lando buzzanca

"NON VOLEVO FARE IL COMICO. VOLEVO FARE TUTTI I PERSONAGGI" - DOTTO E L’ULTIMA INTERVISTA DI LANDO BUZZANCA PUBBLICATA DA "DIVA E DONNA" (ERA IL 2019, L’ATTORE ERA GIÀ MALATO, AVEVA AVUTO L'ICTUS E PARLAVA A STENTO) – L’AMORE PER FRANCESCA, 40 ANNI PIU’ GIOVANE: “LE HO DETTO: SE TI VEDO CHE DAI UN BACIO A QUALCUNO PUOI ANCHE SCAPPARE” – LE VOCI SUL TENTATO SUICIDIO (“NESSUN SUICIDIO. SOLO UN MALORE”) - "LA PIAF ERA COSÌ BRUTTA. LAURA ANTONELLI? NON BELLISSIMA, MA CHE FEMMINA!” - “NON RIESCO PIU’ A DARE UN CAZZOTTO. L’HO FATTO UNA VOLTA SOLA CON UN PRODUTTORE MA LUI PRIMA MI HA DATO UNO SCHIAFFO. NON MI RICORDO CHI ERA. LA MEMORIA È ANDATA VIA” – VIDEO

 

Giancarlo Dotto per Diva e Donna

 

lando buzzanca laura antonelli

“…Ma dimmi: al tempo d’ì dolci sospiri…”. Tutto si ferma in quei due minuti e quindici secondi. Si ferma il tempo. Si fermano le cose. Si fermano i rumori del mondo, la pioggia di fuori. Si ferma il mio respiro. Tutto arretra. Le televisioni e tutti i social del pianeta tacciono. Tutta la chiacchiera del mondo. I pub e i locali di Ponte Milvio, il quartiere della movida a Roma. Tutto lo sterminato fingere di dirsi qualcosa e di ascoltarsi. Tutto oscurato da un’eclissi che nessun telegiornale aveva preannunciato. Accade un prodigio e non so da dove arriva.

 

Così, per due minuti e quindici secondi, in quella piccola stanza. Non mi resta che provare a raccontarlo, sapendo che è impossibile farlo.

 

BUZZANCA FRANCESCA DELLA VALLE

Lando Buzzanca, avete presente, proprio lui, il merlo maschio, l’homo eroticus della commedia italiana? Si era appena alzato dal divano e si era allontanato con la sua camminata buffa, tra Pinocchio e Charlot. E la sua testa ferita, piena di cose smarrite e di cose che avrebbe voluto dire ma non riusciva a dire. Era tornato poco dopo con un foglio in mano in cui era trascritta la parte finale del canto V di Paolo e Francesca, dal cerchio dei lussuriosi. I versi che aveva letto nove anni prima in chiesa, al funerale dell’amatissima Lucia, moglie e madre dei suoi due figli. La compagna di una vita, se mai ce n’è stata una. “Leggevo e piangevo…”.

 

lando buzzanca foto di più

Stavamo insieme già da un’ora. Lui, io e Francesca della Valle, la donna che gli è vicino da quasi tre anni. “Francesca, come la mamma di Lando…”. Bionda, camicia maculata, stivali in pelle nera e zeppa, quarant’anni più giovane di lui. Giornalista, attrice, cantante, produttrice televisiva. È pugliese di Canosa, ma parla con un accento esotico. Lando aspettava per la verità l’idraulico. Tutto lo turba e lo agita di questi tempi, incluso il tubo che perde acqua. Sorride festoso, Lando, soprattutto quando è turbato, anche quando si presenta a casa uno che fa domande invece di aggiustare i tubi che perdono. Lando fa tanta fatica a parlare, inizia ogni volta a dire con entusiasmo, ma i suoni inciampano dentro un invisibile filo spinato, rotolano via, gli si spengono in bocca, la memoria lo tradisce, tutto s’interrompe e si confonde. Allora si arrabbia, lui che aveva una memoria mostruosa, altre volte si sconforta, e con lo sguardo cerca Francesca. Chiede a lei di completare quello che lui non riesce a dire.

 

lando buzzanca

“Che mi dici di questa donna?”, gli chiedo io. “Guardala…E’ una donna piena di…Diglielo tu…”. “…Virtù, sì virtù…”, s’illumina felice. Somiglia a Delia Scala, gli faccio io, la sua grandiosa partner di tanti varietà televisivi. “Mi avevano proposto cinque donne, ma io volevo solo lei… Bellissima Delia anche a 45 anni…”. Si confessa geloso grave di Francesca. “Le ho detto: se ti vedo che dai un bacio a qualcuno puoi anche scappare…Le donne quando amano sono meglio di noi. Noi uomini siamo come figli…”. Perde il filo. Poi, all’improvviso, si alza, sparisce, e torna con quel foglio in mano.

