picca aurelio

ASSO DI PICCA - SI INFOLTISCE IL NUMERO DEI CANDIDATI AL PREMIO STREGA: C'È ANCHE AURELIO PICCA, PROPOSTO DA EDOARDO NESI, CON IL LIBRO "IL PIU' GRANDE CRIMINALE DI ROMA E' STATO AMICO MIO" - MA C’E’ CHI DICE NO, COME NICOLA LAGIOIA: "NON PARTECIPO ALLO STREGA, SAREI UN ARROGANTE. IL PREMIO L’HO GIA VINTO CON IL MIO LIBRO PRECEDENTE" (E INFATTI QUEST'ANNO NON AVREBBE RIVINTO E DA FURBETTO HA EVITATO LA "SCONFITTA")

Miriam Massone per "la Stampa"

 

AURELIO PICCA

C' è chi dice «no». Nicola Lagioia, scrittore e direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, da novembre in libreria con La città dei vivi (Einaudi), mette le mani avanti e fa un passo indietro: un «tango» necessario per chiarire, preventivamente e pubblicamente, che non intende essere candidato al premio letterario più importante d' Italia, lo Strega, quello a cui ogni autore ambisce, il «pallone d' oro» della letteratura italiana dal 1947. La decisione, per nulla scontata e a lungo meditata, arriva proprio nei giorni decisivi: c' è tempo, infatti, fino al 5 marzo per inviare le segnalazioni.

 

Chance di finire nella cinquina (e magari vincere) ne avrebbe avute, considerato il feedback dei lettori e il consenso della critica: la possibilità di giocarsela era concreta, visto che tra i 400 Amici della domenica, ovvero i grandi elettori del premio, c' è chi voleva proporlo.

 

AURELIO PICCA - IL PIU' GRANDE CRIMINALE DI ROMA E' STATO AMICO MIO

«Allo Strega non è sufficiente che qualcuno ti candidi. Devi accettare la candidatura. Io non solo l' ho già vinto, ma l' ho fatto con il mio libro precedente, La ferocia», spiega Lagioia con un post che ha ottenuto like da oltre 1800 fan. «Temo, vale a dire, che tornare a partecipare ora possa essere un gesto di arroganza, non solo verso gli altri, ma (poiché non ci si conosce mai fino in fondo) anche verso me stesso».

 

Nel suo ultimo libro racconta l' omicidio di Luca Varani, una storia vera, l' identikit del Male sullo sfondo di una Roma malata, con la chirurgica penna di un narratore a tratti storiografo e anche un po' cronista. Un parto che ha richiesto una lunga gestazione:

 

«Sono uno scrittore lento, pubblico un libro ogni cinque o sei anni, è un lavoro a cui dedico tutto me stesso, sono felice per ogni lettore in più che riesco a raggiungere.

Aurelio Picca

Però penso anche che fare ogni tanto un passo indietro potendone fare uno in avanti sia un buon insegnamento, un esercizio di misura e (a suo modo) una scommessa». Nel gesto di Lagioia dunque non c' è nessuna polemica, anzi, lui si dice grato con chi «reputa che il mio libro possa ambire a un premio tanto prestigioso».

 

Lo stesso Stefano Petrocchi, direttore dello Strega, definisce La città dei vivi un «libro splendido, che tanti avrebbero visto bene a concorrere per il premio». Poi puntualizza: «Lui non ha rinunciato alla candidatura, ha piuttosto chiesto e chiarito, proprio perché se ne discuteva molto, di non essere candidato e di non volerlo essere: sono due cose diverse».

 

In realtà avrebbe potuto partecipare nonostante avesse già conquistato il podio nel 2015: se trascorrono più di tre anni si può infatti ritentare. Ma è evidente che per Lagioia è questione di merito e non di metodo. Non è il gesto di un ribelle, la protesta di un anticonformista allergico alla competizione, ma piuttosto un patto con sé stesso, «una questione privata».

Aurelio Picca

 

E infatti Lagioia non giudica i colleghi che invece la doppia candidatura l' hanno vissuta senza troppi pensieri: la scorsa edizione il premio è andato, per Il colibrì, a Sandro Veronesi, già vincitore nel 2006 con Caos calmo. «Credo che l' idea di incoraggiare chi ha già vinto lo Strega a parteciparvi una seconda volta sia, oltre che sensata, giusta», dice ancora Lagioia. «Veronesi ha fatto bene a partecipare l' anno scorso».

 

Ma ciascuno ha la propria storia, e quella di Lagioia vive di tempi lenti e cammini lunghi: «So che con La città dei vivi è successo qualcosa di diverso rispetto a ciò che ho fatto in passato. È il motivo per cui continuerò ad accompagnare questo libro nel suo viaggio, sperando faccia ancora strada».

 

2 - PICCA ALLO STREGA TRA I CANDIDATI PURE MARILÙ OLIVA

aurelio picca

Ida Bozzi per il "Corriere della Sera"

 

Si infoltisce il numero dei candidati al Premio Strega, con le dieci nuove proposte degli «Amici della domenica» pubblicate ieri. E diventano ufficiali anche le prossime scadenze del premio: il 22 marzo sarà resa nota la dozzina dei semifinalisti, il 10 giugno si terrà la votazione per la cinquina, l' 8 luglio la serata finale.

 

Tra i candidati da ieri c' è Aurelio Picca, con Il più grande criminale di Roma è stato amico mio , edito da Bompiani e proposto da Edoardo Nesi. Proprio Nesi aveva annunciato l' intenzione di candidare Picca su «la Lettura» #462 del 4 ottobre 2020 e ieri lo ha fatto spiegando che il libro offre, si legge nelle motivazioni, «il portento del male raffigurato, e nelle pagine migliori arriva a svolgere uno dei compiti più sacri della letteratura, quello di mostrarci il mondo slabbrato e vuoto e insensato nel quale viviamo».

