
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA GIANNI QUARANTA, 82 ANNI, REGISTA, DESIGNER, MA SOPRATTUTTO SCENOGRAFO, CHE VINSE UN OSCAR NEL 1987 PER “CAMERA CON VISTA” E VENNE CANDIDATO ANCHE PER “FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA”, NEL 1972, E PER “LA TRAVIATA” NEL 1983, ENTRAMBI DIRETTI DA FRANCO ZEFFIRELLI - SI DIVISE FRA TEATRO, CINEMA, TV E PUBBLICITÀ, PASSANDO CON LO STESSO IMPEGNO DA UN SET DI UNO SPOT PER LA BARILLA, FU LUI A INVENTARE LA CASA DEL MULINO BIANCO, A “NOVECENTO” DI BERNARDO BERTOLUCCI - FU A LUNGO PRESIDENTE DELLA SEDE DI ROMA DELL’ACCADEMIA ITALIANA DI ARTE, MODA E DESIGN… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Se ne va Gianni Quaranta, 82 anni, grande scenografo italiano. Vinse un Oscar nel 1987 per “Camera con vista” di James Ivory e venne candidato anche per “Fratello sole, sorella luna”, il suo primo film, nel 1972, e per “La traviata” nel 1983, entrambi diretti da Franco Zeffirelli. Vinse anche un César, gli Oscar francesi, per “Farinelli – voce regina”.
Regista, designer, ma soprattutto scenografo, si divise fra teatro, cinema, tv e pubblicità, passando con lo stesso impegno da un set di uno spot per la Barilla, fu lui a inventare la casa del Mulino Bianco, a “Novecento” di Bernardo Bertolucci. Nato a Arsié, in provincia di Belluno, nel 1943, studiò all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e si segnalò subito come scenografo per il teatro e, soprattutto per l’opera, collaborando con i maggiori teatri del mondo e i maggiori registi.
Fu Franco Zeffirelli a farlo esordire, assieme a Renzo Mongiardino, che considerava il suo maestro, al cinema con “Fratello sole, sorella luna” nel 1972, che gli frutterà la prima candidatura all’Oscar. Nello stesso tempo diventa, nella stagione 1972-73, Direttore degli Allestimenti Scenici del Teatro La Fenice di Venezia, ma lo sarà anche per il Teatro dell’Opera di Roma, nella stagione 1984-85.
Alterna il teatro, l’opera, il balletto al cinema. A teatro con Gian Carlo Menotti, Filippo Crivelli, Mauro Bolognini, Luca Ronconi. E al cinema, dove è responsabile della scenografia di “Tutto a posto niente in ordine" di Lina Wertmuller, di kolossal come “Novecento” di Bernardo Bertolucci o il “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli. Sarà l’incontro con James Ivory per le scenografie di “Camera con vista” a fargli vincere l’Oscar.
Ma lo troviamo scenografo anche per “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi, per “Tre simpatiche carogne" di François Giroud, con Michel Piccoli, Sylvia Kristel, e Gérard Depardieu Per “Cortesie per gli ospiti” di Paul Schrader con Christopher Walken, Natasha Richardson, Rupert Everett, Helen Mirren, per “Farinelli voce regina” di Gérard Corbiau, che gli fa vincere il César per la scenografia.
Ma lavora con registi internazionali del calibro di Paul Mazursky, Herbert Ross, Anthony Hickox, James Cellan Jones, oltre che per film italiani molto diversi come “Naja” di Angelo Longoni, “Il giovane Casanova” di Giacomo Battiato, “Renzo e Lucia” di Francesca Archibugi. Fu a lungo Presidente della sede di Roma dell’Accademia Italiana di Arte, Moda e Design.
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