NON TI “VEDRÒ” PIÙ - ANNULLATO IL MEETING ANNUALE DEL ‘DRINK TANK’ DI ENRICO LETTA (ORMAI PREMIER, A CHE SERVE?)

Lettera ai "vedroidi"

Carissimi,
quest'estate veDrò... si ferma un giro!
L'elevatissimo numero di preiscrizioni e di richieste di adesione all'evento veDrò2013 ha infatti aperto nell'ultimo mese una lunga e articolata riflessione che ha determinato una sorta di eterogenesi dei fini: la sospensione di un appuntamento già "in itinere", che ha caratterizzato le nostre estati a partire dal 2005 e che per molti di noi - mi verrebbe da dire per tutti, ma sarebbe intellettualmente presuntuoso - ha rappresentato molto più di un "evento convegnistico".

Dunque, perché il pit-stop?
Paradossalmente, per salvaguardare veDrò. Che nasce - giova ricordarlo - come luogo "fisico", ma ancor più come portatore di una impostazione più generale, rectius: di un Metodo, che intendeva scavalcare gli steccati degli schieramenti e della più stretta contingenza politica, dagli orizzonti, a nostro avviso, troppo asfittici e limitati.

Quando nove anni fa - con alcuni politici, ma anche con accademici, professionisti, imprenditori, manager, scienziati ("cittadini" si direbbe oggi) - portammo un gruppo di (ultra)trentenni/(quasi)quarantenni in una centrale idroelettrica trasformata in un luogo di sperimentazione teatrale, accadde che oltre trecento persone di estrazione e formazione culturale, politica, professionale, perfino religiosa assolutamente disomogenee, cominciarono a ragionare insieme su un futuro - l'Italia tra 10 anni - che volevano fosse diverso e che intendevano contribuire a disegnare e realizzare.

In quegli anni si compose il DNA di veDrò, caratterizzato da idee-guida e pratiche quali contaminazione, informalità, trasversalità. Non parole vuote, ma l'imposizione di un modus operandi.
Il Metodo veDrò, appunto.

Dove ‘bipartisan' significava ben più di un mero dialogo tra la maggioranza di governo e le opposizioni del momento, ma voleva piuttosto dire apertura e capacità di superare tic ideologici, pregiudiziali politiche, autocensure diplomatiche. Voleva dire confronto aperto, orizzontale, paritario. Tutto ciò riguardava certamente la politica, ma investiva in realtà l'intera classe dirigente.

veDrò diventava così la casa di tutti coloro che avevano qualcosa da dire e la voglia di "sporcarsi le mani", un club "inclusivo" in cui le ipotesi di studio e di lavoro avevano e hanno, in fase di gestazione e di formulazione, tutte pari dignità di accoglienza e trattamento. Un network, un gruppo (di certo non una misteriosa fondazione con identità celate) in cui si sovrapponevano rapporti professionali, legami di amicizia, vincoli di affetto, relazioni cooperative e al tempo stesso competitive.

veDrò passa dunque velocemente all'età "adulta": non più solo l'appuntamento estivo, che pure richiama via via sempre più persone attratte dal confronto non scontato, ma un laboratorio in servizio permanente effettivo, ormai autonomo anche dalla politica: un flusso continuo di tavoli, incontri, seminari, iniziative che permette a veDrò di affermarsi come protagonista non secondario nel dibattito politico e culturale che vuole far uscire il Paese dalla sua "morta gora".

Arriviamo così alla primavera di quest'anno, quando - a macchina organizzativa già a pieni giri in pista - un attimo, come accade spesso, cambia il volto ad ogni cosa, come cantava qualcuno.

Di fatto, con questo esecutivo "straordinario", ma soprattutto con l'evidente scarto generazionale rispetto alle passate esperienze, era come se - passatemi l'esagerazione che non deve apparire figlia di enfasi retorica - ce l'avessimo fatta e il nostro appuntamento si fosse trovato improvvisamente dall'altra parte della cattedra.

Bene, anzi: male.
Di colpo, la domanda di partecipazione è letteralmente esplosa. Quasi doppiando le oltre 900 presenze dell'anno scorso, quando avevamo già toccato la cosiddetta carrying capacity in una centrale sempre più piccola per la quantità di richieste, ma che noi, per il suo valore e la sua forza simbolica - un sito che genera energia -, continuavamo ostinatamente a ritenere il luogo ideale per i nostri incontri: in una parola, il totem della nostra community.