 

AURELIO PICCA

Ambientato sui colli Albani, tra i laghi Albano e Nemi, il libro è ispirato alla storia vera della banda di Laudovino De Sanctis e ai sequestri di persona che terrorizzarono Roma negli anni Settanta, vista con gli occhi di un apprendista criminale, Alfredo Braschi.

 

Non è un romanzo storico bensì un' epopea («Non mi interessa la storia, ma la leggenda», chiarisce Picca) e nemmeno una crime story . «Con i libri di crime - spiega lo scrittore - non c' entra. È lo specchio dell' antico, del pagano di quei luoghi, è la storia di quest' uomo, Alfredo, che deve fare i conti feroci con la propria vita ma ha anche una grande umanità».

AURELIO PICCA

 

Lieto della candidatura e della «grande generosità di Nesi», Picca prosegue: «Sono contento, anche perché il libro mi è costato molta fatica, mi ha coinvolto: ho fatto come gli attori dell' Actors Studio, sono andato a vivere sul lago Albano per scrivere il romanzo. Che è terribile, ma anche celeste , nel senso dantesco del cielo della Luna. Me lo sono scritto addosso». Narratore di un mondo e di un' epoca con le sue ruvidezze e dolcezze, Picca conclude che «Hemingway diceva: "Scrivo le storie che conosco". E io aggiungo: ma non per fare autobiografia. I colli Albani sono luoghi arcaici molto potenti, sono i luoghi a Sud di Roma dove Roma è nata. E io amo la geografia dei miei romanzi: per me i luoghi sono personaggi principali, non caratteristi».

 

Tra le candidature annunciate dai rumor anche quella di Marilù Oliva con Biancaneve nel Novecento (Solferino) proposto da Maria Rosa Cutrufelli («Mescola il presente al passato - spiegano le motivazioni - per raccontarci come il dolore e la sofferenza non si lascino dimenticare»). Gli altri candidati sono Patrizia Busacca con Madri gotiche (Linea edizioni) proposto da Giorgio Amitrano; Benedetta Cosmi con Orgoglio e sentimento (Armando Editore) candidato da Antonio Augenti; Alessandro Gazoia con Tredici lune (nottetempo) proposto da Gaia Manzini.

nicola lagioia foto di bacco

 

Si prosegue con due libri editi da Ponte alle Grazie, Cara pace di Lisa Ginzburg, proposto da Nadia Terranova, e Gli affamati di Mattia Insolia candidato da Fabio Geda. E poi Sabrina Ragucci con Il medesimo mondo (Bollati Boringhieri) portato da Maria Teresa Carbone; Alessandro Raveggi con Grande Karma (Bompiani) presentato da Giorgio Van Straten; Isabella Schiavone con Fiori di mango (Lastaria) candidato da Giulia Ciarapica. I nomi si aggiungono ai cinque già candidati: Paolo Di Stefano, Antonella Lattanzi, Loredana Lipperini, Stefano Sgambati ed Emanuele Trevi. Per gli altri, gli «Amici» hanno tempo fino al 5 marzo.

AURELIO PICCApicca e ZeichenPICCAPICCA4PICCA 6PICCA 7PICCA 5PICCA 1aurelio piccaaurelio picca (2)

 

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump

SE SIETE CURIOSI DI SAPERE DOVRÀ ANDRÀ A PARARE IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA TRUMPIANA, È INTERESSANTE SEGUIRE LE MOSSE DELLA SUA ‘’EMINENZA NERA’’, IL MILIARDARIO PETER THIEL - PUR NON COMPARENDO MAI IN PUBBLICO, ATTRAVERSO PALANTIR TECHNOLOGIES, UNO TRA I POCHI COLOSSI HI-TECH CHE COLLABORA CON LE AGENZIE MILITARI E DI INTELLIGENCE USA, THIEL HA CREATO UNA VERA E PROPRIA INFRASTRUTTURA DI POTERE CHE NON SOLO SOSTIENE IL TRUMPONE, MA CONTRIBUISCE A DEFINIRNE L’IDENTITÀ, LE PRIORITÀ E LA DIREZIONE FUTURA - LA SVOLTA AUTORITARIA DI TRUMP, CHE IN SEI MESI DI PRESIDENZA HA CAPOVOLTO I PARADIGMI DELLO STATO DI DIRITTO, HA LE SUE RADICI IN UN SAGGIO IN CUI THIEL SOSTIENE APERTAMENTE CHE ‘’LIBERTÀ E DEMOCRAZIA SONO INCOMPATIBILI’’ PERCHÉ IL POTERE SI COLLOCA “OLTRE LA LEGGE” – OLTRE A INTERMINABILI TELEFONATE CON L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA, THIEL GODE DI OTTIMI RAPPORTI CON LA POTENTE CAPOGABINETTO DEL PRESIDENTE, SUSIE WILES, E COL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT, CON CUI ORDISCE LE TRAME ECONOMICHE - SE MEZZO MONDO È FINITO A GAMBE ALL’ARIA, IL FUTURO DELLA MENTE STRATEGICA DEL TRUMPISMO SEMBRA TINTO DI “VERDONI”: LE AZIONI DI PALANTIR SONO QUINTUPLICATE NEGLI ULTIMI 12 MESI, E NON SOLO GRAZIE ALLE COMMESSE DI STATO MA ANCHE PER GLI STRETTI INTERESSI CON L’INTELLIGENCE ISRAELIANA (UNO DEI MOTIVI PER CUI TRUMP NON ROMPE CON NETANYAHU...)

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...