giampaolo pansa ezio mauro

E RENZI SI PRESE PURE ''REPUBBLICA'' - PANSA: ''L'USCITA DI MAURO DOPO QUELLA DI DE BORTOLI VUOL DIRE CHE IL PREMIER, COL SUO SODALE MARCHIONNE, HA IN MANO TUTTI I GIORNALONI'' - ''EZIO È STATO BRAVISSIMO CON 'REPUBBLICA', ANCHE SE ERA NOIOSA, COME DICEVA PURE DE BENEDETTI. MA LA FURIA CONTRO BERLUSCONI LO HA LASCIATO SENZA UN OBIETTIVO''

1. VIA MAURO, RENZI SI PIGLIA PURE REPUBBLICA

Giampaolo Pansa per “Libero Quotidiano

 

Giampaolo  PansaGiampaolo Pansa

«E così i giornaloni sono sistemati. A Repubblica va Mario Calabresi. Alla Stampa è probabile che arrivi il suo vice, Massimo Gramellini. Al Corriere della sera non c' è più Ferruccio de Bortoli, che provava una forte avversione nei confronti del premier Matteo Renzi. Al suo posto, in via Solferino, c' è Luciano Fontana, assai più cauto nei confronti del Fiorentino. Il Messaggero diretto da Virman Cusenza nutre un' affettuosa simpatia per il renzismo. Il Quotidiano nazionale, che raggruppa tre robuste testate non sarà mai un giornale di opposizione. Tira le somme e vedrai che, senza apparire, l' attuale presidente del Consiglio ha vinto anche questa mano di poker».

 

Il giudizio non è mio. A offrirmelo è un grande manager che conosce come pochi il territorio dei quotidiani per averci lavorato a lungo. Mi sembra un' opinione azzeccata e la condivido quasi al cento per cento. Il «quasi» è dovuto al fatto che nel carosello dei personaggi del Grande Cambio ne manca uno che è un vero pezzo da novanta. Si chiama Sergio Marchionne ed è il padrone assoluto di una Fiat ormai diventata americana.

 

de laurentiis caldoro de magistris carlo de benedetti ezio maurode laurentiis caldoro de magistris carlo de benedetti ezio mauro

Quale è il suo ruolo in questo affare? Soltanto il futuro ce lo dirà. Ma già oggi siamo di fronte a un signore che è anche il padrone nascosto di quel che resta del gruppo Corriere della sera. Se un giorno, al posto del signorile Fontana, arriverà un direttore da combattimento, sarà l' Amerikano in maglione a sceglierlo.

 

PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI

A quel punto il poker di Renzi diventerà una vittoria epocale, ma condivisa con il super manager della Fca. Morale della favola? Se i giornaloni conteranno ancora qualcosa in un mondo globalizzato, l' Italia si troverà sotto il dominio totale di un Maxi Califfato a due. Un regime di ferro che potrà incrinarsi soltanto per qualche contesa interna e segreta.

In questa ipotesi futuribile, anche il personaggio del direttore uscente di Repubblica rischiava di non essere più in sintonia con i califfi.

 

Ezio Mauro aveva preso il posto di Eugenio Scalfari nel maggio 1996. Veniva dalla direzione della Stampa e in quel momento aveva 47 anni. L' ingegner Carlo De Benedetti se n' era infischiato delle proteste dell' avvocato Agnelli. Ezio gli sembrava l' uomo giusto per convincere Barbapapà a mollare la poltrona. Cidibì pensava che un ventennio fosse la durata massima anche per un direttore-fondatore. E tutto andò nel migliore dei modi.

Ezio Mauro Ezio Mauro

 

Cuneese di Dronero, adesso Mauro ne ha appena compiuti 67. La scelta dell' Ingegnere è stata perfetta per un complesso di motivi. Il primo e il più ovvio è l' indiscutibile capacità professionale di Ezio nell' onorare l' incarico ricevuto. Il secondo è stata la sua intesa totale con Scalfari, il Fondatore.

