1. PIÙ CI SI AVVICINA AL VOTO DI GIOVEDÌ E PIÙ SI CAPISCE CHE I POTERI FORTI VOGLIONO IL CONFRATELLO GIULIANO AMATO SUL COLLE. L’EX SCUDIERO DI CRAXI, NONCHÉ PADRE DI QUEL MOSTRO A DUE TESTE CHE SONO LE FONDAZIONI BANCARIE, È IL NOME GIUSTO PER L’INCIUCIO E SI AMMANTA DI BUONI RAPPORTI IN VATICANO. BISOGNA SOLO PROTEGGERLO DAI FRANCHI TIRATORI E DAI MALAUGURATI OUTSIDER, A COMINCIARE DALLE DONNE 2. CAMUSSO: MEZZO MILIONE DI ITALIANI RISCHIA DI RIMANERE SENZA CASSA INTEGRAZIONE. MA PER I GIORNALI SONO PIÙ IMPORTANTI QUELLI CHE PARTECIPANO ALLE QUIRINARIE

a cura di Colin Ward e Critical Mess

1 - IL RITORNO DEL TERRORE
"Sangue sulla maratona di Boston. Bombe tra la folla al traguardo. Due morti e più di cento feriti" titola Repubblica. Nel frattempo i morti sono diventati tre. Nella stessa pagina, informazione fondamentale: "Wall Street cede ai minimi da novembre" (p. 2). Poi c'è la reazione del Grande Abbronzato: "Obama non parla di ‘terroristi', il tabù del presidente che fece uccidere Bin Laden. Prudenza nel messaggio alla nazione. ‘Non abbiamo ancora tutte le risposte, non sappiamo chi ha fatto tutto questo e perché" (p. 4).

Il Corriere, con Guido Olimpio, prova a indicare qualche spiegazione: "Un qaedista o un nemico interno. Le due piste degli investigatori. L'ipotesi delle bombe artigianali, come quelle dei conflitti mediorientali" (p. 5). Per la Stampa, "Islamici o fanatici pro-armi, tutte le piste ancora aperte. Incubo Al Qaeda, ma si fa strada l'ipotesi di gruppi estremisti interni" (p. 5).

2 - QUIRINAL PARTY
Più ci si avvicina al voto di giovedì e più si capisce che i poteri marci vogliono il confratello Amato sul Colle. L'ex scudiero di Bottino Craxi, nonché padre di quel mostro a due teste che sono le fondazioni bancarie, è il nome giusto per l'inciucio e si ammanta di buoni rapporti in Vaticano. Bisogna solo proteggerlo dai franchi tiratori e dai malaugurati outsider, a cominciare dalle donne.

Per il Corriere, "Decisivi il secondo e il terzo voto. Intesa possibile su Amato. L'incontro tra il Cavaliere e il leader pd sancirà l'asse o la rottura. Renzi di fatto ha scremato la lista, ma sa di non poter opporre resistenza all'ex sottosegretario di Craxi" (p. 13). Per quale motivo il Rottamatore non possa rottamare anche un vecchio arnese come Amato purtroppo non ci viene spiegato. Fanno parte entrambi della stessa conventicola?

Repubblica si dedica ancora alle avventure di Culatello Bersani, come se fosse il protagonista della partita:"La sfida di Bersani per il Quirinale. ‘Per ora la nostra rosa non cambia, tenterò ancora l'accordo con il Pdl'. In pole restano Amato e Marini. Ma il segretario sonda un outsider. I timori che nuovi attacchi colpiscano anche Amato, tra i candidati più graditi al Cavaliere" (Repubblica, p. 12).

Anche il Messaggero punta sul Dottor Sottile: "Colle, avanza Amato. Bersani: un nome di unità nazionale. Berlusconi apre" (p. 4). In guardia il Giornale di Berlusconi: "Bersani non controlla più il Pd: rischio imboscate per il Colle. Il segretario cerca di compattare i democratici sulla rosa Amato-Marini-Prodi ma teme colpi di mano e franchi tiratori. Così D'Alema torna in piena corsa" (p. 3). Ma quanto piace il Mago Dalemix al sultanino di Hardcore!

