mostra scola

CAFONALINO SCOLA - DA BAUDO A PAOLA CORTELLESI, TUTTI AL MUSEO CARLO BILOTTI DI ROMA PER VIAGGIARE NEL MONDO DI ETTORE SCOLA TRA LETTERE, DISEGNI E MEMORABILIA - LE BATTUTE PER LA RIVISTA SATIRICA “IL MARC’AURELIO”, LO SLOGAN PER L’ENI PAGATO 1 MILIONE DI LIRE E L’AMICIZIA CON SORDI: “LA PERSONA AL MONDO CHE MI FA PIÙ RIDERE”

pippo baudo paola cortellesi col marito riccardo milanipippo baudo paola cortellesi col marito riccardo milani

Alessandra Paolini per “la Repubblica- Roma”

 

«Giovanotto… carta, calamaio e penna, su avanti scriviamo!». C’è anche lei, la famigerata lettera dei fratelli Capone in “Toto, Peppino e la malaffemmina”, in questo viaggio nel mondo di Ettore Scola che il museo Carlo Bilotti, nel cuore di Villa Borghese, celebra con una mostra fino all’8 gennaio.

 

“Piacere, Ettore Scola” è un viaggio tra cimeli, memorabilia, locandine di film, dischi, premi, interviste e disegni. Tanti disegni che raccontano la vita del regista, scomparso lo scorso gennaio, iniziata professionalmente nella rivista satirica “Il Marc’Aurelio. È il ‘48 e questo bisettimanale è la palestra per un gruppo di giovani che faranno grande il cinema italiano: da lì passano Fellini, Steno, Monicelli, Maccari, Age, Scarpelli e Marchesi.

silvia scolasilvia scola

 

Proprio uno schizzo a matita di una di quelle riunioni di redazione, immerse nel fumo di sigarette, apre l’esposizione. «All’inizio non disegnavo - ha raccontato il regista ai due curatori della mostra Marco Dionisi e Nevio Pascalis - portavo solo battute che venivano votate. Se approvate mi pagavano. Così ho cominciato a fare i primi soldi». È’ la moglie Gigliola a rammentare quando Scola fu incaricato dall’allora presidente dell’Eni, Enrico Mattei, di creare una frase a effetto da piazzare accanto al logo del “cane a sei zampe”: «Gli diedero una cifra spropositata, un milione di lire. Era il ‘49. Ed Ettore non si capacitava...” Tutti questi soldi?”».

 

simona marchini maddalena lettasimona marchini maddalena letta

Il passaggio da disegnatore a sceneggiatore è breve. «Mio padre amava scrivere - spiega la figlia Silvia - seduto a tavolino creava i personaggi, li scarabocchiava sui fogli, poi appallottolava tutto e li buttava». E così ecco che a ricordare quel periodo c’è il ciak di un “Americano a Roma” di Steno con Alberto Sordi di cui sarà amico fraterno per tutta la vita: «La persona al mondo che mi fa più ridere».

 

pino quartullopino quartullo

E ci sono le foto di scena del “Sorpasso” con Gassman e Trintignant. «Ho fatto un film che terminava in tragedia - raccontava Scola e Cecchi Gori che lo produceva era terrorizzato di quel finale: non voleva ci fosse la morte in un film comico. Così mi disse: se domani piove torniamo a Roma e non facciamo morire nessuno. Io telefonai al colonnello Bernacca che mi rassicurò: non preoccuparti domani splende il sole».

simona marchinisimona marchini

 

La regia arriverà più tardi. C’è la macchinina in legno de “La famiglia” a immortalare questa nuova stagione. «Abbiamo voluto fare una mostra che non fosse né radical chic nè ad effetti speciali, ma che rappresentasse l’essenza di Scola», raccontano i curatori. «Quando siamo andati a chiedergli di lavorare a una mostra su di lui ci disse subito di no, convinto che non avrebbe interessato nessuno». Ed ora “Piacere Ettore Scola”, la chiede Milano e la vuole Parigi.

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