PALLONATE D’IPOCRISIA - BEHA: “PETRUCCI, ABETE E COMPANY DAVVERO SONO SORPRESI DELLA PIEGA PIETOSA PRESA A GENOVA? SIAMO ABITUATI AI RICATTI DEI DELINQUENTI NEGLI STADI, O NO? - SI SAPEVA CHE GENOA-SIENA ERA UNA PARTITA A RISCHIO, EPPURE NESSUNO HA FATTO NIENTE PER PREVENIRE IL MACELLO - IL PRESIDENTE DEL GENOA PREZIOSI, CHE ADESSO SI STRACCIA LE VESTI, PUR DI NON PRENDERE UN PUNTO DI PENALIZZAZIONE HA FATTO TOGLIERE LE MAGLIE AI SUOI GIOCATORI…

Oliviero Beha per il "Fatto quotidiano"

Il piano è inclinato, e si rotola, nel calcio come nel sistema-Paese che lo comprende e certe volte viene addirittura evidenziato nelle sue brutture dal mondo del pallone. Così adesso siamo agli ultras che sospendono, impongono, negoziano, concedono... Siamo a calciatori umiliati, come il capitano Marco Rossi che aveva raccolto le maglie dei compagni a mo' di trofeo per i teppisti appollaiati sul tunnel fittizio che porta dal campo agli spogliatoi del Ferraris, e a calciatori definiti dai media "coraggiosi" come Peppe Sculli, "l'uomo solo che ha fermato i prepotenti", mostrandoci le terga e la sua maglia n. 81 mentre confabulava con quello che sembrava il boss degli ultras.

Siamo al presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che alle telecamere a misfatto avvenuto si dice "stufo" ma che aveva concordato con Rossi e gli altri la "resa della maglia". Perché? Per non rischiare il punto di penalizzazione se la partita fosse stata interrotta per motivi di ordine pubblico, dopo la gran gazzarra, i petardi, le minacce.

Siamo al Questore di Genova che aveva solo una dozzina di uomini in campo, nel più grottesco pomeriggio della stagione almeno finora... che a posteriori si dichiara contrario a questa resa e quindi in disaccordo con Preziosi, Rossi ecc. Siamo ai vertici dello sport e della rotondocrazia italiana, con Petrucci dominus del Coni che grida al "sacrilegio", Abete che ulula "vergogna", l'ex calciatore Albertini inspiegabilmente vicepresidente federale che invoca a sorpresa la "tolleranza zero".

Poi tutto il Genoa in ritiro con il quarto allenatore dell'anno, De Canio, dopo il doppio Malesani e Marino, visto che già domani deve rigiocare. Ora, poiché di energie emotive c'è stato gran dispiegamento in buona o in cattiva fede che sia, tanto da non dover aggiungere altra indignazione retorica (cfr. che "indegni" era il grido di battaglia degli ultras contro i genoani in divisa...), propongo alcune banalissime osservazioni.

È vero, non è neppure la prima volta che ultras si ergono a manipolatori della realtà e a timonieri della nave pallonara: è successo a Roma, nella primavera 2004, in un derby Roma-Lazio in cui i capi-bastone del tifo parlamentarono con i due capitani in campo per far sospendere la partita, dal momento che voci dal fuori-stadio davano per morto un ragazzo investito da una camionetta della polizia, voci poi risultate fortunatamente false.

È vero, anche a Marassi, nello stadio a fianco al carcere omonimo, si ha ormai una lunga tradizione di violenze e segnatamente ricordo l'omicidio Spagnolo del 1995 per cui venne fermato il campionato con modalità analoghe a quelle purtroppo ripetutesi per Morosini soltanto una settimana fa, e ancora i "mostri" di Italia-Serbia, ottobre 2010, con quei minuti interminabili allo stadio e in tv in cui ci si interrogava su come avessimo fatto a far diventare un luogo ludico di ricreazione quella sorta di Colosseo almeno sugli spalti, trasferendo il concetto di "franchigia" dalla ricreazione del tifoso all'enclave di illegalità "sotto gli occhi di tutti".