Il Cetriolo Quotidiano insegue la Finocchiaro, che ieri ha dato del "miserabile" a Matteuccio il Terribile: "Anna a Catania, oggi il processo al marito. Colazione in un bar del centro con il procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro. Melchiorre Fidelbo, ginecologo, a giudizio per abuso d'ufficio e truffa: vicenda legata a un appalto di 1,7 milioni" (p. 2). Pum, pum, colpo di grazia ad Annuccia nostra.

3 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Gran casino, tanto per cambiare, tra i cinquestellati. "Grillo si ritira, Quirinarie a nove. Casaleggio boccia Prodi e poi rettifica. Il guru: ‘Ci atterremo alle decisioni della base. Oggi il verdetto. L'ex premier ha molti nemici nel Movimento. Per l'ideologo Becchi ‘è un nemico del popolo" (Corriere, p. 15). Intanto, nuova gaffe per la saputella Lombardi: "L'ultima di Roberta: il presidente mica deve avere per forza 50 anni" (Messaggero, p. 8). E un capogruppo mica deve aver letto per forza la Costituzione. Basta averla orecchiata a scuola.

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Poi c'è il maledetto Paese reale con i problemi reali, tipo arrivare a fine mese. "Cig in deroga, allarme fondi. Fornero serve un miliardo. Il ministro convoca le parti sociali. Il caso delle Regioni. L'ipotesi manovra: ‘Non ci dev'essere un'altra manovra se riusciamo ancora a ridurre qualche spesa" (Corriere, p. 16). "Cassa in deroga, dramma per artigiani e commercio. Gli aiuti per le imprese non riguardano più solo l'industria. Fornero: ‘un miliardo non basterà'. Secondo Camusso, mezzo milione di italiani rischia di rimanere senza aiuti" (CQ, p. 8). Ma per i giornali sono più importanti quelli che partecipano alle Quirinarie.

5 - MA FACCE RIDE!
Rocco Forte, re degli alberghi di lusso: "Italia al disastro: serve un leader come la Thatcher" (Giornale, p. 9)

6 - VIA CRUCIS SOLFERINO
Toh, qualcuno si accorge del conflitto d'interessi bancario in via Solferino. "Il piano Rcs non piace alla Borsa. Della Valle contesta l'operazione. Il fondatore della Tod's punta il dito sulle banche in conflitto. Il titolo cede il 3,3%". Nella lettera al cda, lo Scarparo a pallini, come scrive Repubblica, "denuncia il molteplice ruolo nella partita giocato da alcune banche, contemporaneamente creditrici, azioniste e rappresentate nel cda della casa editrice.

Poiché buona parte degli introiti dell'aumento di capitale dovranno essere destinati al rimborso dei debiti con le stesse banche, l'operazione appare molto penalizzante per gli azionisti che versano soldi che andranno solo in parte a finanziare lo sviluppo dell'azienda" (p. 23). Un attacco diretto alla regia di Intesa e Mediobanca, ovvero al duplex Abramo Bazoli-Nego Nagel. Oltre a Dieguito, l'aumento non piace a Rotelli, ai Benetton, alla famiglia Merloni e ai Pesenti.

Poi passa il Corriere e mette le cose a posto da par suo: "Jovane: Rcs, i soci credono nel piano" (p. 33). Non male anche la Pravda di Yacht Elkann, novello demiurgo di via Solferino: "Rcs, aumento già coperto al 91%" (Stampa, p. 25).

7 - TELEFONI A MANDORLA
L'altra faccia del perverso intreccio banche-imprese appare in tutta chiarezza sul fronte Telecom, dove gli istituti di credito sono raggruppati nella holding di controllo Telco. "Telecom, il negoziato cinese e quelle spine di Bernabè. Titoli in calo del 3,2%. Il pressing degli azionisti Telco. Consiglio già convocato per l'8 maggio. La valutazione di 1,2 euro per azione". Secondo il Corriere delle banche (p. 31) i soci di Telco (Generali, Intesa, Mediobanca, Telefonica) vogliono "vederci chiaro" e che non si ripetano le spaccature della vendita di La7. Sarà un caso, ma mentre la politica è tutta ripiegata su se stessa, si giocano partite fondamentali ai piani alti del capitalismo italico. Ci manca una scalata e poi il quadro è perfetto.

 

 

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