QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE - DOPO IL RIFIUTO DI DON CAVAZZANA A CELEBRARE LE NOZZE DI BELEN, ARRIVA ANCHE IL NO DI “DON SPRITZ”: “IL MATRIMONIO NON È UNA CARNEVALATA”

1. NOZZE DI BELÉN, NO ANCHE DI DON SPRITZ - LA COPPIA: ORA BASTA CHIACCHIERE

Da "corriere.it"
Prima era toccato a don Roberto Cavazzana, adesso è la volta di don Marco Pozza. Entrambi hanno declinato l'invito a celebrare il matrimonio tra Belén Rodriguez e Stefano De Martino previsto per venerdì 20 settembre nel borgo di Comignago, sulle colline a sud del lago Maggiore. «Troppo clamore attorno a un evento che non è una carnevalata», è stato il commento dei due sacerdoti che hanno deciso di farsi da parte.

Belen Rodriguez e Stefano De Martino - con una nota - chiedono rispetto in merito alla scelta del Prete che celebrerà le loro nozze il prossimo 20 settembre. «Io e Stefano chiediamo che venga posta la parola FINE (in stampatello, ndr) a tutte queste chiacchiere relative alla scelta del Prete per le nostre nozze. Abbiamo scelto di affidare la cerimonia ad una persona di fiducia, una persona legata alla famiglia di Stefano da sempre. La scelta non è mai stata messa in dubbio, l'avevamo deciso fin dall'inizio. Siamo molto credenti - aggiunge la coppia - il sacramento del matrimonio è una cosa molto importante per noi ed è per questo che vogliamo far cessare queste inutili discussioni».

I «promessi sposi» avrebbero già fatto sapere alle persone a loro più vicine di aver già contattato un altro prelato, don Luigi, padre spirituale della famiglia dello sposo, e di aver ricevuto garanzie sul fatto che celebrerà lui la messa in programma nell'abbazia di Santo Spirito.

A far discutere, però, è la rinuncia di don Pozza (conosciuto ai più come «don Spritz» per via della sua abitudine di andare a cercare i giovani nei locali della movida di Padova), che giovedì scorso sembrava aver dato la sua disponibilità a benedire lo scambio di anelli più atteso dell'anno. «Non ho mai data per certa la mia presenza - spiega don Pozza, prete con la passione per il giornalismo - ma ho semplicemente dato la mia disponibilità all'amico parroco don Cavazzana, che ha seguito il loro cammino di preparazione, a celebrare questa cerimonia al posto suo.

La mia presenza, come ho fatto presente telefonicamente alla signora Giorgia Matteucci (wedding planner del matrimonio), era legata a una semplice condizione: poter incontrare i due fidanzati personalmente prima del giorno del loro matrimonio. Tale richiesta, fatta giovedì, ha ottenuto soltanto rimandi. Sono venute dunque a mancare le condizioni per fare in modo che un sacramento non venga triturato dal gossip».

Don Marco Pozza, che tra le altre cose lavora come cappellano nel carcere di Padova, è convinto di dare una «lezione di stile» con questa scelta: «Per stile intendo un modo di vivere il sacerdozio che sia all'altezza di una scelta fatta per amore nove anni fa». Nessun rimpianto, insomma: «Spero che gli sposi abbiano una vita all'altezza dei loro sogni. A tutti i giovani che guardano a loro come dei modelli auguro di essere sempre protagonisti della loro esistenza».

 


2. IL SACERDOTE CHE HA DETTO NO A BELEN

Sara Strippoli per "La Repubblica"
«Sono un prete. Il matrimonio è un sacramento, non un carnevale mediatico. Mi sento a disagio». Don Roberto Cavazzana, parroco della Chiesa di Carbonara, provincia di Padova, ha il tono di chi non ne può più. Stacca il telefono. Si pente e lo riaccende. Poi lo spegne di nuovo: «Voi state facendo il vostro lavoro e io lo capisco. Ecco perché le rispondo, anche se la tentazione sarebbe un'altra».

Se il suo obiettivo era la quiete dopo i paparazzi, è andata male: da ore la notizia della sua rinuncia a sposare Belen Rodriguez e Stefano De Martino lo ha reso ancora più celebre. Prima era il sacerdote che doveva celebrare il matrimonio dell'anno. Adesso molto di più: l'uomo di chiesa che si ribella alle regole del gossip.

Don Roberto, ci spiega perché non vuole più sposare Belen?
«I riflettori sono sempre accesi: servizi sulla Chiesa, giornalisti che mi telefonano in continuazione. Io ho da fare, sono un parroco di una unità pastorale. Insegno religione alle scuole medie».

Un sacramento, non gossip. Non è che la sua è una condanna del mondo dello spettacolo, tutta scena e pochi contenuti?

«Ma no, non sono mica un retrogrado, ho 38 anni. Io rispetto tutte le professioni, la mia, la sua, quella di Belen, di Stefano. I pettegolezzi comunque fanno solo male alla gente, questo sì».
Che coppia sono Belen Rodriguez e Stefano Di Martino?
«Una coppia in gamba. Come molte altre che seguo peraltro».

Quando lo ha detto a Belen che non sarebbe stato lei a chiedere il fatidico "Sì"?
«Ma io lo avevo detto a lei e a Stefano. Avevo chiarito subito che li avrei seguiti volentieri nei colloqui prematrimoniali ma che forse avrei avuto degli impegni per il matrimonio. Lo sapevano e la conferma l'ho comunicata a fine agosto».
Quali impegni la tengono lontana dal lago il 20 settembre? Il matrimonio non è fra i compiti di un
sacerdote?
«Certo che lo è, ma io ho da fare quello che devono fare i preti. La nostra unità pastorale comprende tre parrocchie: sono 4500 persone».
Perché Belen è venuta fino a Padova per trovare un sacerdote di Padova che celebrasse il suo matrimonio?
«Ci siamo conosciuti ad una cena a casa di Giorgia ed Emiliano lo scorso novembre e poi ci siamo rivisti qualche volta».
Mi scusi don Roberto, chi sono Giorgia ed Emiliano?
«Emiliano Bonazzoli, centravanti del Padova. Io sono un tifoso della squadra. Giorgia è sua moglie ed è amica di Belen».
Siete diventati amici e le hanno chiesto di sposarli?
«Mi hanno chiesto se potevo essere io a seguirli nella preparazione pre-matrimoniale. Ho risposto che lo avrei fatto volentieri».
Venivano ogni volta da Milano a
Carbonara?
«Sì, una volta al mese circa. Ma non è detto che venissero apposta. Magari dovevano spostarsi per lavoro ».
Quando venivano nella sua parrocchia non avevano paparazzi al seguito?
«No, per fortuna non li ho mai visti ». .
Ha chiesto lei a don Marco Pozza, detto anche don Spritz perché va a cercare i giovani nei locali della
movida padovana, di prendere il suo posto sul pulpito il 20 settembre?
«Sì, gli ho chiesto questo favore. Mi ha risposto che per farmi un piacere lo avrebbe fatto volentieri».
Ha detto di più. Dice che per uno come lui che sta tutto il tempo con i detenuti sposare una delle donne più belle del mondo è un dono del cielo. Lo sapeva?
«Davvero ha detto così?».

 

 

DON MARCO POZZA DON SPRITZ stefano e belen si divertono al mare don marco pozza DON SPRITZ belen stefano belen stefano BELEN PANCIONE KINDER SORPRESA belenBELEN A COLORADO

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…