 

MASSIMILIANO E LANDO BUZZANCA

Non è più il Lando che conoscevo. L’uomo che incendiava ed erotizzava tutto ciò che guardava. Donne, uomini, cose. Le donne soprattutto. È tornato Gerlando, il ragazzo naif che un giorno salì sul treno per Roma con cinquecento lire in tasca, un pacchetto di sigarette e la scatola dei fiammiferi. Mollando tutto, Palermo, la famiglia, il liceo scientifico, lui primo di otto figli e urlando a se stesso indemoniato: “Voglio fare l’attore!”. Non aveva diciotto anni. Iniziò a Cinecittà facendo lo schiavo in “Ben Hur”, una comparsa tra le migliaia. Ora ne ha 83 di anni e ne ha vissute di cose e di set da protagonista. È tornato Gerlando, ma senza quel fuoco dentro e gli occhi di brace. Messo al tappeto prima dalla morte di Lucia e poi dalla malattia. Ma con una voglia di vivere illesa. E di guardare la sua bella donna. Ora il suo è un corpo a corpo eroico con la parola e con la memoria. Lando si lascia docilmente domandare e fotografare. Si è lasciato anche togliere i suoi mitologici baffi da lei. “Così sta molto meglio, sembra più giovane. I baffi mi ricordano mio nonno”, dice Francesca. Si lascia amare. Le donne sono state la sua vita, lo erano ieri e lo sono oggi. Elena, la governante che lo accudisce e Francesca che si lascia guardare. E’ tornato a 83 anni quello che non è mai stato, una creatura che ha bisogno di protezione.

 

lando buzzanca gloria guida il gatto mammone

Sta seduto ora di fronte a me, a pochi centimetri. E ha cominciato a leggere quel foglio. Senza occhiali. L’attimo stesso in cui ha cominciato tutto è finito. Avendo ascoltato tutti, Bene, Albertazzi, Gassman, Benigni, mi ritrovo ora ad ascoltare, discesa dal nulla, dalla voce tremante di un uomo ferito, la più straordinaria, commovente lettura della Divina Commedia di sempre. Un capolavoro. Senza il minimo dubbio. Non recitata, non declamata, nemmeno detta. Sospirata. Il sospiro all’uscita di “…la bocca mi baciò tutto tremante…”, la voce che si spezza, mi lasciano stecchito. Un sospiro che arrivava dall’anfratto del mondo dove l’origine e la fine della vita coincidono. Fino alla chiusa. “…E caddi come corpo morto cade.” La più grande prova d’attore. L’attore che la fa finita per sempre con l’attore. Solo il pudore mi ha impedito di abbracciarlo.

lando buzzanca l'uccello migratore

 

Lando ha finito di leggere Dante e ora lo assilla di nuovo il tubo che perde. Tutto è ripartito, anche se niente è più come prima. Frammenti che affiorano, slanci che si perdono e monconi di frasi. Francesca completa, aggiunge, lo sostiene. Lo chiama “tesoro”, “amore”, col suo accento esotico. Dice di aver vissuto tre anni tra gli Emirati Arabi e Malta. “Sono tornata in Italia da due anni e mezzo solo per amore di Lando. Volevo lui, solo lui, per un mio corto sul femminicidio.

 

Lando è l’ultimo dei grandi divi, un uomo elegante e raffinato anche nella rabbia. Mi colpì già da adolescente quando vidi al cinema “Divorzio all’italiana” e me ne stavo a Canosa di Puglia, la citta da cui è emigrato Lino Banfi.” Lando non guarda Francesca, la contempla. E’ la bella donna che gli riempie la vita. Guardarla lo consola e forse lo fa felice. “Sì, ma è ragazzina…e non lo sanno gli altri.”. Non chiede altro che guardarla e averla vicino.

 

raimondo vianello lando buzzanca ringo e gringo contro tutti

“In primavera ci sposeremo”, annuncia lei. “Non abbiamo ancora deciso la data, ma sarà tra Roma e la Puglia. Di sicurò, mi sposerò in bianco. Sarà la mia prima volta”. Lui annuisce. Lei lo prende per la mano. “Confessalo Lando che non avevi mai corteggiato nessuna donna prima, solo me…”. Lui ha sempre detto e me lo ripete ancora, me lo fa capire, che le donne non vanno corteggiate, perché tanto decidono tutto loro. Ha amato solo due donne, Lando. “Mia moglie e Francesca.”. “Era prigioniero del suo lutto. Temeva di non potersi più innamorare. Con me è andato oltre…”.

lando buzzanca la schiava

Quarant’anni di differenza. “Ma non la sentiamo”, dice lei. “Siamo due bambini. C’è una grande complicità su tutti i fronti.” “La stessa età. Siamo cinquanta io e cinquanta lei.”, rinforza il concetto lui. “L’ho presentato anche ai miei”, dice Francesca. “È riuscito a emozionare mia mamma, una lady di ferro. Questa energia che lui emana. Ha conquistato anche mio padre…”. “Uomo straordinario…”, fa lui.  