Dico questo perché si rischia di inanellare anche l'episodio "maglie" nella stessa catena, pronti a misurarci con il prossimo, possibilmente un po' peggio per un'ulteriore spolverata di indignazione, perché la notizia è la notizia. Ma un esame appena più freddo della vicenda ci dice altre cose. Intanto, tutti sapevano che Genoa-Siena era tremendamente a rischio, vista la classifica del Genoa, i suoi ultimi due mesi, il ribollire mai nascosto della tifoseria. In termini di ordine pubblico (a maggior ragione ricordando gli episodi summenzionati) perché non ci si è mossi di conseguenza? Chi l'ha impedito al questore, alla Digos ecc.?

Come fanno a entrare allo stadio tutti i "botti" che abbiamo sentito? Preziosi dice che non vuol più dipendere da "questi pochi delinquenti", che si chiede se non sia ora di "lasciare il calcio". Perché allora ha permesso che i giocatori si togliessero le maglie per non mettere a rischio di penalizzazione la squadra? Se questo calcio così non va, e si è ostaggi vistosissimi dei delinquenti, meglio smettere, non vi pare? Oppure quel punticino faceva in quell'ignobile baraonda la differenza tra il giusto e l'ingiusto, l'onore e l'umiliazione ecc.? Dunque la faccenda non torna. Come non torna neppure l'atteggiamento dei giocatori.

Per Rossi sembra essere valsa la paura: ma dove? In campo, la sera, in città, nei giorni successivi? Quindi "terrorismo pallonaro" al cubo? Per Sculli basta riguardare il montaggio delle immagini tv per capire che tra l'ultras e il giocatore c'era diciamo una certa quale affabilità, non sembrando esattamente su due fronti opposti: quindi invito a confrontare la patina di "coraggio" mediaticamente attribuitagli con una ricerca su Internet sulla sua biografia, parentele, frequentazioni ecc.

Forse aiuta a capire l'habitat in cui maturano certe situazioni limite. Volendo, la medesima ricerchina si può fare per Preziosi, anche leggendo Fuori gioco, di Gianfrancesco Turano, edizioni Chiarelettere, mirato sui capataz del pallone. Quanto alle istituzioni, la domanda è ancora più banale: a Monti e a Gnudi, il ministro competente, il calcio sta bene così?

E Petrucci, Abete e company in odore di diventare "bad" anche in questo settore ancora così popolare, davvero sono sorpresi della piega presa a Genova? Mi si può obiettare che Petrucci, grande tifoso laziale malgrado l'avversione per Lotito ricambiata industrialmente dal latinista, magari non era a Marassi ma all'Olimpico, per Lazio-Lecce: ebbene, li ha sentiti i berci contro i giocatori leccesi, in cui si mischiavano offese generiche a offese antisemite? Perché come da regolamento non è stata interrotta la partita, proprio lungo il percorso che poi porta a Genova? Risposta: perché in realtà parafrasando Totò "i serbi serbo-no", anche i nostri, nella gigantesca recita interessata della contemporaneità.

 

enrico preziosiGIANNI PETRUCCI Alberto MalesaniGiancarlo Abete Lega Calcio SIENA GENOA I GIOCATORI DEL GENOA SI TOLGONO LE MAGLIE COSI COME RICHIESTO DAGLI ULTRA PIERO GNUDI FABRIZIO FILENI DETTO TOMBOLONE E UNO DEI VECHCI CAPI DELLA CURVA NORD GENOANA SCULL TRATTA CON MARCO COBRETTI DETTO COBRA UNO DEGLI ULTRA COLPITI DA DASPO CON OBBLIGO DI FIRMA IL GENOANO SCULLI PARLAMENTA CON GLI ULTRA jpeg

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO