1- QUIRINO CONTI ANNUNCIA GRANDI NOVITÀ IN CASA "BEAUTIFUL": LA MODA AL MACELLO 2- “PIETÀ PER LA MODA!” CERTO È CHE MAI SI ERA LETTO QUALCOSA DI SIMILE A FIRMA SUZY MENKES DEL “NEW YORK TIMES”, PONTEFICE DELLA MODA SUI DUE LATI DELL’ATLANTICO 3- ALL’IMPROVVISO, NEL BEL MEZZO DELLA SETTIMANA MILANESE DELLA MODA, TRA UN DOLCE&GABBANA E UN ARMANI, ECCO CHE D’IMPROVVISO LA MENKES SE NE ESCE CON UN ‘MISERERE’ QUALI MAI LA MODA AVEVA REGISTRATO A MEMORIA DI COUTURIER E STILISTI 3- LA CAUSA SCATENANTE? LE LACRIME TRACIMATE SULLA PEDANA DAL BELGA RAF SIMONS, CACCIATO DOPO SETTE ANNI DI ACCURATO LAVORO PER LA GRIFFE DI JIL SANDER. A QUEL PUNTO, LA BOCCOLUTA SUZY DEVE ESSERSI PRESUMIBILMENTE DETTA: “QUI, SE SIAMO ORMAI AI PIAGNISTEI, LE COSE STANNO PER COMPLICARSI DAVVERO: TANTO PER COMINCIARE, IMBARCHIAMOCI IN UN RAPIDO E GENERALE ‘MEA CULPA’: A NOME DI TUTTI…”

Quirino Conti per Dagospia

Che sia per l'aspro sentore penitenziale che questa quaresima sembra voler spargere per l'aria (dura e dolente quaresima, purtroppo!), o forse perché, quando le cose si complicano, una via d'uscita conviene sempre indicarla, o per chissà quali altre ragioni, certo è che mai si era letto qualcosa di simile a firma Suzy Menkes.

All'improvviso, nel bel mezzo della scorsa settimana milanese della Moda, tra un Dolce&Gabbana e un Emporio Armani, come se la Colomba del Paraclito avesse nidificato nel boccolo che da anni domina intimorente la sua complessa figura. A sorpresa, infatti, come ispirata da un inatteso sommovimento moralizzante, ecco che d'improvviso se ne esce con un Miserere e un Confiteor quali mai la Moda aveva registrato, o anche solo fantasticato, a memoria di couturier e stilisti.

La causa scatenante? Le lacrime tracimate sulla pedana di Jil Sander dai begli occhi del belga Raf Simons. Il quale, dopo sette anni di accurato lavoro per quella griffe, deve ora lasciarla a causa dell'ennesimo (eterno) ritorno dell'instabile designer tedesca, fondatrice del marchio. A quel punto, la trotterellante Suzy, sempre più simile alla intenerente fatina-tutto-cuore generosa artefice del destino di Cenerentola nel celeberrimo cartoon, deve essersi presumibilmente detta: "Qui, se siamo ormai ai piagnistei, le cose stanno per complicarsi davvero: tanto per cominciare, imbarchiamoci in un rapido e generale Mea culpa: a nome di tutti...".

E dalle pagine del "New York Times", da un giorno all'altro ha iniziato a mettere in fila, a uno a uno, tutti i rospi che, con ogni probabilità, dovevano esserle rimasti in gola nel corso di questi foschi anni di vertiginose quadriglie stilistiche. In un vortice di "arrivi e partenze" da confondere il più esperto controllore satellitare.

Sarebbe noiosissimo ripercorrerli qui, tutti; assieme alle corrispettive (e strampalatissime) decisioni strategiche prese a proposito: in queste ultime stagioni, ma, in realtà, ormai da anni. Di fatto, un viavai di nomi (ma anche, purtroppo, di biografie e sensibilità) per incarichi dati e tolti con la stessa ragionevolezza con la quale muta l'umore di un meteoropatico. E purtroppo, con autentiche tragedie sullo sfondo.

Il Paraclito della Moda, dunque, dopo aver sciorinato responsabilità, colpe e cinismi vari - di tutti, nessuno escluso -, solo di passaggio però, e fuggevolmente, accenna a un'eventuale responsabilità della stampa. Enorme, invece - va detto -, in un ambiente troppo eticamente gracile per opporsi a quante, pistola alla mano (il consueto ricatto delle pagine redazionali), quali "sceriffe dello Stile", muovevano teste, biografie (e denari) come fosse davvero un gioco di scacchi.

Ecco che allora la signora Menkes, in un rigurgito d'insofferenza, per quel po' po' di sovvertimenti in arrivo (memore, certo, anche di quelli già avvenuti), con il suo insolito articolo tenta di portare alla luce una "tratta stilistica" davvero senza precedenti.

