti che ha annunciato "Rifarò l'Arena", con paginata d'intervista naturalmente sul Corriere, fioccano le scommesse al ribasso: "Magari arriva al 6 la prima puntata, poi scenderà al 5, quindi al 4...", "Maddechè? Se parte al 4 è già tutto grasso che cola", e via cassandrando. 

 

Gli stessi speciali di Enrico Mentana, l'ultima #MaratonaMentana sull'elezioni in Catalogna, il penultimo #BersaglioMobile sul caso Consip, non sono arrivati al 3 per cento (e il Tg, anche quando lo conduce lui, scivola talvolta sotto la soglia del 5 per cento da cui, dopo 7 anni, Chicco non si è mai schiodato salvo il debutto e fino alla fiammata della caduta di Berlusconi, autunno 2011, quando arrivò per qualche mese alle 2 cifre percentuali).

 

andrea salerno urbano cairo marco ghigliani

E poi ci sono le debolezze strutturali che tutti conoscono, i buchi neri del palinsesto, ignoti però forse al neodirettore dei programmi Andrea Salerno, già capostruttura a Rai3 per nomina veltroniana, poi coautore del Gazebo del creativo Diego Bianchi-Zoro, il cui passaggio da Rai3 (dove aveva puntato a fare il direttore) a La7 perfino il Fatto Quotidiano, in un articolo comicamente encomiastico, nel maggio scorso commentava con questo titolo: "Un altro pezzo pregiato lascia viale Mazzini". Vabbe'.

 

Del preserale già si è detto, ma inutile gettare la croce su Makkox: in quella fascia aveva già floppato Giovanni Floris e prima di lui Geppi Cucciari, entrambi della scuderia di Beppe Caschetto, in un programma prodotto da Beppe Caschetto, in una stagione in cui Caschetto era il dominus del palinsesto de La7, riuscendo perfino a portare per tre serate nel maggio 2012 Fabio Fazio e Roberto Saviano sugli schermi de La7 in deroga all'esclusiva Rai con una rimasticatura del programma Vieni via con me ribattezzato Quello che non ho, in onda da Torino, costo superiore ai 3 milioni di euro, produzione che ha aumentato il fatturato caschettiano ma di certo non l'audience della rete.

brunetta intervistato da la7

 

Sul pomeriggio, stendiamo un velo pietoso: il cassiere ancora piange per i costi e il flop di Cristina Parodi Live, chiuso dopo tre mesi nell'autunno 2012 per una media risicata del 2 per cento (e giustamente, dopo quella catastrofe, Cristina Parodi l'hanno piazzata nel pomeriggio di Rai1 con La vita in diretta a perdere contro il competitor di Canale 5, e adesso l'hanno messa a Domenica In insieme alla sorella Benedetta: un raddoppio del danno, che il Corriere però ha definito "una conduzione familiare come ai tempi delle gemelle Kessler": seee, ciao core).

urbano cairo la7

 

La cronaca in prima serata? Un disastro. La7 ci ha provato prima prendendo Salvo Sottile da Rete4 con un Linea Gialla chiuso dopo una stagione. Poi come se nulla fosse accaduto, La7 ci ha riprovato quest'anno con Luca Telese e il suo Bianco e nero, non riproposto in palinsesto.

 

Il sabato e la domenica, poi, La7 semplicemente sparisce: il suo pubblico è un target di tipo feriale, dal lunedì al venerdì, e così sia.

 

Resistono la mattina e l'access prime time, con gli evergreen: Omnibus (che però è regolarmente battuto da Agorà su Rai3), e i suoi derivati Coffee break e L'aria che tira, insomma un unico talk show a base di politica a costi contenuti, che parte alle 7 e finisce alle 13.30 quando va in onda il Tg. 

 

E poi Lilli Gruber, che fa la sua parte battendo regolarmente il concorrente omogeneo Dalla vostra parte su Rete4, conduttore Maurizio Belpietro. Ma sia i programmi mattutini che la striscia post-tg sono idee nate molto prima dell’arrivo di Urbanetto.

beppe caschetto

 

Per il resto, La7 è quello che sempre è stata: la settima rete generalista, ora spesso battuta in prima serata dai canali digitali. 

 

Una rete in cui a garantire la continuità nella sopravvivenza c'è un uomo per tutte le stagioni, l'amministratore delegato Marco Ghigliani, arrivato a La7 quando c'era Marco Tronchetti Provera, rimasto come direttore generale con Gianni Stella, grande amico di Beppe Caschetto ma soprattutto factotum di Franco Bermabè, quindi promosso come longa manus di Cairo. 

 

Perchè è proprio Cairo che alla fine, anche se vengono nominati direttore di rete (che magari durano lo spazio di una stagione o poco più, vedi il predecessore di Andrea Salerno Fabrizio Salini, che già amministratore dei Canali Fox italiani, come direttore è rimasto meno di due anni), il vero controllore di ciò che La7 trasmette. 

 

Con tutti gli onori, gli oneri, le saltuarie vittorie e le regolari sconfitte che questo ruolo comporta.

urbano cairo lilli grubermyrta merlinoINTERVISTA A MASSIMO GILETTI SUL CORRIERE CON FOTO CON URBANO CAIRO

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…