 

A meno che Mauro un giorno si decida a mettere nero su bianco le proprie memorie, nessuno saprà mai se tra lui ed Eugenio ci siano state tensioni iniziali, attriti successivi, contrasti poi risolti. Ma poiché siamo nell' universo dei media, a contare è l' apparenza.

Da quel che sembra, tra i due è sempre regnata un' armonia perfetta.

Ezio Mauro Carlo De Benedetti Ezio Mauro Carlo De Benedetti

 

Durante una delle tante kermesse repubblicane, nel giugno 2012, Scalfari si è commosso nel descrivere al pubblico, più commosso di lui, il suo rapporto con Mauro: «Non posso dire che lo considero un figlio, ma quasi. Io con Ezio mi sento tre volte al giorno». Caldo abbraccio tra i due, applausi a non finire «e qualche lacrima» annotava Simonetta Fiori, la cronista repubblicana dell' incontro.

 

Ezio Mauro Eugenio Scalfari Ezio Mauro Eugenio Scalfari

Dal maggio 1996 a oggi, Ezio il Continuatore si è rivelato del tutto all' altezza del compito. Poteva correre il rischio di ripetere la Repubblica di Barbapapà senza la genialità libertina del ventennio scalfariano, però ha evitato questa trappola. Un altro pericolo era di fare un giornale in divisa, una caserma degli alpini dove tutti stanno in riga e cantano lo stesso inno di guerra.

 

E proprio qui è cascato l' asino, nel senso che la caserma ha davvero preso forma. Ed è diventata sempre più blindata. Nessuno esce dalla fila. Nessuno si azzarda a intonare una canzone diversa. Persino la riunione mattutina per progettare il giornale è un rito governato da regole ferree. Mauro passa in rivista i suoi colonnelli.

virman cusenzavirman cusenza

Ripreso con dovizia di dettagli dalla tivù di Repubblica.

 

Del resto immagino che fosse questo il progetto dell' Ingegnere. Salvo poi lamentarsi, come ha fatto con me, del corpaccione prevedibile e dunque noioso che Mauro gli allestisce. Tuttavia lo stile militare è in parte nascosto dall' ampiezza senza pari del notiziario multiforme e colorato che Repubblica offre ai lettori. È un grande supermarket che presenta di tutto: viaggi, moda, spettacoli, cucina, salute, cultura, sport.

 

Quando si va all' essenziale, ossia alla missione di Repubblica, la caserma sforna un prodotto molto diverso dalla «buona informazione» che De Benedetti sostiene di preferire. Nel libro Mettersi in gioco, l' Ingengere ha scritto: «La buona informazione non può e non vuole vincolare i lettori alla sua opinione, ma può e deve aiutare i cittadini a farsi un' opinione. Un giornale, ma direi più in generale un grande gruppo editoriale, non è un partito, è piuttosto una comunità viva in cui uno influenza l' altro, nell' ambito di un' identità».

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

 

Sono parole smentite dalla realtà sotto i nostri occhi ogni mattina da tanti anni.

La Repubblica di Mauro ricorda un maestro di scuola integralista intento a crescere generazioni di alunni simili a lui. Lo si è visto nella campagna contro il centrodestra di Berlusconi. Neppure il più ingenuo dei tifosi di Silvio poteva aspettarsi che Mauro trattasse il Cavaliere con un minimo di imparzialità. Ma la realtà ha superato il pronostico più nero. Sono emersi un' avversione e un disprezzo quasi talebani, un caso unico nella stampa italiana.

 

Berlusconi è sempre stato dipinto dal giornalone di Mauro come un genio del male, pronto a qualunque nefandezza. Il nuovo Padrino. Il colluso con la mafia. Il puttaniere. Il nemico della libertà di stampa. Il virus che ha infettato l' Italia. Il portatore di una nube oscura di contagio.