Probabilmente non avendo mai digerito lei stessa, mentre avveniva, l'enorme traffico di controfigure passate sul soglio dei massimi designer del Novecento. Anche a causa di amministratori delegati (responsabili, si fa per dire) incompetenti, incapaci, conniventi e spesso del tutto estranei all'ambiente (per alcuni, un glorioso passato nei gelati e negli yogurt). E di compensi spropositati per consulenze improprie e non del tutto esemplari.

Nell'articolo, la signora Menkes fa però anche cenno a disagi più profondi e dolorosi: quelli, cioè, che generati nel designer da una pressione talora insopportabile cercherebbero sollievo nell'alcol e nella droga. Del resto, dal suo posto in prima fila, di cose deve averne viste e sentite!

Da quando, cioè, sui gloriosissimi scranni dei più sublimi poeti della Moda hanno iniziato a sedere epigoni, controfigure e opportunisti di ogni genere. Ai quali, dopo guerre per bande (procacciatori, testate, addetti ecc.), si chiede letteralmente l'impossibile: avere anche talento.

Sostituendo alla genialità (evidentemente insostituibile) vincoli di sangue, buone relazioni, amicizie, simpatia e gag; ma anche impegno e buona volontà. Come bastasse. La signora Menkes d'altronde, sa come nessuno che la Moda non è un mestiere per diligenti tuttofare; piuttosto, a quei livelli, come per un coreografo o un musicista, l'esercizio di un dono d'origine.

Talora preziosissimo e raro. Il fatto è che il talento è merce molto rara; e che, come tutto, anche i cicli formali di maggior fortuna (basti pensare alla mole di genialità condensata attorno alla Couture, e quindi allo stilismo) non garantiscono purtroppo una durata eterna. È così per ogni epopea: nasce, si sviluppa, dà il meglio di sé, poi deperisce e muore. O diviene altro.

Nonostante si continui a credere di poter essere ancora artisti esattamente come quelli del passato più eroico anche partecipando alle correnti biennali. Naturalmente, è più saggio fingere di crederlo o di non sapere. Così che tutto resti com'è, se non altro nei compensi. E nei vantaggi.

Una collega della signora Menkes, saggia almeno quanto lei, a suo tempo in vena di scorata sincerità, sommessamente confidava: "Se il mio direttore sapesse cosa ne è della Moda!".
Addio Londra, New York e Parigi...

Meglio un bel Miserere mei Domine allora, e che tutto rimanga immutato. D'altro canto, come dice lo stesso articolo, con le sostituzioni in corso e i nuovi "faccia a faccia" ce ne saranno di emozioni da vivere e da commentare. Ma a quale prezzo!

 

 

 

SUZY MENKESQUIRINO CONTI ph FruàSUZY MENKESMENKES, FURSTENBERG, WINTOUR, SOZZANIMET GALA- ANNA WINTOURsuzy menkes by palomboRAF SIMONSJILL SANDERLA MODA BRUCIA - RICK OWENSWINTOUR-SOZZANILAGERFELD- WINTOURMiuccia Prada Franca Sozzani e Suzie Menkes

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…

ignazio la russa enrico pazzali banche dati spioni spionaggio

FLASH! – CON L’INCHIESTA SUGLI SPIONI DI ''EQUALIZE'' FINITA NELLE SABBIE MOBILI MILANESI, ENRICO PAZZALI È POTUTO TORNARE IN CARICA COME PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA MILANO (DA CUI SI ERA AUTOSOSPESO) - DAVANTI A TALE "SCANDALO", IL CDA DELL’ENTE HA PAURA A REVOCARGLI LE DELEGHE, ANCHE SFRUTTANDO LA SCUSA DEL GARANTISMO. ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DEL POTERE A MILANO DI LA RUSSA, GIÀ GRANDE AMICO DI PAZZALI – PS. SI VOCIFERA CHE IL TIFOSO ‘GNAZIO SIA MOLTO INTERESSATO AI GUAI DELL’INTER, DOPO LA BOMBASTICA INCHIESTA DI “REPORT” SUI CONTI DEI NERAZZURRI…

