1- “IL TRIBUNALE POST MORTEM DELL’INQUISIZIONE BUSIANA HA EMESSO SENTENZA DI CONDANNA ALL’OBLIO: SE BUSI INTENDEVA LANCIARE IL SUO J’ACCUSE CONTRO IL VELATISMO E BACIAPILISMO DI DALLA, O CONTRO LA FORSE ECCESSIVA RISERVATEZZA CON CUI TONDELLI NASCOSE LA SUA SIEROPOSITIVITÀ, DOVEVA FARLO QUANDO ERANO BEN VIVI“ 2- BUSI: “ANCORA ASSERISCONO CHE LA SESSUALITÀ UMANA È UN FATTO PRIVATO E OGNUNO DENTRO CASA SUA FA COME CREDE? LA SESSUALITÀ È POLITICA E NON PRIVATA” 3- “SE IO NON HO DETTO QUELLO CHE HO SCRITTO SU TONDELLI E DALLA QUANDO ERANO ANCORA IN VITA È STATO PERCHÉ SE UNO NON È OMOFOBO DI MESTIERE MA È SOLO UNO STRAINCULATO GAY TIMOROSO DEL FUOCO DI SODOMA E VIVE NEL CALDUCCIO DELLA SUA VANTAGGIOSA (?) IPOCRISIA A SFONDO CLERICALE, LO LASCIO AL SUO DESTINO: CHE CREPI COSÌ COME HA VISSUTO (SOLO QUANDO SONO DIVENTATI SALME, LA MORTE GLI HA RESTITUITO QUEL PO’ DI VITA DEGNA DI UNA MIA PAROLA A RIGUARDO)”

1- BUSI: UNA PAROLA BUONA PER TUTTI (I MORTI)
Sciltian Gastaldi per il suo blog su http://www.ilfattoquotidiano.it/

Aldo Busi contro Lucio Dalla. Busi colpisce ancora, e ancora una volta lo fa a cadavere appena tiepido. Colui che in un'intervista si è definito il più grande scrittore di tutti i tempi, non ha perso occasione per potersi distinguere dal coro quasi unanime di chi oggi piange Lucio Dalla. L'autore di Seminario sulla gioventù ha così messo a segno l'ennesimo assolo in controtendenza, che di certo saprà regalargli un altro minuto di notorietà.

Con un intervento pubblicato sul blog Altriabusi, subito ripreso da altri siti, e intitolato "Su Lucio Dalla e sugli scomparsi ad arte già in vita", lo scrittore di Montichiari dice la sua su un tema molto delicato e affascinante: se di un artista conti di più l'opera o la biografia. La conclusione di Busi è ben dichiarata sin dall'inizio del pezzo: "Conta di più la vita o l'opera? L'opera, se la vita ne è la superflua coerenza. Se la vita non è coerente con l'opera che produce, il dibattito resta aperto, ma non per me: non conta né l'una né l'altra [...] Quindi, via, giù nell'imbuto dell'oblio delle cose che ne nascondono troppe altre per non appartenere più alla fogna dell'arrivare con meno problemi al ventisette del proprio mese."

Nessuna pietà, dunque, per Lucio Dalla: il Tribunale Post Mortem dell'Inquisizione Busiana ha emesso sentenza di condanna all'oblio: "Ho sempre pensato che Lucio Dalla fosse un checchesco buontempone, un chierichetto furbastro [...] e non basta la morte per cancellare la magagna del gay represso cattolico (represso alla luce del sole, il che non ne inibisce certamente il godimento tra le tenebre della vita privata, anzi, le implementa, come ben si sa) che si permette tutte le scorciatoie di comodo [...] pur di non prendere la strada maestra più sensata della basilare affermazione di sé, anche se più accidentata."

Aldo Busi non è affatto nuovo a questo genere di sentenze post mortem. Il suo Tribunale, infatti, si è specializzato in attacchi molto meno nobili di quello che rese celebre Fabrizio Maramaldo, il quale, almeno, uccise un uomo ferito e inerme, ma non già bello e composto nella bara. E' un Tribunale particolare, quello di Busi, che si attiva solo nei confronti di quegli artisti che hanno avuto il cattivo gusto di far parlare una nazione di sé sia da vivi che da morti, e il tutto senza rendere grazie alla somma opera del maestro di Montichiari.

Nel 1992, pochi mesi dopo la morte di Pier Vittorio Tondelli, Busi infilò la sua banderilla sul cadavere dello scrittore-avversario, già tumulato nel piccolo cimitero di Canolo, tramite un articolo pubblicato su Babilonia in cui si legge: "[Tondelli] si è perso nelle pastoie del cattolicesimo, e del senso di colpa, esattamente come chiunque altro, e il messaggio che lancia non è granché, né nelle sue opere né nella sua morte; tant'è vero che, come una checca velata qualsiasi, non muore di Aids, ma muore irreparabilmente di vergogna."