Oggi la Centrale Fies di Dro semplicemente non sarebbe in grado di ospitarci tutti.
Così, con tempi stretti e numeri "monstre", la scelta di non operare una selezione in ingresso (e con quale criterio poi? Siamo tutti appartenenti al network), la volontà di non tradire il clima di apertura, irritualità e, lasciatemi dire, serenità che ha sempre contraddistinto i nostri incontri, l'assoluto desiderio di non trasformarci in un circuito chiuso, a nostra volta autoreferenziale, e di non disperdere il nostro DNA in un evento dai contorni indefiniti e indefinibili - e alla fine confusi -, mi hanno fatto optare per la decisione di rientrare ai box.

Esigenze legate alla logistica, alla sicurezza, all'attenzione spasmodica dei media avrebbero infatti trasformato veDrò2013 in un appuntamento che non avremmo riconosciuto come nostro.

Capisco e "sento" il dispiacere di molti di voi, che è anche il mio, il nostro, ve lo assicuro.
Ma l'onestà e la trasparenza con cui abbiamo sempre lavorato tutti noi (i veDroidi della prima ora e tutti coloro che lo sono diventati strada facendo, senza gerarchie o differenze di status o di grado) deve farci dire la verità: a essere sospesa - per quest'anno - è la tradizione di ritrovarsi per quattro giorni in quell'angolo di Trentino, ma il Metodo veDrò non va in soffitta.

I tavoli di lavoro tematici portati avanti fin qui proseguiranno regolarmente e forniranno argomenti e materiali per l'avvio di nuove attività. Un cantiere aperto, insomma, che ci condurrà a veDrò2014, per il quale vi chiediamo sin d'ora, se vorrete, di formulare suggestioni, idee e proposte anche sulla formula, fin qui certamente vincente ma sempre migliorabile, come ogni altra realizzazione umana.

Sia detto senza riti scaramantici o omaggi alla superstizione: l'unica paura che dobbiamo avere del futuro è quella di non esserci.

E veDrò è sempre stato fin dal suo nome declinato al futuro...

Benedetta Rizzo
Presidente veDrò

 

ENRICO LETTA Enrico Letta gioca a subbuteo ENRICO LETTA LOGO VEDRO' 2012BENEDETTA RIZZOBenedetta RizzoBenedetta Rizzo

Ultimi Dagoreport

claudia conte

DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE, "EVENT PRODUCER", OPINIONISTA” CHE IMPERVERSA TRA TV, EVENTI PUBBLICI E ISTITUZIONALI - COME MAI HA PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DI UN LIBRO DI GABRIEL GARKO?!?! - PERCHÉ LA 33ENNE DI CASSINO È STATA SCELTA PER “RIFLETTERE” SULL’EREDITÀ DI ALDO MORO NEL MAGGIO 2023, ALLA PRESENZA DEL MINISTRO DELL’INTERNO, MATTEO PIANTEDOSI, E DEL PREZZEMOLONE MOLLICONE? - SUI SOCIAL DILAGANO LE SUE FOTO CON MINISTRI, ALTE GERARCHIE MILITARI, CONDUTTORI TV E PERFINO PAPA FRANCESCO – PRESENZA FISSA A PRESENTAZIONI DI LIBRI, CENE E GALA, LA BELLA CLAUDIA HA INIZIATO COME ATTRICE, POI HA TROVATO UNA MINIERA D’ORO NEL SOTTOBOSCO DELLA ''BENEFICENZA'', DELLA ''SOLIDARIETÀ'' E DELLE "LEGALITÀ" – TRA LIBRI, LE OSPITATE, I PREMI DI OGNI TIPO, E' ARRIVATO L’INCARICO PIÙ PRESTIGIOSO: LA PRESENTATRICE DEL TOUR DELLA NAVE AMERIGO VESPUCCI, IN GIRO PER IL MONDO. A QUALE TITOLO LE È STATO AFFIDATO? E PERCHÉ PROPRIO A LEI? AH, SAPERLO...

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE DOVE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…