matteo salvini marine le pen emmanuel macron giorgia meloni

DAGOREPORT - COME DAGO-ANTICIPATO, MACRON E MELONI SI SONO SCAMBIATI IERI SERA A PALAZZO CHIGI IL RAMOSCELLO D’ULIVO. CHI HA AVUTO, HA AVUTO; CHI HA DATO, HA DATO: SCORDIAMOCI IL PASSATO. DEL RESTO, PRIMA DEL VIAGGIO IN ITALIA, MACRON E MATTARELLA HANNO PREPARATO BEN BENE L’INCONTRO DELLA PACE - ALLA FINE, DOPO DUE ORE DI FACCIA A FACCIA, TROVATA LA QUADRA SU UCRAINA, DAZI, TRUMP E SPESE MILITARI, L’UNICO GROSSO PROBLEMA SI E' CONCRETIZZATO NELLA PRESENZA NEL GOVERNO DI SALVINI CHE SIEDE TRA I “PATRIOTI” ORBAN E LE PEN. TANT’È CHE SALVINI STAMATTINA AI SUOI FEDELISSIMI HA COMMENTATO, SECCO: “E’ CADUTA LA GIORGIA”. EVITANDO PERÒ DI AZZARDARE ALCUNA DICHIARAZIONE SULL’INCONTRO DI LADY GIORGIA COL "GUERRAFONDAIO MATTO" DI FRANCIA - CHISSA', SENZA UN SALVINI TRA I PIEDI, FORSE MELONI AVREBBE GIA' COMPIUTO, SE NON UN TRASLOCO, UN AVVICINAMENTO AL PPE, PER LA GIOIA DI URSULA E DI MERZ. E QUANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA HA FATTO PRESENTE IL SUO FARDELLO LEGHISTA, MACRON HA REPLICATO CHE LA SUA ANTAGONISTA MARINE LE PEN NON SARÀ NEL GOVERNO MA HA UN PESO ELETTORALE BEN MAGGIORE DELLA LEGA…

alberto nagel philippe donnet francesco milleri gaetano caltagirone

DAGOREPORT - NON È UNA BATTAGLIA, È UNA GUERRA ALL’ULTIMO SANGUE IL RISIKO CHE DA SEI MESI STA STRAVOLGENDO LA SCENA ECONOMICA E FINANZIARIA ITALIANA, PROTAGONISTA L’82ENNE CALTAGIRONE IMPEGNATO NELLA SUA SFIDA FINALE: SE NON CONQUISTA GENERALI ASSICURAZIONI, PERDE LA FACCIA NON SOLO L’EX PALAZZINARO ROMANO MA ANCHE IL GOVERNO MELONI, CHE PUNTA A ESPUGNARE CON L’IMPRENDITORE-EDITORE IL POTERE ECONOMICO MILANESE - OGGI, SORPRESONA: IL FINORA RAPIDO E INVINCIBILE CALTARICCONE HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE DELL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA CHE IL 16 GIUGNO DECIDERÀ SULLA MOSSA DEL CEO ALBERTO NAGEL DI DISFARSI DELLA QUOTA DEL 13% DI GENERALI PER ACQUISIRE DAL LEONE DI TRIESTE, BANCA GENERALI. COME MAI HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE? TEME MAGARI CHE IL SUO PARTNER, IL CEO DELL’IMPERO DEL VECCHIO, FRANCESCO MILLERI, CHE ULTIMAMENTE HA APPLAUDITO ALL’OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI, SI DEFILI DA CALTAGIRONE ALL’ASSEMBLEA DEL 16 GIUGNO? SE CALTARICCONE NON VINCE, SARANNO DOLORI A PALAZZO CHIGI…

gambetti francesco

DAGOREPORT – GRAND HOTEL VATICANO: PAPI CHE VANNO, FRATI CHE VENGONO – TRA LE MACERIE LASCIATE DA BERGOGLIO (BECCIU, CHAOUQUI E LA SCHIERA DI CHECCHE DI CUI IL COMPIANTO PAPA AMAVA CIRCONDARSI A DISPETTO DEI SUOI ACCORATI APPELLI CONTRO LA ‘’FROCIAGGINE’’), BRILLA L’IRRESISTIBILE ASCESA DI FRATE MAURO GAMBETTI: ORDINATO SACERDOTE L'8 GENNAIO 2000 ALLA TENERA ETÀ DI 34 ANNI, E' GIA' CARDINALE NEL 2020. L’ANNO DOPO BERGOGLIO L’HA CATAPULTATO DA CUSTODE GENERALE DELLA BASILICA DI ASSISI A VICARIO GENERALE DI SUA SANTITÀ PER LA CITTÀ DEL VATICANO E PER LE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO, NONCHE' PREFETTO DELLA FABBRICA DI SAN PIETRO – AL FIANCO DI GAMBETTI, L’INSEPARABILE ENZO FORTUNATO, ANCHE LUI FRATE, NOTO PER LA SUA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI CERCARE DOVIZIOSE SPONSORIZZAZIONI PER RIVISTE ED EVENTI DI OGNI TIPO, SOPRATTUTTO FRA I POTENTI DI TURNO. SI SONO POI AGGIUNTI MONS. ORAZIO PEPE E IL GESUITA FRANCESCO OCCHETTA, INDISPENSABILI PER LA FONDAZIONE “FRATELLI TUTTI”, CIRCOLO RISERVATO IN VIA ESCLUSIVA AI SEGUACI DI FRATE GAMBETTI… - VIDEO