 

BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIBERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

Ezio aveva un obiettivo: distruggere il premier più di quanto non facesse lui da solo, con un' infinita sequenza di errori. Ma una volta ucciso il Caimano, Repubblica non ha più saputo contro chi usare la forza del proprio potere invisibile.

Come accade in certi romanzi di fantascienza, si è trovata di fronte un deserto abitato soltanto dal figlio adottivo del Berlusca: il premier Renzi. E deve essersi sentita perduta, se non inutile.

 

È stato allora che Ezio ha dovuto riflettere sul personaggio del Ganassa fiorentino. E ha scoperto di non essere in sintonia con lui. Per chi ama frugare negli archivi, segnalo due articoli di fondo firmati da Mauro.

 

DE BENEDETTI SCARONI BERLUSCONIDE BENEDETTI SCARONI BERLUSCONI

Uno del 29 aprile 2015, titolo «La prova di debolezza», dedicato alla scelta di mettere la fiducia sulla legge elettorale, mossa sbagliata nel metodo e nel merito. L' altro, del 16 giugno 2015, ha un' insegna che dice tutto: «Matteo senza terra». Sono testi di qualche mese fa. E non resta che aspettare l' ultima puntata del ventennio di Ezio per vedere come si concluderà.

 

Tuttavia esiste un bilancio già sotto i nostri occhi.

Lo scopo di Scalfari e poi di Mauro era di forgiare un giornale strapotente e capace di guidare dall' esterno la vecchia sinistra italiana. Ma questa sinistra si è disfatta come è accaduto al resto della Casta. L' unico potere in grado di avere la meglio sul Partito democratico e sulle sinistre collegate o esterne, di condizionarne la politica e di limitarne il fatturato elettorale, è un soggetto senza legami con il Gruppone che appartiene all' Ingegnere. Si chiama Movimento 5 Stelle e a guidarlo c' è un capopolo anarchico, ben lontano dalle stanze repubblicane e per niente disposto ad accettare consiglieri: il comico Beppe Grillo.

 

beppe grillo gianroberto casaleggiobeppe grillo gianroberto casaleggio

Mi posso sbagliare, però Repubblica non riuscirà a fare nulla contro il distruttivo populismo grillesco. Se le cose andranno come sembra inevitabile, l' impero di largo Fochetti si troverà esposto a un disastro che non potrà arginare. Infine la crisi globale renderà la scena molto tormentata.

Anche i poteri invisibili talvolta vanno in tilt.

 

Come si comporterà Mario Calabresi sulla sedia gestatoria occupata ancora per qualche mese da Topolino? Nessuno lo sa. Penso di essere un suo vecchio amico e mi attengo alla regola di aspettare e vedere. Renzi e Marchionne vinceranno di qui all' eternità?

Avendo appena compiuto gli ottanta, ho ben chiaro che di eterno non esiste nulla.

 

 

2. L’ADDIO NEL 40° COMPLEANNO

Da “Libero Quotidiano

 

Mario Calabresi Mario Calabresi

«A Natale dopo 6 anni e mezzo lascerò @la_stampa e un pezzo di cuore: è stata un' avventura bellissima. A gennaio ricomincio a @repubblicait». Lo scrive Mario Calabresi su Twitter, annunciando l' addio dalla direzione del quotidiano torinese per approdare al giornale del gruppo L' Espresso. Il tweet è arrivato poche ore dopo l' annuncio di Ezio Mauro, il quale ha detto durante la riunione di redazione che lascerà la direzione de La Repubblica il 14 gennaio del 2016, giorno del quarantesimo anniversario. In quella data infatti uscì il primo numero del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.

Mario Calabresi Mario Calabresi

 

L' avvento di Calabresi a Repubblica porterà già una novità: «Essendo la mia lunga collaborazione un riflesso della mia personale amicizia per Ezio Mauro, naturalmente finirà con la sua direzione», si legge in un commento di Adriano Sofri, pubblicato sul sito de Il Foglio». In effetti sarebbe stato quanto meno singolare per Calabresi avere come commentatore un signore condannato per l' omicidio del padre.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…