 

francesca della valle lando buzzanca 2

La prima volta che ho incontrato Lando, sua moglie tornava a casa con le buste della spesa. La seconda volta, tre anni dopo, le sue ceneri stavano in un’urna sul comò in camera da letto. Dove stanno ancora oggi. “Una volta sola mi è venuta in sogno, entrava nella stanza da letto e mi portava un copione. Non l’ho più vista. Cose da pazzi.” Gli restano i due figli. “Sono affettuosi. Lo vengono a trovare spesso”, dice Francesca. “Soprattutto Massimiliano Maria che vive a Roma, mentre Empedocle Mario sta a Bangkok”.  Si scalda Lando quando parliamo di attori. Strabuzza gli occhi. “Tognazzi? Straordinario… Vittorio Gassman? Col teatro no... Quando ha fatto i film. Col cinema è diventato un grande attore vero….Che cavolo stavo dicendo? Ah sì, Salvo Randone, quella volta che mi buttai ai suoi piedi. “L’attore quando recita non deve fare l’attore…”, gli dico. E lui: “Minchia!…”. Avrebbe potuto diventare nel cinema una grande maschera come Totò, ma lui non voleva. “Non volevo fare il comico. Volevo fare tutti I personaggi.”, mi dice.  S’illumina quando cito Pietro Germi, il regista che lo ha scoperto. “Mamma mia che uomo straordinario!”. Le tante attrici. Laura Antonelli su tutte. “Non era bellissima, ma che femmina!...”. Gli salgono da chissà dove strani rimpianti. “Non riesco a dare un cazzotto. Qualche volta avrei dovuto farlo... L’ho fatto una volta sola con un produttore…Ma lui prima mi ha dato uno schiaffo. Non mi ricordo chi era. La memoria è andata via.”, sospira Lando.

lando buzzanca

 

“Un malore di quasi quattro anni fa, una sorta di ictus. Credo sia stato anche in coma per un periodo, io non c’ero ancora al suo fianco.”, racconta lei. Affiorano ricordi. Lampi di memoria. “Stavo facendo un film, “Il Restauratore”, e uno stronzo, come cavolo si chiama, mi ha detto quelle cose...e mi hanno portato all’ospedale.”. “…Ma sta recuperando con la terapia...”, lo accarezza lei. I giornali avevano scritto di un suo tentato suicidio. Che si era tagliato le vene nella vasca da bagno di casa. Lui aveva anche confermato all’epoca. Lei nega decisa, lui annuisce. “Nessun suicidio. Solo un malore. Lando non è un vigliacco. Non l’avrebbe mai fatto. Abbiamo un patto di amore eterno, lui e io. Arriviamo a 145 anni e poi rinnoviamo. Vero amore mio? È l’amore eterno questo…”.

 

laura antonelli lando buzzanca il merlo maschio

In attesa di sposarsi, si fanno compagnia. “Cantiamo e balliamo insieme. “La vie en rose” è la canzone preferita di Lando...”. “Quella donna straordinaria, la Piaf…Era brutta così brutta, ma poi…La musica…le musiche dei film mi commuovono sempre.”, sospira lui. “Si commuove soprattutto quando vede Love story”. E progettano cose insieme. “Abbiamo una nostra sit com nel cassetto con tanto di progetto e puntata pilota. Si chiama “Casa Buzzanca”. Racconta di noi, del nostro amore. Lui è straordinario, fa quello che è diventato oggi, un uomo di casa, spolvera, lucida, controlla i rubinetti.”. Non dormono insieme. “Solo dopo il matrimonio, io sono vecchia guardia…”, fa lei. Non hanno ancora deciso il viaggio di nozze. Lui ha le idee chiare. “Voglio fare una crociera...”. “Lo porterò a Malta, ci tiene tanto Lando a conoscere la mia seconda terra. Non c’è mai stato… Nulla ci divide, solo una cosa. Io amo il cibo giapponese e lui no. Mon dieu! È una tragedia.”

 

 

lando buzzanca francesca della valle 1

 

 

laura antonelli lando buzzanca il merlo maschio roberto d agostino giancarlo dotto foto di baccolando buzzanca francesca della vallelaura antonelli lando buzzanca il merlo maschio lando buzzanca il merlo maschio lando buzzanca il gatto mammonegloria guida lando buzzanca il gatto mammonelando buzzanca 19lando buzzanca la prima notte del dottor danieli

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...