Non tutto ciò che dice Aldo Busi è sbagliato: anche io, come lui e Joseph Hansen, penso che "un Dostoeveskij che non accenna alla sua epilessia o alla sua dipendenza dal gioco" non sarebbe arrivato lontano. Il punto è che tanto Lucio Dalla nelle sue canzoni (da Disperato erotico stomp in avanti) quanto Tondelli nei suoi libri, hanno fatto qualcosa di più che "accennare" alla loro omosessualità, alla loro diversità, perfino - nel caso di Tondelli - alla sua sieropositività, se è vero che in quel capolavoro che è il romanzo del suo commiato, Camere separate, il riferimento all'Aids è implicito ma inequivocabile. E, maestro Busi: non credo sia necessario essere critici letterari o aver studiato per capire quanto Lucio Dalla e Pier Vittorio Tondelli abbiano "accennato" alla loro omosessualità, alla loro diversità, alla loro resistenza umana tramite il loro talento artistico.

Mi si dirà: ma Lucio Dalla si era avvicinato all'Opus Dei. Può darsi: le vie del masochismo italico sono infinite, e in questo senso la svolta mariana di Renato Zero è l'emblema di quanto campioni d'incoerenza si possa diventare all'interno di una sola, piccola vita. Il punto è che c'è un modo e un tempo per muovere le accuse che muove Aldo Busi, e quel modo e quel tempo Busi li ha marchianamente sbagliati.

Se Busi intendeva lanciare il suo j'accuse contro il velatismo e baciapilismo di Dalla, o contro la forse eccessiva riservatezza con cui Tondelli nascose la sua sieropositività all'Hiv, doveva farlo quando Dalla e Tondelli erano ben vivi, e in grado di rispondere, non dopo. Ma, naturalmente, facendo così Busi si sarebbe esposto a una risposta, a un dialogo, e non avrebbe avuto il minuto di notorietà che invece si è guadagnato con questo monologo macabro e vile.

Infine: siamo proprio sicuri che partecipare al reality L'isola dei famosi o a una trasmissione con Barbara d'Urso sia un esempio di cristallina coerenza per "il più grande scrittore di tutti i tempi"? Com'è che proprio non riesco a figurarmi al posto di Busi, sul trespolo di fianco alla d'Urso, un qualunque Hemingway, un anonimo Primo Levi, un ignobile Pasolini, un misero Dante? Se il Tribunale dell'Inquisizione Busiana emette sentenze di oblio per incoerenza solo post mortem, chi penserà a emettere la stessa sentenza per Aldo Busi, quando sarà morto?

2- NON APRITE QUELLA BARA - LA REPLICA DI ALDO BUSI AGLI APOLOGETI DELLA SESSUALITÀ COME "FATTO PRIVATO"
Aldo Busi per il blog www.altriabusi.it

L'articolo a firma di tale Sciltian Gastaldi "Busi, una parola buona per tutti i morti" sul "Fatto quotidiano", non so se on line o su cartaceo, è di una tale ridicola e analfabeta supponenza da chierichetto frustrato che può fare il paio solo con quella, ma almeno in pessima buonafede, di quanti pelosissimamente ancora asseriscono che la sessualità umana è un fatto privato e ognuno dentro casa sua fa come crede - non solo la sessualità è politica e non privata, ma non lo è neppure l'aria ognuno coi suoi polmoni, perché non sei tu a decidere quale aria respirare, e te lo dice uno che abita in un posto dove il tasso di mortalità per cancro è tra i più alti d'Europa e dove, mi cito, "l'unico modo per ventilare gli ambienti è non aprire le finestre".

Se io non ho detto quello che ho scritto su Tondelli e Dalla quando erano ancora in vita (anche se a Tondelli l'ho detto di persona) è stato perché a) potevo sempre illudermi che ci avrebbero pensato a convincersi e a ravvedersi da sé prima che fosse troppo tardi, b) io per principio, se uno non è omofobo di mestiere ma è solo uno strainculato gay timoroso del fuoco di Sodoma e vive nel calduccio della sua vantaggiosa (?) ipocrisia a sfondo clericale, lo lascio al suo destino e non forzo una situazione a suo vantaggio liberandolo dal gioco suo malgrado: che crepi così come ha vissuto, la sua irresponsabilità illimitata è una cosa che ancora non riguarda me cittadino, c) perché non erano più vivi in vita di quanto non lo siano diventati da salme e solo la morte gli ha restituito quel po' di vita degna di una mia parola a riguardo.

Ora sappiamo che invece del "Fatto quotidiano" possiamo tranquillamente comperare l'"Avvenire" - che, mi costa ammetterlo, è scritto anche meglio.

 

Lucio DallaLUCIO DALLALUCIO DALLA LUCIO DALLA aldo busialdo busi PIER VITTORIO TONDELLIaldo busi MARCO ALEMANNO PARLA IN CHIESA AI FUNERALI DI LUCIO DALLA Piervittorio TondelliFUNERALI LUCIO DALLA JOVANOTTI AI FUNERALI DI LUCIO DALLA GIANNI MORANDI DAVANIT AL FERETRO DI LUCIO DALLA FUNERALI LUCIO DALLA FUNERALI LUCIO DALLA EROS RAMAZZOTTI LORENZO JOVANOTTI AI FUNERALI DI LUCIO DALLA FUNERALI LUCIO DALLA LUCIO DALLA copertina Gastaldi Assalto all'informazioneLUCIO DALLA LUCIO DALLA

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)