giuseppe culicchia - essere nanni moretti

MASSIMILIANO PARENTE: “NELLA TRISTEZZA DELLE TRAME NARRATIVE, I LIBRI PIÙ DIVERTENTI LI SCRIVE GIUSEPPE CULICCHIA. CON IL SUO ‘ESSERE NANNI MORETTI’ FA UNA SATIRA TRAGICOMICA DEL PROVINCIALISMO E DEL MONDO CULTURALE ITALIANO. PERCHÉ ALLA FINE CHI È MORETTI? NIENT'ALTRO CHE UNA SERIE DI TIC…”

GIUSEPPE CULICCHIA - ESSERE NANNI MORETTIGIUSEPPE CULICCHIA - ESSERE NANNI MORETTI

Massimiliano Parente per “il Giornale”

 

Nella tristezza delle trame narrative degli autori italiani, sempre così sociologiche perfino quando sono gialli o noir o rosa o mezzi e mezzi, bisogna ammettere una cosa: in Italia da qualche anno i libri più divertenti li scrive Giuseppe Culicchia, e senza neppure tirarsela.

Nel suo ultimo romanzo, Essere Nanni Moretti (Mondadori), il protagonista è il cinquantenne Bruno Bruni, scrittore fallito e sfigato, che ha pubblicato due romanzi per editori sconosciuti, vive di traduzioni, coltiva l'ambizione di scrivere il Grande Romanzo Italiano e nutre un odio viscerale proprio per Giuseppe Culicchia.

 

È una satira tragicomica del mondo culturale italiano, delle sue miserie e dei suoi falsi miti (il mito di Bruni è Alessandro Baricco), dove c'è perfino Antonio Franchini appena passato a Giunti, al quale il protagonista consegna le prime pagine del romanzo, composte dalla stessa frase ripetuta dall' inizio alla fine: «Vai a fare in culo, Giuseppe Culicchia». Il suo hobby: scrivere su internet recensioni negative ai libri di Culicchia.

 

GIUSEPPE CULICCHIAGIUSEPPE CULICCHIA

La sua ricetta di ingredienti per avere successo: riuscire a fare un romanzo baricchiano, però con qualche camorrista «perché vorrei metterci un tocco di Saviano», e con qualche portaborse di potentissimo Onorevole «per dare alla storia quel non che di parlamentare barra giudiziario alla Carofiglio». Bruni ha anche un agente, il quale però lo tratta come un caso umano, e un giorno gli propone di spacciarsi per un ventenne affetto dalla sindrome di Werner, perché solo così può suscitare l' interesse del pubblico.

 

«Se ti faccio diventare l'esordiente dell' anno sotto forma di ventenne condannato all'invecchiamento precoce, Fazio ti chiama di sicuro. E come minimo vendi quanto Saviano. Pensaci. Milioni di copie. Così». Caso umano, attenzione, da proporre non a Franchini ma a Mondadori, editore in crisi di idee: «A Segrate non sapevano più che cazzo inventarsi. Prima il panettiere, poi il fisico, poi il martire, poi il montanaro scultore bevitore, poi l' ebreo esperto di Proust che è il nuovo Proust... la ninfomane se l'era già giocata Fazi... sull' ex sessantottino muratore però elegante e guru c'è l'esclusiva di Feltrinelli...»

NANNI MORETTI 7NANNI MORETTI 7

 

Ma il bello del romanzo inizia quando Bruni, facendosi crescere la barba per ritrovare una verginità letteraria e spacciarsi per un esordiente, si ritrova a essere scambiato ovunque per Nanni Moretti. Praticamente un sosia. Al momento la cosa suscita sconcerto, ma dopo viene in mente altro: sfruttare la somiglianza per fare la bella vita. Così, spinto dalla sua ragazza Selvaggia (un'altra fallita, aspirante attrice, pole-dancer di professione), Bruni comincerà a girare l'Italia spacciandosi per il famoso regista.

NANNI MORETTI 5NANNI MORETTI 5

 

Sarà ospitato da sindaci e assessori, dentro uno spaccato del provincialismo italiano che si inchina pacchianamente di fronte alla celebrità («Battiamo la provincia», suggerisce la scaltra Selvaggia). Con conseguenti crisi di identità: «Questa full immersion di Nanni Moretti mi fa un effetto ambivalente. Da un lato, è come se mi osservassi sempre da fuori, per capire se ci sto dentro e se interpreto Nanni Moretti in modo convincente. Dall' altro... non lo so, sarà che ne imito alla perfezione la voce, sta di fatto che comincio a sentirmi proprio Nanni Moretti. Solo che Nanni Moretti una cosa come full immersion non solo non la direbbe, ma non la penserebbe mai».

 

Esilaranti le cene, con il sindaco di turno che omaggia del proprio libro autostampato (succede davvero) il sedicente Moretti, che riuscirà perfino a infiltrarsi in un hotel di lusso alla Mostra del cinema di Venezia. Culicchia, con un tono lieve, da commedia, smaschera tutti i cliché culturali, inclusi quelli dello stesso Moretti.

 

massimiliano parentemassimiliano parente

Perché alla fine chi è Nanni Moretti per la cultura italiana? Nient'altro che una serie di tic, di frasi passate nell' immaginario collettivo: «Mi si nota di più se non vengo o se vengo e mi metto in disparte?», «Chi parla male pensa male!», «Ve lo meritate, Alberto Sordi!». All'antieroe Bruno Bruni basterà impararle tutte a memoria e continuare a ripetersi: io sono Nanni Moretti, io sono Nanni Moretti. Perché essere è apparire. Insomma, un bellissimo romanzo sul doppio, una tragicommedia culturale con un delitto frivolo senza il peso di un castigo, un Dostoevskij che ha incontrato Woody Allen.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO